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Interviste, Musical, Teatro, Teatro

Intervista ad Antonio Melissa per Amalfi

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Antonio Melissa studia pianoforte e canto e si esibisce con diverse cover band aggiudicandosi vari premi in concorsi canori e manifestazioni nazionali. Si appassiona successivamente alla danza, maturando presto una forte passione per il Musical Theatre.

Conferisce il Diploma Accademico presso il Lim – Laboratorio Ials Musical e successivamente approfondisce lo studio della recitazione all’Accademia di Arti Drammatiche Teatro Senza Tempo. Segue numerose Masterclass e Laboratori con grandi professionisti del settore.

Dopo diverse esperienze lavorative che lo vedono coinvolto in corti, videoclip e programmi televisivi, esordisce come autore e regista oltre che interprete con l’opera “Zero”

Entra a far parte della compagnia new generation per la Tournée del Musical “Forza Venite Gente” regia M.Paulicelli, nel ruolo di capo arabo.

E’ autore e regista del Musical Snoopy Show; recita a fianco di Ivana Monti ed Enzo Garinei; è protagonista del dramma Around Macbeth ispirato all’opera Shakespeariana.Sperimenta il teatro danza in diversi spettacoli ispirati alle Opere Dantesche e con spettacoli sperimentali come “Silent Movie Ghost” di Mino Freda.

Attore professionista, docente di movimento scenico alla DAREC, insegnante di recitazione presso la Danzarmonia Academy di Roma diretta da Sabrina Moranti, è stato protagonista e aiuto regista in “Uomo Tra Gli Uomini – Cos’è la santità se non un sì”, scritto e diretto da Sabrina Moranti e andato in scena al Teatro Sistina il 25 e 26 aprile scorsi.

Attualmente Antonio è protagonista di Amalfi Musical, spettacolo che sarà in scena fino ad ottobre nella suggestiva cornice dell’Arsenale della Repubblica di Amalfi e in altre location circostanti.

E’ proprio di questo spettacolo che parleremo nell’intervista.

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Antonio, ho avuto occasione di intervistare Ario Avecone, autore e regista di Amafli Musical che mi ha raccontato come sia nata l’idea di questo spettacolo, il cammino che ha fatto e la sua struttura.

Tu in Amalfi Musical sei il protagonista, che si chiama come te. Raccontami questa esperienza.

Sono entrato quest’anno nel cast a seguito di audizioni che si sono tenute a livello nazionale e che hanno ottenuto un buon riscontro con aspiranti provenienti da tutta Italia.

Io ho il ruolo del protagonista che si chiama Antonio; per la verità mi alterno nel ruolo con Ario, anche se prendo parte alla maggior parte delle repliche.

Antonio è un bel personaggio; è l’eroe della storia, un cavaliere amalfitano che torna a casa dopo un periodo nel Ducato di Napoli e trova la sua città cambiata, non più spensierata come prima, ma sotto il dominio longobardo e l’assedio saraceno.

Ritrova i suoi amici, Ottavio (Jacopo Siccardi) e Carlo (Michelangelo Nari/Pasquale Raia), con cui decide di organizzare una rivolta per liberare la città e ritrova l’amore di una volta, Giovanna (Martina Cenere/Myriam Somma), la protagonista femminile della storia.

Antonio è un uomo dai nobili valori, uno spirito audace, esperto del combattimento a corpo e con le armi. Nello spettacolo ci sono molti combattimenti; quello finale con la spada è molto avvincente e la gente indietreggia per paura di essere colpita. 

So, infatti, che lo spettacolo è molto fisico e interattivo in qualche modo.

Sì, ci sono diversi combattimenti sia a corpo che a spada nei quali c’è una verità scenica molto forte: ci colpiamo realmente, non possiamo fingere tanto le botte. Certo le botte sono ovviamente trattenute, esercitando anche una resistenza muscolare, ma le spade sono vere, pesanti. E’ tutto molto avvincente.

Da parte del pubblico, che è dentro la scena a pochi centimetri da noi, c’è grandissima partecipazione: la gente entra in questo mondo. L’Arsenale è già un set storico bellissimo che rapisce lo spettatore. In più, poi, grazie all’atmosfera creata con gli effetti, le luci magnifiche e gli attori in costume, si compie davvero un viaggio indietro nel tempo.

