Beatrice Baldaccini e Thomas Santu protagonisti di Pretty Woman Teatro Nazionale CheBanca dal 28 settembre 2021
7 ottobre 2021
Stage Entertainment torna a farci sognare con l’intramontabile commedia romantica del 1990, una storia universale che ancora commuove e fa sorridere allo stesso tempo: Pretty Woman
Ho intervistato i protagonisti Thomas Santu e Beatrice Baldaccini.
Scopriremo chi sono Beatrice Baldaccini e Thomas Santu, attraverso una breve presentazione.
Ci diranno come è avvenuto il loro l’incontro con il film del 1990.
Scopriremo le differenze tra il film e il musical originale.
Parleremo delle musiche di Bryan Adams e della presenza di una band dal vivo di sei elementi.
Beatrice e Thomas ci racconteranno dei loro sogni.
Parleremo non solo della tematica sentimentale dello spettacolo, ma anche di tutti gli aspetti più profondi: la rivalsa di una donna alla ricerca di sé e della propria dignità, il cambiamento di due persone diverse, per classe, che non discriminano l’altro ma che si avvicinano, tematiche che oggi restano molto attuali.
Chiederò loro se hanno vissuto momenti di discriminazione.
Infine, Beatrice e Thomas ci racconteranno il momento più difficile e quello più divertente della loro esperienza con Pretty Woman Il Musical
Antonella Britti e Federica Marchettini di Zip Zone Intervista
ZIP – Zone d’Intersezione Positiva, è un’associazione culturale nata nel 2014 dall’incontro di professionisti appartenenti a differenti campi, mossi dalla comune convinzione che la Cultura, l’Arte, l’Educazione e i suoi diversi generi espressivi possano dimostrarsi strumento di azione e creazione, in tutti gli ambiti della società.
Zip_Zone progetta e realizza percorsi, attività, momenti di confronto e di crescita, ma anche eventi ricreativi e di aggregazione, rivolgendosi a tutti i cittadini.
Obiettivo portante è fornire un’offerta culturale permanente, che attinga dal sommerso artistico cittadino e dalle realtà virtuose già esistenti.
Ne parlo con Antonella Britti e Federica Marchettini.
Nella presentazione di Zip Zone ho letto una definizione che mi è piaciuta molto: “connettore e creatore di realtà e azioni creative”.
Anche nel nome dell’associazione utilizzate la parola intersezione.
Quanto conta per voi l’interconnesione tra le persone e quella tra le varie forme di arte?
Diciamo che la capacità di connettere, coinvolgere, aggregare è il quid che identifica Zip, la sua forza, è il nostro talento innato come persone da sempre, ed anche la qualità comune tra noi due socie, abbiamo trasferito questa attitudine dalla vita al lavoro e lentamente i risultati sono stati sempre più evidenti.
Crediamo fermamente che creare rete tra le persone, valorizzando il meglio di ogni realtà e i singoli talenti sia una chiave di successo collettivo.
La nostra città ad esempio brulica di artisti, creativi e operatori culturali di altissimo livello e la messa in rete potenzia il lavoro e i risultati per tutti. Avremmo tutti bisogno di più spazio, qualsiasi città europea ha ovunque hub culturali e spazi per la creazione, dove la collaborazione e la ricerca sono la chiave per contribuire ai miglioramenti della società.
Siamo tutti cresciute/i nell’idea che occorresse essere flessibili e competitivi, ecco noi crediamo sia meglio essere fluidi e solidali. La Co-creazione che ad oggi è una delle parole più utlizzate nella progettazione è da sempre il nostro allenamento quotidiano.
Più si ha chiaro che tipo di visione si ha del proprio lavoro più sarà interessante includere stimoli dall’esterno
Di recente abbiamo presentato due artisti un musicista ed una stand up commedian per una serata al Festival che abbiamo organizzato al Castello di S Severa e ne è nato uno spettacolo divertentissimo, sono entrati in profonda sintonia come avevamo intuito nel creare l’incontro.
Siete reduci dal successo della stagione nella magnifica cornice del Castello di Santa Severa con Weekend al Castello.Potreste raccontarmi cosa è stato e che risultati avete ottenuto?
