Il Teatro Millelire accoglie il proprio pubblico in un ambiente caldo e confortevole come fosse un salotto di una casa bene e propone sempre un calendario di spettacoli interessanti e stimolanti.
SOLD OUT PRODUCTION PRESENTA
ORA
Scritto e diretto da Luca Giacomozzi
Aiuto regia Luca Paniconi
Assistente alla regia Francesca Pausilli
Musiche originali di Michele Mele
Al Teatro Millelire fino al 31 maggio.
C’ è un percorso nella vita di ogni uomo e di ogni donna; c’è un cammino che tutti siamo destinati a compiere, ci piaccia o no.
Le esperienze della vita ci segnano e, inevitabilmente, ci plasmano, ci cambiano.
Possiamo adeguarci al corso degli eventi, assecondandoli, oppure vivendoli, o possiamo tentare di ostacolarli, ma la vita farà il suo corso e, alla fine, saremo comunque destinati a prendere una decisione.
Mai o sempre, un giorno lontano, oppure adesso.
Arriverà un momento nella nostra vita in cui fisseremo un punto di svolta, negativo o positivo che sia, un punto in cui decideremo di impegnarci affinché le cose vadano come desideriamo e non come gli altri vogliono che siano. Quel momento sarà ORA. Quel momento che ancora non è arrivato perché richiede un percorso di presa di coscienza, sarà il presente, sarà l’affermazione che ORA esisto come ho sempre voluto che fossi.
Questo ci racconta il bellissimo testo di Luca Giacomozzi un testo intimo, introspettivo, che scava nei personaggi e nelle loro anime rendendoli modelli dei rimpianti di ognuno.
Un testo agevole nella comprensione, diretto, eppure non facile: profondo, ricco di sfaccettature, che mantiene i tratti della comicità a cui Luca ci ha abituati, ma li sfuma: è la realtà, nella sua paradossalità, ad essere buffa, divertente; sono i casi della vita a farci sorridere per il modo sfrontato in cui ci si presentano, per il loro essere inadatti in quel momento.
D’altronde non c’è mai un momento giusto per vivere piccoli o grandi dolori: le prove della vita arrivano sempre nel momento sbagliato, perché non esiste mai un momento giusto per soffrire.
Eppure il disagio, le sofferenze e le paure vanno affrontate; ognuno di noi, consapevole o meno, compie un viaggio di autoanalisi per arrivare a quella soluzione che sempre più adatta alle proprie esigenze; è in quel momento, è ORA, che la vita torna ad essere nostra perché abbiamo deciso di viverla così come è.
Tre storie vengono raccontate simultaneamente su un palco; tre racconti che si alternano nella narrazione che resta sempre fluida e intima, mai distante.
A sipario aperto, mentre gli spettatori prendono posto in sala, gli attori sono già sul palco nello loro “postazioni” rappresentando quello che sarà l’ambiente che li vedrà raccontare le loro storie.
Una musica di sottofondo rende l’attesa piacevole.
Ramona Gargano racconta di un amore finito tramite sms, senza motivo apparente e senza possibilità di replica, senza poter dire nulla; si tratta di convivere coi ricordi o strapparli da se stessi come si fa con le foto; ma, soprattutto, ci sono la delusione e la frustrazione per un discorso interrotto o, forse, mai detto.
Stefano Scaramuzzino è un uomo non più innamorato della propria moglie, ma pazzamente innamorato di un’altra piccola donna; nella vita di quest’uomo cambia il punto di vista, lentamente, nel passaggio da una vita priva di parole e comunicazione con la moglie, alla scoperta di un nuovo linguaggio vitale ed esplosivo, fatto anche di silenzi pieni di amore, con la figlia.
Martina Zuccarello è una figlia alla disperata ricerca di un dialogo col padre; solo sguardi e mezze parole, mai una conversazione o un confronto. Vive nella nostalgia di qualcosa che non verrà mai detto.
Ora è, quindi, come ormai si sarà capito, un testo sul non detto: su tutto quello che avremmo voluto, potuto o dovuto dire, ma non abbiamo avuto la capacità o la possibilità di dire. Soprattutto è un percorso nella vita e nella coscienza di tre persone che rappresentano tre tipi ideali delle storie che tutti i giorni viviamo, frustrate dalla mancanza di dialogo con le persone a noi più vicine.
Un testo fatto di parole sull’assenza delle parole, buffo no?
Uno spettacolo sulla nostalgia della parola, sulla malinconia del non detto.
Un viaggio che alla fine porterà tre persone, tre anime a decidere per se stesse; quel punto di arrivo sarà un nuovo punto di inizio; quel momento sarà IL momento, da lì comincerà il cambiamento.
Allora ogni presa di coscienza è un nuovo inizio: c’è sempre un momento in cui si ricomincia, c’è sempre un Ora nella nostra vita.
In quel momento raccoglieremo tutte le parole non dette, per viltà, per necessità o per semplice impossibilità, le avvicineremo al cuore e le ricorderemo per sempre.
Il pregio di Luca Giacomozzi è quello di saper scrivere: saper scrivere cose serie con un linguaggio bello, pulito e semplice che, però, non svilisce l’oggetto del racconto.
Bravissimi gli interpreti di questo spettacolo.
Di Ramona Gargano mi piace molto la voce, il timbro: è sempre giusta, anche nei momenti ironici non è caricata; spontanea e diretta è anche molto espressiva.
Stefano Scaramuzzino è, forse, il personaggio più tenero (ma credo vada a sensazione personale) e il più simpatico con quel suo ridurre sempre tutto alla cucina e la scelta della cadenza romana.
Martinza Zuccarello conferma le sue doti drammatiche e dimostra, ancora una volta, di poter essere attrice a tutto tondo.
Bravura degli interpreti anche nel sostenere una struttura narrativa su tre livelli diversi che non si incontrano mai; ognuno con la propria storia da raccontare in un alternarsi che non è mai matematico, ma giocato su combinazioni differenti.
Bellissime le musiche originali di sottofondo di Michele Mele e giustissimo l’utilizzo delle luci, calde, soprattutto nei tagli.
Da evidenziare oltre alla preziosa collaborazione della storica assistente alla regia di Luca, Francesca Pausilli, donna esperta e pratica, la prima esperienza di Luca Paniconi come aiuto regista, il cui tocco si avverte soprattutto nel lavoro degli attori sul personaggio.
Ora prosegue il cammino di svolta di Luca Giacomozzi verso un teatro di introspezione, già cominciato con Tutti a bordo in cui sembra essere a proprio agio e che affronta con la sua solita scioltezza di linguaggio.
Piace anche, ed esce fuori, il lavoro di squadra di questi ragazzi che insieme crescono sempre di più.