Ci sono poi anche interventi diretti sul pubblico, durante l’assedio saraceno, in cui alcuni spettatori vengono presi in ostaggio e minacciati con tanto di pugnali: è, quindi, uno spettacolo interattivo e avvincente.

E’un lavoro proprio bello. Anche se io ricopro il ruolo del protagonista, in realtà siamo tutti protagonisti. Ne escono tutti vincenti, è uno spettacolo abbastanza equilibrato nei ruoli e sono tutti ottimi ruoli. 

 

Come ti sei preparato a questo personaggio? Hai dovuto imparare a tirare di scherma?

In realtà, avevo già una preparazione: ho fatto scherma e ho già interpretato coreografie con la spada medievale perché ho ricoperto un altro ruolo in cui utilizzavo la spada.

Anche Jacopo Siccardi è molto preparato: ha fatto scherma a livello agonistico e insieme riusciamo a costruire nuove coreografie di combattimento. Capita, infatti, che apportiamo delle varianti a seconda degli spazi in cui ci esibiamo. 

Hai dovuto togliere qualcosa di te per affrontare questo personaggio?

In effetti mi hanno quasi sempre dato ruoli da cattivo o personaggio ambiguo: sono stato Scar ne Il Re Leone,  un Cappellaio Matto molto pungente ne Il Mondo di Alice, Il Male in Uomo tra gli Uomini.

Qui, invece, sono l’eroe buono, quello che perdona: il mio personaggio, infatti, si trova a vivere anche il tradimento dell’amico Carlo.

Antonio è un uomo di nobili valori, non si sporca mai del sangue di nessuno nonostante i combattimenti.

Cosa, invece, hai portato di te nel personaggio?

Di me ho portato tutta la dimensione fisica, di movimento, tutta la dinamica corporea. Insegnando biomeccanica e dinamica teatrale in fin dei conti mi sono trovato anche facilitato nei movimenti, negli spostamenti anche scenici, non solo nei combattimenti a corpo e con la spada. Essendo una location molto particolare, non c’è un palco, abbiamo uno sviluppo enorme di spazio. Il fatto di avere questa preparazione fisica mi ha aiutato parecchio. 

Cosa mi dici per ciò che riguarda la vocalità?

Amalfi Musical è uno spettacolo molto cantato e, quindi, anche il mio personaggio canta molto: nei reprise, nei duetti e anche nelle canzoni corali.

Su questo fronte c’è stato uno studio molto attento per soddisfare una visione precisa che Ario già aveva e riuscire ad esprimere quello che voleva anche nella dimensione vocale di Antonio. 

Con Ario ho parlato della impostazione musicale di questo spettacolo? Tu cosa mi dici?

Amalfi Musical tocca l’opera, seppur sfiorandola, e si potrebbe definire un’Opera Musical.

Se proprio volessimo provare a fare un confronto, potrebbe avvicinarsi, a livello musicale, a Notre Dame de Paris.

La musica rapisce, è una partitura molto bella, con tanti reprise e molti motivi utilizzati anche come sottofondo musicale al recitato.

E’ davvero poco lo spazio non musicale.

Quali altre caratteristiche fanno di questo musical uno spettacolo da non perdere?

Amalfi Musical è uno spettacolo veramente bello; un atto unico senza tempi morti, dal ritmo serrato.

Ha un grande valore storico perché racconta eventi realmente accaduti: Sicardo è esistito veramente ed era un principe longobardo, dominatore di Benevento, Salerno e della Costiera amalfitana.

Anche Giovanna è un personaggio reale: si tratta di Giovanna d’Aragona che, dopo  la morte del marito, il Duca di Amalfi, si risposò col maggiordomo Antonio da cui ebbe due figli e per questo fu rinchiusa, ad opera del fratello, nella Torre di Amalfi dove morì di fame.

Lo spettacolo, quindi, presenta dei riferimenti storici reali, seppure romanzati.

Come è questa nuova esperienza di Amalfi Musical per te?

E’ uno spettacolo bellissimo di cui sono veramente entusiasta; un importante progetto che porta ad Amalfi valore aggiunto e che sta riscuotendo un grandissimo gradimento da parte del pubblico che si emoziona sempre molto.

