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Musical, Recensioni, Teatro

Rent. Teatro Brancaccio, 2 febbraio 2016.

rent

E’ approdato a Roma, per un’unica data al Teatro Brancaccio, Rent, storica Opera Rock con libretto, testi e musiche di Jonathan Larson, nel nuovo allestimento italiano prodotto dalla Dafni Spettacoli di Giorgio Maddalena, a cura di Alessandro Vivona e con la regia di Gisella Calì.

Applausi a scena aperta e piccola standing ovation finale, che mi hanno molto sorpreso.

E’ pure vero che, trattandosi di un’unica data, la sala del Brancaccio è stata invasa da amici e colleghi che forse non sono stati esattamente obiettivi e critici nei confronti dell’amico/artista di turno premiando, magari, più l’entusiasmo profuso che i risultati ottenuti.

La standing ovation è stata tributata nientemeno che da Ted Neeley, lo storico e immenso Gesù di Jesus Christ Superstar, nel momento in cui a salire sul palco per i saluti c’era Salvador Axel Torrisi, che è stato Erode al fianco di Ted, e la standing ovation era, meritatissima, tutta per lui e la sua straordinaria performance.

Mi è dispiaciuto tantissimo dover constatare enormi pecche di questo spettacolo.

L’adattamento del testo è carente in molti punti e la traduzione delle canzoni non rispetta musicalità e metrica, risultando pesante e forzata.

La regia è inefficace: non  si distingue un progetto chiaro o un percorso definito; gli eventi accadono così, all’improvviso, si susseguono a caso come messi là senza connessione tra loro, né continuità nelle scene.

Se chi conosce la storia ha fatto una enorme fatica a seguirla in questo allestimento, figuriamoci cosa può aver capito e provato chi questa storia non la conosce!

Il messaggio dello spettacolo, forte, importante, attuale e terribilmente drammatico, non viene fuori, non arriva assolutamente:  le parole HIV e AZT sono buttate qua e là prive di significato. Non c’è la drammaticità necessaria, salvo in certe scene.

Questa in breve la storia: un gruppo di giovani artisti e musicisti squattrinati sogna il successo tentando di sopravvivere in una buia periferia di New York nei giorni in cui l’AIDS imperversa e uccide molti giovani.

Da un Natale all’altro, otto storie si raccontano tra speranze, vittorie e terribili sconfitte: giovani Bohémiens contemporanei dovranno affrontare povertà, malattia e il dilagare dell’AIDS.

Probabilmente, e grazie a Dio, questi attori e attrici sono troppo giovani per calarsi in una realtà così drammatica e capire veramente quali siano la sofferenza e la disperazione che i protagonisti della storia vivono: troppo giovani e, per fortuna, ancora inesperti della vita, non possono portare sul palco qualcosa di cui non sanno nulla, a meno di non essere grandissimi artisti.

La stessa giovane età è probabilmente il motivo di prestazioni canore a corrente alternata; vocalità interessanti che non riescono, però,  a sostenere due ore di spettacolo restituendo un coro di urla stonate per quasi tutto il tempo.

Esistono delle eccezioni, per fortuna, delle grandissime eccezioni, ma, diciamolo subito, non bastano, seppur nella loro straordinarietà, a salvare lo spettacolo.

Straordinarie le interpretazioni  di Roberto Rossetti e Salvador Axel Torrisi che interpretano la coppia gay formata da Collins e dalla drag queen  Angel.

L’intero spettacolo si poggia su di loro: il loro affiatamento è incredibile e grandiosa la loro interpretazione sia vocale che attoriale. Sono gli unici a rimanere centrati, a mantenere il ritmo con costanza e a trasmettere un messaggio durante tutto lo spettacolo.

Una prova davvero bella per loro.

Altra coppia di grande valore quella formata da Giovanna D’Angi e Natascia Fonzetti, rispettivamente Joanne e Maureen, altra coppia omosessuale dal rapporto tormentato e combattuto. La loro grande interpretazione raggiunge l’apice col brano Take Me or Leave Me dove le due ragazze si fronteggiano con grinta e passione senza mai sbavare o perdere il tono dell’interpretazione nonostante il trasporto.

Buona prova anche per Enrico Sortino, Benny e per Matteo Volpotti, Mark: quest’ultimo sicuramente meglio nel recitato, a volte in difficoltà nel cantato, ma nel complesso soddisfacente.

Complimenti vanno fatti all’Ensemble: un gruppo che, nonostante le difficoltà a sostenere l’intero spettacolo, ha dimostrato forza, coesione, impegno e partecipazione. Una citazione particolare per Luca Gaudiano.

Purtroppo l’entusiasmo del gruppo di lavoro non basta se non è guidato da una mano capace e sicura che indichi dove indirizzare tutte queste energie.

