Teatro Porta Portese
1 giugno 2016
Luca Tudisca è un giovane cantautore siciliano che ha tante cose da dire e lo fa con la voce e la chitarra. Curioso di sperimentare e mescolare vari generi, Luca concepisce il progetto di vedere rappresentati in scena i personaggi e le storie che canta.
Nasce così Dialogo, un concerto dialogato in cui, appunto, volti, fatti ed esperienze protagonisti delle sue canzoni prendono corpo e vita reale su di un palcoscenico.
Un’idea originale e un progetto vincente, considerando lo spettacolo di venerdì sera, 1 giugno 2016, al Teatro Porta Portese.
L’ispirazione del filo conduttore di questo spettacolo è venuta a Luca osservando una coppia di anziani sposati da cinquant’anni da cui è rimasto affascinato; ha cominciato, così, a riflettere su quali elementi potessero tenere così a lungo unite due persone ed è arrivato alla conclusione che, forse, il segreto sia nel dialogo, nella voglia e nella forza di dirsi tutto, nel voler continuare a condividere nel tempo i propri pensieri con l’altro/a. Da qui ad estendere questo segreto come principio universale per il buon andamento di ogni tipo di relazione, il passo è breve.
E’ a questo punto che le canzoni di Luca si incontrano con la potenza espressiva di Elisabetta Tulli, che da esse ha elaborato un testo teatrale, non limitandosi alla comprensione delle parole delle liriche, ma andando a fondo nel vissuto che raccontano e abbracciandone il senso vitale.
Ne è scaturito un testo asciutto e semplice, mai banale, di forte impatto emotivo e con un grande potere di rappresentazione. Parole semplici, ma vere che raccontano una storia genuina di vita nella sua quotidianità.
Attraverso le canzoni di Luca, il testo drammaturgico racconta la storia d’amore di una coppia, passando per tutte le fasi: incontro, conoscenza, innamoramento, matrimonio, figlio, crisi, recupero, perdono, vecchiaia, morte. Morte non dell’amore, ma compimento naturale di una vita: perché l’amore non muore mai.
La magia è nel perfetto connubio tra parole cantate e recitate e la loro rappresentazione.
L’elemento caratterizzante di questo lavoro è proprio la enorme capacità di rappresentare, di rendere visibili e palpabili non solo situazioni, ma anche e soprattutto, emozioni.
A creare questo effetto così realistico e di impatto sono due bravissimi attori, Matteo Volpotti ed Elena Nieri, due grandi interpreti che riescono a materializzare sul palco immagini concrete donando forti emozioni.
Matteo ed Elena intepretano Santuzzo ed Ada, due giovani siciliani che si innamorano da giovani e resteranno insieme per tutta la vita. Le parole sono poche, ma sono quelle importanti. Sono l’amore e la tenerezza i protagonisti della storia.
Mano a mano che i due innamorati rinsaldano la propria unione, cresce l’affetto nei loro confronti, nasce naturale un moto di bene e dolcezza, instaurando una grandissima empatia col pubblico. Anche nel raccontare i momenti più bui della vita, non c’è mai dolore fine a se stesso, c’è, piuttosto, una sofferenza condivisa che conduce alla commozione.
Gli attori riescono a dare tantissimo a livello emotivo con un’interpretazione intensa, ma misurata, calibrata con morbidezza, togliendo piuttosto che enfatizzando eppure creando un flusso emotivo coinvolgente, grazie anche ad un bellissimo uso della gestualità e della mimica.
La regia di Mauro Simone è delicata come una carezza e regala alcune immagini di incredibile effetto grazie anche alle coreografie di Nadia Schierani: il modo particolare e tenero in cui la coppia si bacia, il peso degli anni e della vita che si accumula sulle spalle come cappotti pesanti indossati l’uno sopra l’altro, la straordinaria verosimiglianza del bambino, che non c’è, ma la cui presenza è resa tangibile dai movimenti degli attori, la gestualità sempre contenuta, a volte trattenuta e così densa di significato.
Questa modalità di concerto dialogato ha donato valore aggiunto alle canzoni di Luca Tudisca riuscendo a penetrare maggiormente nel mondo di questo cantautore e a far emergere significati che potrebbero rimanere non perfettamente espressi dalle parole delle sue canzoni.
Bellissime le musiche suonate dal vivo da Luca alla chitarra, Stefano Borzi al pianoforte e il bravissimo Andrea Di Cesare al violino (potenza musicale espressiva immensa).
Trovo che questo lavoro abbia dato forza e compiutezza ad un repertorio che da solo non ha ancora la forza di raggiungere tutti; in questo modo, invece, Luca si è aperto una via nuova e diversa per far conoscere la propria musica. Ed è una bella via.
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