Tra di noi ci siamo trovati subito molto bene sia dal punto di vista professionale che umano. Si è creato un bellissimo rapporto tra tutti caratterizzato da una grande sinergia e tanto entusiasmo e abbiamo  fatto subito gruppo, creando anche un ambiente rassicurante oltre che molto professionale.

Inoltre siamo stati accolti ad Amalfi come in una grande famiglia: la gente ci riconosce, ci riempie di attenzioni e si preoccupa che non ci manchi nulla.

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Antonio nel ruolo de Il Male in Uomo Tra Gli Uomini

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Interviste, Musical, Teatro, Teatro

Intervista ad Ario Avecone per Amalfi

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Ario Avecone, classe ’75, nasce come cantante esibendosi a lungo in tutto il sud Italia con la band Rialta; nel 2002 vince le selezioni regionali per la Campania per il premio Mia Martini e l’anno successivo partecipa alle finali del Festival di Castocaro.

Nel 2004 comincia una lunga collaborazione con la Compagnia MusicArtEventi diventando anche attore, interpretando il doppio ruolo di Jesus e Judas in Jesus Christ Superstar. Per la stessa compagnia sarà anche autore e protagonista maschile di Le Magie del Moulin Rouge con repliche in tutta Italia nel 2006, con Fabrizio Checcacci e Kate Kelly.

Nel 2007 e 2008 sempre con la Compagnia MusicArtEventi è coautore e protagonista maschile, insieme a Nathaly Caldonazzo, Ramona Badescu e Graziano Galatone di Musical Romantico, con numerose repliche nel sud Italia.

Intanto, nel 2005, per Atellana Produzioni è il cantante principale in L’Ulitmo Scugnizzo.

Nel 2009/2010, per Sipario di Luce Produzioni è in Musicals of the World con Vittorio Matteucci, Graziano Galatone, Claudio Campagno e Fabrizio Checcacci.

Nel 2011, per GiustaMinori Produzioni è il cantante protagonista maschile nel musical Anni ’60.

Dal 2012 al 2015, ancora con Sipario di Luce Produzioni, è autore e protagonista maschile di Amalfi Musical. Anche quest’anno continua la sua attività con Amalfi Musical, di cui è anche regista e in cui ogni tanto si alterna con il nuovo protagonista Antonio Melissa.

E’ proprio in occasione della ripresa delle repliche di questo spettacolo, che intervisto Ario Avecone per conoscere meglio il suo lavoro

Ario, che cos’è Amalfi Musical?

Amalfi Musical è uno spettacolo innovativo che si fonda su elementi storici reali. Racconta della nascita della prima repubblica marinara, quella di Amalfi appunto, che è storia del territorio e, per estensione, di tanti altri luoghi simili nel Medioevo.

Siamo poco prima dell’anno 1000, non esiste un’unità regionale; allora la penisola era suddivisa in tanti piccoli territori che si riunivano tra loro e diventavano piccole realtà. Amalfi fu la prima repubblica marinara, poi seguita dalle altre. In questo spettacolo racconto la nascita della repubblica amalfitana e un periodo della storia italiana. E’ un racconto vero della storia locale, ma anche, in generale, del Medioevo.

Da quale esigenza nasce questo Musical?

Volevo creare uno spettacolo teatrale innovativo, originale e non convenzionale. Inoltre volevo che fosse uno spettacolo stanziale, che potesse rimanere in scena a lungo. Sono napoletano ormai naturalizzato ad Amalfi da tantissimi anni e mi è sembrato naturale raccontare questa storia. Gli amalfitani in quell’epoca erano sotto il dominio dei longobardi; ad un certo punto il popolo con l’aiuto della Chiesa organizza una rivolta, che è esattamente quello di cui parla lo spettacolo, e si liberano creando la prima repubblica del primo medioevo, uno dei primi casi di repubblica post romana. Da lì seguirà un periodo storico breve, ma molto importante.

Che tipo di spettacolo é?

Lo spettacolo è completamente originale e ha un carattere epico; prevede un contatto diretto con il pubblico che è seduto intorno alla scena a dieci centimetri dagli attori. Il pubblico è in certo modo protagonista: sente il respiro dell’attore, ne avverte le vibrazioni; ogni emozione viene passata da attori e cantanti al pubblico e ricambiata. Penso che questa sia la bellezza del Teatro.

