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Recensioni, Teatro, Teatro

L’amore per le cose assenti: un suggestivo viaggio nel non detto. Off/Off Theatre, 24 aprile 2018

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Alcune persone vivono di assenze: le subiscono, le patiscono, ma anche ci si nutrono, magari inconsapevolmente.

Talvolta ci si abitua talmente tanto all’assenza da finire che questa riempia la vita fino ad essere percepita come una presenza. A quel punto la coscienza quasi si addormenta, come sedata, e si lascia che l’assenza sfumi in qualcosa a cui non ci si preoccupa di dare un nome perché si ha paura di riconoscerla per quello che è.

Spesso, purtroppo, per molti è meglio vivere nell’unione con una persona che fondamentalmente ci è estranea piuttosto che affrontare la solitudine.

Probabilmente è questo che stanno vivendo Matteo e Giulia.

Durante il prologo, ottimamente interpretato da HER, come presenza narrante, allo stesso tempo personificazione dell’assenza che si svela a se stessa come IO che riconosce la propria mancanza e rappresentazione di un procedimento logico e psicologico sano, lo spettatore viene a conoscenza di un precedente matrimonio di Giulia, al quale lei stessa aveva posto fine perché non ci si riconosceva più.

Indossa, HER, un vestitino e, sul viso, una maschera che la fanno somigliare ad una bambola di porcellana. Tra le mani tiene un coltello con cui infierisce su una torta di compleanno. L’abitino da bambola lascerà poi posto ad una giacca da frac indossata sopra a una guepiere.

Attraverso le sue parole scopriamo che Giulia ora è risposata con Matteo e hanno un figlio di sette anni. E’ il suo quarantesimo compleanno e Matteo ha organizzato per lei una festa di compleanno da celebrare loro due soli. Matteo vuole fare un regalo a Giulia: la libertà. Infatti, ha deciso di lasciarla: vuole dirle addio guardandola negli occhi.

La cosa coglie Giulia totalmente impreparata: sbigottita e incredula piange, si arrabbia, lo prega di ripensarci, chiede spiegazioni, lo accusa. Matteo, irremovibile nella sua decisione, cerca di farle capire il proprio punto di vista, a volte dimostrandosi condiscendente, altre deciso, altre ancora manifestando rabbia e frustrazione.

Giulia e Matteo ora parlano, trascinandosi in un conflitto verbale dove finalmente possono dirsi tutto, possono comunicarsi tutte le cose non dette. Ripercorrono la loro relazione non nei fatti che li hanno visti protagonisti, ma negli eventi emotivi, andando avanti e indietro in un percorso psicologico attraverso sentimenti e stati d’animo.

Incontratisi per colmare due solitudini, sono stati sopraffatti dall’abitudine e non sono stati capaci di di reagire di fronte all’evidenza di una stagnazione emotiva che, invece, hanno preferito nascondere a se stessi, forse per la paura di rimanere soli.

In questo accorato conflitto finalmente riconoscono le proprie solitudini, prendendo coscienza della distanza che li ha sempre uniti: accusandosi e rivangando, escono fuori tutte le cose non dette e Matteo e Giulia possono finalmente calarsi in se stessi e conoscersi.

Escono fuori le mancanze e le assenze, personali e reciproche; esce fuori un amore che è prima di tutto per se stessi. Un amore per le cose assenti, che sono quelle di cui alla fine ci accorgiamo di avvertire maggiore mancanza, perché sono quelle che veramente ci necessitano.

In questo processo in cui finalmente Matteo e Giulia buttano fuori tutto il non detto, i due potranno ricominciare: insieme o separati non conta, questo è lasciato alla libera interpretazione dello spettatore. La fine, infatti, riporta in parte all’inizio, che potrebbe sembrare, alla luce di quanto visto, già una coazione a ripetere.

Che ora sia una volta per tutte o che il ciclo possa rigenerarsi, anche questo non è dato sapere; ognuno darà una risposta in base al proprio vissuto.

L’amore per le cose assenti è uno spettacolo emozionante e coinvolgente che costringe l’individuo a confrontarsi non solo con il testo, bellissimo, ma, soprattutto, con se stesso.

Il meraviglioso testo di Luciano Melchionna, infatti, colpisce per realismo e crudezza dei sentimenti, operandone una sezione quasi chirurgica, come dimostra l’enorme cuore che occupa quasi tutta la scena e che all’inizio sembra smettere di pulsare, per ricominciare a far sentire i propri battiti alla fine. Un cuore che batte, che sia per se stessi o per un altro non conta, ma che  ricomincia a pulsare.

