Intervista a Massimiliano Vado per Toc Toc
Massimiliano Vado attore, autore e regista , diplomato alla Scuola del Teatro stabile di Roma e specializzatosi alla Scuola del Teatro stabile del Veneto Carlo Goldoni è un personaggio che ha attraversato teatro, cinema e tv cavalcando testi classici e moderni, interpretando molti ruoli televisivi in importanti e seguitissime fiction e lavorando per il cinema in divertentissime commedie.
Massimiliano Vado è sicuramente un personaggio che conosce a tutto tondo il mestiere di attore e quello di regista e che li esegue con grande passione ed enorme consapevolezza.
Dal 29 marzo al 7 aprile sarà in scena al Teatro Nuovo di Milano con Toc Toc, la divertentissima commedia di Laurent Baffie diretta da Claudio Insegno.
E’ in merito a questo nuovo impegno teatrale che ci faremo raccontare qualcosa di più di Massimiliano da lui stesso.
Toc Toc è una commedia brillante che ha girato i migliori palcoscenici di tutto il mondo riscuotendo sempre enorme successo.
Racconta la storia di un gruppo di sei pazienti che si incontrano nell’anticamera di un luminare di neuropsichiatria. Ognuno di essi è affetto da un TOC, un tic compulsivo ossessivo. Nell’attesa che il medico arrivo, i pazienti cominceranno a parlare tra loro confidandosi, dando vita ad una sorta di terapia di gruppo. Nasceranno una serie di gag e situazioni esilaranti
Max, parlaci innanzitutto del tuo personaggio e delle dinamiche che vivrà con gli altri personaggi.
Emilio è un tassista con l’hobby della battuta e aritmomaniaco. Per non farsi mancare nulla è anche accumulatore compulsivo. Immaginatelo avere a che fare con chi si scopra a non voler camminare sulle righe, con chi ripete le cose per essere sicuro di averle dette, con chi ogni tanto esagera col turpiloquio, con i maniaci della pulizia, o con chi torna sempre indietro per vedere se ha chiuso il gas…
Toc Toc è una commedia brillante che alterna tenerezza a cattiveria. Raccontacene il linguaggio.
Le commedie francesi importate in Italia devono, per forza di cose, rimodellare il proprio linguaggio per far fronte alla maggiore raffinatezza comica italiana. La nostra responsabilità è mantenerne inalterata la fluidità.
In scena un cast variegato con percorsi artistici diversi. Che valore aggiunto pensi possa portare ognuno?
Avevo già lavorato con Andrea Beltramo e ne ho sempre apprezzato la precisione e lo spirito sardonico al servizio della scena: una sicurezza; ho sempre inseguito una esperienza lavorativa con Guido Ruffa, perché ero certo che sarebbe stato molto divertente oltre che professionale. Non conoscevo Alessandra Sarno e Nicoletta Nigro, che sono state delle scoperte incredibili, una potenza comica e una disponibilità che andrebbero insegnate. Arianna sapevo che sarebbe stato un ottimo incastro scenico e una compagna di lavoro ottimale, ma la curiosità maggiore (me lo consentiranno tutti gli altri) é Sandra Milo: un paio di persone, tra cui Giorgia Wurth, me l’avevano descritta come “magica”: “vedrai” mi dicevano, “ti piacerà molto”. Avevano ragione. Sandra è attenta, empatica, pronta, estremamente divertente, ironica e soprattutto consapevole. Una forza della natura.
Chi rimane? ah già Claudio Insegno, il regista: era ora che tornassimo a lavorare insieme!
Sarai in scena al fianco di Sandra Milo, una delle tante icone con cui hai lavorato. Come è lavorare con lei? Hai un aneddoto particolare da raccontare?
Dopo Ornella Muti, Juliette Binoche, Laura Lattuada, Paila Pavese e Stefania Sandrelli, mi mancava solo lei, con cui lavorare. I miti sono
imprescindibili.
L’avevo vista debuttare vent’anni fa, proprio sul palco del teatro Nuovo, con “Tragedia Reale”, uno degli ultimi spettacoli di Peppino Patroni Griffi; lo spettacolo non andò esattamene come si aspettava il regista e drammaturgo e seguirono discussioni e litigi. Chi conosce i protagonisti della vicenda sa di cosa fossero capaci. Con Sandra ci siamo molto divertiti a ricordare quell’episodio, non senza riderne…
E’ la prima volta che lavori con Claudio Insegno? Come è caduta la scelta ddi farlo con questo lavoro?
Con Claudio avevo già fatto un film “Una notte agli studios”, film con un cast stellare ed estremamente divertente, ma non avevamo mai fatto teatro insieme. Quando mi è arrivata la sua proposta lavorativa non potevo dire di no.
Ognuno di noi ha fisse o manie che rischiano di diventare dei tic, anzi dei TOC. Forse nel mondo dello spettacolo questo aspetto è anche più enfatizzato. Tu che tic hai nella vita e nel lavoro? Hai, per esempio, dei riti a inizio spettacolo? Fai qualcosa di particolare prima di cominciare un nuovo lavoro?
Io, i tic (o toc) di cui parla lo spettacolo, anche se in versione molto leggera, li ho tutti: sono l’interprete perfetto!
L’unica mia particolarità, abbastanza rara nel mondo dello spettacolo, è che non ho scaramanzie e riti da riprodurre prima o durante uno spettacolo. Anzi, guardo con sospetto chiunque li reiteri.
Non sbatto il copione per terra tre volte se mi casca, non mi dà fastidio il viola in scena, non ho altarini in camerino, non entro mai con lo stesso piede in scena, non prego, non guardo in basso, non
urlo. Preferisco fare affidamento solo sul lavoro.
Hai assistito a riti particolari o a tic davvero curiosi?
Guardo le persone per strada, le cose di cui parla il copione le ho viste tutte; a dire il vero ho incontrato anche di peggio: ed è una cosa bellissima.
Ringrazio Max per questa bella intervista e ricordo l’appuntamento al Teatro Nuovo di Milano con Toc Toc dal 29 marzo al 7 aprile 2019