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Boom, il nuovo rebus teatrale e musicale di Andrea Palotto e Marco Spatuzzi

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Dopo l’esplosiva presentazione di giugno 2017 torna a teatro, questa volta al Nuovo Teatro Orione, all’interno del MINDIE, la prima rassegna nazionale di teatro musicale indipendente, Boom, la commedia musicale in due atti di Andrea Palotto e Marco Spatuzzi, in una versione rinnovata.

Anno 1985: nella Casa Famiglia delle Sorelle Genuflesse al Cristo Salvatore, tra suore particolari e dai nomi emblematici, vivono sei giovani ragazze, ognuna con la propria storia di abbandono e un futuro da sognare e costruire.

Anno 2013: nove adolescenti divisi in tre famiglie e una coppia di genitori vivono la propria quotidianità.

Le due dimensioni temporali scorrono parallele e divise, ma, per colpa di un’esplosione accidentale, il filo del tempo si piega e i due mondi vengono in contatto tra loro, facendo incontrare i protagonisti del 1985 con quelli che saranno o potrebbero essere nel 2013.

Le vite di tutti si intrecciano a doppio filo, ma c’è il rischio che alcuni di questi fili possano essere recisi e che il futuro possa subire modifiche sostanziali. Tutti raccolti in una sorta di limbo fuori dal tempo, ingaggeranno una competizione a guardie e ladri contro l’Angelo della Morte.

Boom è il nuovo, intenso ed emozionante rebus teatrale ideato, scritto e diretto da Andrea Palotto, un vero e proprio rompicapo musicale tra fantasy e thriller che regala un effetto sorpresa che stupisce e commuove.

In una corsa verso la salvaguardia del passato per alcuni e del futuro per altri, vengono toccati una serie di temi importanti tra i quali il bullismo, l’amore, le diversità tra individui e anche la morte.

Uno spettacolo adulto fatto da adulti e ragazzi che parla a tutti, avvincente per la complessa trama e appassionante per la bravura dei giovani attor in scena.

Sul palco, infatti, insieme ad attori professionisti, tra i quali la straordinaria Cristina Noci e i divertentissimi Alessandro Tirocchi, Davide Nebbia e Manuela Tasciotti, ci sono quattordici bravissimi giovani attori, provenienti dalla M.T.D.A, Music, Theater & Dance Academy di Fiumicino, che danno prova di vero professionismo.

Un gruppo di ragazzi tutti ad alto livello, che dimostrano concentrazione, preparazione, dimestichezza sia nel cantato che nel recitato, con risultati diversi, ma sempre molto buoni e ottima presenza scenica.

Rispetto all’edizione presentata a giugno, lo spettacolo si presenta ancora più compiuto, con alcune significative modifiche che ne aumentano il livello e l’impatto emotivo sul pubblico e l’inserimento di un nuovo brano musicale e i ragazzi in scena danno dimostrazione di aver lavorato sodo nel tempo crescendo artisticamente.

Ad arricchire l’allestimento di questo entusiasmante spettacolo, sono le musiche e le orchestrazioni di Marco Spatuzzi eseguite dal vivo da Manuela Mazzini al pianoforte, Andrea Scordia al basso, Daniele Formica alla batteria, Monica Canfora al violino e Dario Piccioni al trombone.

 

Boom

scritto e diretto da Andrea Palotto 

musiche e orchestrazioni Marco Spatuzzi 

con Cristina Noci, Alessandro Tirocchi, Davide Nebbia, Manuela Tasciotti, Jacopo Pelliccia, Miriam Balducci, Elisa Franchi, Valentina Lazzari, Evelina Tudisco

e con  i giovani Rebecca Antonaci, Mikol Barletta, Domiziana Beccaioli, Daniele Bianconi, Chiara Bono, Piera Ciferri, Michela Conti, Chiara Del Francia, Pablo Deleuse, Federico Gabriele, Alessandra Iannetti, Giulietta Rebeggiani, Genny Santin Nalin, Matteo Valentini

aiuto regia Valeria Monetti

direttore musicale Manuela Mazzini

scene Teresa Caruso

costumi Bianca Borriello

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Danza, Musical, Recensioni, Teatro, Teatro

Sister Act – Il Musical torna a Roma più travolgente che mai! Teatro Brancaccio, 1 febbraio 2017. Prima.

sister act il musical

Dopo poco più di un anno dal suo debutto al Teatro Brancaccio di Roma, vincitore di due premi agli Italian Musical Awards 2016 per la Miglior Regia (Saverio Marconi) e per la Miglior Attrice non protagonista (Francesca Taverni nel ruolo della Madre Superiora) e del Premio Persefone 2016 alla protagonista spagnola Belia Martin, Sister Act – Il Musical torna, ancora al Teatro Brancaccio, in un nuovo debutto sempre più trascinante.