 

Di seguito il cast al completo:

Giuseppe Verzicco, Roger

Arianna Galletti, Mimì

Matteo Volpotti, Mark

Enrico Sortino, Benny

Roberto Rossetti, Collins

Salvador Axel Torrisi, Angel,

Giovanna D’Angi, Joanne

Natascia Fonzetti, Maureen

 

Completano il cast: Simone Nocerino (cover Angel), Luca Gaudiano (cover Collins e Ensemble), Ilaria Nestovito (cover Mimì e Ensemble), Riccardo Grilli (cover Roger e Ensemble), Francesca Pulvirenti (cover Maureen e Ensemble), Giovanni Strano (cover Benny e Ensemble), Fabrizio Scuderi (Ensemble), Salvo Barbagallo (Ensemble), Marina Puglisi (Ensemble), Michela Cimino (Ensemble), Aurelio Rapisarda (Ensemble), Viviana Tupputi (Ensemble).

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Comunicati stampa, Teatro

Rent. Teatro Brancaccio, 2 febbraio 2016.

rent

Rent locandina

 

L’attesissimo approdo al Teatro Brancaccio di Roma di RENT Il Musical è previsto per il prossimo 2 febbraio 2016, qui con Band dal Vivo!

A portarlo in scena nella traduzione e adattamento in italiano di Alessandro Vivona, con la regia di Gisella Calì, e con licenza del MTI di New York la Gilda dei Bohemiens diretta da Giorgio Maddalena che ne cura anche la produzione esecutiva peri Dafni Spettacoli.

Rent è un’opera rock basata sull’opera La bohème di Giacomo Puccini.

Racconta la storia di un gruppo di giovani artisti e musicisti squattrinati che tentano di sopravvivere e creare nel “Lower East Side” di New York nei giorni fiorenti vissuti all’ombra dell’AIDS nell’atmosfera bohémienne dell’Alphabet City.

Il musical fu rappresentato per la prima volta in una breve tournée di tre settimane al New York Theatre Workshop nel 1994. Lo stesso teatro off-Broadway fu la casa iniziale del musical dopo il suo debutto ufficiale il 25 gennaio 1996. L’autore dello show, Jonathan Larson, morì il giorno prima della première off-Broadway. Lo spettacolo vinse un Premio Pulitzer nel 1996 e la produzione divenne un successo. Il musical si spostò al “Nederlander Theatre” a Broadway il 29 aprile 1996. A Broadway, Rent fu acclamato dalla critica e vinse un Tony Award come “Miglior Musical”, oltre ad altri numerosi premi. La produzione di Broadway chiuse il 7 settembre 2008, dopo 12 anni in cartellone e 5.124 performance, rendendolo l’ottavo musical più longevo di Broadway.

Il successo portò a diversi tour nazionali e produzioni straniere e, nel 2005, lo show fu anche adattato in un film per il grande schermo nel quale sei degli otto protagonisti della produzione originale ripresero il proprio ruolo. La direzione dei cori è affidata a Rosy Messina, vocal coach Mariella Arghiracopulos e Renato Vinciguerra, coreografie di Dario Conti, audio editing a cura di Giacomo Buccheri.

Giuseppe Verzicco (“Grease” con il ruolo di Danny Zuko per Compagnia della Rancia, “Dirty Dancing”” nel ruolo di Robbie Gould e alternate Johnny Castle, “My Fair Lady” con il ruolo di Freddy Eynsford Hill) sarà Roger, Matteo Volpotti (Il Giorno della Tartaruga – school edition ”, “L’amore è ‘na cicatrice”, “Violetta”) sarà Mark, Roberto Rossetti (“La Bella e la Bestia” per Stage Enterteinement, “W Zorro”, “Salvatore Giuliano”) nel ruolo di Collins, Salvador Axel Torrisi (Herod in “Jesus Christ Superstar”, “La Cage aux Folles”, “The Full Monty”) nel ruolo di Angel, Giovanna D’Angi (“Priscilla,la Regina del Deserto, “50sfumature il musical”, “Hairspray”) sarà Joanne, Natascia Fonzetti (“Priscilla, la Regina del Deserto”, “Cappuccetto Rosso”) è Maureen. Arianna Galletti (swing in “Sunset Boulevard”, “Il Conte Tacchia”) nel ruolo di Mimì, Enrico Sortino (“Il principe Ranocchio”, “Battuage”, “Io mai niente con nessuno avevo fatto”) sarà Benny.

Completano il cast: Simone Nocerino (“Priscilla, la Regina del Deserto”, “Geronimo Stilton”) sarà Angel a Palermo e Ensemble, Luca Gaudiano (cover Collins e Ensemble), Ilaria Nestovito (cover Mimì e Ensemble), Riccardo Grilli (cover Roger e Ensemble), Francesca Pulvirenti (cover Maureen e Ensemble), Giovanni Strano (cover Benny e Ensemble), Fabrizio Scuderi (Ensemble), Salvo Barbagallo (Ensemble), Marina Puglisi (Ensemble), Michela Cimino (Ensemble), Aurelio Rapisarda (Ensemble), Viviana Tupputi (Ensemble).

