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Recensioni, Teatro, Teatro

Recensione Sulla riva di un lago

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Teatro Studio Eleonora Duse, 3 marzo 2019 

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Sulla riva di un lago: Assistendo al saggio degli allievi registi del II anno del corso di Regia a cura di Giorgio Barberio Corsetti c’è da ben sperare per il futuro del teatro italiano.

Presso il Teatro Studio Eleonora Duse, all’interno della rassegna dedicata agli studi degli allievi del II anno del Corso di Regia/Premio di produzione per un regista diplomato dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, è andato in scena Sulla riva di un lago, riduzione de Il gabbiano di Anton Checov.

Nonostante gli elementi perfettibili, la rappresentazione è contrassegnata da una forte identità stilistica e dalla capacità del singolo così come del gruppo di perseguire una via unica e condivisa.

Trattandosi di una riduzione per uno studio, l’adattamento è opera di Michele Mazzone e Luigi Siracusa, quest’ultimo anche regista, lo spettatore non troverà tutto Il gabbiano, per quanto globalmente ben sintetizzato, ma potrà trovare Cechov e, soprattutto, una lettura fedele ai personaggi, ma interpretata con personalità.

Possono essere non condivisibili alcune vie intraprese da certe caratterizzazioni, ma va reso merito alla coerenza del progetto, alla forza interpretativa e all’efficacia rappresentativa.

Nella lunga sala del Teatro Studio colpisce subito la passerella in legno che sparisce nel fondo buio: è il pontile sul lago, ma anche passerella per i personaggi in mostra che attraversano le proprie esistenze e su cui aleggiano le proprie anime. Sono bellissime queste figure che arrivano dal fondo fumoso e vi svaniscono come fantasmi. Fantasmi, anime tormentate tutte abbigliate di grigio chiaro.

Molto bravo Lorenzo Ciambrelli. Il suo Konstia è sufficientemente tormentato e confuso. Forse un po’ troppo declamatorio all’inizio, riesce velocemente ad adeguarsi al riverbero della voce nella sala dagli alti soffitti preservando l’intimità del proprio personaggio. Che bello sentire un attore battere le vocali!

C’è da dire che la corretta dizione e la giusta intonazione sono caratteristiche comuni a tutti quanti gli attori le cui voci sono ben comprensibili da ogni lato della sala.

Caterina Rossi interpreta una Mascia cinematografica, emotivamente distaccata da tutto.

Zoe Zolferino, già diplomata presso l’Accademia, interpreta un’Irina Arkadina forte e orgogliosa. Sebbene il personaggio sia ben condotto seguendo delle linee chiare, manca l’aspetto altezzoso e da diva. Arkadina prima di essere donna e madre è una grande attrice: mantiene sempre la posa da diva enfatizzando ogni evento, emozione e frase. I suoi scatti sono dettati dall’orgoglio che deriva dalla sua fama. Diventa umana, e qui è molto ben delineato, nel momento in cui sta per perdere Trigorin  e quando sembra riappacificarsi con Konstia.

Anche nel litigio, seppur inscenato molto bene, deve essere la diva ad arrabbiarsi, mentre è la madre che si riavvicina per un attimo al figlio.

Carlotta Gamba è Nina. Carlotta è molto pulita. La sua Nina è giusta: passa con disinvoltura dall’amore per il teatro a quello per Trigorin, dall’entusiasmo alla disperazione.

Michele Enrico Montesano è un Trigorin intimista: lo vediamo ripiegato su se stesso con le braccia spesso conserte. Per il suo personaggio gioca molto sulla fascinazione culturale e intellettuale più che su quella fisica (che sarebbe potuta essere un’altra chiave di lettura): qui molto fanno lo sguardo e le espressioni.

Meno efficaci Giovanni Scanu, nei panni di Sorin, di cui però colpisce un guizzo negli occhi e Diego Parlanti in quelli di Medevedenko che sembra non aver centrato in pieno il personaggio.

Parliamo di giovani attori, allievi di una prestigiosa scuola che sapranno trarre singolarmente ognuno i propri insegnamenti da questa esperienza che pure resta altamente soddisfacente.