Un testo realista e crudo, si diceva, ma che rimane poetico, ossia suggestivo e ispirante.

Lo spettatore è inevitabilmente coinvolto, potendosi immedesimare alternativamente con l’uno o con l’altra dei personaggi, riconoscendosi nelle emozioni, nelle assenze, nelle parole che fanno parte anche del proprio non detto. Un testo che può essere catartico o suggerire, almeno, spunto per cambiare direzione.

La forza del testo viene valorizzata dall’interpretazione accorata, intensa, appassionata e tesa dei due bravissimi attori, Giandomenico Cupaiuolo e Valeria Panepinto che tanto bene sanno attraversare e restituire la dimensione psicologica ed emozionale dei propri personaggi, accompagnati dalle ispirate musiche originali di Stag.

Lo spettacolo termina con un epilogo di cui è sempre protagonista HER, qui col suo violino, che durante lo spettacolo fa delle rapide e brevi incursioni per sottolineare alcuni processi psicologici ed emotivi: nel suo breve monologo invita lo spettatore a smettere di essere un mero osservatore dei fatti altrui, ma di confrontarsi con i temi affrontati e mettersi in discussione in riferimento ad essi.

Coazione a ripetere o ricominciare? A ognuno la propria risposta.

Lamore-per-le-cose-assenti_ETCVT-12 Lamore-per-le-cose-assenti_ETCVT-11 Lamore-per-le-cose-assenti_ETCVT-7 L'amore per le cose assenti_Attilio Cusani 1

L’amore per le cose assenti

di Luciano Melchionna

con Giandomenico Cupaiuolo e Valeria Panepinto

e con la partecipazione di HER

scene Roberto Crea

musiche originali Stag

costumi Milla

assistente alla regia Sara Esposito

regia Luciano Melchionna

produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro

Si ringrazia l’ufficio stampa dell’Off/Off Theatre nelle persone di Carla Fabi e Roberta Savona

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Comunicati stampa, Teatro

TEATRO SANNAZARO – LUCIANO MELCHIONNA – A volte ritornano! L’amore per le cose assenti, 20, 21 e 22 aprile 2018

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L’amore per le cose assenti

di Luciano Melchionna

con Giandomenico Cupaiuolo e Valeria Panepinto

e con la partecipazione di HER

scene Roberto Crea

musiche originali Stag

costumi Milla

assistente alla regia Sara Esposito

regia Luciano Melchionna

produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro

date 20, 21 22 aprile

orari venerdì e sabato ore 21, domenica ore 18

durata 90 minuti

L'amore per le cose assenti_Attilio Cusani 1

È il giorno del quarantesimo compleanno di Giulia che riceve in regalo da Matteo, il suo secondo marito, la libertà: lui ha organizzato per lei una bellissima festa di compleanno… ma non ha invitato nessuno. Vuole restare solo con la moglie, occhi negli occhi, per dirle addio.

Giulia e Matteo finalmente parlano, dunque, in un confronto vero e sincero non più mediato dai sensi di colpa, sterminati ormai dalla voglia di verità che li anima. E che ci coinvolge, facendoci immedesimare ora nell’uno ora nell’altra, mentre si chiedono che fine abbia fatto la magia del primo incontro, e dove si annidi il preciso momento in cui le convenzioni sociali hanno preso il posto dei sentimenti. Liberi dal peso delle parole mai dette, i due protagonisti approderanno ad una risoluzione spiazzante, per loro. Luciano Melchionna, il creatore di Dignità Autonome di Prostituzione, scrive e dirige quest’originale e impietosa autopsia dei sentimenti: un’indagine sull’amore scandita dalla narrazione di Her, nel ruolo di prologo, epilogo e, forse, di personificazione dell’Amore. Che, forse, esiste.

Note di regia

“Prologo – Lei: L’amore rende ridicoli. Lui: Quello è l’innamoramento. Lei: Rende ridicoli all’inizio, sì, ma anche alla fine.”

