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Interviste

Lidia Schillaci trionfa a Tale e quale Show 2020!

lidia schillaci

Intervista a Lidia Schillaci: da Operazione trionfo alla vittoria a Tale e quale Show 2020.

Lidia Schillaci, classe 1984, è nata a Palermo, ma ha vissuto e lavorato in giro per l’Italia e per il mondo.

La sua infanzia è segnata dal rapporto conflittuale tra i genitori che li porterà al divorzio e dalla conseguente assenza del padre, ferite che verranno curate dalla presenza nella sua vita della madre, dei fratelli e dall’amorevole cura dei nonni che non le faranno mai perdere il sorriso.

Studia canto, lirico e jazz, pianoforte e frequenta il Conservatorio. Comincia a cantare con le prime band in giro per la Sicilia e accompagnata sempre dalla mamma. A 17 anni e mezzo partecipa ad uno dei primi talent televisivi, Operazione Trionfo, condotto da Miguel Bosè. Qui studia con i migliori insegnanti d’Italia e ha la possibilità di cantare con Dion Warwick, Celine Dion, Phill Collins, Tom Jons e molti altri. Arriva seconda e ottiene un contratto discografico con Warner Music Italy.

Dal 2005 e per sei anni, affianca Eros Ramazzotti nei suoi tour italiani e internazionali al posto di Anastacia, e successivamente Max Pezzali ed Elisa.

In tutto questo tempo non ha mai smesso di concentrarsi sul lavoro di scrittura e composizione per il proprio progetto discografico, ma anche per il cinema e la televisione.

Sempre in anticipo sui tempi, la svolta di Lidia arriva con il sapiente utilizzo dei Social, in particolare Periscope, una piattaforma di Live Streaming attraverso la quale riesce a farsi conoscere e apprezzare oltreoceano raggiungendo più di 3.394.000 milioni di visualizzazioni, tanto che Twitter Italia inserisce Lidia nella “blue list” degli influencer musicisti più rilevanti in italia.

Intanto, in Italia lavora con Fiorello all’Edicola Fiore ed è ospite di Nicola Savino a “Quelli che il calcio”.

Nel 2019 arriva seconda a Tale e quale Show con esibizioni straordinarie che saranno adorate anche negli Stati Uniti. E’ storia di questi giorni il suo trionfo come vincitrice dell’edizione 2020 dello stesso programma condotto da Carlo Conti.

Lidia, la tua è una carriera particolare e già molto lunga e ricca di esperienze significative. Partiamo da Operazione Trionfo, il talent che ti portò ad avere un contratto con la Warner. Oggi siamo abituati a vedere talent di tutti i tipi, ma allora si trattava di una assoluta novità. 

Che esperienza è stata e cosa non ha funzionato di quella esperienza? Che tempi erano per la musica e la discografia italiana?

È stata di sicuro un’esperienza indimenticabile che mi ha dato molto dal punto di vista professionale, ma che è capitata in un periodo, il 2002, nel quale la discografia da lì a poco sarebbe entrata nella grande crisi mondiale che ha colpito la musica.

Altro ostacolo sicuramente il fatto che “Operazione Trionfo” essendo il primo talent Italiano, non era ancora una macchina rodata per produrre talenti e metterli sul mercato musicale.

Da lì di strada ne hai fatta tanta, vivendo incredibili esperienze professionali. Soprattutto, hai intuito il grande potere dei Social e sei riuscita ad utilizzare con capacità e successo Periscope. Lidia, come hai avuto l’intuizione che potesse essere il canale giusto per te? Come è cominciata questa preziosa avventura?

Ho scaricato sul mio smartphone questa applicazione dal nome Periscope, che permetteva di fare delle dirette in LiveStreaming direttamente dal telefonino, dandoti però la possibilità di acquisire nuovo pubblico da tutto il mondo in tempo reale.

È stata un’intuizione naturale, ho capito fin dalla prima diretta che quello poteva diventare il mio palcoscenico digitale grazie al quale potevo dare sfogo alla mia creatività e potevo far conoscere la mia musica a più gente possibile, senza alcun confine di nazionalità, lingua e distanza.

Spinta dall’entusiasmo dell’innovazione a disposizione dell’arte ho creato veri e propri live in diretta usando come scenografia i monumenti più belli della nostra magnifica Italia, il Colosseo, Castel San’Angelo, il Duomo di Milano, il Castello Sforzesco etc … raggiungendo ben 4 milioni di visualizzazioni sulla piattaforma.