Piacciono alcune scelte registiche di Luigi Siracusa e alcune dinamiche particolari. Del litigio tra Konstia e Arkadina si è detto; è possibile aggiungere i salti ad effetto di Konstia, il camminare sul filo del pontile, il rincorrersi e lo sfuggirsi dei personaggi.

Concludono l’allestimento la chitarra e i suoni elettrici composti ed eseguiti dal vivo da Luca Nostro e la voce solista di Cecilia Bertozzi che insieme sottolineano i momenti emotivi e i flussi di coscienza.

 

Sulla riva di un lago

Studio da “Il gabbiano” di Anton Cechov

Adattamento Michele Mazzone, Luigi Siracusa

Allievo Regista Luigi Siracusa

con Zoe Zolferino

e gli allievi attori del II anno del Corso di Recitazione

Cecilia Bertozzi, Lorenzo Ciambrelli, Carlotta Gamba, Michele Enrico Montesano, Diego Parlanti, Caterina Rossi, Giovanni Scanu.

Musiche originali composte ed eseguite dal vivo da Luca Nostro

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Enrico Montesano torna ad essere Rugantino

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Enrico Montesano torna ad essere Rugantino dopo 40 anni!

Teatro Sistina

27 dicembre 2018. Prima

Dopo quarant’anni Enrico Montesano torna a vestire i panni di Rugantino nella omonima commedia musicale di Garinei & Giovannini, scritta con Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e la collaborazione artistica di Luigi Magni, con le musiche del M° Armando Trovajoli e le scene e i costumi originali di Giulio Coltellacci.

Come si evince dai nomi sopra riportati siamo di fronte alla riproposizione della versione storica originale con direzione artistica, coordinamento musicale, allestimento tecnico-scenografico e rifacimento costumi a cura del team creativo del Teatro Sistina.

Peccato che da nessuna parte sia scritto di chi siano le coreografie, elemento non da poco trattandosi di una commedia musicale con corpo di ballo e comunque elemento imprescindibile nei crediti di qualsiasi spettacolo.

La storia, che si svolge nella Roma papalina del XIX secolo, racconta di Rugantino, giovane baldanzoso, dedito allo scherzo e allergico ad ogni tipo di lavoro, e dei suoi espedienti per vivere senza impegnarsi in serie attività.

C’è poco da dire: Rugantino è uno spettacolo bellissimo e se si riesce a superare quel blocco mentale nei confronti di un protagonista un po’in là con gli anni rispetto a come lo si immaginerebbe, è godibilissimo.

D’altronde stiamo parlando di Enrico Montesano, un mostro sacro dello spettacolo italiano a tutto tondo (teatro, cinema, televisione) che, forte di una pluridecennale esperienza, conserva ancora grandissima energia e agilità fisica senza perdere apparentemente un colpo.

C’è da dire che tutto il cast di questo spettacolo è davvero eccezionale e molto ben assortito, a partire da una bellissima e bravissima Serena Autieri (Rosetta), per passare ad una irresistibile Edy Angelillo (Eusebia) e un super coinvolgente Antonello Fassari (Mastro Titta).

Notevoli tutti gli altri comprimari: la coppia Giulio Farnese (Don Niccolò) e Brunella Platania (Donna Marta) è irresistibile e i due magnifici attori riescono a ricreare dei personaggi incredibili e molto divertenti grazie a quel loro modo di declinare voci e atteggiamenti verso l’ironia e la farsa. Due modi unici, che appartengono solo a loro e che li caratterizzano, ma perfettamente in sintonia tra di loro.

Momenti di bellezza vengono cantati dalla potente e splendida voce di Matteo Montalto nel ruolo de il Serenante e davvero molto energica l’interpretazione di Marco Rea nei panni di Gnecco.

La famiglia Montesano dà prova di aver sfornato promettenti attori: mentre ne Il marchese del Grillo e ne Il Conte Tacchia il grande pubblico ha potuto apprezzare le spiccate doti di Enrico Michele Montesano, qui avrà l’opportunità di conoscere Marco Valerio Montesano in un’ottima prova.

