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Comunicati stampa, Teatro

ESTATICA 6 AGOSTO – PESCARA

rita

Estatica 2020.  Secondo appuntamento con “Teatriamoci”: Valentina Olla presenta lo spettacolo su Rita Levi Montalcini

Anche in questa serata spazio alla solidarietà con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori

Il Porto Turistico Marina di Pescara si appresta ad ospitare il secondo appuntamento della mini rassegna curata dall’attore abruzzese Federico Perrotta “Teatriamoci” proprio sul palco di Estatica 2020.

Dopo il “taglio del nastro” con l’attore romano Marco Falaguasta ed il suo monologo divertente “Neanche il tempo di piacersi” si prosegue giovedì 6 agosto alle ore 21.30 con una monografia brillante adatta sia ad un pubblico adulto che a giovani interessati a scoprire una personalità illuminata come quella di Rita Levi Montalcini, neurologa, accademica e senatrice a vita italiana, Premio Nobel per la medicina nel 1986 e protagonista, oggi, di “Rita, un genio con lo zucchero filato in testa”, uno spettacolo prodotto da Uao Spettacoli, di e con Valentina Olla e Sabrina Pellegrino che ne cura anche la regia e con Marco D’Angelo.

Una giovane autrice, nella fattispecie la Olla, sta scrivendo uno spettacolo sulla vita di Rita Levi Montalcini, un’impresa quasi impossibile apparentemente: nulla sembra essere abbastanza intelligente, le parole diventano banali di fronte alla grandezza di una mente così elevata.

La scrittrice inizia così un percorso di fantasia a ritroso nel tempo nella vita della scienziata dall’ “anima imprendibile”, entrando con l’immaginazione nei panni della madre, della sorella e di Rita stessa da ragazza.

Anche per questo appuntamento, sul palco di Estatica 2020 c’è spazio per la solidarietà e non solo per l’entusiasmo con cui il teatro si riappropria delle sue emozioni: la serata dedicata alla figura di Rita Levi Montalcini, all’interno di “Teatriamoci”, sarà a sostegno della LILT, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori presieduta dal Professor Marco Lombardo; si tratta di un segnale importante proprio in un momento in cui l’unione è davvero simbolo di forza.

La parola al Professor Marco Lombardo, Presidente della Lilt di Pescara, Coordinatore della Lilt Abruzzo.

“La Lega Italiana Lotta contro i Tumori – Lilt – di Pescara ringrazia Federico Perrotta, Valentina Olla e tutta l’organizzazione della Uao Spettacoli per aver scelto di dedicare alla nostra Associazione lo spettacolo che racconta, soprattutto ai più giovani, in modo leggero, e proprio per questo con maggiore forza di penetrazione, la vita di una donna, una scienziata, una ricercatrice che alla medicina ha dedicato una intera esistenza, Rita Levi Montalcini. Ed è significativo che testimonial di questo racconto sia un’Associazione che proprio quest’anno ha lanciato nei laboratori dell’Ospedale civile di Pescara un proprio progetto di ricerca autofinanziato sui Farmaci antitumorali agnostici, per potenziare quanto più possibile la guerra contro le patologie oncologiche e fornire ai nostri sanitari nuovi e più efficaci strumenti”.

