Obihall Teatro
14 gennaio 2017
Il richiamo di Dignità Autonome di Prostituzione è sempre molto forte: difficile resistergli e, soprattutto, sbagliato!
Così ho seguito questo richiamo che mi attira ormai da anni e sono andato a Firenze, dove DAdP è stato in scena dal 15 al 19 gennaio 2017 presso l’Obihall Teatro.
Tra anteprime, prova generale aperta, spettacoli serali e doppie, ad ogni replica più di novecento persone hanno abitato gli spazi dell’Obihall entrando in un vero e proprio circo dell’Arte. Ogni sera più di novecento clienti hanno contrattato per le loro prestazioni e hanno consumato le loro “pillole di piacere”.
Sì, perché Dignità Autonome di Prostituzione è la “Casa chiusa dell’Arte” più famosa al mondo.
In un Paese in cui lavorare in Teatro è sempre più difficile e sempre meno remunerativo, l’artista è costretto a “prostituirsi” per poter dare espressione alla propria arte, svendendo il proprio talento come in una qualsiasi contrattazione commerciale.
E’ questa l’idea di fondo che è alle origini del format di Betta Cianchini e Luciano Melchionna da cui è nato poi lo spettacolo di Luciano Melchionna, Dignità Autonome di Prostituzione.
Ogni sera gli attori e le attrici del “bordello dell’Arte” sono alla mercé dello spettatore, protetti dalle regole della Casa. Abbigliati in vestaglia o giacca da camera, adescano i clienti/spettatori che, muniti di “dollarini” consegnati all’ingresso, contrattano per ricevere la propria prestazione.
Gli accordi sono lasciati alle parti. Lo spettatore, alla fine, può decidere anche di lasciare una mancia: infatti il “sottotitolo” dello spettacolo è “Mi paghi prima. E anche dopo, se ti è piaciuto”.
Ogni volta, qualcosa come trenta/quaranta artisti si esibiscono con dei monologhi per gruppi di persone più o meno numerosi, a seconda della postazione affidata all’attore per svolgere il proprio mestiere. Le prestazioni, infatti, possono essere consumate in tutti gli spazi del teatro e, a volte, anche fuori: camerini, bagni, sottoscala, foyer, terrazze, furgoni, sgabuzzini e tanti altri insoliti posti.
Alla fine di ogni “amplesso artistico”, si torna tutti nello spazio centrale: l’attore cercherà altri clienti e gli spettatori cercheranno altri “prostituti” e “prostitute”.
Le performance sono monologhi della durata di dieci/quindici minuti circa nella stragrande maggioranza scritti da Luciano Melchionna, autore e regista geniale e prolifico, con la capacità di scrivere pezzi che arrivano dritti al cuore, scatenando un turbinio di emozioni.
I monologhi nascono dai tantissimi stimoli che Luciano riceve dall’esterno, dalle cose che accadono intorno a lui e che riesce a leggere, reinterpretare e reinventare con grande sensibilità e acutezza, mettendo in risalto l’emozione che è dietro ad ogni fatto e restituendola pura, forte e verace al pubblico.
Non di rado Luciano nei suoi monologhi ha rivisitato grandi classici, quali Pirandello, Pasolini, Hugo e Dostoevskij, contaminando e lasciandosi contaminare, dando risalto all’estrema attualità di questi autori.
Nella precedente edizione di Dignità Autonome di Prostituzione, che si è tenuta a Bari a novembre del 2016, Luciano ha scritto alcuni pezzi nuovi e presi altri storici rielaborandoli alla luce di alcuni testi di Shakespeare. Di questo lavoro qualcosa si è portato appresso anche a Firenze e posso dire che il risultato è poetico e sublime.
Il classico, in quanto tale, ha sempre qualcosa di grande da dire e la rilettura di Luciano è stata creativa e innovativa: è riuscito a restituire la modernità di Shakespeare, la violenza e l’amore da lui poetati, calandoli nella nostra realtà.
Al servizio di “papi Luciano” un enorme numero di grandissimi artisti, che ogni volta entrano ed escono dal personaggio, che sono prima adescatori e poi padri violenti, madri ferite, figli negati, uomini soli, donne instabili e tanto, tanto altra ancora.
Nei monologhi di Luciano c’è sempre tantissima umanità: vengono rappresentati moltissimi personaggi, paradigmi, tipi ideali, in cui attori e attrici si calano con grandissima partecipazione e professionalità.