Da citare anche l’apparizione di Monica Guazzini nei panni de La gattara.

Rugantino è uno spettacolo ancora e sempre appassionante, arricchito da un energico e valido ensemble.

Fa impressione pensare a quelle meravigliose scenografie conservate per quarant’anni chissà dove e ora ritirate fuori per questo bellissimo allestimento, così come i costumi, di cui alcuni originali, ritirati fuori da chissà quale magico baule.

Rugantino

Commedia Musicale di Garinei e Giovannini

Scritta con P. Festa Campanile e M. Franciosa

Collaborazione artistica di  Gigi Magni

Scene e Costumi originali di Giulio Coltellacci

Musiche di Armando Trovajoli

Con Enrico Montesano, Serena Autieri, Antonello Fassari, Edy Angelillo, Brunella Platania, Marco Valerio Montesano, Gerry Gherardi, Giulio Farnese, Marco Rea, Alessandro Lanzillotti, Tonino Tosto, Matteo Montalto, Roberto Attias, Monica Guazzini

E con Sandro Bilotta, Mattia Di Napoli, Valentina Bagnetti, Claudia Calesini, Alfonso Capalbo, Raffaele Cava, Marta Ciangola, Marco Ciullo, Laura Contardi, Anna Gargiulo, Sebastiano Lo Casto, Kevin Peci, Silvia Pedicino, Emmanuele Rescigno, Gloria Rossi, Raffaella Spina, Rocco Stifani, Rossana Vassallo, Giuseppe Carvutto, Francesco Miniaci

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Enrico Montesano in Il Conte Tacchia

il conte tacchia

Irresistibile Enrico Montesano nei panni de Il Conte Tacchia

Teatro Sistina

22 febbraio 2018. Prima

Enrico Montesano torna a teatro con un’altra delle sue maschere romane che lo hanno reso celebre e che, allo stesso tempo, egli ha contribuito a rendere celebri.

Dopo Rugantino e Il Marchese del Grillo, é la volta de Il Conte Tacchia. Sebbene anagraficamente ormai lontano dal proprio personaggio, scenicamente Enrico Montesano è sempre un grandissimo mattatore e protagonista d’eccellenza del teatro italiano. È probabilmente per diminuire questa distanza anagrafica tra attore e personaggio che lo spettacolo ha un’apertura e una chiusura che riportano a trent’anni dopo i fatti raccontati nella storia.

Certo anche qui si potrebbe obiettare che, sempre anagraficamente, Montesano sia lontano dal proprio personaggio, ma è assolutamente certo che la sua enorme bravura, lo smisurato talento e la sua inesauribile energia offuscano ogni perplessità a favore del godimento pieno di uno spettacolo molto bello e divertentissimo.

La storia si apre con Francesco Puricelli, Checco, detto il Conte Tacchia (per via della sua abitudine di sistemare delle tacchie, ovvero dei cunei, sotto i mobili traballanti), che torna a Roma, nella sua Trastevere, dopo aver trascorso trent’anni in America, dove era scappato con la sua Fernanda che però aveva subito perduto per via delle leggi sull’immigrazione. Ritrovare i luoghi della sua gioventù lo fa tornare indietro nel tempo, quando, figlio di un falegname,  aspirava a diventare un nobile. Adottando modi educati e un linguaggio elegante, il Conte Tacchia frequenta il principe Torquato Terenzi dal quale spera, un giorno, di ereditare i beni e i titoli nonostante egli sia ormai senza un soldo.

Checco si muove tra l’amore per la popolana Fernanda e la passione per la duchessina Elisa.

Da queste premesse scaturiranno una serie di situazioni a catena decisamente comiche che porteranno Checco a vivere mille situazioni diverse e incredibili fino ad inserirsi, in un modo o nell’altro, nell’alta società.

Il Conte Tacchia arriva al Teatro Sistina in un adattamento liberamente tratto dal celebre film di Sergio Corbucci in formato commedia musicale firmata da Enrico Montesano e Gianni Clementi e con la regia dello stesso Montesano.

