Recensione di Carlo Tomeo
Il Teatro Libero ha aperto la stagione con un atto unico scritto e diretto da Andrea Maria Brunetti della Compagnia Effetto Morgana e presentato in Prima nazionale.
La pièce è ambientata negli anni ’90 in un paese della provincia di San Pietroburgo dove una compagnia di attori era al termine di una tournèe teatrale in cui aveva rappresentato il “Macbeth” di Shakespeare. I “40 gradi” del titolo si riferiscono a quelli della vodka, di cui i russi sono gran consumatori e che è la protagonista non umana della commedia. Ne fanno uso abbondante i due attori rimasti senza un soldo a vivere in una stanza ammobiliata, dopo che la loro compagnia è fuggita a San Pietroburgo.
Siamo nel periodo della post “Perestroika” in cui il paese sta attraversando i momenti più cruciali del cambiamento di regime e questo provoca confusione e incertezze negli animi del popolo. I due attori, rimasti legati al teatro, hanno trovato rifugio nell’alcool che ora è però terminato e si chiedono cosa possano fare per riprendere quella che a loro era sembrata la maniera migliore di vivere. Un uomo benestante, che approfittando dell’incertezza per il futuro in cui vive il paese, vive di sotterfugi, offre ai due attori la possibilità di aiutarli economicamente a patto che essi non facciano nulla per impedirgli di portare avanti il gesto che ha in mente di compiere. E qui entra in campo la vera anima russa che è fatta di contraddizioni e i 40 gradi del titolo si riferiscono simbolicamente anche alla sua natura “calda” che le fa compiere azioni non sempre lecite e comunque portatrici di rischi non sempre calcolati prima.
I due attori, che all’inizio erano apparsi come degli esseri amorfi, pigri, senza più ideali si dimostrano poi, nel dipanarsi dei dialoghi con il terzo personaggio, anime perdute, ancora innamorati del loro mestiere e che stanno cercando di salvaguardare la loro vera natura. I 40 gradi della vodka e, simbolicamente, del loro stato febbrile, devono fare i conti con i meno 40 gradi della temperatura esterna del gelido inverso russo, ma questo non impedisce loro di scontentare il terzo convenuto.
Un atto unico nato in sordina, dove i personaggi non sono dipinti con simpatia assume poi uno slancio diverso, gli stessi dialoghi diventano serrati e ciò che sembrava una trattativa con il terzo personaggio sarà alla fine motivo di riscatto per i tre attori, Fabio Banfo, Luigi Guaineri e Roberto Testa, tutti e tre bravissimi, come eccellente è stata la drammaturgia e la regia di Andrea Maria Brunetti, bene aiutato da Serena Piazza, che ha “saputo scoprire le carte con accurata attenzione dei tempi teatrali che sono andati in crescendo.
Il pubblico che ha affollato il teatro in un sold out, ha seguito con molta attenzione e ha tributato un gran numero di applausi al termine della pièce ai tre attori e quindi al regista, alla sua aiutante e al direttore delle luci, chiamati poi in scena a raccogliere la loro parte di consensi.
L’atto unico, a rivederlo, sicuramente darà modo agli spettatori di scoprirne altri simboli che ne arricchiranno il valore.
40 gradi
di Andrea Maria Brunetti
con Fabio Banfo, Luigi Guaineri e Roberto Testa
regia Andrea Brunetti
aiuto regia Serena Piazza
disegno luci Francesco Speranza
Produzione Effetto Morgana
Prima Nazionale
Si ringrazia Simona Griggio dell’ufficio stampa
in scena al Teatro Libero di Milano fino al 10 ottobre.
La descrizione del sig. Tomeo, dello spettacolo in atto unico “40 Gradi” `è formidabile! Leggendola stavo dal vivo vedendo questa ottima pièce. Complimenti!