Elena la matta
Sala Umberto
5 febbraio 2025
Elena la matta che matta non era: storia di una donna ribelle e antifascista
Elena la matta, interpretato dalla bravissima Paola Minaccioni e diretto da Giancarlo Nicoletti, in scena al Sala Umberto di Roma, è uno spettacolo emozionante e coinvolgente che racconta, attraverso la storia di una donna, il dramma del fascismo italiano.
La drammaturgia di Elisabetta Fiorito, che è allo stesso tempo documento storico e racconto, prende spunto dal libro “Elena, La Matta di Piazza Giudia” di Gaetano Petraglia, edito da La Giuntina, ma anche dalle memorie di Settimia Spizzichino, unica sopravvissuta al rastrellamento del Ghetto, dai racconti dello storico David Kertzer e dalle testimonianze di Giacomo De Benedetti.
Elena la matta è la storia di Elena Di Porto, chiamata “la matta” del ghetto ebraico di Roma.
Poverissima, nata in una umilissima famiglia ebraica, Elena Di Porto è un personaggio che ha attraversato la prima metà del ‘900 italiano vivendo in prima persona la miseria di quel periodo e il dramma del fascismo in maniera sempre attiva e in continua contrapposizione col regime, sempre pronta a combattere ogni sopruso, chiunque esso colpisse, in difesa di un ideale di giustizia democratico.
Donna forte e indipendente, fervente antifascista, Elena aveva un carattere ribelle e tendente a scaldarsi facilmente.
Soggetta a frequenti accessi di ira quando si imbatteva in qualche ingiustizia sociale, fu subito, sin da giovanissima, dichiarata pazza e dovette subire sin dall’età di 15 anni una serie di internamenti in manicomio e incarcerazioni.
La vita di Elena la matta, che matta però non era, rappresenta la storia di un periodo nefasto del nostro Paese e attraversa la malvagità del regime, la persecuzione razziale, i rastrellamenti, gli scontri con le squadracce fasciste, il tentativo di resistenza durante l’occupazione nazista della Capitale fino al rastrellamento del 16 ottobre 1943.
Lo spettacolo è una testimonianza storica di uno dei periodi più tragici, brutali e disumani del nostro Paese di cui Elena è vittima e martire, ossia, secondo il significato etimologico del termine, testimone, testimone per sempre vivente grazie anche a questo spettacolo.
Uno spettacolo che, nonostante la gravità dell’argomento trattato, affronta il dramma col coraggio, l’amore, la passione e l’ostinazione di una donna forte, temeraria e intraprendente.
Paola Minaccioni è straordinaria in questo ruolo in cui rovescia un mondo di emozioni non risparmiando anche una certa amara ironia, dando un’interpretazione intensa e vibrante di questo grande personaggio.
Paola accompagna passo passo la sua Elena: a volte le cammina a fianco; altre volte la sostiene da dietro; altre ancora la porta in braccio; tiene il passo nella corsa contro le ingiustizie. A volte la lascia andare da sola, indipendente e fiera, per poi accoglierla nuovamente nei suoi semplici abiti di scena.
Paola recita ed Elena vive su quel palco, nella sua forza, nella sua ostinazione, nella sua rabbia e nella sua frustrazione.
La vedi, Elena, e tu rifletti sulla disperazione e la forza di questa donna, ne avverti la solitudine e il dolore, ma anche la rabbia cocente e la voglia di cambiare le cose.
E come Elena è testimone, così Paola è memoria in uno spettacolo coinvolgente e di grande impatto emotivo.
Il pensiero va, poi, a tutte quelle donne che, ancora oggi, nei paesi in cui comanda un regime, vengono internate e incarcerate solamente perché si ribellano reclamando la propria libertà di essere ciò che desiderano.
La direzione di Giancarlo Nicoletti è asciutta, diretta, priva di manierismi, centrata sulla narrazione.
Nicoletti dirige una grande interprete che si mette a servizio del testo e della storia.
Sul palco con Paola Minaccioni i due musicisti Valerio Guaraldi e Claudio Giusti, il primo anche autore delle musiche originali dello spettacolo, la accompagnano dando risalto alle modulazioni emotive.
Sono inseriti in una scenografia di Alessandro Chiti inclinata e sopraelevata che dà un senso di profondità.
Un contenitore senza pareti che può essere casa, tetto, mondo.
Davanti, in prima linea, la realtà, nella quale Paola/Elena si muove tra panni buttati a terra a rappresentare il mondo fuori, ma anche il mondo dentro, quello del manicomio.
Due spazi emozionali diversi in comunicazione tra loro attraverso i quali la protagonista si muove raccontando la sua storia.
Elena la matta è uno spettacolo intimo, coinvolgente, emozionante e fortemente evocativo che continua a ricordarci l’orrore del fascismo e di tutti i regimi attraverso una storia vera tutta al femminile.
produzione Altra Scena & Goldenart Production
PAOLA MINACCIONI
in
ELENA, LA MATTA
liberamente ispirato al libro di Gaetano Petraglia “La matta di piazza Giudìa”, edito da Giuntina
drammaturgia di Elisabetta Fiorito
con i musicisti Valerio Guaraldi e Claudio Giusti
Musiche di Valerio Guaraldi
Scene Alessandro Chiti
Costumi Giulia Pagliarulo
Disegno Luci Gerardo Buzzanca
regia di GIANCARLO NICOLETTI
con il patrocinio della Fondazione Museo della Shoah
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