Teatro Brancaccio
19 gennaio 2022
Prima
Sette Spose per Sette Fratelli ha debuttato il 19 gennaio 2022 al Teatro Brancaccio con la regia e le coreografie di Luciano Cannito.
Sette Spose per sette Fratelli è uno dei titoli di musical più conosciuti dal pubblico italiano, tratto dall’omonimo film del 1954 prodotto da MGM e diretto da Stanley Donen, uno di quei film che viene riproposto ogni Natale insieme a Una poltrona per due.
Un film, quindi, ben fisso nell’immaginario collettivo. Il musical, invece, debuttò a Broadway nel 1982.
Ora è FDF Entertainment con la compagnia Roma City Musical a portarne in scena una nuova edizione con protagonisti Diana Del Bufalo e Baz/Marco Bazzoni, un cast di 22 interpreti e un’orchestra dal vivo.
La storia dovrebbe essere nota. Siamo nell’Oregon del 1850: Adamo (Baz) è in cerca di una moglie; quando si imbatte in Milly (Diana Del Bufalo) , capisce subito che è la donna adatta a lui e la sposa in fretta.
Milly, inizialmente entusiasta, non sa che nella fattoria di Adamo sulle montagne, isolata dal resto del paese, la aspettano i sei fratelli di questi e che suo compito sarà prendersi cura di tutti i maschi Pontipee.
Milly, però, non si perde d’animo e, con grinta ed entusiasmo, riesce a portare un po’ di civiltà in casa, riuscendo a farsi rispettare da tutti.
Quando i fratelli Pontipee rapiscono sei ragazze del villaggio per farsi sposare, cominciano i problemi per Milly che rischia di perdere Adamo.
A causa della neve e di una valanga, le sei ragazze resteranno bloccate coi fratelli Pontipee, accudite e difese da Milly.
Alla fine, le ragazze si innamoreranno dei loro pretendenti rapitori non volendo più tornare nel villaggio.
Diversi i punti di forza dello spettacolo.
Innanzitutto, la presenza dell’orchestra Sesto Armonico diretta dal M° Marco Attura e la direzione musicale di Peppe Vessicchio, che conferisce sicuramente un impatto molto più di effetto alle bellissime musiche.
In secondo luogo la scenografia davvero imponente di Italo Grassi, molto curata e funzionale, che riempie il palco del Teatro Brancaccio in lunghezza e larghezza.
Fondamentale, poi, la presenza forte ed energica del corpo di ballo, che regala i momenti più belli dello spettacolo.
La Festa, alla fine del primo atto, è un tripudio di frizzantezza: coreografie trascinanti che denotano la bravura del corpo di ballo, ancora più evidente, poi, nel secondo atto, nella scena del duello tra i fratelli Pontipee e i ragazzi del villaggio.
Un climax di energia e talento con un bellissimo impatto visivo e la diversificazione dei due gruppi in contrasto attraverso costumi e passi diversi.
I costumi di Silvia Aymonino non convincono fino in fondo (Adamo/Baz in pantaloni di pelle nera non è credibile).
Diana Del Bufalo sa certamente cantare e la sua voce si presta bene al genere musical.
Dal punto di vista del recitato è in grado di fare meglio, ma la sera della Prima è risultata un po’ incerta e impersonale.
La scelta di Baz/Marco Bazzoni come protagonista è stata infelice.
Purtroppo si è rivelato completamente fuori ruolo, sia dal punto di vista attoriale, che nel cantato, mancando proprio delle giusta presenza scenica.
Si deve avere il coraggio di ammettere che la scelta del protagonista è stata sbagliata e che non è dentro al suo personaggio.
Inoltre, anche le dinamiche tra i due protagonisti sono fredde, incerte, interrotte da lunghi silenzi e sguardi vacui.
D’altronde, senza voler fare paragoni, ma solo citare un precedente, se nelle edizioni 1998/1999 e 1999/2000, ad opera della Compagnia della Rancia, protagonisti erano Raffaele Paganini e Tosca e tra i vari interpreti figuravano artisti come Manuel Frattini, e Christian Ginepro, solo per citarne alcuni, questo dovrebbe dare il senso della presenza scenica e delle doti artistiche necessarie per uno spettacolo come Sette Spose per Sette Fratelli.
La regia di Cannito, molto interessante e dinamica nei momenti coreografici, rallenta e perde ritmo nelle scene recitate, con una eccessiva suddivisione in quadri che rende tutto molto statico.
Nonostante questi importanti elementi di criticità, lo spettacolo non annoia e, per certa parte, diverte, perché sostenuto dalle musiche eseguite dall’orchestra dal vivo e da un cast all’altezza della situazione con i picchi già citati relativi ad alcune coreografie.
Produzione di FDF Entertainment | Roma City Musical | Art Village
DIANA DEL BUFALO e BAZ
in
SETTE SPOSE PER SETTE FRATELLI
regia e coreografia LUCIANO CANNITO
libretto di Lawrence Kasha & David Landay | liriche di Johnny Mercer
musica di Gene de Paul | Canzoni aggiunte di Al Kasha e Joel Hirschhorn
traduzione di Michele Renzullo
scene Italo Grassi | costumi Silvia Aymonino
direzione musicale Peppe Vessicchio
Con 22 interpreti (danzatori, cantanti, attori)
Orchestra dal vivo