Facciamo luce sul teatro: luce accesa fuori dei teatri, poi di nuovo buio e silenzio.
U.N.I.T.A.(Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) si è fatta promotrice di un’iniziativa simbolica per riportare all’attenzione pubblica la drammatica situazione dei teatri chiusi e delle migliaia di persone del comparto spettacolo dal vivo rimaste senza lavoro da un anno.
Lunedì 22 febbraio 2021, 650 teatri italiani hanno aderito alla chiamata di U.N.I.T.A. accendendo le luci dalle 19.30 alle 21.30 per illuminare le città con la propria presenza.
Artisti, professionisti del settore a diversi livelli e pubblico hanno aderito all’iniziativa presenziando davanti ad un teatro, raccolti, ma distanziati nel rispetto delle norme anti covid. Luci accese, interventi, letture, musica e la possibilità di lasciare un messaggio sulle porte dei teatri.
E’ stata un’esperienza bellissima e, allo stesso tempo, molto strana. E’ stato emozionante ritrovarsi fuori di un teatro con le luci accese, ritrovare persone, amici e contatti con cui non ci si rivedeva da tanto; raccogliersi ancora una volta fuori del tempio della cultura e dello spettacolo dal vivo. Allo stesso tempo, però, è stato tristissimo non poter accedere al foyer e poi in sala, non poter prendere posto sulla poltrona e non poter vivere uno spettacolo.
Facciamo luce sul teatro ha voluto richiamare l’attenzione sulla necessità urgente che si torni a parlare di teatro e spettacolo dal vivo. Da più parti, in questo giorni, si leggono sui Social accorati appelli: “facciamo luce sul teatro”; “qualcuno parli di teatro”…
Eppure questa mancanza, questa assenza non deve essere così fortemente sentita da tutti. L’adesione dei teatri è stata alta, ma non unanime.
Maggiore la partecipazione dei teatri “minori” o “più piccoli” rispetto ai teatri maggiori e più noti. A Roma, poi, l’adesione è stata decisamente scarsa.
Per quanto riguarda l’eco mediatica, sono poche e per lo più locali, le testate giornalistiche che hanno lanciato, ripreso e documentato l’iniziativa: qualche grossa testata ha pubblicato un articolo (più un trafiletto), raccogliendo poche e brevi dichiarazioni, ma non c’è stato alcun approfondimento, a testimoniare ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, quanto poco la cultura faccia notizia in Italia.
Così, la luce sui teatri e sullo spettacolo dal vivo in genere, si è subito spenta, come una candela troppo corta o una fiamma troppo flebile.
Come sempre più spesso accade, l’attenzione su certi argomenti viene tenuta viva da testate minori, locali, o da piccole realtà editoriali di settore, come siti e blog di teatro e cultura, sempre pronti a far sentire la propria voce e a farsi latori di un messaggio di cambiamento.
D’altronde, si sa, le rivoluzioni partono dal basso, dal popolo, dalla gente che vive la quotidianità e che patisce l’assenza: l’assenza del proprio lavoro, l’assenza di risposte rassicuranti e chiare, l’assenza di interventi reali e fattivi.
Anche se si è trattato solo di un segno, piccolo tra l’altro e da alcuni anche osteggiato (che senso ha accendere le luci del teatro una sera per poi spegnerle nuovamente e tornare nel buio?), neanche qui il comparto è riuscito ad essere compatto, è comunque un gesto che reclama attenzione, un atto di affermazione della propria esistenza e dignità.
Oltre ad essere sostentamento per migliaia di famiglie (questo non deve mai essere dimenticato), il Teatro è vita, il Teatro è luce; il Teatro è nutrimento per lo spirito e per la mente.
Il Teatro non è solo svago o divertimento, ma uno strumento culturale e intellettuale per porsi di fronte alla realtà, per mettersi in comunicazione con se stessi e il mondo esterno. Il Teatro non crea solo interesse, ma solleva dubbi, pone questioni. Il Teatro mette in relazione prima di tutto con se stessi e poi con gli altri e questo vale sia per l’attore che per lo spettatore che nel teatro vivono una relazione che è sempre reciproca.
Un teatro senza spettatori non è possibile.
La forza del Teatro e la sua unicità rispetto ad ogni altra forma di arte o intrattenimento è proprio la compresenza di attore e pubblico, dal vivo.
Il Teatro non è mai uguale a se stesso. Uno spettacolo, ad ogni replica, è sempre diverso: non assisterete mai alla stessa identica replica. Ogni sera si instaura una relazione nuova e diversa tra chi il teatro lo fa e chi vi partecipa. Sì, perché il Teatro è anche partecipazione e lo spettatore è parte attiva.
Allora ben vengano iniziative come questa e altre anche diverse, purché si continui a parlare di Teatro, ma, soprattutto, per poter tornare presto a fare e a scrivere di Teatro.