Teatro Brancaccio
12 gennaio 2023
Prima
Casanova Opera Pop, l’imponentel’opera musicale concepita, composta e prodotta da Red Canzian, sbarca a Roma al Teatro Brancaccio, dopo una prima parte di tour che ha contato oltre 30.000 spettatori.
Tratto dal best-seller di Matteo Strukul “Giacomo Casanova – la sonata dei cuori infranti”, Casanova Opera Pop arricchisce la figura del celebre Giacomo Casanova, il più famoso seduttore e libertino, di tante altre sfumature: avventuriero, spadaccino, poeta, alchimista, diplomatico e figura chiave nella difesa della Repubblica di Venezia ai tempi della Serenissima.
Casanova Opera Pop è un’opera italiana completamente originale che ha richiesto circa tre anni tra scrittura, composizione e messa in scena.
La storia di Casanova Opera Pop ha inizio nel 1755, quando Venezia sta perdendo progressivamente la propria potenza: Giacomo Casanova, all’incirca trent’enne, rientra nella propria città dall’esilio e diventa strenuo difensore della Repubblica contro i giochi di potere che la vorrebbero venduta allo straniero.
Seduttore impenitente, Casanova si ritroverà coinvolto in una trama di intrighi politici.
Lo spettacolo racconta di come finì per innamorarsi perdutamente, di cosa fece per salvarsi la vita e di come divenne il salvatore della Serenissima.
Amore, seduzione, malizia, ambizione, intrighi, sete di potere, tradimento, amicizia, solidarietà, amore per la propria patria, rimorso: tutti questi sono i temi di Casanova Opera Pop.
Sono tantissimi gli elementi forti di questo spettacolo, a partire dalle liriche di Miki Porru, che si inseriscono perfettamente nelle imponenti musiche composte da Red Canzian, musiche arricchite dai potenti arrangiamenti, spesso sinfonici, di Phil Mer (le composizioni dello spettacolo sono eseguite dall’Orchestra Sinfonica di Padova e del Veneto, diretta dal Maestro Carmelo Patti).
A differenza di quanto troppo spesso accade per le opere importate, in cui non sempre le traduzioni delle liriche ben si adattano alla musica e alla metrica, un’opera originale come questa, che nasce in italiano, ha il pregio di poter offrire un senso globale compiuto, generando un’alchimia tra musiche e parole capace di esprimere i sentimenti e le emozioni nella loro massima espressività.
Indubbiamente, le musiche rivelano un marchio di fabbrica, richiamando all’orecchio e alla mente le sonorità, gioiose ed esuberanti, ma anche intimistiche e romantiche del celebre gruppo dei Pooh.
Inoltre, si possono individuare, soprattutto in certi raccordi, molte contaminazioni musicali, soprattutto pop, ma anche di generi diversi.

A sentir bene, poi, si può riconoscere un omaggio a Pino Donaggio quando, alla fine del tema del pozzo, si sentono le prime note del ritornello della celebre canzone Io che non vivo (senza te).
Tutto questo è miscelato nei 35 brani inediti che costituiscono una composizione universale di grande impatto, per lo più romantica.
Coinvolgenti e avvincenti le coreografie di Roberto Carrozzino e Martina Nadalini: esprimono potenza e sentimento attraverso la creazione di figure sorprendentemente spiazzanti che denotano la rottura di certi schemi della danza contemporanea.
Molto belli, diversi e curati, i 120 costumi a cui ha lavorato l’Atelier Stefano Nicolao sui bozzetti della giovane stilista Desirèe Costanzo.
Importante e molto curato il disegno luci di Fabrizio “Fabri” Crico: unica annotazione personale, sarebbe probabilmente di maggiore effetto illuminare, almeno soffusamente, anche l’ingresso di Casanova che avviene da metà della platea e quello poi dei personaggi dell’ensemble.
D’altro canto, purtroppo, ci sono degli elementi tecnici fondamentali non adeguatamente approfonditi per un’opera così ambiziosa e di così grande spessore.
Innanzitutto c’è un problema di regia (la regia originale porta la firma di Emanuele Gamba, mentre regista residente è Chiara Canzian).
Una regia che risulta debole in alcuni punti e piuttosto frammentata nel complesso, ma soprattutto nel secondo atto, in cui i ripetuti cambi scena (ce ne sono oltre 30 in tutto lo spettacolo) danno vita a dei quadri a sé stanti collegati tra loro in modo poco scorrevole.
Considerate le due ore e poco più di spettacolo e lo spessore che storia e allestimento hanno, sono necessari interventi di correzione che migliorino la fluidità della fruizione da parte del pubblico, per portare felicemente lo spettatore fino alla fine.
Un elemento creativo e tecnico poco convincente sono le scene create attraverso la video proiezione di immagini immersive (realizzate personalmente da Red Canzian utilizzando fotografie della Venezia deserta durante la pandemia po rielaborate al computer).
A fronte di una scenografia mobile bella, ma quantitativamente povera di materiale (opera di Massimo Checchetto), si nota una sovrabbondanza di immagini spesso poco credibili all’interno dell’intero contesto, come la fuga da I Piombi (le carceri) di Venezia e il conseguente arrivo in Piazza San Marco di Casanova e Frate Balbi.
Altro elemento che non convince affatto, in un’opera così grande e importante, sono i cori registrati. Cori sinfonici imponenti e bellissimi dallo spirito epico.
Un grande spettacolo deve avere in scena un ensemble cantante la cui voce venga amplificata dal vivo affinché il pubblico possa sentire, oltre alla forza delle musiche e delle liriche registrate, le voci dei cantanti in scena in quel momento, così da collegare un suono autentico e presente alle azioni e alle coreografie in atto in quel momento.
Veniamo finalmente ai protagonisti in scena di questo spettacolo.
Primo fra tutti c’è lui, Casanova, interpretato da uno strepitoso Gian Marco Schiaretti, eccellenza italiana di grande successo all’estero.

