Campsirago Residenza e Il Giardino delle Esperidi Festival nelle parole del direttore artistico Michele Losi.
Il Giardino delle Esperidi Festival ha appena concluso la sua la XIX edizione, che ha avuto luogo dal 23 giugno al 2 luglio 2023 nel suggestivo e stimolante scenario di Campsirago Residenza, antico rudere rinato a nuova bellezza grazie all’impegno e alla passione del direttore artistico Michele Losi.
Il Giardino delle Esperidi è uno dei più importanti festival nazionali di performing art nel paesaggio: teatro, musica, danza, poesia, spettacoli site-specific, performance itineranti, dibattiti e concerti hanno animato la vita culturale dei comuni dell’Alta Brianza in provincia di Lecco.
Il Festival da sempre mette al centro delle proprie attività lo stretto rapporto tra uomo e natura con l’intento di riportare l’uomo alla propria dimensione naturale, di organismo all’interno di un sistema e non padrone/manipolatore dell’ambiente in cui vive.
Le colline e i boschi della Brianza donano paesaggi incantevoli e suggestivi in cui l’individuo riesce a scrollarsi di dosso le fatiche, le ansie e le preoccupazioni della vita quotidiana per immergersi dentro se stesso in contatto diretto con la natura.
E’ a seguito di questa fascinazione quasi mistica che Michele Losi, laureato con lode in Storia Contemporanea ed esperto in Gestalt Psicosociale. con esperienze di coordinamento e conduzione di laboratori teatrali in Kosovo, Zimbawe, Serbia, Lampedusa, Leros e Lesvos (Grecia), e guida alpina dagli anni ’90, dopo la sua partecipazione a un festival a Campsirago capisce di aver trovato il luogo in cui poter far confluire un lavoro cominciato venticinque anni prima con Terzo Teatro, Manfredini, Grotowski, Pontedera, Morganti, Castellucci e con tutta quella generazione teatrale.
Così, nel 2004 crea un festival teatrale in mezzo alla natura e, oggi, Campsirago Residenza e Il Giardino delle Esperidi Festival costituiscono una realtà forte, salda e consolidata che realizza esattamente le intenzioni del suo ideatore e direttore artistico.
Campsirago è un luogo che trasuda storia ed energia: Campsirago Residenza sorge su antichissimi ruderi celtici (hanno più di tremila anni) ormai confusi tra la fitta vegetazione, ma ben riconoscibili se si è condotti dalla guida esperta di Michele Losi.
In alto sul monte, dove una volta sorgeva il tempio di Giano bifronte, ora si erge la chiesa di San Genesio, protettore degli attori, dei musicisti e di quanti lavorano nel teatro.
Campsirago è un luogo potente e ricco di storia e Michele Losi ha percepito immediatamente il potere attrattivo di questo luogo, scegliendolo per il suo progetto, ora realtà consolidata, di inserire il teatro nel paesaggio, ponendo al centro l’attenzione e la cura per la natura e la biodiversità.
A chiunque vi passi e ci si soffermi viene concessa la preziosa possibilità di vivere esperienze nuove, forti, toccanti, in compenetrazione con il paesaggio e la natura.
Forte della propria volontà di creare un luogo di elezione per il teatro, Michele Losi ha cercato e ottenuto il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione, dei comuni del territorio, dell’Unione Europea, della Fondazione Cariplo, riuscendo a trasformare un luogo un tempo disabitato e diroccato in una splendida e accogliente residenza che si mantiene anche grazie alla circuitazione degli spettacoli prodotti.
Parlando con Michele Losi si viene coinvolti dall’entusiasmo, dalla passione e dall’impegno che ha messo in questo importante progetto e che ancora continua a profondere con sempre maggiore costanza e dedizione.
Dalle sue parole emerge forte e chiara l’esigenza di creare un luogo calato nel tempo contemporaneo, ma al di fuori della dimensione temporale ordinaria come siamo abituati a considerarla e in Campsirago Michele ha trovato il luogo ideale in cui il tempo assurge a una qualità e un valore superiori.
L’esperienza nella Residenza e il Festival consentono alle compagnie, agli operatori teatrali e agli spettatori di vivere un tempo dilatato in cui ritrovare se stessi e riscoprire il contatto con la natura, lasciando fuori ogni altro pensiero e preoccupazione.
Qui è possibile vivere un ritmo del tempo diverso da quello quotidiano e ordinario avendo la possibilità di poter disporre di un tempo per se stessi e poter entrare in relazione e in ascolto con gli altri e la natura.
Da questa preziosa possibilità deriva una rinascita in cui l’uomo ritorna ad essere elemento della natura che, a sua volta, si modifica nella percezione e nell’azione non più come oggetto da manipolare, ma organismo vivo in cui compenetrarsi.