“Superata la fase clou dell’emergenza Covid-19 – ha proseguito il Presidente Lombardo – anche la Lilt sta gradualmente riprendendo le proprie attività di prevenzione oncologica che, dopo il lungo lockdown anche degli ambulatori assumono una importanza superiore: a partire da ottobre torneremo sul campo con il Nastro Rosa, con gli screening sulla mammella, gratuiti per le pazienti, una campagna che ogni anno ci consente di visitare e, quando necessario, di sottoporre a controlli ecografici, oltre 650 donne. E cercheremo anche di recuperare le visite per la prevenzione del melanoma e dei tumori cutanei, evento tradizionalmente previsto per marzo-aprile, ma quest’anno saltato per l’emergenza Covid-19, oltre che prevedere tutte le attività di promozione, divulgazione, diffusione delle informazioni per la tutela della salute che caratterizzano le nostre annualità e riprendere anche le attività laboratoriali nelle scuole con il ‘Sistema Salute – Prevenzione Oncologica’. Tante attività e iniziative che richiedono programmazione, energie e risorse, e in tal senso assumono una rilevanza strategica le raccolte fondi tese a tendere una mano alla nostra Associazione che poggia la propria attività esclusivamente sul volontariato. Anche la Lilt dunque giovedì 6 agosto sarà al Porto Turistico per rivivere il genio di Rita Levi Montalcini esprimendo il proprio ringraziamento a quanti vorranno dare il proprio contributo alla nostra Associazione”.

Le scene ed i costumi sono di Graziella Pera. Le musiche riarrangiate sono del Maestro Claudio Junior Belli, la consulenza musicale è di  Stefano Volpes.

Il disegno luci è di Marco Laudando mentre le coreografie sono curate da Valentina Varone. La fonica è affidata a Pierangelo Ambroselli (Pro Cube Studio) mentre la progettazione video reca la firma di Mdesign.

Si ricorda che le serate sono organizzate nel pieno rispetto delle normative di sicurezza previste in seguito all’emergenza sanitaria.

I biglietti sono acquistabili su www.ciaotickets.com. Per info e prenotazioni è possibile contattare il numero 333.5001699.

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Recensioni, Teatro, Teatro

Fogli di Immenso Silenzio

Fogli Immenso Silenzio_Locandina

Teatro Orione

11 dicembre 2015. Anteprima

“FOGLI D’IMMENSO SILENZIO”

Testo e Regia di Antonio Nobili

antonio nobili

Quando la poesia racconta la guerra, senza celarne orrore e dolore e la penna del drammaturgo raccoglie questi pensieri per svelare l’umanità dei soldati, senza retorica e dietrologie, solo con l’intento di scavare nell’animo umano per penetrare le trincee della paura e della disperazione, ma anche della coesione che gli uomini al fronte vivevano e il senso di abbandono ineluttabile e il terrore della solitudine delle donne rimaste in patria ad aspettare i propri uomini, allora il racconto è storia e poesia insieme, l’evento non è solo cronaca, ma analisi intima ed emotiva del vissuto umano.

La poesia è quella di Giuseppe Ungaretti; il drammaturgo è Antonio Nobili, a sua volta poeta, perché scrive e dirige un racconto su una pagina orribile della storia dell’umanità, con rispetto, delicatezza, spirito evocativo e voglia di ricordare non le imprese, ma gli esseri umani che di quelle imprese furono i protagonisti sul campo di battaglia e coloro che la guerra la subirono.

Il racconto è un’evocazione, la narrazione di un ricordo che scorre parallelo ad un secondo piano temporale che è lo svolgersi dei fatti ricordati.

E’ Mario, cappellano al tempo dei fatti narrati, a raccontare la storia durante un’intervista: così, mentre i ricordi di una vita consumata lo sorprendono con confusione, Mario diventa simbolo e testimone non solo di un evento, la prima guerra mondiale, ma degli uomini che di quell’evento sono stati protagonisti.

Affidandosi ad un taccuino come su un bastone su cui poggiare la propria memoria, Mario racconta la vita di trincea, la quotidianità dei soldati al fronte.

Quel taccuino è la raccolta delle memorie e delle riflessioni di Giuseppe Ungaretti, dove il poeta aveva annotato ordini, strategie, scontri, ma anche sentimenti e stati d’animo, non solo suoi, ma di tutti i suoi commilitoni.

La vicenda narrata e allo stesso tempo vissuta, si svolge nel Carso isontino, uno dei fronti più caldi del conflitto: si viene immediatamente catapultati nel pieno della battaglia, tra i soldati guidati dal Comandante Umberto.