E’ stata un’avventura meravigliosa e molto impegnativa, abbiamo vinto una gara indetta da LazioCrea per organizzare un palinsesto artistico nei weekend estivi offrendo un programma che integrasse i diversi linguaggi artistici, dalla musica al teatro, la danza, la stand up commedy e il circo, oltre che laboratori ludico creativi rivolti ai più piccini.
E’ stata una grande sfida, la prima volta che ci sia stata affidata una stagione intera di due mesi e mezzo di programmazione e devo dire che siamo molto soddisfatte.
La nostra forza è stata la squadra di collaboratori sempre presenti e pronti a fronteggiare i continui imprevisti e cambiamenti dell’ultimo minuto
La caratteristica che ha contraddistinto il Festival è stato il coniugare grandi artisti quali Nada, Celestini, Piovani, con Francesco De Carlo, Daniele Parisi, Giorgio Colangeli.
Antonella Britti e Federica Marchettini di Zip Zone Intervista
Nemmeno il tempo di concludere un impegno così importante, che siete già pronte per Theatre/Teatro e Letture all’aperto, una rassegna di letture, musica e arte in un’altra bella cornice, quella dell’Istituto italiano di Studi Germanici che vede coinvolti attori e germanistiDi cosa si tratta?
Una rassegna di teatro, narrativa e musica al tramonto dove protagonisti saranno testi memorabili che hanno fatto la storia del teatro.
Attori, musicisti, studiosi ed esperti di letteratura tedesca e nord europea per due weekend offriranno al pubblico un’occasione unica che gli permetterà di visitare il Casino Nobile sede dell’Istituto Italiano di Studi Germanici a Villa Sciarra.
Cinque serate per avvicinare il pubblico ai testi indimenticabili, attraverso un’interpretazione emozionante e diretta, in una cornice d’eccellenza che affaccia su uno dei panorami più belli di Roma.
Ci saranno cinque incontri dedicati ad altrettanti testi: due drammi di Schiller (I Masnadieri e Maria Stuart) e uno a testa di Ibsen (Peer Gynt), Schnitzler (Girotondo) e Brecht (Dialoghi di profughi).
Ovviamente non sarebbe stato possibile realizzare spettacoli integrali all’interno degli spazi dell’Istituto, così abbiamo deciso di optare per delle letture teatrali.
Verranno lette da attori importanti alcune scene delle tragedie e delle commedie in programma che saranno introdotte e collegate fra loro da una voce narrante che si occuperà anche di suggerire possibili chiavi di ascolto e di lettura dei testi.
Cinque appuntamenti all’aperto, accompagnati da una vista mozzafiato, con i migliori artisti del panorama italiano, da Giorgio Caputo a Manuela Mandracchia, da Bianca Nappi a Ruben Rigillo e Francesco Bonomo.
Oltre che organizzatrici di eventi culturali, siete anche due attrici: il 17 settembre siete in scena proprio all’interno del Progetto Theatre/Teatro Letture all’aperto con La Maria Stuarda di Schiller. Mi raccontate cosa deve aspettarsi il pubblico?
Il 17 sarà la serata inaugurale alle 19 con un momento conviviale con musica dal vivo per fare un brindisi insieme al tramonto nella splendida Villa Storica di Monte Verde Vecchio.
Il primo testo che affronteremo sarà appunto la Maria Stuart di Shiller un dramma storico molto complesso che vede due regine, due donne fronteggiarsi sui temi ancestrali del potere e della giustizia, due grandissimi personaggi a confronto; abbiamo accettato la sfida propostaci dal direttore dell’istituto Luca Crescenzi che presenterà il testo permettendoci di comprenderne le sfaccettature più profonde, speriamo di essere all’altezza tornando alla nostra originaria passione del teatro e l’interpretazione.
Antonella Britti e Federica Marchettini di Zip Zone Intervista
Siete legate anche ad un altro progetto “FANTASTICHERIE” finanziato grazie ai fondi cultura del Municipio XII. Il progetto ha previsto 4 interventi di arte muraria art e 4 workshop di narrativa, ispirati alla favola moderna italiana. Ditemi qualcosa di più.
Come operatrici culturali e come mamme siamo molto interessate anche la possibilità di favorire dei processi di rigenerazione artistica all’interno delle scuole.