L’anno di repliche in giro per l’Italia ha rafforzato questo spettacolo, già splendido, conferendogli ancora maggiore forza, impatto e scioltezza e Sister Act – Il Musical si conferma una delle migliori produzioni degli ultimi tempi.

Un allestimento enorme ed eccezionale a partire dalla traduzione e dalle liriche italiane nella composizione perfetta di Franco Travaglio, per passare alla direzione musicale ineccepibile di Stefano Brondi, fino alle coreografie stile Las Vegas di Rita Pivano realizzate in perfetta sincronia e che mettono una gran voglia di ballare.

Ci sono poi le scenografie pazzesche di Gabriele Moreschi. Tante, tutte ricche ed accurate, meravigliose: con cambi scena rapidi e dinamici si passa dal locale in cui Curtis e i suoi si ritrovano, al covo della banda; dall’ufficio dello sceriffo al convento; dal refettorio delle suore al bar fuori del convento; dalla casa di Eddie alla chiesa, con tanto di volte e “vetrate”; e tanto altro ancora.

Bellissimi i costumi di Carla Accoramboni attenta a confezionare un abito diverso per ogni personaggio contribuendo a mettere in risalto le singole individualità e declinando l’abito da suora in varie versioni gospel colorate e luccicanti.

Sfumature, effetti, toni e colori vengono messi in risalto dal disegno luci perfetto di Valerio Tiberi. Audio perfetto grazie al disegno suono di Emanuele Carlucci.

Il tutto diretto dalla mano esperta di Saverio Marconi, qui alla sua migliore regia degli ultimi anni, coadiuvato dall’assistenza di Davide Nebbia.

Sul palco un gruppo di lavoro di grandi professionisti di alto livello che dimostrano grande affiatamento e in cui le new entry risultano perfettamente amalgamate.

Belia Martin è ormai padrona della sua spumeggiante e incontenibile Deloris Van Cartier a cui dona la sua splendida voce nera, calda, in stile gospel. L’ho trovata ancora più a proprio agio in questo ruolo e sono significativi e apprezzabili anche i notevoli progressi che ha fatto con l’italiano, riuscendo ad acquisire ancora maggiore spigliatezza nella recitazione.

Pino Strabioli è sempre più divertente nei panni di Monsignor O’Hara.

Suor Cristina, nei panni della novizia Suor Maria Roberta, conferma il suo indiscusso talento canoro.

Tra le new entry, Jacqueline Maria Ferry, performer, attrice, cantante e musicista italo-francese che fa suo il ruolo della Madre Superiora caratterizzandolo e colorandolo in base alle proprie grandi qualità interpretative e canore riuscendo a creare un personaggio con tratti diversi rispetto alla precedente straordinaria e indimenticabile interpretazione di Francesca Taverni.

Felice Casciano è straordinario! Per lui, in questo anno, una crescita esponenziale su tutti i fronti, grazie alla quale il suo Curtis acquisisce ancora maggior impatto.

Marco Trespioli dimostra una gran bella crescita rispetto all’anno scorso. Il suo Eddie è ormai perfetto.

Fantastico il trio degli scagnozzi di Curtis, grandi individualmente, con bellissime voci e fortissimi insieme: Silvano Torrieri (Joey), Vincenzo Leone (De Niro) e, con mia grande e felice sorpresa, il nuovo arrivato, Tiziano Caputo, che dà una splendida prova nei panni di TJ, nipote di Curtis. Avevo già visto recitare e sentito cantare Tiziano, ma qui ha superato le aspettative.

Meravigliosa e divertentissima interpretazione di Claudia Campolongo nei panni di Suor Maria Lazzara.

Mi sono davvero goduto la performance di Manuela Tasciotti nelle vesti di Suor Maria Patrizia.

Sono contentissimo di aver potuto apprezzare un’ulteriore crescita generale di ogni singolo elemento, crescita che si riverbera, inevitabilmente, nell’energia del gruppo.

Segnalo due importanti presenze nell’ensemble: quella di Valentina Naselli, nel ruolo della prostituta, della ragazza del bar oltre che nei panni di suora e quella di Elena Nieri nei panni di Suor Valeriana e ragazza del bar. Valentina ed Elena sono due grandi professioniste protagoniste di tanti spettacoli di successo.