Conosciamo, così, i soldati immersi nella vita dura e spietata della trincea:  Alfredo, l’unico ad aver già combattuto una battaglia, intento a medicare una ferita a Salvatore, il più giovane del gruppo, classe ’98, perché la guerra non risparmiò nessun uomo in grado di imbracciare un fucile. Incontriamo Giuseppe, insegnante e poeta, andato volontario in guerra con la convinzione e l’auspicio che quella potesse essere l’ultima delle guerre dell’umanità, mentre scrive una lettera ad Antonio, analfabeta, che vuole rassicurare la madre; Mario, il cappellano del gruppo, che ha ritrovato il taccuino di Giuseppe e vorrebbe restituirglielo.

Non c’è solo il campo di battaglia in questo racconto; ognuno di questi uomini ha lasciato a casa un affetto da cui tornare; ognuno di loro è sostenuto e mosso alla resistenza fisica e psicologica da quell’unico, forte desiderio di riunirsi all’altra metà del cuore.

Il Comandante Umberto ha lasciato a casa Mara, la moglie, ad accudire il loro figlio piccolo; Giuseppe vuole tornare da Matilde, per riprendere una relazione appena abbozzata; Salvatore ha nel cuore solo Nadia, fiduciosa che il suo amore possa difendere Salvatore dalle pallottole; Antonio vuole tornare dalla madre tanto amata.

In Fogli di Immenso Silenzio Antonio Nobili non racconta la guerra, ma le vite di chi questa guerra l’ha combattuta e di chi l’ha subita.

Racconta di anime tormentate, impaurite, di uomini grandi o cresciuti troppo in fretta e di donne e famiglie che la guerra la patiscono nella lontananza, nella mancanza, nella paura che il proprio amato possa non tornare vivo e nel terrore che venga loro spazzato via ogni futuro.

Nella solitudine e disperazione della trincea, il momento più difficile è quando viene la notte e i pensieri hanno la nefasta possibilità di correre agli affetti lasciati. Meglio avere il turno di notte, allora, dover fissare per ore il buio con il timore che il nemico possa palesarsi in qualsiasi momento.

Il buio è il vero nemico di questi uomini, perché nell’inattività della notte l’angoscia aumenta. Unico modo per esorcizzare il terrore e vincere il buio è la scrittura: scrivere lettere, pensieri e riflessioni immaginando di parlare con gli affetti lasciati a casa e riempire quel silenzio dell’amore che fa resistere ad ogni costo.

Volano le pagine, volano fogli di immenso silenzio; i soldati riflettono non solo sulla loro umanità, ma anche su quella del nemico, chiedendosi chi ci sia dall’altra parte e se anche costui abbia lasciato a casa qualcuna che ama e che, con trepidazione, lo stia aspettando.

Così, tra lettere mai spedite, riflessioni, pensieri, annotazioni, lettere scritte per altri che non sanno farlo, l’immenso silenzio della notte, quel rumoroso silenzio che la guerra lascia dentro di ognuno, un silenzio enorme e abissale fatto di grida taciute, viene in parte colmato tentando di riempirlo di parole mute.

L’immenso silenzio è la presenza della paura; immenso silenzio sono le 574 lettere che Giuseppe ha scritto per Matilde, ma che non ha mai spedito con la convinzione di poterle un giorno dargliele di persona; l’immenso silenzio è quella situazione di sospensione nel tempo in cui tutto sembra fermarsi e i sogni, i ricordi e i nomi esplodono in mute grida.

L’opera di Antonio Nobili è un immergersi crudo e reale in un’esperienza di vita che cammina sempre a fianco della morte riportando il realismo poetico delle opere di Ungaretti.