Si ritorna un po’ alle origini del teatro del medioevo, quando i cantastorie giravano per le piazze ed esponevano i propri antichi racconti in uno scambio immediato con la gente. Anche qui c’è uno scambio diretto tra attori e pubblico.

E’ un tipo di spettacolo che piace moltissimo agli stranieri e in particolare agli anglosassoni che sono abituati ad un rapporto più diretto. Inoltre, stando qui, la location e la situazione facilitano molto nel creare l’atmosfera giusta.

A differenza di altri spettacoli è tutto il contesto che segue la linea dello spettacolo: si passa in un piccolo tunnel  per entrare in questo magnifico edifico che sono gli Arsenali, un struttura realmente dell’anno 1000; poi grazie agli effetti, alle luci e ai suoni ci si immerge immediatamente nella storia che continua come un viaggio nel tempo.

C’era l’idea di dare vita a dei fantasmi persi nel tempo che riprendono  forma e raccontano una storia eterna: ci sono il bene e il male, si parla di amore e libertà.

E’uno spettacolo che non ha una conduzione complessa perché deve essere capito da tutte le lingue (grazie a dei sopratitoli): abbiamo per il 70% spettatori stranieri appassionati di Teatro e Musical che vengono appositamente per lo spettacolo e che hanno una cultura in materia. E’ ancora più difficile perché non si tratta di uno spettacolo  folcloristico, ma di un vero e proprio musical. 

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Amalfi Musical è una creatura completamente tua: testo e libretto.

Sì. Testo, libretto e anche i costumi sono miei. Per le luci ho collaborato col grande Alessandro Caso che è un esperto in questo campo.

Non c’è scenografia in questo spettacolo, non ci solo elementi scenici: per scelta tutto è lasciato alle luci, all’ambiente e agli attori. 

Trattandosi di un Musical ci si aspetterebbe che oltre al recitato e al cantato ci siano parti ballate.

Invece no, non c’è danza qui: la danza viene sostituita dai combattimenti. Ci sono molti combattimenti  e sono tutti reali, fatti con armi vere. Non c’è nulla di falso; tutto ciò che di solito copre la danza nel musical qui viene fatto con combattimenti all’arma bianca. 

Parliamo dell’impianto musicale. Che tipo di musicalità dobbiamo aspettarci?

Grazie a mia madre sono cresciuto con una grande passione per la musica lirica e classica di cui ho una buona conoscenza: Puccini, Verdi, Rossini…

Amalfi Musical non è un musical pop. Ho scritto uno spettacolo molto orchestrato, però ho messo dentro anche un’altra parte di me. Sono stato per tanti anni un musicista rock e ho creato un connubio tra elementi classici e rock che ha dato un’impronta particolare alla musicalità.

Lo spettacolo nasce nel 2012 e abbiamo già fatto cinque stagioni di rappresentazioni.

Noto dopo più di trecento repliche in quattro anni che questo stile piace molto, si avvicina allo stile anglosassone (tipo I Miserabili) dove c’è l’armonia della melodia classica, ma c’è anche l’impatto del suono moderno che va  a dare una sferzata. 

Amalfi Musical sarà in scena ad Amalfi, presso l’Arsenale della Repubblica fino a ottobre il mercoledì e il sabato. Però ho letto che sono previsti spettacoli anche altrove.

Sì, si svolge di mercoledì e sabato ad Amalfi, ma quest’anno abbiamo deciso di ampliare un po’ il discorso sempre in zona, in altre location storiche particolari, portandolo anche in esterna e creando un allestimento parallelo senza spostare nulla all’interno dell’Arsenale.

Questa estate sono previste circa 130 repliche in cinque mesi. Grazie anche a questo, quest’anno abbiamo avuto una risposta molto importante ai casting.

Fino adesso avevamo cast locali; quest’anno, invece, abbiamo ricevuto più di mille richieste da tutta Italia e ci sono volute quattro, cinque giornate di casting. Grazie a questa grande offerta il livello si è alzato.

Un’ultima considerazione?

Amalfi Musical è un’esperienza molto particolare, direi unica; è uno spettacolo in cui tutti crediamo molto. Chi ci entra capisce quanto sia particolare e non può non amarlo, tanto che i primi fan sono gli attori stessi. 

Grazie all’esperienza fatta e a questo nuovo, formidabile cast, Amalfi Musical è pronto per girare l’Italia e, magari, anche per essere esportato all’estero con una formula leggermente diversa. 