Così, Il Giardino delle Esperidi Festival fa della natura e della riscoperta del suo rapporto antico con l’uomo il punto focale della propria ricerca.
Gli spettacoli e le performance vengono riadattati o creati appositamente per i contesti naturali e paesaggistici nei quali vengono rappresentati, diventando, così, eventi unici.
“Essere il luogo di incontro per la creazione teatrale, esplorare la relazione tra arte e natura, creare un connubio tra futuro e sperimentazione, accentuare la presenza territoriale, fare dell’ecologia una sfida prioritaria e favorire l’accessibilità culturale” – in queste parole di Michele Losi sono racchiuse le linee guida del Festival.
Come ha realizzato tutto questo nel tempo Michele Losi? Recuperando un luogo abbandonato e restaurandolo con rispetto per le forme e i materiali originali naturali; lavorando sull’informalità degli spazi, non modificando lo spazio, ma entrando in relazione con esso e facendosi modificare da questo; sapendo creare innesti contemporanei sui resti antichi.
Ne sono un esempio le installazioni con il bambù raccolto nei boschi intorno a Campsirago e opera di un artista giapponese.
La Residenza offre alloggi, sale prove, sale comuni, spazi per allestimenti all’interno e all’esterno della struttura.
Al piano superiore, Losi ha fatto installare un sistema audio d’eccezione dal batterista e ingegnere del suono giapponese Nori Tanaka dando vita al Jazz Café. I componenti dell’impianto audio valvolare sono stati selezionati personalmente da Nori e arrivano da Stai Uniti, Giappone, Canada, Germania, Italia.
L’idea prende spunto dalle sale musicali giapponesi create negli anni ’50 e ’60 quando in Giappone non erano ammessi i jazzisti. Per poter ascoltare la loro musica, allora, i giapponesi creavano delle sale musicali dotate di componenti di altissimo livello.
Anche nel Jazz Cafè di Campsirago Residenza è stata creata una sala musicale con un impianto stereo imponente i cui componenti vengono da varie parti del mondo per un ascolto hi-fi di grandissima qualità: Arkansas, Australia, Canada, Giappone, Inghilterra.
In questo spazio accogliente, tra i pavimenti originali e i soffitti in legno restaurati, è possibile incontrare artisti, operatori teatrali, critici, conoscere gente e scambiare informazioni sul proprio lavoro e sulle proprie attività, bevendo un cocktail o una birra e assaporando stuzzichini.
Sulla scia di questa ricostruzione e rimodulazione degli spazi è nato anche il progetto di ricavare una sauna dal vecchio fienile.
L’idea è venuta a Michele a seguito della partecipazione ad un progetto europeo, Meeting The Odyssey, per il quale è stato in viaggio su un veliero per quattro anni da San Pietroburgo a Istanbul insieme a 24 attori, con partner principale un teatro di Helsinky, facendo un’Odissea contemporanea.
Entrando in contatto con questa realtà si è reso conto che in nord Europa (Estonia, Finlandia, Lituania…) tutti i teatri dispongono di una sauna.
In questi paesi, storicamente, la sauna era il centro della vita sociale e religiosa, luogo intorno al quale si sviluppava la comunità: nelle saune si nasceva, si celebravano i funerali e avvenivano i grandi rituali di purificazione.
Da qui nasce quasi un’ossessione per Michele, un pensiero ficcante: creare un luogo di arte e lavoro con una sauna intesa come spazio di comunicazione e condivisione.
Inoltre, questo pensiero ha fatto scaturire tutta una riflessione sul tema del corpo, della nudità, della morale, dell’etica intorno al tema del corpo, sostenuta dalla lettura di Foucault, in particolare dell’opera Sorvegliare e punire.
Il prossimo progetto, quindi, sarà una coproduzione con il Teatro Nazionale di Finlandia, per il 2024/2025 in cui verrà approfondito il tema del corpo e dei corpi nelle saune, dove non solo i performer saranno nudi, ma anche il pubblico.
In questo modo la sauna di Campsirago Residenza diventerà anche un palcoscenico, a dimostrazione del fatto che si tratta di un luogo che si trasforma costantemente in base alle nuove e continue suggestioni che tutti quelli che passano di qui portano insieme alle loro energie.
Per saperne di più clicca qui
Si ringrazia Giulia Castelnovo, ufficio stampa, Michele Losi, direttore artistico, e tutto il grandissimo gruppo di lavoro che circuita intorno a Campsirago Residenza e a Il Giardino delle Esperidi Festival.
Foto di copertina di Alvise Crovato
Leave a Comment