Non sono in grado di nominare tutte le bravissime ragazze e i ragazzi dell’ensemble e mi dispiace, ma meritano un grandissimo applauso. Realizzano le coreografie a perfezione, con grandissima energia e nei momenti corali polifonici sono eccezionali.

Sister Act – Il Musical è uno spettacolo unico, travolgente, spumeggiante e trascinante  con una perfetta armonia di testi, liriche, musiche, luci, scene e suono.

Oltre all’ingresso di alcuni nuovi elementi, ho notato delle piccole modifiche, non sostanziali, ma importanti nel complesso, che conferiscono una maggiore fluidità alla narrazione in generale.

Resto sempre dell’idea, però, che sia uno spettacolo un po’ troppo lungo e che alcuni brani da solista che rappresentano momenti di introspezione e riflessione dei personaggi andrebbero tagliati per arrivare con maggiore leggerezza.

Non ho raccontato la storia di Sister Act, ma mi auguro che chiunque si avvicini a questo spettacolo già la conosca, avendo magari visto il film con un eccezionale cast tra cui la straordinaria Whoopi Goldberg.

Quello che voglio aggiungere è che questo spettacolo, oltre che bellissimo, divertente e trascinante, riesce ad esprimere il messaggio di fondo che è il senso di fratellanza (sorellanza dovrei dire), quel sentimento di solidarietà e profondo amore fraterno che ci fa mettere la nostra vita al servizio degli altri, anche se questo dovesse significare sacrificarla.

Brani come Apri il cuore e Fammi Volare sono eccezionali. La scena in cui le suore si fanno avanti per proteggere Deloris e quella in cui è in ginocchio e sta per essere uccisa da Curtis e canta il reprise di Fammi Volare sono emozionanti, quasi commoventi. Merito di una grande interpretazione corale.

sister act il musical sister act il musical sister act il musical

Viola Produzioni, Alessandro Longobardi, in collaborazione con Compagnia della Rancia

presentano

Sister Act – Il Musical

musiche Alan Menken

liriche Glenn Slater

testo Cheri Steinkellner e Bill Steinkellner

dialoghi aggiunti Douglas Carter Beane

basato sul film Touchstone Picture “Sister Act” scritto da Joseph Howard

regia Saverio Marconi

traduzione e liriche italiane Franco Travaglio

direzione musicale Stefano Brondi

coreografie Rita Piavano

scene Gabriele Moreschi

costumi Carla Accoramboni

disegno luci Valerio Tiberi

disegno suono Emanuele Carlucci

con Belia Martin, Pino Strabioli, Jacqueline Maria Ferry, Suor Cristina, Felice Casciano, Marco Trespioli, Claudia Campolongo, Manuela Tasciotti, Silvano Torrieri, Vincenzo Leone , Tiziano Caputo

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L’Ultima Strega. Teatro Brancaccio, 27 ottobre 2016. Prima.

l'ultima strega

A tre anni di distanza dalla prima messa in scena, L’Ultima Strega torna al Teatro Brancaccio di Roma con un cast in buona parte rinnovato, nuove orchestrazioni e debutta con grandissima energia riscuotendo un enorme successo.

L’Ultima Strega nasce da un’idea di Marco Spatuzzi, Andrea Scordia e Raffaella Misiti ed è scritto da Marco Spatuzzi e Andrea Palotto, che ne è anche il regista.

Ispirato ad una vicenda reale, lo spettacolo racconta la storia di Anna Goeldi, ultima donna ad essere uccisa in Europa perché accusata di stregoneria. Il pretesto del racconto viene fornito da due giornalisti dei nostri giorni che, attraverso un libro ricevuto in dono, immaginano la storia di Anna Goeldi, romanzando la realtà. Ci riportano così in Svizzera, nella Glarona del 1782, epoca in cui si svolgono i fatti raccontati.

“Chi è Anna Goeldi?” è la domanda che da subito tutti si porranno nel piccolo paese dove è arrivata. Lei, così diversa da tutte le altre donne, che non esita a ballare in piazza con un giovane oppure con un uomo sconosciuto. Anna Goeldi è una donna colta, proviene infatti da una famiglia benestante; è una donna forte, emancipata, volitiva, ma non per questo rigida o scontrosa, bensì solare e gentile. Ha un forte istinto materno non realizzato. Però, Anna Goeldi è anche una donna misteriosa: nessuno sa, infatti, perché sia arrivata a Glarona.