Tra l’altro dal 2015-2016 sei impegnata in #LidiaLive #StreetShow, un progetto da te ideato che consiste in appuntamenti musicali nelle strade e piazze delle città di Milano, Roma e Palermo in diretta web; concerti in streaming live a cui partecipano anche vari ospiti del panorama televisivo e musicale italiano.

schillaci

Immagino sia il naturale sviluppo di quello che avevi cominciato con Periscope. A maggio 2020 hai anche ideato un Secret Concert su Instagram. Quale pensi o speri possa essere il futuro di questi concerti social?

Sono stata la prima in Italia a creare un concerto con vendita di biglietti online sui social che desse speranza ad una categoria dimenticata come quella degli artisti e dei lavoratori dello spettacolo nel periodo del Covid e ho potuto constatare quanto sia importante usare la tecnologia a servizio dell’arte e della bella informazione.

Credo che il futuro sia in mano ai creativi ma, non ho un’idea precisa su che futuro possano avere questo tipo di live, credo però che la tecnologia a disposizione delle nostre esigenze, di condivisione , comunicazione, sia una cosa estremamente positiva, sempre se usata nel modo giusto, allo stesso tempo credo profondamente che un vero live, su un vero palco, con un vero pubblico sia insostituibile.

Sei un’artista sempre in anticipo sui tempi. Nel tuo lungo percorso avrai affrontato difficoltà e paure, avrai avuto anche incontri sbagliati: come si gestisce tutto questo quando si è giovani e non si hanno esempi da seguire essendo quasi dei pionieri?

Purtroppo hai poca scelta, quella di vivere, di fare esperienza e, se sbagli, pagare gli errori che hai fatto sulla tua pelle. La vita a volte è spietata, ma da situazioni particolarmente difficili o da situazioni non proprio avvantaggiate avviene spesso il miracolo.

Sono sempre riuscita a trarre forza anche e soprattutto dalle brutte conoscenze, dalle cadute e dalle porte in faccia e penso che queste, tutto sommato, mi abbiano fatto diventare molto più forte.

Io non mi arrendo mai, non mollo mai, perché credo nel profondo che se hai dentro di te il fuoco della passione acceso, nulla può spegnerlo e questa convinzione mi dà da sempre la forza di buttarmi nelle nuove avventure, magari esserne anche pioniera, perché non mi pongo limiti e penso sempre e solo alle soluzioni.

Lidia, hai lavorato tantissimo sia in Italia che all’estero, dove hai riscosso sempre enorme gradimento e riconoscimenti al tuo talento. Cosa serve per emergere musicalmente in Italia? Oggi dove è orientata la discografia italiana?

Per emergere gli ingredienti devono essere molti di sicuro, ma tendo a non andare dietro all’orientamento generale della discografia, perché un orientamento è sempre la copia di qualche altro orientamento.

Credo nell’originalità della creazione, credo ancora nel fatto che se si ha qualcosa da dire e lo si dice bene qualsiasi sia l’orientamento discografico si adatterà al messaggio musicale, che è di sicuro più forte di qualsiasi orientamento.

Penso “all’americana”, se così si può dire, credo nella creazione di progetti artistici che partono da team che si riuniscono, senza regole alcune o paletti di alcun genere, ma solo con la voglia di creare qualcosa di nuovo.

Gli Italiani sono stati pionieri anche in questo, ma, forse, stiamo dimenticando un pò le nostre radici, stiamo dimenticando di investire sulla creazione di un progetto, piuttosto che sul pezzo usa e getta.

Non esiste un pezzo discografico per come la vedo io, esiste un pezzo originale, innovativo, emozionante, particolare e questo è il mio modestissimo parere.

lidia schillaci

Non hai mai smesso di comporre per te stessa, in vista di un tuo progetto da solista. Come le molteplici esperienze vissute, diverse tra loro, confluiscono nella tua identità musicale?

Sicuramente le mie esperienze confluiranno nella mia identità musicale fatta di vita vissuta e di strada percorsa.

Quanto la tua vita privata, soprattutto la tua infanzia, influisce, se influisce, sul tuo stile compositivo? Porti sempre con te, in quello che fai e che scrivi, qualcosa della tua Sicilia?

Influisce tanto sopratutto nel modo in cui canto e nel modo in cui mi faccio attraversare dalla musica mentre la sto percorrendo con la voce. La Sicilia, le mie radici sono sempre con me, scrivo anche in siciliano a volte, la libertà d’espressione che ho tramite il mio dialetto è di sicuro molto vera e profonda.

Oggi, che donna è Lidia Schillaci?

Una donna che porta dentro di sé molti mondi, tutti collegati l’uno con l’altro e che porta dentro di se di sicuro tante esperienze di vita.

lidia

Parliamo della tua ultima esperienza a Tale e quale Show in cui hai trionfato. Tra i personaggi interpretati in questa edizione, quale è stato il più impegnativo, quello che ha costituito una vera sfida?