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Interviste, Musical, Teatro, Teatro

Intervista a Roberto Rossetti

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Roberto Rossetti è nato a Sant’Elpidio a Mare (FM). Si forma nella Scuola di Ortomagico Musical e come privatista, raggiungendo una formazione multidisciplinare. Tra i suoi insegnanti Simone Polacchi, Lena Biolcati, Giovanni Maria Lori, Francesco Lori e Silvia Gavarotti per il canto. Christian Ginepro, Massimiliano Giovanetti, Susanna Dal Cielo, Giovanni Moschella e Gabriela Eleonori per la recitazione. Christian Ginepro, Riccardo Borsini, Manuel Frattini ed Elvira Pardi per la danza.

E’ stato protagonista in molti musical di successo nazionale e si è esibito in palcoscenici internazionali come Varsavia, Cracovia e Dubai, cantando e recitando di fronte a mosti sacri come l’otto volte vincitore dell’oscar Alan Menken, il Maestro Ennio Morricone, Ettore Scola e il Maestro Nicola Piovani solo per citarne alcuni.

E’ stato protagonista in molti show originali. Oggi è inoltre produttore e direttore artistico della Compagnia Della Marca.

Nel suo percorso artistico ha avuto il piacere e l’onore di collaborare con tanti grandi dello spettacolo italiano e non solo.

Di seguito un rapido elenco degli spettacoli a cui ha preso parte:

Jesus on Broadway, Blues Mama Club, Il Musical in Concerto, Tutti Su Per Terra, Love of my Life, La Bella e la Bestia, Slavatore Giuliano, Pirates, Il Dono, W Zorro, Fantasmi a Roma, Karol Wojtyla The Opera Musical, America.

Nella stagione 2015/2016 per Dafni Spettacoli interpreta Tom Collins in Rent.

Nella stagione 2015/2016 debutta alla regia, le coreografie e la direzione musicale della terza edizione ufficiale di Salvatore Giuliano Musical di Dino Scuderi prodotto da Compagnia Della Marca.

 

Ho l’opportunità di intervistare Roberto in occasione della sua prossima partecipazione nel ruolo di Oberon a Sogno di Una Notte di Mezza Estate il Musical, una  produzione di Le Temps d’une Pause – Accademia Platafisica -Professione Spettacolo-Musica in Scena in collaborazione con Step Dance, da un’idea di Maria Laura Platania, Brunella Platania e Marcello Sindici, adattamento e regia di Maria Laura Platania, direzione musicale Brunella Platania, direzione coreografie Marcello Sindici, che sarà in scena il 27 maggio 2016 al Teatro Lauro Rossi di Macerata.

Roberto, come è nata la tua partecipazione a questo progetto?

Negli ultimi sette mesi ho creato nelle Marche, dove sono nato, una compagnia e una produzione che si chiama Compagnia della Marca.

Sono venuto in contatto con Maria Laura Platania e grazie alla conoscenza avvenuta tramite degli stage, mi ha proposto di ricoprire il ruolo di Oberon e finalmente di duettare con Brunella Platania.

Con Brunella ci conosciamo da tempo e stavamo aspettando il momento giusto per lavorare insieme, quindi, appena se ne è presentata l’occasione, ho accettato molto  volentieri.

E’ un progetto molto importante perché offre l’opportunità reale ai ragazzi che studiano e vogliono fare questo mestiere non facile, di esibirsi. Penso che sia davvero una cosa molto giusta e bella riuscire a mandare in scena i ragazzi dopo un percorso formativo accademico (in scena, infatti, ci saranno i ragazzi dell’Accademia Platafisica).

Ci sono tante scuole oggi, ma non c’è sempre la possibilità reale per tutti, seppur bravissimi, di poter andare in scena.

Venti, venticinque anni fa c’erano solo una cinquantina di artisti a fare il Musical; oggi siamo in tanti e veramente di tutti questi ragazzi che fanno stage e studiano sono pochi quelli che riescono ad esibirsi e a vedere premiate le proprie energie e a realizzare i sogni.

Raccontami qualcosa sulla tua compagnia, la Compagnia della Marca.