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Interviste, Teatro

INTERVISTA A CRISTIAN RUIZ – 2a PARTE

cristian2 (1)

Continua la lunga intervista che il gentilissimo Cristian ha voluto concedermi.

Conosciamo un po’ di più il suo pensiero.

E’ vero che ti fanno fare sempre il cattivo? Perché secondo te?

No, anzi! Io ho fatto sempre il bravo ragazzo! Con “L’ultima strega” sempre di Andrea Palotto (autore e regista di Processo a Pinocchio) ho fatto il cattivo: ho avuto una grande soddisfazione da quel ruolo e da lì mi hanno chiamato per Ghost” dove interpretavo un altro cattivo. Devo dire che mi piace; dopo tanti personaggi positivi è bello confrontarsi con un ruolo da cattivo.

In Processo a Pinocchio però non sono cattivo: Pino è solo una vittima, è un po’ psicopatico. Però mi piace; i personaggi negativi, un po’ maledetti mi piacciono molto.

Tra le molteplici attività che svolgi c’è anche quella di tenere stage teatrali; hai un gruppo affiatato di persone che ti seguono quindi anche a livello professionale e ti hanno scelto come insegnante e gira voce che tu sia veramente bravo, professionale ed empatico. Le ragazze e i ragazzi che studiano con te si sentono ad ogni nuovo incontro sempre più arricchiti.

Cosa mi dici del rapporto che si è creato con queste persone?

Una volta il mio maestro di danza mi disse: “Io a lezione ho voglia di aiutare gli altri”. Io non capivo: perché aiutare gli altri? Tu sei un insegnante.

Invece, in realtà, scatta proprio questa cosa: aiutare gli altri a trovare determinate cose perché aiuta anche te. Insieme a loro capisco delle cose di me, della mia arte, degli errori che faccio, di quello che va fatto e di quello che non va fatto; per questo cerco sempre di dire che non ci sono cose giuste o sbagliate nel teatro, nella recitazione, ovviamente sempre tenendo salva la tecnica.

E’ importante capire che ogni persona che vuole fare teatro a livello professionale ha un tipo di talento e questo talento va tirato fuori in qualche modo.

Però mi chiedo, e qui allargo il discorso generalizzando, secondo te come mai in questo periodo sembra che tutti vogliano fare i performer teatrali? Ritieni che sia una vera passione o una moda, dovuta magari anche al fatto che ora se ne parla di più? O, magari, il bisogno di fuggire una realtà cupa e noiosa per rifugiarsi in un posto dove si può fingere di essere qualcun altro?

Non penso sia il bisogno di fingere di essere qualcun altro. Il fascino del Teatro c’è sempre stato, solo che, rispetto a ieri, oggi ci sono maggiori canali di comunicazione e diffusione.

Grazie a prodotti come Glee o Smash, per esempio, anche i ragazzi che non possono andare a teatro o che abitano in piccoli centri urbani hanno capito che il Musical è una forma d’arte molto completa, molto interessante e molto affascinante. Certo, va preso con molta serietà. Io ai miei stage vedo gente che non arriva preparata: non hanno studiato, non hanno imparato la parte a memoria, non sanno la melodia delle liriche, non è un buon punto di partenza. Il punto di partenza è sempre se stessi; studiare a casa, arrivare preparati, perché il successo è quello; il successo non dipende da quanto sei bravo tu, tu devi avere una tua formazione solida. Il successo arriva quando nel momento giusto ti viene chiesto di dimostrare questa solidità, tu lo fai al momento giusto nel posto giusto, ma questa solidità ci deve essere sempre.

Parlaci di Processo a Pinocchio: una psico commedia noir a carattere musicale originale e innovativa. Una realtà in cui credi molto, lo hai dichiarato e si vede. Quando hai letto il soggetto cosa ti ha conquistato?

Mi sono innamorato subito di Processo a Pinocchio e ho capito immediatamente cosa volesse dire Andrea Palotto. Tra l’altro poco tempo prima avevo studiato su Aspettando Godot che è anche quello teatro dell’assurdo, ovviamente ha un altro tipo di appeal, però ho subito capito che c’era quel tipo di comunicazione lì, cioè un impatto forte e questo mi è tanto piaciuto.

Alla prima lettura avevi già chiaro in mente come avresti potuto interpretarlo?

Non avevo già chiaro come sarebbe stato: è un personaggio che ho cercato con Andrea. Le indicazioni che Andrea mi aveva dato erano che Pino è un uomo non cresciuto, un eterno bambino che ha necessità di mentire per essere vivo. Tutto il resto è arrivato insieme poi. Mi è stato molto di supporto Andrea.

Parlaci dei tuoi progetti; cosa si può dire?

Sicuramente abbiamo in mente di portare Processo a Pinocchio in tournée ed è un’ottima cosa: essendo libero da legami posso vivere la mia professione.

Poi ci sono dei bei progetti, uno in prossimità, ma ancora non posso dire nulla. Solo che presto arriveranno news.

Allora attendiamo queste news che saranno sicuramente emozionanti!

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