Il carattere poetico dell’opera non è, o non è solo, nel riferimento alla poetica di Ungaretti, quanto nel carattere fortemente evocativo del testo di Nobili, nell’uso di un linguaggio vero, reale e rappresentativo, che non è rimando ad altro che non viene detto, ma conoscenza della realtà e delle relazioni esistenti tra gli esseri umani.

E’ un immergersi nel dolore e nella disperazione dell’uomo senza mai perdere la speranza, senza mai essere tetro e triste, ma sempre alla ricerca di un riscatto.

Si immerge, Antonio e ci trascina così nel mondo disperato e disperante della guerra, a fianco di uomini di ogni ceto sociale e di ogni età, proiettili di carne che non rinunciano a mantenere la propria umanità restituendoci vita pulsante laddove la vita veniva messa a rischio e perduta.

Fogli di Immenso Silenzio è un’opera enorme, con all’interno tanti mondi diversi comunicanti tra loro; un’opera impegnativa di enorme impatto che, tra l’altro, per il suo alto valore rientra nel programma ufficiale del Governo per in Centenario della Prima Guerra Mondiale.

Un’opera monumentale impreziosita da una tessitura musicale sublime e da canzoni originali toccanti. La partitura musicale si affianca al recitativo mettendo in comunicazione il racconto sul campo di battaglia con la vita delle donne che aspettano i propri uomini in patria.

Una musica pienamente funzionale al testo, che lo accompagna fondendocisi e restituisce ritmo, cadenza e timbro alla narrazione, attirando così tanto l’attenzione dello spettatore sulla rappresentazione da fargli perdere la cognizione del tempo che passa.

Le musiche originali e le canzoni sono di Antonio Tocco e Davide Tamburrino, la Direzione musicale e gli arrangiamenti di Emiliano Begni.

L’interpretazione degli attori è di altissimo livello.

Alessio Chiodini è un Giuseppe Ungaretti pragmatico, per quanto poeta, sognatore, ma non illuso e dà dimostrazione di una professionalità sempre più alta. Memorabile il momento in cui, sul finir della battaglia, prende in mano la situazione e parla col comando generale. Un personaggio che muta progressivamente e che Alessio accompagna con intensità  nel mutamento.

Daniel De Rossi è bravissimo nel ruolo di Mario, nella doppia veste di giovane Cappellano al fronte e anziano sacerdote che racconta la storia.

Bellissimo il personaggio di Antonio, analfabeta, ma affascinato dal potere della parola e dalle poesie di Giuseppe ed eccezionale l’interpretazione di Marco D’Angelo: puro, pulito, commosso e commovente.

Il monologo di Antonio/Marco è uno dei momenti più toccanti di tutto lo spettacolo.

Insieme a Silvia Del Prete, tra l’altro bravissima cantante, che interpreta magistralmente Giuseppina, la madre, forma la più bella coppia sul palco.

Bravi tutti nel calarsi con consapevolezza nella dimensione storica, sociale ed emotiva della Grande Guerra per restituirne un quadro di grande umanità.

In conclusione sono da segnalare le scenografie visivamente efficaci di Valeria Mangiò e i bei costumi della Sartoria Victoria Iurii.

Musiche Originali: Antonio Tocco e Davide Tamburrino

Direzione Musicale: Emiliano Begni

cast

Alessio Chiodini, Giuseppe Ungaretti

Daniel De Rossi, Mario

Marco D’Angelo, Antonio

Antonio Tocco, Alfredo

 Alberto Albertino, Umberto

Stefano Di Giulio, Ufficiale Fiamme Cremisi

Elisa Lombardi, Matilde, la fidanzata

Vanessa Innocenti, Mara, la moglie

Silvia Del Prete, Giuseppina, la madre 

 Alessia Sala, Nadia

Matteo Maria Dragoni, Salvatore

Direzione musicale Emiliano Begni

Emiliano Begni pianoforte e arrangiamenti

Stefano Ciuffi chitarra

Stefano Napoli contrabbasso

Angelo Maria Santisi violoncello

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