Nuovo Teatro Orione

18 gennaio 2024

Caino e Abele: continuare a credere nell’uomo nell’eterna lotta tra Bene e Male

Caino e Abele

Caino e Abele, il musical di Tony Cucchiara che ha avvinto e conquistato generazioni di spettatori, torna in teatro con una versione rinnovata in occasione del cinquantesimo anniversario dal suo debutto grazie ad Annalisa Cucchiara, figlia del grande Tony e con la direzione di Ariele Vincenti, regista anche di Forza Venite Gente.

Lo spettacolo affronta l’atavico duello tra Bene e Male, dalla Creazione ai giorni nostri, attraverso una serie di quadri che raccontano vicende esemplari di questo antichissimo scontro e che vengono attinte non solo dai racconti biblici, ma anche dalla letteratura, dalla storia e dall’attualità.

Attraverso figure emblematiche della storia del Cristianesimo, ma anche della storia civile e della letteratura, viene lanciato un grido di fratellanza e unione trai popoli che non è solo cristiano, ma umano in generale.

Caino e Abele, L’ultima cena, la morte di Gesù, Il rimorso di Giuda, San Francesco, Giovanna d’Arco, Romeo  e Giulietta, Anna Frank e I profughi di tutte le guerre, sono le scene e i personaggi che iconograficamente rappresentano l’eterno duello tra il Bene e il Male.

Fedele all’originale per trama e partiture musicali, ma rinnovato nel cast e nello sviluppo drammaturgico, Caino e Abele – il Musical torna, a cinquant’anni dal  suo debutto, in una veste attuale che ha ancora da dire moltissimo al pubblico.

Perché il suo messaggio è universale e attraversa ogni epoca con la stessa intensità e con una potente suggestione.

Liriche, testi, dialoghi, musica e coreografie sono tutti al servizio di questo messaggio e contribuiscono in eguale misura a creare un forte impatto emotivo sul pubblico.

Caino e Abele contiene una miscellanea di stili musicali: dalle melodie dolci e morbide che ricordano quelle di Forza Venite Gente, a brani blues, swing e pop.

Una miscela che fa di Caino e Abele uno spettacolo che resta folk per natura, ma con uno sguardo al presente.

Le coreografie di Dalila Frassanito ogni volta attraversano queste musiche con grande forza, abitandole e facendole vivere dall’interno.

Una caratteristica portante dello spettacolo è proprio la scrittura limpida e schietta, priva di fronzoli o giochi teatrali, che viene restituita con potenza, bellezza ed efficacia dai protagonisti.

L’elemento più costruito e dinamico è proprio il corpo di ballo, che imprime alle scene intime e private dei protagonisti l’aspetto pubblico, gettando le vicende dei singoli nel grande calderone dell’umanità, assorta tutta nella grande lotta tra il Bene e il Male.

I protagonisti si muovono sul palco con disinvoltura e sicurezza, incappando, ogni tanto, in qualche ingenuità, rilevando, talvolta, piccole insicurezze nel portare la voce e tenere la nota e cedendo, altre volte, al dialogo urlato più che recitato con veemenza.

Nel complesso, però, ogni singolo elemento dà prova della propria preparazione e dell’adesione completa e consapevole a un progetto così importante.

Luca Bacci (sorprendente nel brano di Giuda), Benedetta Iardella, Francesca Innocenti (meravigliosa la sua Giovanna D’Arco e voce davvero bella la sua, potente, chiara e pulita), Michelangelo Nari (la sua voce, potente, profonda e calda, è sempre garanzia di altissimo rendimento), Michele Perrotta (la scoperta più interessante di questo spettacolo, davvero da tenere d’occhio nel suo percorso), Giacomo Rasetti e Asia Retico (che ho avuto la fortuna di conoscere sin dal suo debutto e che dimostra una continua e constante crescita), sono i protagonisti che danno corpo e voce ai vari personaggi dello spettacolo.

Insieme e intorno a loro, il bel corpo di ballo costituito da: Eugenio Alba, Giorgia Bitocchi, Francesca Bosco, Francesco Catalfamo, Christian Corsi, Anthony Dezio, Asia Passerella, Greta Rodorigo, Martina Salvucci, Danilo Scalinci, Sofia Zanetti.

La regia di Ariele Vincenti è agile e fluida e coordina con equilibrio i vari quadri scenici che si susseguono.

La scenografia di Alessandro Chiti è messa al servizio della dinamicità dei quadri che cambiano luogo ed epoca, quindi basica, ma funzionale, con utilizzo di pedane a gradini e un retropalco più alto. Sullo sfondo domina un grande disco a parete che è Sole e Luna, luce e buio. Il resto degli oggetti di scena, pochi (tavole e panche più che altro), viene trasportato all’occorrenza dal corpo di ballo, rendendo le scene pulite e fluide.

Riservano particolati interessanti i costumi di Dora Occupato (esempio, le guardie romane tipo guerrieri ninja).

Caino e Abele è uno spettacolo che nella sua semplicità drammaturgica esprime un messaggio forte e sempre attuale, forse oggi ancora più urgente e necessario, visto il sorgere continuo di nuovi conflitti tra i popoli, quello di continuare a credere nell’uomo.

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