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Agnese Fallongo, Tiziano Caputo e Adriano Evangelisti parlano di Panni Fritti Fatti In Casa il loro prossimo spettacolo al Teatro della Cometa con la regia di Raffaele Latagliata

Agnese Fallongo e Tiziano Caputo sono due giovani e talentuosi  attori che rendono bello il Teatro e fanno ben sperare per il suo futuro.

I loro spettacoli, Letizia va alla guerra, la sposa e la puttana, poi approfondito ed elaborato da Letizia va alla guerra la suora, la sposa e la puttana e Fino alle stelle sono esempio di forza creativa e di un approccio serio e impegnato al mestiere di teatrante.

Insieme ad Adriano Evangelisti e Raffaele Latagliata, con cui hanno formato da tempo un gruppo di lavoro coeso e collaborativo che offre sempre grandi risultati, Agnese e Tiziano, paralizzati come tutti nel loro lavoro dall’emergenza sanitaria causata dal Cornonavirus, hanno saputo trasformare questo terribile momento di fermo totale in una opportunità, continuando a lavorare su un testo la cui elaborazione era partita già prima del lockdown.

panni

Si tratta dello spettacolo Panni fritti fatti in casa, che sarà interpretato dalla coppia artistica Agnese&Tiziano e Adriano Evangelisti, una produzione Nove Teatro prevista, se tutto andrà bene, a novembre al Teatro della Cometa di Roma.

Ho fatto una bella chiacchierata con Adriano, Agnese e Tiziano e ne è uscita questa bella intervista.

Panni fritti fatti in casa – Una famiglia quasi normale è il titolo del vostro prossimo spettacolo. La drammaturgia è di Agnese Fallongo, le musiche originali di Tiziano Caputo, coordinamento creativo Adriano Evangelisti e la regia di Raffaele LatagliataDa dove è nata l’idea?

Agnese

 Mi sono dapprima ispirata alla storia della mia famiglia: mio padre è toscano, mia mamma sarda, io sono cresciuta a Roma e mi è sempre mancata l’appartenenza ad una terra.

Sono partita dalle persone a me più vicine e poi ho allargato il raggio di osservazione a più ampio spettro. 

Di cosa parla Panni fritti fatti in casa?

Adriano

 E’ la storia di una famiglia che si muove sul filo dei ricordi. Il mio personaggio fa un excursus della propria storia familiare evocandone i vari protagonisti.

Protagonista è la famiglia Mezzalira (il nome già dice molto), persone umili che cercano un riscatto alle difficoltà della propria esistenza e il riscatto sociale può arrivare solo con lo studio e avendo il coraggio di cambiare.

C’è un primo evento scatenante da cui deriva un’ulteriore propagazione di eventi, come quando getti il sasso nello stagno e da esso si propagano onde concentriche. 

Agnese

 Nella famiglia Mezzalira esistono segreti e tabù che mettono in circolo una serie di eventi che, come diceva Adriano, si allargano mano a mano come le onde provocate dal sasso nello stagno. L’unica risposta è fermare la valanga di quegli eventi che dilagano e portano una famiglia molto unita a deflagrare. Ci vuole coraggio; cambiare, a volte, è un atto eroico.

Ognuno è figlio di qualcuno; non si può scegliere dove nascere e da chi nascere: da qui si dipana una matassa che non si può svelare, il nodo che deve essere sciolto. 

Panni fritti fatti in casa è un testo che affronta molti temi: la famiglia, la ricerca di un’identità, il concetto di migrazione.

fallongo

Agnese

 C’è una migrazione fisica, reale, effettiva perché la famiglia Mezzalira si trasferisce dal sud, e una migrazione metaforica, ossia un percorso di ricerca di soluzioni che non siano valide solo per se stessi, ma per tutti.

Inoltre, migrazione è anche quel processo necessario attraverso il quale i membri della famiglia si affrancano necessariamente gli uni dagli altri. 

Adriano

 Le cose possono cambiare solo se ognuno fa un piccolo cambiamento verso gli altri, non solo verso se stesso. Il cambiamento è possibile solo con l’apertura verso l’altro. 

La vicenda non si svolge in un luogo e in un tempo precisati.