Anna, che è stata segnata profondamente da un’esperienza tragica, non cerca il riscatto o la rivalsa,   ma è una donna che con coraggio cerca la verità. Il suo modo di essere aperta, lucida e determinata, le farà incontrare la simpatia e la fiducia del giovane Lucas, fabbro del paese, e farà innamorare Leopold, il panettiere. Allo stesso tempo, però, la sua spiccata intelligenza e arguzia la faranno scontrare col dott. Tschudi, medico e giudice del paese, uomo fieramente e rigidamente illuminista che tira le fila della vita a Glarona.

L’Ultima Strega non è solo questo: racconta molto di più, ma aggiungere altro sulla storia vorrebbe dire rovinare l’effetto sorpresa di questo splendido thriller musicale.

L’Ultima Strega è un capolavoro drammaturgico di Andrea Palotto che ha la meravigliosa capacità di creare storie affascinanti e coinvolgenti, diverse tra loro e di intrecciarle con grandissima abilità, unendo realtà e finzione in un perfetto equilibrio ricco di suggestione.

Le opere di Palotto sono dei mosaici perfetti in cui ogni tassello è fondamentale in sé e determina, nella composizione con gli altri, il senso generale. Allo stesso tempo, queste tessere, ognuna dotata di una propria individualità compiuta, rimescolate come lui sa fare, danno vita non ad una sola figura, ma ad una serie di geometrie diverse, fornendo di volta in volta significati differenti.

L’intenzione di fondo di Palotto, condivisa da Marco Spatuzzi, è quella di fornire spunti, non soluzioni: il testo, infatti, apre ad una serie di domande alle quali gli autori stessi non intendono dare risposte precostituite, ma è soggetto a diverse interpretazioni a seconda del punto di vista da cui lo si guarda.

L’Ultima Strega stimola l’attenzione dello spettatore, coinvolgendone l’interesse, lasciando, però, aperte diverse chiavi di lettura. Sono tanti e importanti i temi affrontati: l’amore (in varie sue declinazioni), il Caso, la Fede, la Ragione, il rapporto tra verità e verosimiglianza, l’emarginazione, la paura dello straniero.

La drammaturgia è di gran livello, ottimamente scritta e ben strutturata semanticamente: la parola si fa veicolo di senso, il segno di significato. E’ affascinante l’uso che Palotto riesce a fare della parola riuscendo a collegare gli eventi anche su linee temporali diverse.

Allo stesso modo la musica di Marco Spatuzzi fa da tessitura e substrato a questa fitta trama drammaturgica alla quale si unisce diventando testo essa stessa. Le parti musicali, infatti, non sono accessori o abbellimenti, ma sottolineano momenti particolari dello spettacolo, dando risalto alle scene ed evidenziando l’emotività del testo. La musica dona così alla parola la capacità di travalicare se stessa e diventare pura emozione.

Ne è prova, per esempio, l’importante ruolo dell’ensemble che, non resta sullo sfondo, ma è protagonista: è presenza vera ed importante, è parte integrante di un racconto. E’ coro greco: sono le voci di Glarona, sono la diffidenza del popolo, la sua paura, la sua cattiveria; è la coscienza messa a tacere. A dare vita, corpo e voce a questa storia sul palco, un gruppo di lavoro che ha dimostrato una grandissima energia e fortissima sinergia.

Valeria Monetti è Anna Goeldi. Valeria è immensa, così presa, coinvolta e sempre precisa. Ha una presenza scenica che lascia il segno, si avverte ogni vibrazione dell’animo del suo personaggio. Va riconosciuto il merito a questa grandissima attrice dalla voce potente e meravigliosa, di riuscire ad interpretare ogni personaggio sempre in maniera diversa. Valeria dimostra la grandissima passione per quello che fa, la sua enorme professionalità e, non ultimo, il suo rispetto per il pubblico adattando ogni volta se stessa al personaggio, modulando gestualità, voce e intenzione a seconda del ruolo. Valeria è ogni volta chi interpreta e non il contrario.

Cristian Ruiz è Johan Jacob Tschudi, il medico giudice di Glarona, sposato con Teresa e padre di Sara. Cristian è sempre Cristian, non c’è che dire. Per lui ancora un personaggio forte, determinato, saldo nelle sue convinzioni. Cristian dimostra di trovarsi a proprio agio in questi ruoli così lontani dal suo modo di essere che riesce a tratteggiare con grande forza e carica emotiva.

Valentina Arena è Teresa, la moglie del dott. Tschudi. Un’interpretazione sublime di questa dotata ragazza che è una grande attrice ed una eccezionale cantante.