Una vera sfida è stato interpretare Mina perché è da sempre la mia  cantante preferita, non avrei mai voluto renderle omaggio nel modo sbagliato, per cui è stato parecchio impegnativo e soprattutto un lavoro intenso ed interiore con me stessa.

Devo dire che il mio impegno è stato ripagato dalla vittoria che vale doppio per Mina e per la felicità di avere ricevuto questo bel riconoscimento.

Cosa ti ha lasciato questa esperienza dove speri ti possa portare?

Questa esperienza mi dà la carica per continuare a credere in me stessa e per proseguire nel mio percorso artistico, sicuramente è stato un percorso bellissimo ed una grande palestra.

Progetti e sogni per il tuo futuro immediato?

Nell’immediato sto lavorando al mio album e quindi lavorerò a delle prossime uscite, poi tanti altri progetti che stanno prendendo forma propio in queste settimane, spero di poterne parlare presto!

Grazie

Ringrazio l’Ufficio Stampa Silvia Signorelli per la consueta disponibilità e collaborazione

sisi

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Eventi, Musical, Teatro, Teatro

E’ morto Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh e autore di musical

d'orazio

 Ci lascia Stefano D’Orazio, un altro grande artista che rimarrà eterno per le sue opere e le sue parole scritte in musica

Il 2020 continua a confermarsi un anno nefasto sotto molti punti di vista.

Non abbiamo finito nemmeno di asciugare le lacrime per la morte di Gigi Proietti che ora ci ha lasciati un altro grandissimo artista romano.

Si tratta di Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh che con la sua musica e la sua arte ha contrassegnato più di 50 anni di cultura musicale italiana.

Stefano D’Orazio combatteva da tempo contro una malattia e ne stava uscendo, tanto che stava anche lavorando ad alcuni progetti a cui teneva molto. Purtroppo, però, ha contratto anche il Covid19 e da una settimana era ricoverato presso la Columbus del Policlinico Gemelli di Roma. Disgraziatamente, l’infezione da coronavirus gli è stata fatale.

Basterebbe il suo lunghissimo sodalizio artistico con Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian a caratterizzare la grandiosità della sua carriera e l’enorme popolarità.

Stefano D’Orazio, però, non fu solo batterista, voce, flauto traverso e autore di una parte delle canzoni dei Pooh, ruolo che ricoprì dal 1971 al 2009 e poi di nuovo nel 2015 e 2016 per la reunion per i cinquant’anni del gruppo, ma seguì anche progetti da solista ed ebbe enorme successo anche come autore di musical.

E’ del 2003 Pinocchio il Grande Musical lo spettacolo di Saverio Marconi, con le musiche dei Pooh, prodotto da Compagnia della Rancia, che fu un enorme successo tanto che nel 2010 sbarcò a Broadway e poi al Danny Kaye Theatre.

Nel 2010 uscì Aladin, musical da lui scritto e per il quale i suoi tre ex colleghi Pooh composero le musiche; sempre nel 2010 scrisse i testi italiani del musical Mamma Mia della Stage Entertainment su richiesta delgli ABBA.

Nel dicembre 2011 lavora su W Zorro, con le musiche di Roby Facchinetti; nell’estate 2013 affianca nuovamente Saverio Marconi, in questo caso nella scrittura del musical Cercasi Cenerentola, che debutta agli inizi del 2014 al Teatro Brancaccio di Roma.

Impossibile non far correre il pensiero anche a Manuel Frattini, precocemente scomparso poco più di un anno fa e protagonista di tre di questi spettacoli.

A marzo 2020, proprio sotto pandemia, D’Orazio aveva scritto il testo del brano di Roby Facchinetti Rinascerò rinascerai i cui proventi sono devoluti all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Sembra, inoltre, che Stefano D’Orazio stesse lavorando ad un nuovo spettacolo musicale.

Tre le donne importanti nella vita di D’Orazio: prima l’amore con Lena Biolcati con cui visse una lunga storia facendo da padre alla figlia di lei, Silvia Di Stefano, a cui ha trasmesso la passione per la musica tanto che lei stessa ne ha fatta una professione.

Altra importante relazione fu quella con Emanuela Folliero. Il grande amore della sua vita, però, è Tiziana Giardoni, amore tanto grande da spingerlo, contro ogni aspettativa, a decidere di sposarla nel 2017, lui che era stato sempre così ostico al matrimonio.

“Ho perso una parte di me stessa, Stefano era la mia forza, il mio sorriso, mi mancherà tutto di lui”, scrive la moglie Tiziana.

I Pooh hanno scritto: “Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa”.

Per la famiglia e gli amici stretti il dolore è poi acuito e aggravato dal pensiero di un amico che muore da solo, isolato in un letto a causa del Covid19.

