Bisbetica, adattamento de La Bisbetica Domata di William Shakespeare con la traduzione e la stesura drammaturgica di Stefania Bertola, approda la Teatro Quirino e divide il pubblico.
Il lavoro si presenta come un tentativo di sperimentazione e di ricerca del valore contemporaneo di un testo classico.
La scena si apre con una Compagnia teatrale che deve allestire La Bisbetica domata di Shakespeare e ha appena perso il regista per gravi incomprensioni con la prima attrice (bisbetica). Da quel momento la Compagnia cercherà di portare avanti le prove scegliendo insieme l’indirizzo da dare alla rappresentazione, tra disaccordi, liti e scenette pseudo comiche.
La narrazione, così, si svolge su due piani che si accavallano in continuazione: la Compagnia che prova lo spettacolo e lo spettacolo stesso che prende forma.
Questo procedimento, però, non è un alternarsi ordinato e logico di azione e rappresentazione, ma un accavallamento disordinato di scene a se stanti prive di connessione.
Idea non nuova, quella di “teatro nel teatro”, ma sicuramente interessante, come interessante il tentativo di calare il tutto in una rappresentazione pop, moderna, con l’utilizzo di dialetti diversi ed elementi scenografici e soluzioni linguistiche che riportano ai tempi di oggi.
Buona anche la prova attoriale; salvo qualche caduta qua e là, il livello di questi attori è buono, ma totalmente vanificato da una regia confusa e inconcludente.
Molto bello, per esempio, l’incontro tra Caterina e Petruccio, in uno scambio incalzante di battute che delinea un tipo di rapporto ben chiaro che troverà il proprio contrasto nella parte finale della commedia. Resta, però, una bella scena senza contesto, senza un prima e un dopo.
Interessanti anche i diversi temi che vengono affrontati: il voler dimostrare il maschilismo di Shakespeare; parlare del rapporto sempre più spesso ostile tra produttore e attore; sottolineare la situazione di precarietà economica del mestiere di attore. Il tutto, però, sta lì senza un’articolazione, senza essere inserito in un discorso dinamico e sviluppato, privo di un tessuto narrativo che faccia da substrato; un insieme di elementi scollacciati e disarticolati. Come dice lo stesso Grumo/attore quando parla dello spettacolo che stanno allestendo: “un pasticcio senza capo né coda”.
Va bene urlare che “il Teatro deve essere vivo!”, ma questo non significa che si possa o debba fare tutto a teatro.
Grandissima delusione per Bisbetica, tante aspettative per questo allestimento che vengono miseramente deluse: un andamento costantemente piatto privo di stimoli, che non desta alcuna curiosità e annoia.
Buone intenzioni, idee che potrebbero essere interessanti, ma c’è una mancanza totale di spessore.
Bisbetica è un tentativo forse di rivisitazione, forse di ammodernamento, che resta un tentativo vago e vacuo di non si sa bene cosa. Un abbozzo, un ammasso di idee prive di forma e contenuto di cui non si capisce il significato.
Non basta far dichiarare agli stessi personaggi sul palco che La Bisbetica Domata è teatro nel teatro per rappresentarne idea e significato; non è sufficiente palesare le intenzioni se queste poi restano solo tali e non vengono esplicitate in una drammaturgia concreta e tangibile e in una rappresentazione agita.
Avrebbe avuto più senso affidare questo allestimento ad una compagnia di attori giovani, che pop lo sono sicuramente e che avrebbero portato un entusiasmo più genuino nell’interpretare Shakespeare in una maniera “alternativa” nel tentativo di cercare un nuovo linguaggio e nuove forme di rappresentazione.
Questi attori sono bravi, ma già troppo strutturati per essere totalmente liberi e spontanei in un’interpretazione non canonica di un classico, soprattutto se privi di una regia forte.
Belle le scenografie di Giacomo Andrico e bellissimi i costumi di Nicoletta Ercole realizzati dalla Sartoria Tirelli. Scolastiche le musiche di Alessandro Nidi.
Come se non bastasse, il tutto è stato penalizzato da un audio pessimo per tutto il primo atto e inadeguato nel secondo.
Nancy Brilli
In
BISBETICA
La bisbetica domata di William Shakespeare messa alla prova
traduzione e drammaturgia Stefania Bertola
personaggi e interpreti
Caterina Nancy Brilli
Petruccio Matteo Cremon
Gremio Federico Pacifici
Grumio Gianluigi Igi Meggiorin
Ortensio Gennaro Di Biase
Vedova Anna Vinci
Tranio Dario Merlini
Bianca Brenda Lodigiani
Lucenzio Stefano Annoni
e nel ruolo del Dr. Jolly Valerio Santoro
scene Giacomo Andrico
costumi Nicoletta Ercole realizzati da Sartoria Tirelli
musiche Alessandro Nidi
luci Massimo Consoli
regia Cristina Pezzoli
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