Mikol Barletta fa qui il suo esordio teatrale con il ruolo di Sara, figlia dei coniugi Tschudi e molto legata ad Anna. Mikol porta nel personaggio tutta la freschezza e le genuinità dei suoi quindici anni, ma caricandola di un’interpretazione intensa e convincente.

Giulio Corso è Lucas, il giovane fabbro che si innamora di Sara e fa riferimento ad Anna per farsi aiutare nel conquistarla. Giulio dà qui un’altra prova di grande bravura, vestendo i panni del ragazzo buono, ingenuo e timido, caratterizzato da una divertente balbuzie, dando dimostrazione di un bel lavoro fatto sulla gestualità e l’espressione verbale. Senza tralasciare la freschezza e la potenza della sua voce nel cantato.

Lorenzo Gioielli è un grande. Il suo Padre Mottini, pastore di Glarona, è un uomo fiero e rigido. Lorenzo lo veste di sé, accompagnandolo in un percorso anche interno, personale, dandogli quella fierezza che verso la fine diventerà altro.

A Simone Colombari spetta un ruolo difficile: lui è Leopold, il panettiere dolce e buono innamorato di Anna, che la corteggia con goffaggine e a suon di frasi che fanno sempre riferimento al suo mestiere. A lui, come anche alla coppia che citerò a seguire, è affidata la parte comica dello spettacolo, compito che Simone svolge con precisione scatenando l’ilarità dei presenti. Il suo personaggio, che sembra leggero, ha, in realtà, una funzione determinante nella creazione di certe dinamiche. La bravura di Simone sta nel mantenersi costantemente spontaneo senza diventare mai caricaturale.

Come lui, ma in maniera diversa, anche Alessandro Tirocchi e Maurizio Paniconi svolgono il ruolo di far cambiare di tanto in tanto direzione alla storia, regalando momenti di divertimento. Essi sono sia i giornalisti da cui prende avvio lo spettacolo e che guidano un po’ la storia, sia due personaggi della storia stessa: Alessandro è Albrecht, il consigliere anziano, Maurizio, invece, Carl, marito di Clara, una energica donna del popolo che sarà tra le prime nella caccia alla strega, interpretata da una potente e carismatica Daniela Simula.

Insieme a lei a dar vita a battibecchi fulminanti, ma spassosi, Manuela Tasciotti, nel ruolo di Marta Vart: i suoi sguardi e la tonalità della voce bastano a creare un personaggio molto pungente.

A seguire c’è il popolo, accusatore e giudice, composto da bravissimi artisti che si sono mossi in grande sintonia e hanno creato con le loro bellissime voci momenti concertistici molto armonici: Albachiara Porcelli (che interpreta anche il ruolo di Evelin), Rosy Messina, Angela Pascucci, Daniele Derogatis, Michelangelo Nari.

L’Ultima Strega è un musical drama, un thriller musicato, in cui, come già scritto, musiche e testi sono essi stessi drammaturgia. Oltre a Marco Spatuzzi, autore delle musiche, mi sembra doveroso citare anche le splendide orchestrazioni di Alessandro Taruffi e la mirabile esecuzione dal vivo dell’orchestra composta dal direttore musicale Andrea Scordia al basso, Tiziano Cofanelli alla batteria e Federico Zylka alla tastiera.

Per quanto riguarda le scenografie, Gianluca Amodio ce ne regala sempre di bellissime e curate: qui, una costruzione a due piani, posizionata su un pannello girevole, con una lunga scala che sale intorno per la metà, è ogni volta casa degli Tschudi, confessionale di Padre Mottini, chiesa, camera da letto, officina e così via. Dall’altro lato, delle sedute compaiono e scompaiono all’occorrenza. Ogni cambio scenografico avviene con grande fluidità e naturalezza senza creare alcuna interruzione.

Completano il cast tecnico i costumi di Bianca Borriello, il bellissimo disegno luci di Daniele Ceprani e il contributo di Emanuela Maiorani come aiuto regia.

L’Ultima Strega

musical drama di

Andrea Palotto e Marco Spatuzzi

con Valeria Monetti, Cristian Ruiz, Giulio Corso, Mikol Barletta, Lorenzo Gioielli, Simone Colombari, Alessandro Tirocchi, Maurizio Paniconi, Daniela Simula Manuela Tasciotti Rosy Messina, Albachiara Porcelli, Daniele Derogatis, Michelangelo Nari, Angela Pascucci.

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