Teatro Ghione
16 novembre 2018. Prima
In scena al Teatro Ghione ancora fino al 25 novembre, Un autunno di fuoco è un testo dolce amaro di Eric Coble rappresentato nella traduzione di Marco Casazza, con la regia di Marcello Cotugno.
Un testo intimo e delicato nonostante racchiuda una grande forza emotiva che affronta il tema della morte come passaggio naturale da vivere con coraggio e consapevolezza, senza rassegnazione, ma riempiendo di vita ogni istante.
Alexandra (Milena Vukotic) è un’anziana donna che non ha nessuna intenzione di cedere alle insistenze di due dei suoi figli di andare a vivere in una casa di riposo. Sentendo che il mondo esterno le è ormai ostile, si barrica dentro casa, decisa a saltare in aria insieme al proprio appartamento piuttosto che rinunciare a vivere nel rifugio di una vita gli ultimi anni della propria esistenza.
Sarà l’intervento del terzo figlio Chris (Maximilian Nisi), che lei non vede da vent’anni, a mutare l’animo della donna in una consapevolezza nuova.
Chris è il figlio che ha sempre vissuto empaticamente il mondo emotivo della madre e condiviso con lei la passione per l’arte: Alexandra, infatti, era una grandissima pittrice, che ora per l’artrosi non riesce nemmeno più a tenere un pennello in mano. I suoi quadri li ha dati tutti via: di essi non rimaste solo le ombre lasciate sulle pareti
Alexandra e Chris parleranno a lungo, dapprima confrontandosi con ostilità, poi riflettendo insieme, con amore, sulla vita e sulla morte.
Attraverso un percorso che passa dai toni della commedia brillante a quelli più intimi e amari di una riflessione condivisa, i due protagonisti, partiti da due punti di vista diversi, entreranno in comunicazione facendo parlare i propri cuori e aprendo la mente, arrivando insieme alla conclusione che può esserci bellezza anche nella disgregazione: quando il corpo cede qualche colpo e la memoria vacilla si può ancora guardare avanti con mire nuove e diverse, basta rimodulare le aspettative.
Un autunno di fuoco non è un invito alla rassegnazione, anzi sprigiona passione e una caparbietà di vivere quasi rivoluzionaria.
Milena Vukotic è straordinaria: delicata e forte, triste e combattiva, asseconda ogni emozione del proprio personaggio nei momenti più intimi e delicati come in quelli più buffi ed esasperati.
Suo compagno in scena Maximilian Nisi, attore elegante e raffinato che rappresenta con delicatezza il mondo interno lacerato di Chris.
La scena colpisce subito per la leggerezza dei colori e per la presenza, al centro, di un albero, a cui spesso Alexandra tende lo sguardo con dolcezza come a ricordare il proprio passato e ad ancorarsi al presente.
Un albero dalle foglie gialle, caduche, che segnano il passaggio del tempo, sottolineando l’imbrunire della vita.
La porta è sbarrata da oggetti di arredamento e in giro per il salone sono disseminate bottiglie di liquido infiammabile.
Nonostante le sferzate che si lanciano all’inizio madre e figlio, lo spettacolo ha uno svolgimento dolce, pacato, ma a volte troppo lento.
Il merito di questo spettacolo è quello di riuscire a parlare della morte tessendo un inno alla vita non solo grazie al testo, ma anche all’alchimia che i due protagonisti riescono a creare tra loro e tra i propri personaggi e all’eleganza della narrazione e della rappresentazione.
Le musiche e le luci accompagnano i passaggi emotivi a volte esaltandoli, altre volte seguendoli in maniera soffusa.
La Contrada – Teatro Stabile di Trieste
presenta
Milena Vukotic – Maximilian Nisi
in
UN AUTUNNO DI FUOCO
di Eric Coble
regia Marcello Cotugno
Traduzione Marco Casazza
Aiuto regia Martina Gargiulo
Scenografia Luigi Ferrigno
Costumi Andrea Stanisci
Disegno luci Bruno Guastini