La Compagnia della Marca nasce nel sud delle Marche sud, nella zona di Fermo e Civitanova Marche.  Abbiamo debuttato con Salvatore Giuliano e devo dire che stiamo riscuotendo un gran bel successo: in sei mesi di attività abbiamo fatto venti repliche e c’è sempre stata la standing ovation del pubblico. Siamo molto soddisfatti.

Le Marche sono una cosa unica al mondo con 100/150 teatri di stile all’italiana: un vero e proprio circuito. Purtroppo questa regione non è abbastanza conosciuta, nonostante sia una delle più belle regioni d’Italia con un fermento teatrale molto, molto forte.

Parliamo di Sogno di Una Notte di Mezza Estate e del suo innovativo impianto musicale che unisce Shakespeare con la musica degli anni ’80.

Sono figlio degli anni ’80 (classe 1983) e penso che a livello musicale siano stati strepitosi.

Certo, si tratta di punti di vista: per molti gli anni ’80 sono stati sterili a livello musicale, ma io non la penso così.

Sono particolarmente legato alla musica degli anni ’80 e ’90 perché sono stati la scintilla che mi ha fatto nascere la passione per la musica e il teatro: amavo la new wave degli anni ‘80 che era un rock mescolato all’elettronica.

Questo spettacolo, forte del fatto che le commedie shakespeariane sono facilmente riadattabili e possono essere rielaborate per la loro estrema contemporaneità, nasce dal team di creativi composto da Maria Laura Platania, Brunella Platania e Marcello Sindici, che ha deciso di inserire le hit degli anni ‘80 che danno quel tocco di magia. E’ un esperimento ben riuscito, poi sarà il palco a parlare. 

Come sarà il tuo Oberon?

Ci stiamo ancora lavorando. Ho visto che alla maggior parte degli altri attori è stata montata una regia abbastanza enfatica, con ruoli un bel po’ caratterizzati.

Io andrei su un lavoro più asciutto, per dare differenza e stacco con gli altri, semplicemente per la tipologia di ruolo del personaggio. Oberon è il Re delle Fate, è un personaggio mistico che controlla la natura; le peripezie che accadono tra lui e Titania comportano che  la natura si ribelli andando a infrangersi con gli altri personaggi dello spettacolo.

Vorrei conferirgli una certa autorevolezza e quel tocco di magia. Sto cercando anche di lavorare sul movimento fisico per trovare qualcosa di particolare soprattutto per l’autorità del personaggio.

Brunella ha affermato che per Oberon ha pensato a David Bowie in Labyrinth. Tu che ne pensi?

Sì, sono decisamente d’accordo. Oberon è un personaggio nobile, asciutto, ma accattivante come David Bowie in Labyrinth, molto particolare e caratterizzato.

E’ un lavoro molto stimolante e sto lavorando e scoprendo le ultime cose.

Tra l’altro avrò anche la possibilità di lavorare con un prestigiatore e imparerò qualche trucco.

La cosa molto bella di questo mestiere è che ogni spettacolo ti dà la possibilità di vedere e conoscere altre cose e, di conseguenza, di crescere.

Quando anni fa feci Zorro lavorai sulla scherma; in La Bella e la Bestia lavorai oltre che sulle sensazioni, sul corpo, perché la Bestia era un uomo, ma anche un animale.

Questo è un mestiere che non finisce mai di stupirti.

Parlaci del duetto con Brunella.

Sono molto felice di duettare finalmente con Brunella in un brano molto, molto bello, With you I’m again, e in una scena importante: quando Oberon decide di stabilire le dinamiche amorose dopo lo scherzo a Titania. Dopo aver fatto questo scherzo della gelosia, la fa rinvenire e i due si ritrovano nell’amore in questo brano meraviglioso.

Per quanto riguarda Brunella, ho assistito, come lei ha fatto con me, ad un suo stage e quando vedi un professionista che lavora coi ragazzi e cogli l’amore, il gusto, le misure che si scelgono nell’insegnamento e nelle scelte artistiche, la sintonia viene da sé. Con Brunella c’è stato immediatamente un gran feeling, grande energia; è un’artista con grandi competenze e grande professionalità e mi trovo molto bene con lei.

 

Sono sicuro che Sogno di Una Notte di Mezza Estate sarà una cosa molto bella che magari potrà avere anche un seguito.

 

La foto di copertina è di Silvia Gambini

 

 

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