Il film Dirty Dancing è nel cuore di milioni di giovani e meno giovani; se consideriamo che il film è del 1987, è facile pensare che abbia coinvolto diverse generazioni di spettatori. La prima versione del musical risale al 2004 e da allora non ha mai smesso di riscuotere enormi successi.
Fra i numerosi meriti che questa storia ha, c’è anche quello di raccogliere un pubblico trasversale ed eterogeneo: quelli che erano giovani al tempo in cui uscì il film e oggi sono adulti, ma anche i giovani che hanno conosciuto il film dopo e, ancora, tutti coloro che hanno poi visto lo spettacolo a teatro.
Mi sono avvicinato al musical Dirty Dancing – The classic story on stage con grandissimo entusiasmo, poi, piano piano, ho assunto un atteggiamento ambivalente. Ho letto recensioni meravigliose, entusiastiche, ma anche sentito commenti di pubblico meno positivi e la cosa ha freddato un pochino la mia eccitazione.
Le critiche che ho sentito muovere sono due: troppo uguale al film e si canta poco.
Chiariamo subito: Dirty Dancing è un format e questo comporta che la produzione originale ha imposto determinate regole e il rispetto di canoni precisi, quindi alcune scelte e soluzioni sono obbligate. E’ vero che lo spettacolo non si fonda sul canto, come è vero che nemmeno nel film questo accadeva, ma è altrettanto vero che un grandissimo ruolo è rivestito dalle musiche che sono suonate da un’orchestra dal vivo. Altro grandissimo elemento trascinante del film e del musical è la danza: in Dirty Dancing si balla tantissimo e sono tutti balli molto coinvolgenti, trascinanti, sensuali e romantici.
Sapendo questo, non penso proprio che questo spettacolo possa deludere.
E’ un bellissimo allestimento con un cast davvero forte.
Sara Santostasi interpreta Baby esattamente come ce la immaginiamo e ricordiamo; bravissima nel sembrare goffa e impacciata; decisa nei suoi momenti di invettiva sociale e scontro con il padre e contro Robbie, e poi ballerina con Johnny.
Alla replica a cui ho assistito, Johnny era interpretato da Giuseppe Verzicco: stratosferico! Un ballerino eccezionale. Vederlo muoversi su quel palco è un piacere.
Federica Capra è Penny: bellissima, con due gambe lunghe e affusolate che ti fanno perdere il fiato; elegante e raffinata; vederla ballare è estasi pura.
Insieme, Giuseppe e Federica, sono formidabili; belli entrambi, si muovono con grazia, eleganza e tanta energia. Passano dal mambo alla salsa al cha cha cha con grandissima disinvoltura, disegnando nell’aria figure immaginarie. Sono sexy e affiatati, proprio come affiatati sono nella storia Johnny e Penny.
Il resto del cast non è da meno.
Simone Pieroni, Dr. Jake Houseman, è perfetto nel ruolo del padre di Baby, figlia per cui ha un amore speciale. Uomo autoritario, rigido, dai rigorosi valori morali, si trova a dover affrontare la “delusione” di una figlia che, crescendo, prende le proprie decisioni che non sono quelle del padre e che per seguire gli stessi principi di amore e rispetto del prossimo trasmessile dal padre, è costretta a mentirgli.
L’intero ensemble è costituito da validissimi elementi. Bellissime le scene di ballo corali: coinvolgenti e trascinanti, non riesci a resistere alla tentazione di ballare e le gambe, inevitabilmente, si muovono.
I momenti cantati sono affidati a voci eccezionali, vibranti e calde: Ilaria de Angelis, sempre bellissima e bravissima, che dà dimostrazione di un’intensa vocalità blues; Russell Russell, un grandissimo dei musical di Broadway e dello spettacolo italiano: una voce nera calda, forte e avvolgente; Pasquale Girone anche lui performer con una grande carica e una bella voce; infine Marco Stabile che ci regala un’interpretazione di Time of my life, in coppia con Ilaria de Angelis, meravigliosa.
Un appunto che mi sento di muovere è che le prime scene del secondo atto mancano di fluidità: componendosi lo spettacolo di molte piccole scene, non è sicuramente facile legarle insieme, soprattutto dovendo rispettare le indicazioni della produzione originale. Non è sicuramente imputabile ad una mancanza interpretativa del cast.
Dirty Dancing – The classic story on stage è un bellissimo e validissimo spettacolo, dove la storia, raccontata con fedeltà all’originale e mantenendo lo stesso romanticismo e il messaggio di impegno sociale, è inserita in scene di ballo entusiasmanti con ballerini di talento.
Da vedere assolutamente!