Oggi Giulia compie quarant’anni. A parte le rughe da cancellare con ogni trattamento di bellezza possibile, ‘dentro’ non è cambiata molto da quando ne aveva venti: continua a ‘camminare scalza’ in giro per il mondo come una bimba e a cercare il principe azzurro che la prenda in braccio. Anni prima ha vissuto il naufragio del suo primo matrimonio, ricostruendo il primo incontro: “Era successo qualcosa di forte. E ora? Dov’è?” Ha voluto ricostruire la prima meravigliosa serata trascorsa insieme, nei dettagli, per comprendere cos’era successo e come tanto entusiasmo e tanta felicità abbiano potuto, in pochi anni, trasformarsi in una perdita.

Oggi il suo secondo marito ha organizzato per lei una bellissima festa di compleanno… ma non ha invitato nessuno. Vuole restare solo con la moglie, occhi negli occhi, per dirle addio.

È il suo regalo di compleanno: la libertà.

”Lui – Piano piano, subdolamente, hai proiettato davanti ai miei occhi un ologramma cucito su misura dalla brava sartina dell’Amore, un ologramma di me da farmi indossare… e io l’ho indossato, per amor tuo! E l’ho tenuto a pelle anche se bruciava, o mia Medea, l’ho tenuto addosso soffrendo in silenzio per amore della nostra creatura mentre andavo a fuoco! Tutti sappiamo che finisce, e che magari non finisce insieme ma più spesso prima per l’uno e poi per l’altra… eppure tutti, se finisce prima per l’altro, impazziamo, non capiamo, rinfacciamo, recriminiamo e ci disperiamo: che palle! Lei ‐ Ma che vuoi? Mi lasci disperare in pace? Fa parte del pacchetto, no? Ci siamo conosciuti, corteggiati, amati, fidanzati e ora uno dei due si dispera: io! Tocca a me! Non liquidare il mio dolore! Non sminuire la mia atroce sofferenza, per dio! Lasciami attaccare alle tende, smettere di mangiare, invecchiare a vista d’occhio, regredire nell’autostima, vomitare il peggio di me e sperare di morire e rinascere al più presto per sedermi sul fiume ad aspettare di vederti passare trascinato dalla corrente fangosa mentre anneghi!”

Un’originale, impietosa autopsia dei sentimenti. Un confronto non più mediato dai sensi di colpa, sterminati ormai, implacabilmente, dalla voglia di verità che anima entrambi. Liberi dal peso delle parole mai dette, i due protagonisti approderanno ad una risoluzione spiazzante, per loro.

“Epilogo ‐ Beh? Che fate lì fermi? Spiate la loro intimità? Guardoni pure, ora? Non vi basta aver annusato a lungo nei loro panni sporchi? Esservi specchiati nello smarrimento del loro malessere? Dite la verità: vi siete riconosciuti, qua e là? Andrete a casa riflettendoci su, come spero? Cercherete di migliorare la qualità dei vostri rapporti?”

 L'amore per le cose assenti_Attilio Cusani 3

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Comunicati stampa, Teatro

L’amore per le cose assenti, scritto e diretto da Luciano Melchionna. Off/Off Theatre, dal 24 al 29 aprile 2018

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Dal 24 al 29 Aprile 2018

Via Giulia, 20 – Roma 

ENTE TEATRO CRONACA VESUVIOTEATRO

presenta

L’AMORE PER LE COSE ASSENTI

scritto e diretto da Luciano Melchionna

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con Giandomenico Cupaiuolo e Valeria Panepinto

e con la partecipazione di H.E.R.

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Scene Roberto Crea, Costumi Milla, Musiche Originali STAG

Assistente alla Regia Sara Esposito

 

Regia LUCIANO MELCHIONNA

 

Dal 24 al 29 Aprile all’OFF/OFF Theatre è di scena L’Amore Per Le Cose Assenti, il nuovo spettacolo scritto e diretto da Luciano Melchionna, prodotto da Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, che vede in scena gli attori Giandomenico Cupaiuolo e Valeria Panepinto, con la partecipazione della violinista H.E.R., a cui si aggiungono le musiche originali degli STAG, band rivelazione da sempre cara al regista, ideatore insieme a Betta Cianchini del fortunato format Dignità Autonome di Prostituzione.