Le scuole sono il vero luogo della trasformazione, ed i ragazzi sopratutto dopo questo periodo cosi’ complesso, meritano di diventar protagonisti e di poter vivere gli spazi scolastici in maniera innovativa e attuale.
Una scuola aperta, e all’aperto, permette il dialogo, l’apprendimento gioioso, e stimola i risultati e le relazioni di qualità
Il progetto Fantasticherie, è stato possibile grazie ai fondi cultura del Municipio 12. Ha previsto 4 interventi di arte muraria art e 4 workshops di narrativa, ispirati alla favola moderna italiana.
Gli interventi pittorici sono stati realizzati dagli street artist di fama internazionale Flavio Carbonaro, in arte Solo, Diamond e le llustratrici Carolina Calabrese, Carolina Bolasco e Marta Porro, all’interno di 4 scuole del territorio, l’I.C. Mario Lodi, plesso Rio de Janeiro, L’Ic Piazza Forlanini, l’Ic nando Martellini, l’Ic Margerita Hack, plesso Sanzio ed hanno visto il coinvolgimento degli studenti di classe quarte quinte primarie, e prime secondarie guidati nel processo artistico anche grazie ai workshop tenuti dalla ricercatrice Dott.ssa Ilaria Capanna sul tema del Marcovaldo di Calvino
Durante i workshop sono stati lasciati agli insegnati e agli studenti dei riferimenti per approfondire le tematiche affrontate ed è stato proposto loro di sviluppare un progetto di “story telling”,attraverso il disegno o la breve narrazione scritta o orale, al fine di raccontare come avrebbero immaginato di trasformare alcuni degli spazi esterni del loro quartiere del loro Istituto Scolastico, rigenerandoli attraverso l’inserimento o la valorizzazione di elementi naturali.
I progetti realizzati dagli studenti sono stati poi raccolti e restituiti ai partecipanti e condivisi con gli artisti e sono divenuti fonte di ispirazione per le 4 opere che gli Artisti hanno realizzato sui muri degli istituti.
Sull’onda di questo progetto è stato realizzato adesso un grande murales realizzato dagli street artisti SOLO e DIAMOND, prodotto dell’Ic Mario Lodi, nel plesso della scuola Morandi e dedicato ai “super poteri” degli studenti, con cui il Dirigente Roberto Tassani ha voluto “omaggiare” i suoi ragazzi, con l’idea che le differenze siamo ricchezza e vadano coltivate.
Quali progetti per il prossimo futuro?
Ad ottobre ci aspetta la seconda edizione di “La mia città è un giardino” progetto realizzato tramite il bando triennale del Comune di Roma Contemporaneamente Roma, per cui abbiamo deciso di animare e riqualificare i mercati rionali attraverso media artistici. Quest’anno il linguaggio centrale sarà la fotografia con l’intervento del Collettivo artistico Arcipelago.
Crediamo che gli spazi del quotidiano meritino bellezza ed attenzione e che i luoghi della relazione siano ora più che mai preziosi giardini da innaffiare con cura.
Il nostro sogno è aprire un’officina culturale che metta in connessione realtà artistiche e associative, un osservatorio del benessere cittadino che fornisca un ponte con le generazioni che detengono la memoria delle nostre tradizioni.
Marbjena Imeraj, in barcone dall’Albania per la libertà
Marbjena Imeraj sarà la protagonista del suo spettacolo Albania – Italia Solo Andata, prodotto dall’Associazione Culturale Maeli – Ricerca Teatrale, diretto da Melania Giglio, con scene e costumi a cura di Fabiana Di Marco e Giovanna Stinga, al suo debutto nazionale presso il Teatro Lo Spazio, dal 12 al 14 maggio 2021.
Marbjena Imeraj nel suo monologo biografico tragi-comico racconta la sua incredibile storia, quella di una giovane donna salita su un barcone e partita dall’Albania verso l’Italia alla ricerca della propria felicità.
Albania – Italia Solo Andata è il racconto di un viaggio tormentato da accadimenti drammatici da cui la protagonista non si è mai lasciata abbattere.
Sarà il suo sogno di diventare un’attrice a tenerla viva e a farla sopravvivere a tutte le crudeltà che ha dovuto affrontare.
Ne parlo con la protagonista della sua vita, Marbjena Imeraj.
Marbjena, a quando risale il tuo viaggio in barcone dal’Albania e quanti anni avevi?