Non solo attori, ma anche ballerini, musicisti, artisti del circo, mimi: Dignità Autonome di Prostituzione è un enorme e coloratissimo contenitore di arti varie.
Infatti, prima e dopo la parte dedicata alle contrattazioni e ai monologhi, DAdP è una grandissima festa: canzoni, musica, balli, esibizioni di vario genere celebrano una festa della vita, senza tralasciare importanti messaggi di sensibilizzazione civica, civile e sociale.
Parlare di “Casa Chiusa dell’Arte”, “pillola di piacere”, prostituti e prostitute in vestaglia o giacca da camera non deve assolutamente far pensare ad uno spettacolo scandaloso o lascivo. Sareste completamente fuori strada. Come già detto, il riferimento alla prostituzione si spiega solo come tentativo estremo di far recuperare dignità al lavoro dell’artista, costretto sempre più a svendere il proprio talento e la propria arte in una società che non sa riconoscerne il valore.
Questo, semmai, è lo scandalo: la progressiva perdita del riconoscimento del valore universale dell’Arte in tutte le sue forme.
I monologhi di Luciano Melchionna sono brevi opere drammaturgiche complete e di grande spessore che emozionano e coinvolgono grazie anche alla rappresentazione che i “suoi” attori ne danno, calandosi pienamente nel ruolo, vivendolo, arricchendolo del proprio vissuto e tirando fuori un modo proprio che coinvolge e cattura il pubblico. Ogni storia raccontata, forte, drammatica o leggera che sia, tocca inevitabilmente la sensibilità dello spettatore dandogli spunti di riflessione potenti che porterà dentro di sé a fine spettacolo.
Entrando nello specifico di questa edizione fiorentina, oltre alla già citata meravigliosa contaminazione shakespeariana, ritroviamo, come già a Bari, nelle vesti di Lia, la direttrice della Casa, un fantastico Gianluca Merolli, attore, regista e cantante di grandissimo livello qui alle prese con vertiginosi tacchi e un abbigliamento che si rifà al Frank-n-Furter di The Rocky Horror. Gianluca introduce gli spettatori alle regole della Casa, interpreta brani appassionati e recita un meraviglioso monologo di un figlio che parla del padre con perfetti inserimenti di pezzi dell’Amleto di Shakespeare.
Gianluca è artista di talento e dalla spiccata sensibilità che ogni volta regala grandissime emozioni. Sguardo, intensità, movimento, ogni aspetto è curato, preciso e tende dritto all’obiettivo.
Gianluca Merolli in una foto di Luca Brunetti
In questa edizione sono riuscito finalmente ad assistere alla performance di Sandro Stefanini nei panni di Militar Gay. E’ stata una piacevolissima scoperta. Il suo personaggio è intenso e ricco di sfumature e Sandro è un grandissimo attore che mi ha emozionato e coinvolto: bravo nelle intenzioni e nell’azione scenica, preso e coinvolgente nel prologo comico e nello svolgimento drammatico. Inoltre, Sandro ha una voce che cattura e che ti fa venire voglia di ascoltare cosa ha da raccontare.
Sandro Stefanini in una foto di Luca Brunetti
Altra bellissima scoperta di questa edizione è stato il talento della cantante Dolores Melodia che ha catalizzato l’attenzione del pubblico con le sue appassionate interpretazioni.
Infine, questa edizione si è avvalsa di sette attori e attrici scelti sul territorio toscano, che si sono andati ad aggiungere alla schiera di artisti i cui nomi sono ormai noti e consolidati nel mondo di Dignità.
Dignità Autonome di Prostituzione è ogni volta uno spettacolo nuovo e bellissimo in cui è magico addentrarsi e da cui non si vorrebbe mai uscire. Come lo ha definito lo stesso Luciano Melchionna nella mia intervista, è una “festa della vita” in cui si creano rapporti tra gli attori stessi, ma, soprattutto tra attore e spettatore grazie alla grande empatia che essi sanno creare con il pubblico.
A questo punto, aspetto il ritorno di DAdP a Roma!
Dignità Autonome di Prostituzione
uno spettacolo di Luciano Melchionna
dal format di Betta Cianchini e Luciano Melchionna
regia Luciano Melchionna
costumi Milla
luci Salvatore Palladino, Gianni Caccia
audio Luigi Di Martino
assistenti alla regia Sara Esposito, Agostino Pannone
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con Fondazione Teatro di Napoli
H.E.R. la Dama del fiume.