È il giorno del quarantesimo compleanno di Giulia che riceve in regalo da Matteo, il suo secondo marito, la libertà: lui ha organizzato per lei una bellissima festa di compleanno, ma non ha invitato nessuno. Vuole restare solo con la moglie, occhi negli occhi, per dirle addio. Giulia e Matteo finalmente parlano, dunque, in un confronto vero e sincero non più mediato dai sensi di colpa, sterminati ormai dalla voglia di verità che li anima. E che ci coinvolge, facendoci immedesimare ora nell’uno ora nell’altra, mentre si chiedono che fine abbia fatto la magia del primo incontro, e dove si annidi il preciso momento in cui le convenzioni sociali hanno preso il posto dei sentimenti. Liberi dal peso delle parole mai dette, i due protagonisti approderanno ad una risoluzione spiazzante, per loro. Luciano Melchionna scrive e dirige quest’originale e impietosa autopsia dei sentimenti: un’indagine sull’amore scandita dalla narrazione di H.E.R., nel ruolo di prologo, epilogo e, forse, di personificazione dell’Amore. Che, forse, esiste.  

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NOTE DI REGIA, di Luciano Melchionna:

“Prologo – Lei: L’amore rende ridicoli. Lui: Quello è l’innamoramento. Lei: Rende ridicoli all’inizio, sì, ma anche alla fine.” Oggi Giulia compie quarant’anni. A parte le rughe da cancellare con ogni trattamento di bellezza possibile, ‘dentro’ non è cambiata molto da quando ne aveva venti: continua a ‘camminare scalza’ in giro per il mondo come una bimba e a cercare il principe azzurro che la prenda in braccio. Anni prima ha vissuto il naufragio del suo primo matrimonio, ricostruendo il primo incontro: “Era successo qualcosa di forte. E ora? Dov’è?” Ha voluto ricostruire la prima meravigliosa serata trascorsa insieme, nei dettagli, per comprendere cos’era successo e come tanto entusiasmo e tanta felicità abbiano potuto, in pochi anni, trasformarsi in una perdita. Oggi il suo secondo marito ha organizzato per lei una bellissima festa di compleanno… ma non ha invitato nessuno. Vuole restare solo con la moglie, occhi negli occhi, per dirle addio. È il suo regalo di compleanno: la libertà.

”Lui – Piano piano, subdolamente, hai proiettato davanti ai miei occhi un ologramma cucito su misura dalla brava sartina dell’Amore, un ologramma di me da farmi indossare… e io l’ho indossato, per amor tuo! E l’ho tenuto a pelle anche se bruciava, o mia Medea, l’ho tenuto addosso soffrendo in silenzio per amore della nostra creatura mentre andavo a fuoco! Tutti sappiamo che finisce, e che magari non finisce insieme ma più spesso prima per l’uno e poi per l’altra… eppure tutti, se finisce prima per l’altro, impazziamo, non capiamo, rinfacciamo, recriminiamo e ci disperiamo: che palle! Lei ‐ Ma che vuoi? Mi lasci disperare in pace? Fa parte del pacchetto, no? Ci siamo conosciuti, corteggiati, amati, fidanzati e ora uno dei due si dispera: io! Tocca a me! Non liquidare il mio dolore! Non sminuire la mia atroce sofferenza, per dio! Lasciami attaccare alle tende, smettere di mangiare, invecchiare a vista d’occhio, regredire nell’autostima, vomitare il peggio di me e sperare di morire e rinascere al più presto per sedermi sul fiume ad aspettare di vederti passare trascinato dalla corrente fangosa mentre anneghi!” Un’originale, impietosa autopsia dei sentimenti. Un confronto non più mediato dai sensi di colpa, sterminati ormai, implacabilmente, dalla voglia di verità che anima entrambi. Liberi dal peso delle parole mai dette, i due protagonisti approderanno ad una risoluzione spiazzante, per loro. “Epilogo ‐ Beh? Che fate lì fermi? Spiate la loro intimità? Guardoni pure, ora? Non vi basta aver annusato a lungo nei loro panni sporchi? Esservi specchiati nello smarrimento del loro malessere? Dite la verità: vi siete riconosciuti, qua e là? Andrete a casa riflettendoci su, come spero? Cercherete di migliorare la qualità dei vostri rapporti?”

 

 

OFF/OFF THEATRE

Via Giulia, 20 – Roma – Info: +39 06.89239515 – +39 389.4679285 – offofftheatre.biglietteria@gmail.com

Costo Biglietti: intero 25 €; ridotto 18 € Over 65 e Under 26; 10 € per gruppi – info@altacademy,it

Dal martedì al sabato h. 21,00 – Domenica h. 17,00

 

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