Era il 2001. Avevo 19 anni. Ho interrotto gli studi all’università per venire in Italia.
Quale era la situazione in Albania in quel periodo e cosa hai dovuto vivere prima di trovare il coraggio e la forza per partire?
Per noi donne era una situazione di completa sottomissione. Non potevamo uscire da sole neanche per passeggiare, non potevamo praticare uno sport, non potevamo andare in un locale di sera nemmeno accompagnate.
Ho dovuto vivere tutto questo prima di dire basta e decidere di lasciare il mio paese nonostante l’amore per la mia terra.
Provieni da una famiglia alto borghese, eppure hai dovuto subire violenze e soprusi: dove hai trovato la forza e il coraggio per andare avanti?
L’amore per la vita, per il mio lavoro e nei confronti delle piccole cose quotidiane mi hanno sempre fatto vedere la luce.
Addirittura, per il tuo coming out hai dovuto scontrarti con le fede musulmana della tua famiglia. Come mai e come è andata?
In Albania il 60% è di religione musulmana. Ci sono voluti molti anni prima di dirlo ai miei genitori. Tanti anni di paure prima di trovarmi davanti a mio padre e sentirmi dire che la cosa più importante per lui era che io fossi felice.
Ancora oggi è un continuo di sbarchi di profughi, seppur provenienti da altre nazioni, comunque massacrate da guerre civili ed estrema povertà. Noti differenze tra ieri e oggi? Cosa pensi debba fare lo Stato italiano per queste persone.
I poveri e i bisognosi di tutto il mondo vengono trattati come esseri inferiori e questo mi fa sentire male. Lo stato sociale non può influenzare il valore di una persona e della sua anima.
Lo stato dovrebbe pensare che la terra non ci appartiene. I confini stabiliti dagli esseri umani sono finti, in realtà non esistono.
Abbiamo costruito un mondo di finzione, si dà potere a cose o persone che in realtà non ce l’hanno.
Nel presentare il tuo testo/spettacolo si parla di leggerezza, La stessa Melania Giglio, regista della pièce, dice di essersi trovata “davanti a un grumo di luce”. Quale è la chiave narrativa dello spettacolo?
La forza! La forza del sorriso, della gentilezza, della fede, dell’amore e dell’umiltà.
Come è avvenuto l’incontro con Melania Giglio? Come l’incontro tra il tuo testo, che è la tua vita, e la direzione da parte di una terza persona, seppure grande artista, sensibile e visionaria.
Melania la conosco da tempo e conosco il rispetto che ha nei riguardi del mondo che la circonda e del lavoro. Le mandai il mio testo e lei ne rimase subito entusiasta, trattandolo con profondo rispetto e sensibilità.
Oggi si parla con superficialità e senza conoscerne bene il significato, di resilienza. Penso tu possa darcene una definizione centrata.
La fiducia nella nostra persona e nelle nostre capacità. Noi siamo unici e questo lo dobbiamo avere bene in mente quando usciamo di casa ogni mattina, anche se tutto il resto del mondo può pensare il contrario.
La cosa più importante è ciò che noi pensiamo di essere e piano piano farlo vedere al mondo intero.
Lo spettacolo comincia con te in camerino pronta ad andare in scena con Il gabbiano di Cechov. Perché proprio Il gabbiano? Perché Cechov?
I suoi personaggi sono esseri umani e non personaggi scritti su fogli di carta stampata. Sono reali.
Nina come me ha conosciuto bene il significato della resilienza prima di arrivare a diventare un’attrice. Lei amava il suo lavoro, come me.
A un certo punto, ti appare Dio. È la testimonianza della tua conversione dal Cristianesimo o solo un simbolo?
Dio è Allah, Gesù, è nel viso di una donna, in un bambino, nell’arte, nell’amore per il proprio lavoro. Dio è ciò che noi vogliamo che lui sia.
Quale messaggio finale vorresti arrivasse agli spettatori e alle persone che leggeranno questa intervista?
Sono una persona comune, che ha avuto una vita piena di sofferenza e di gioia. I miei dolori sono stati per me un grande arricchimento.
Io sono Marbjena, non l’albanese, non l’attrice, non la figlia di, non la scrittrice o l’amica di, non sono altro che Marbjena. Questa è la mia libertà!
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