Da tutti i numerosissimi messaggi di dolore e cordoglio, emerge non solo la levatura artistica di Stefano D’Orazio, ma anche una grandissima umanità, correttezza e onestà. Non c’è post sui social che non ne ricordi la trasparenza, la sensibilità, l’intelligenza e la grande positività nei confronti della vita.

Un altro immenso dolore in un periodo già così duro e pesante che tante grandi persone e grandi personaggi ci sta portando via. Ci lascia un altro grande artista che rimarrà eterno per le sue opere e le sue parole scritte in musica.

L’ultimo saluto a questa grande persona e grande personaggio lo lasciamo ad un passo della commovente lettera che scrisse quando decise di lasciare i Pooh per percorrere altre e nuove strade: “Sono al capolinea. Sto per scendere dalla grande astronave luminescente e fortunata che per tanti anni mi ha trasportato oltre le mie aspettative in una lunga avventura indimenticabile, spesso faticosa, quasi sempre straordinaria (…) Grazie, io scendo qui”.

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Danza, Eventi, Recensioni, Teatro, Teatro

Ellington Club Roma

ellington

Il nuovo Permanent Live Dinner Club della Capitale

 

Ellington Club Roma ha aperto le sue porte in Anteprima per una serata spettacolare.

Il locale, che aprirà al pubblico oggi 18 ottobre 2019, si pone l’obiettivo di diventare il nuovo Permanent Live Dinner Club della Capitale.

Situato nella zona del Pigneto, l’Ellington Club si ispira alle ambientazioni di una volta, riportando in vita un genere di intrattenimento che unisce cibo, cocktail e live show.

Il progetto di Ellington Club è ideato e diretto da Alessandro Casella e Vera Dragone. Casella,  attore, proprietario e direttore artistico per diversi anni del Micca Club (https://www.miccaclub.com/alessandro-casella/), produttore discografico, ideatore di una radio online e di un’etichetta discografica, ha portato per la prima volta il Bourlesque in Italia. La Dragone, invece, proprietaria e resident artist, è un’attrice, cantante e ballerina.

Il nome del locale e la produzione artistica sono ispirati al compositore, direttore d’orchestra e pianista jazz e swing Duke Ellington.

Show e Food all’Ellington Club: non solo ottima musica, ma anche gastronomia orientata alla sperimentazione e influenzata dalla stagionalità dei prodotti tradizionali laziali di Pro Loco DOL, selezionati da Vincenzo Mancino.

Cibo e vini, questi selezionati dal sommelier Diego Lambertini, direttore de La Santeria, che porterà alla scoperta di vini naturali a zero impatto ambientale di piccoli produttori.

Il locale si sviluppa su 250 metri quadri, un palco di 35 mq, una sala che può ospitare 140 persone, due aree mixology e un bar internazionale. Atmosfera da film dallo spirito internazionale degli anni’20 dove a predominare sono i toni del verde, marrone e oro firma dell’interior design arredatrice è proprietaria di Santeria Bistrot e La Santeria di Mare, Gioia di Paola.

La serata di anteprima riservata a ospiti, vip, giornalisti e addetti ai lavori, ha visto alternarsi due set di musica dal vivo animati da una band esplosiva e dagli strepitosi cantanti Vera Dragoni, Al Bianchi e Pamela Lacerenza (Gigi).

Ellington Club è un locale del tempo che fu, un luogo sospeso nel tempo e nello spazio, un Club dove artisti e avventori possono entrare in contatto in un ambiente caldo e accogliente.

Ogni giorno è previsto un appuntamento alle ore 19.00 per gustare un menù originale, accompagnato da una drink-list elegante e un intrattenimento live.

A seguire, alle 21.00 live show. La programmazione si alterna tra cast resident per gli spettacoli Broadway To Hollywood e Las Vegas Affair e band e artisti famosi nel panorama del jazz.

Ogni sera un Dinner Show diverso, un repertorio diverso, un’ambientazione diversa, menù gastronomici ispirati e bellissimi costumi nello stile delle epoche rievocate: la musica spazierà dagli anni ‘20 ai ’50 passando dal jazz allo swing fino al tango e al vaietà.

Il cast resident completo prevede la presenza di Vera Dragone, Al Bianchi, Pamela Lacerenza (Gigi) e Danilo Ramon Giannini che si alterneranno nei vari show nei diversi giorni.

La band sarà composta da Edoardo Simeone (piano e arrangiamenti); Vincenzo Meloccaro (sax e clarinetto); Fabiano Giovannelli (batteria); Roman Villanueva (tromba) e Nicola Ronconi (contrabasso).

Una delle bellezze dell’Ellington Club è quello di presentarsi come una rilassante e allo stesso tempo effervescente pausa dalla frenesia della vita e catapultare in una dimensione di altri tempi in cui potersi concedere di essere felici.

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