Schiaretti ha una voce chiara e potente di cui possiede un controllo magistrale, frutto evidente di un grande e assiduo studio, probabilmente anche in campo lirico o operistico e tanto, tanto lavoro sul campo, come denotano anche le sue doti attoriali e la presenza scenica.
La cosa affascinante di questo sorprendente attore e cantante è la capacità di far passare in secondo piano la propria avvenenza fisica con la potenza e la bellezza della voce: una voce che a volte avvolge e altre travolge e alla quale lo spettatore mostra la massima attenzione.
Questo sembra essere frutto di una umiltà che lo porta ad abbandonare con facilità i panni del libertino per calarsi perfettamente in quelli del gentiluomo.
Al suo fianco, nella parte della dolce e decisa Francesca Erizzo, che farà innamorare Casanova, Angelica Cinquantini: bella, dai tratti delicati, ma volitiva, la sua Francesca non convince pienamente per alcune incertezze forse dovute alla stanchezza.
Da segnalare, la presenza speciale, per la sera della Prima romana, di Red Canzian nel ruolo del Doge.
Con 21 straordinari performer sul palco, 11 cantanti attori e 10 ballerini acrobati, la lista si fa lunga.
Ognuno di loro apporta le proprie professionalità e abilità artistiche arricchendo una messa in scena di un gran buon livello.
Gipeto conquista la platea col suo malvagio e corrotto Inquisitore Pietro Garzoni; Manuela Zanier la incanta e inganna con la sua perfida Contessa Von Steinberg.
Paolo Barillari si prodiga con impegno, ingegno e grande ironia nel doppio ruolo di Pantalone e Frate Balbi.
Jacopo Sarno dà un’ottima prova sia nel bellissimo e divertente ruolo di Alvise, che in quello del nobile Mocenigo; Roberto Colombo interpreta con trasporto e credibilità il perfido Zago, mentre Mattia Fazioli, oltre a far parte dell’energico ensemble, ha interpretato molto bene il ruolo di Bragadin.
Francesca Innocenti è Elena da Padova, la cortigiana favorita di Casanova; Rosita Denti interpreta con estro la bella Rosa, padrona della Cantina Do Mori; Chiara Famiglietti dà corpo e voce, con trasporto ed emozione, all’ancella della Contessa.

Il cast si completa, poi, con un corpo di ballo di 10 ballerini acrobati: Mirko Aiello, Cassandra Bianco, Alberto Chianello, Eleonora Dominici, Federica Esaminato, Mattia Fazioli, Filomena Fusco, Raffaele Guarino, Vittoria Markov e Olaf Olguin.
Nonostante le critiche qui mosse, magari anche severe, Casanova Opera Pop, è uno spettacolo che merita di essere visto e che può solo crescere nel tempo.
E’ proprio in virtù della qualità del lavoro, delle abilità e delle capacità di cast creativo, artistico e tecnico che si avverte il desiderio di voler vedere questo spettacolo migliorato e portato agli alti livelli che può raggiungere.
Operazione necessaria, poi, se davvero, come annunciato, lo spettacolo verrà esportato all’estero.
Casanova Opera Pop potrebbe davvero diventare un altro spettacolo tutto italiano con cui far conoscere al mondo la nostra arte e di cui poter essere orgogliosi.
Blu Notte
presenta
CASANOVA
il musical di RED CANZIAN
Con
GIAN MARCO SCHIARETTI | ANGELICA CINQUANTINI | GIPETO |MANUELA ZANIER | PAOLO BARILLARI | JACOPO SARNO |ROBERTO COLOMBO | GIANLUCA CAVAGNA |ROSITA DENTI | FRANCESCA INNOCENTI| CHIARA FAMIGLIETTI|
Musiche: Red Canzian
Lyrics: Miki Porru
Story: Matteo Strukul
Arrangiamenti: Phil Mer
Coreografie: Roberto Carrozzino e Martina Nadalini
Scene “immersive”: Red Canzian
Scenografie: Massimo Checchetto
Disegno luci: Fabrizio “Fabi” Crico
Progettazione costumi: Desirèe Costanzo
Realizzazione costumi: Atelier Stefano Nicolao
Produzione esecutiva e Booking: Retropalco
con la speciale collaborazione di Nick Grace
Creative Director: Anthony Van Laast
Associate Director: Caroline Canters
Assistant Director: Chiara Canzian
Original production directed by: Emanuele Gamba
Le foto nell’articolo sono di phJarno
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