Enrico Montesano è il solito immenso artista: sempre in grandissima forma, dà lezione di teatro a tutti per presenza scenica, verve, energia (balla), dirompente simpatia, mantenendo una delle caratteristiche che lo hanno sempre contraddistinto, quella di avere dei tempi comici pazzeschi.

Con lui in scena un cast di alto livello con punte di eccellenza: spiccano tra tutti il grande Giulio Farnese nei panni del principe Terenzi e l’istrionico e strepitoso Andrea Pirolli, in quelli di Alvaro Puricelli, padre de Il conte Tacchia, che conferma di essere uno dei più bravi attori comici teatrali e che conferisce ai propri personaggi sempre grande personalità mantenendo, anche lui, tempi comici da manuale.

La popolana Fernanda è la brava e bella Elisabetta Mandalari, ottima compagna in scena di Enrico Montesano, che ben padroneggia recitazione e canto, forte di una sensibile presenza scenica.

Sua rivale in amore è la bella Benedetta Valanzano, padrona di un personaggio snob e manipolatore.

Dotata di una espressività e recitazione incisive é Monica Guazzini nei panni della duchessina Savelli, moglie del duca Saverio Savelli, interpretato dal bravo Roberto Attias.

Bellissima prova per Enrico Michele Montesano nei panni del marchese Lollo d’Alfieri: ottimo attore, versato anche nel canto e anche egli ben saldo nel proprio ruolo, nei tempi e negli spazi.

Gerry Gherardi diverte nei panni di diversi personaggi: Er Ciriola, l’uomo del circo, il nobile.

Sergio Spurio introduce e commenta disinvolto le scene come uno stornellatore romano nei panni del Sor Capanna.

Poi, ancora, i bravi Giorgio De Bortoli e Tonino Tosto, Giacomo Genova, Ambra Cianfoni, Francesca Rustichelli.

A completare il forte cast un importante ensemble che, con le belle coreografie di Manolo Casalino, fa da preziosa cornice all’intero contesto, composto da: Saria Cipollotti (in scena anche in un piccolo ruolo),Viola Oroccini, Sebastiano Lo Casto, Giuseppe Ranieri, Manuel Mercuri, Rocco Stifani, Valentina Bagnetti, Michela Bernardini, Silvia Pedicino, Kevin Peci, Federico Pisano.

Molto belle le scenografie di Carlo De Marino in molti punti ricche di particolari. Ben curati i costumi di Valeria Onnis.

La messa in scena in forma di commedia musicale è caratterizzata dalle musiche originali del maestro Armando Trovajoli e le nuove canzoni scritte dal maestro Maurizio Abeni.

Il Conte Tacchia è una commedia intelligente e divertentissima: le situazioni comiche si susseguono con progressione soprattutto nel secondo atto. A voler trovare qualcosa da migliorare si potrebbe suggerire qualche taglio, in particolare nel primo atto in cui si indugia in troppi cambi scena necessari più ai cambi d’abito che funzionali all’opera.

Resta, immutabile nella sua forza ed efficacia, lo storico motto del film: “dovete anná a lavorá! Dovemo tutti lavorá!” Forse oggi potrebbe essere cambiato in: “fatece lavorá! Vogliamo tutti lavorá!”.

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Enrico Montesano

Il Conte Tacchia

liberamente tratto dal film di Sergio Corbucci

commedia musicale di Enrico Montesano e Gianni Clementi

regia Enrico Montesano

con Giulio Farnese, Giorgio De Bortoli, Monica Guazzini, Andrea Pirolli, Benedetta Valanzano , Michele Enrico Montesano, Tonino Tosto, Roberto Attias, Elisabetta Mandalari, Gerry Gherardi, Sergio Spurio, Giacomo Genova, Ambra Cianfoni, Francesca Rustichelli

ensemble: Saria Cipollotti,Viola Oroccini, Sebastiano Lo Casto, Giuseppe Ranieri, Manuel Mercuri, Rocco Stifani, Valentina Bagnetti, Michela Bernardini, Silvia Pedicino, Kevin Peci, Federico Pisano.

scenografie Carlo De Marino

musiche originali Maurizio Abeni

coreografie Manolo Casalino

costumi Valeria Onnis

luci Luca Maneli

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