Spazio 18B
14 maggio 2022
Scomodi e sconvenienti ossia “Fine inopportuna di una relazione sconveniente” di Emiliano Metalli con la regia di Orazio Rotolo Schifone è andato in scena in prima assoluta al Teatro Spazio 18B.
La storia è un libero adattamento romanzato della vita di Ermanno Randi, un giovane attore omosessuale in ascesa ucciso dal suo compagno all’inizio degli anni 50, una vicenda poco battuta dalla stampa che la liquidò come fosca e “sporca” senza soffermarsi sui risvolti umani e sociali.
La storia di Giuseppe (Matteo Santorum) e Armando (Orazio Rotolo Schiofone), così si chiamano i protagonisti di questa vicenda, parte dal finale drammatico e viene ricostruita con una serie di flashback attraverso i ricordi di Ida (Francesco Raimondo), una tra i primi transgender, loro amica e testimone dei fatti.
A 82 anni, Ida racconta ad un giornalista come andarono le cose, cercando di chiarire che non si trattò solo di un tragico fatto di cronaca nera, ma di un atto esasperato di violenza dietro al quale si nascondevano paure e fragilità che nessuno mai tenne in considerazione.
Partendo dalla conoscenza fra i due, Ida fa luce sulle differenze caratteriali e sugli scarti emotivi dei due personaggi, tratteggiando anche il quadro della società di allora e le difficoltà di poter vivere la propria identità di genere non conforme alla maggioranza.
Ne emerge un racconto di vita che vorrebbe essere universale, abbracciando la dimensione comune agli omosessuali di quell’epoca, considerati invertiti, esseri umani scomodi e sconvenienti impegnati in relazioni inopportune.
In scena un cast di giovani attori: Francesco di Raimondo, Matteo Santorum e Orazio Rotolo Schifone, qui anche alla sua prima regia.
Bravi gli attori, lodevole l’impegno profuso e l’intento di portare alla luce storie sommerse e dimenticate che parlano all’anima dello spettatore e tentano di ridestare le coscienze, per giunta in occasione della Giornata mondiale contro l’omolesbobitransfobia (Lo spettacolo è patrocinato dal Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di Roma).
Eppure, c’è ancora un po’ di strada da fare (di questo, però, i ragazzi ne sono consapevoli).
Il testo di Emiliano Metalli resta un po’ in superficie e risulta a tratti retorico, a tratti ridondante.
Anche in scena, l’impressione è che resti tutto un po’ sullo sfondo, come sfocato.
La recitazione, pur regalando momenti molto interessanti e coinvolgenti, è spinta troppo ai limiti del naturalismo a discapito, però, di una padronanza della voce e dell’intenzione che ancora non c’è.
I contrasti che il testo e le intenzioni del regista vorrebbero sottolineare, quelli tra i mondi emotivi di Giuseppe e di Armando e quello delle loro vite con la società benpensante del tempo, non sono adeguatamente approfonditi, né caratterizzati con la giusta energia.
Nonostante questo, alcuni momenti sono molto interessanti: la disperazione di Giuseppe, di cui, però, Matteo Santorum deve ancora imparare a misurare gli eccessi e l’atteggiamento pacato, consapevole, ma non rassegnato, di Ida, interpretata da Francesco Raimondo, la cui recitazione gode di naturalezza senza cedere al naturalismo e rimanendo sempre aderente al personaggio.
La regia di Orazio Rotolo Schifone è semplice e pulita: soprattutto, organizza bene il gioco delle entrate e uscite di scena e sa ben utilizzare i piccoli spazi scenici.
Scomodi e sconvenienti
ossia
Fine inopportuna di una relazione sconveniente
di Emiliano Metalli
regia
Orazio Rotolo Schifone
con
Francesco di Raimondo
Matteo Santorum
Orazio Rotolo Schifone
Costumi
Simone Natali
aiuto regia
Rebecca Righetti
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