Agnese

 No, infatti. La storia avviene in un luogo/non luogo e in un tempo/non tempo.

Lo scopo è quello di parlare del presente partendo dal passato. Inoltre, in questo modo, vogliamo sottolineare l’universalità della storia. Costringerla in un luogo e in un tempo significherebbe dare un’identità di tempo e spazio, mentre l’idea è proprio quella di renderla universale. 

Nei vostri spettacoli c’è sempre un grande studio anche del linguaggio con cui voi sapete giocare benissimo; fate spesso uso dei più diversi dialetti, ogni volta presentati con grande precisione, cura e una spiccata caratterizzazione di grande effetto. Anche qui sarà così?

fino alle stelle

Agnese

 Questo sarà un lavoro diverso dagli altri anche dal punto di vista del linguaggio.

Mentre prima avevamo circoscritto lo spazio con l’uso dei dialetti e un certo tipo di musica che permettesse di riconoscerne il luogo di origine, ora la sfida è quella di inventare un linguaggio popolare, ma universale, così come vorremmo che fosse la storia.

Non un dialetto specifico, ma un dialetto inventato dal sapore nostrano che possa coinvolgere tutti, in cui ognuno possa riscoprire un suono familiare.

Sono partita dal presupposto che noi siamo sempre al sud di di qualcun altro. 

Il Sud come stato d’animo insomma. Dal punto di vista narrativo e registico (anche se magari è presto per valutarlo).

Agnese

 Possiamo dire che si tratta di un racconto “in assenza”: l’intera vicenda familiare si articolerà sulla scia di ricordi rivissuti dal protagonista.

Immaginiamo di creare in scena uno stacco tra il narratore e i personaggi.

Il passato rievocato dal narratore verrà incarnato nel presente non necessariamente seguendo una coerenza spazio-temporale. 

In Panni fritti fatti in casa ci sarà spazio anche per la musica.

caputo

Tiziano

 Certo, anzi la musica in questo spettacolo ancora più che negli altri  inglobata all’interno del dialetto e nel ritmo della narrazione.

Non ci sarà uno strumento a guidarci, ma saremo noi continuamente attori, strumento, suono, voce, rumore e movimento.

Questo spettacolo, sia dal punto di vista drammaturgico che musicale, è un po’ un ritorno alle origini: ho pensato all’aria dello spettacolo come alla matrice di tutti i suoni, un canto che richiama le origini, l’amore per la terra lontana, pensando ai canti di chi lavorava nei campi o sulle navi e ai rumori della natura.

Tutto questo inserito in quel lavoro di creazione di un nuovo dialetto universale. Dovranno essere una timbrica, una ritmica e una sonorità di un dialetto universale di un qualsiasi sud del mondo.

La volontà è quella di proporre qualcosa di diverso: il ritmo e la sonorità saranno dati dalla voce come strumento. 

Agnese è autrice della drammaturgia, Tiziano delle musiche originali e delle sonorizzazioni. Come si è svolto il processo creativo?

Agnese

 Essendo un testo inedito, si è trattato di un lavoro enorme: si scrive, si pensa, si cambia, si cancella in continuazione.

Adriano, poi, è una persona molto generosa. Si è messo completamente a disposizione dando consigli. 

adriano

Adriano

 Uno dei pregi di Agnese è l’ascolto. Agnese ascolta molto, si confronta; è umile e disponibile a mettere in discussione il proprio lavoro.

Inoltre, nella sua scrittura, è molto più generosa verso degli altri che verso se stessa. Non mette mai avanti il proprio personaggio a quello degli altri. 

Tiziano

 Agnese lavora con la consapevolezza che il fine di tutto è lo spettacolo, non l’individuo. 

Agnese

 Questo ci riguarda tutti, siamo tutti così.

Ci deve essere sempre apertura verso gli altri, siamo un gruppo di lavoro creativo e il lavoro deve essere un comune e continuo confronto. 

Tiziano

 Le interpretazioni non vengono fuori da uno solo, ma dal confronto delle idee.

Il nostro lavoro di gruppo è come il rapporto tra Geppetto e Pinocchio: Agnese sa come modellarmi addosso un personaggio, io so farlo con lei e Adriano e Raffaele (Latagliata, il regista)  sanno farlo con noi. 

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