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Musical, Recensioni, Teatro, Teatro

Singin’ in the rain. Al Teatro Nazionale

Singin’in the rain

Cantando sotto la pioggia

Teatro Nazionale Che Banca!

7 dicembre 2019

SITR_Posati-Scena_ © Luca Vantusso_8

E’ arrivata al Teatro Nazionale Che Banca! la nuovissima produzione firmata Stage Entertainment Italia: Singin’ in the rain – Cantando sotto la pioggia, uno spettacolo romantico che riporta indietro nel tempo.

Don Lockwood (Giuseppe Verzicco) e Lina Lamont (Martina Lunghi) sono due stelle del cinema muto e formano la coppia più ammirata dello spettacolo e inseguita dalla riviste di gossip. Lina, però, è una starlette priva di talento, viziata e insopportabile. Con l’arrivo del sonoro si presenta un grosso problema per il produttore R.F. Simpson (Massimo Cimaglia): la voce di Lina è sgraziata e stridula. La dolce Kathy Selden (Gea Andreotti), attrice e cantante riservata e talentuosa, viene scelta per doppiare Lina in segreto. Tra Don e Kathy nascerà una storia d’amore che farà ingelosire Lina, la quale tenterà in tutti i modi di danneggiare la rivale sia dal punto di vista artistico che umano.

Singin’ in the rain è un bello spettacolo che collega lo stile dell’epoca ai nostri tempi attraverso le felici traduzioni e adattamento del testo di Franco Travaglio e le molto ben riuscite traduzioni e adattamento delle liriche di Gianfranco Vergoni.

La supervisione musicale di Simone Manfredini riesce a da dare modernità alle musiche mantenendo un legame nostalgico con il passato: le ballate romantiche e i bellissimi brani corali, si alternano con freschezza a sonorità più effervescenti e orecchiabili fino ad arrivare a divertenti numeri musicali come Meglio Riderci Su e Campa, Cara, Capra. La direzione musicale è del M°Andrea Calandrini.

Le coreografie originali riprodotte da Fabrizio Angelini, bellissime, non tradiscono l’elemento classico, anzi lo interpretano, con influenze del Musical Broadway. Preponderante la presenza del tip-tap che caratterizza tutto lo spettacolo e che qui prevede l’uso delle claquettes, accessorio non molto utilizzato in Italia.

Singin’ in the rain è uno spettacolo molto piacevole, allo stesso tempo romantico e divertente, grazie ad una regia, quella di Chiara Noschese, lineare, leggera, ma efficace, e grazie ad un bellissimo cast.

Giuseppe Verzicco (Don), sempre ammirato come ballerino , dimostra di essere migliorato nel canto e di aver lavorato su se stesso e sul personaggio, offrendo una bella interpretazione.

Martina Lunghi è bravissima ed esilarante nei panni di Lina Lamont, un personaggio a cui offre le proprie corde, la propria simpatia ed eccentricità.

Gea Andreotti (Kathy Selden) ricopre qui un ruolo che le permette di dimostrare la sua completezza artistica. Equilibrata, centrata e sempre giusta.

Mauro Simone (Cosmo Brown) diverte con la sua verve recitativa e fa valere la propria presenza sulla scena, soprattutto nei fantastici numeri di tap.

L’intero cast comprende attori, cantanti e ballerini davvero bravi e in sinergia tra loro, tra i quali Massimo Cimaglia, Roberto Vandelli, Altea Russo e Lucia Blanco.

Preciso, bello ed energico l’ensemble che impreziosisce i momenti corali.

La coreografia di Singin’in the rain, con la pioggia che scroscia, è perfetta. Le scenografie di Lele Moreschi ricreano un’ambientazione da art nouveau con scene eleganti. I costumi di Ivan Stefanutti sono tagliati in stile Belle Époque, luminosi, eleganti e brillanti. Ottimo ed efficace il disegno luci di Francesco Vignati.

Dopo i successi raccolti nelle scorse stagioni teatrali da Flashdance – il Musical e A Chorus Line, l’affermata attrice e regista Chiara Noschese ripropone un altro classico intramontabile.

Singin’in the rain – Cantando sotto la pioggia

Scritto da Betty Comden e Adoplph Green

Musiche di Nacio Herb Brown e Arthur Freed

Regia Chiara Noschese

Con Giuseppe Verzicco, Mauro Simone, Gea Andreotti, Martina Lunghi, Massimo Cimaglia, Roberto Vandelli, Altea Russo, Renato Tognocchi, Lucia Blanco, Mark Biocca, Michela Delle Chiaie, Claudio Ferretti, Federica Basso, Giuseppe Brancato, Gianluca Cavallaro, Manuel Mercuri, Noemi Marta, Serena Olmi, Alessio Ruaro, Simone Centonze, Giulia Gerola

Con la partecipazione degli studenti della Musical Academy Milano

Coreografie Fabrizio Angelini

Supervisione Musicale  Simone Manfredini

Direzione Musicale Andrea Calandrini

Scene Lele Moreschi

Costumi Ivan Stefanutti

Traduzione e Adattamento Testo  Franco Travaglio

Traduzione e Adattamento Liriche  Gianfranco Vergoni

Disegno Fonico  Armando Vertullo

Disegno Luci Francesco Vignati

Assistente alla Regia  Eleonora Lombardo

Assistente alle coreografie  Cristina Fraternale Garavalli

Assistente musicale Giuseppe Guerrera

Basato sul film della Metro-Goldwyn-Mayer, grazie a un accordo speciale con Warner Bros. Theatre Ventures, Inc.

Musiche pubblicate da EMI, tutti i diritti sono amministrati da Sony/ATV Music Publishing LLC

(Coreografie originali del film di Gene Kelly e Stanley Donen)

Prodotto grazie a un accordo con Maurice Rosenfield, Lois F. Rosenfield e Cindy Pritzker, Inc.

Questa produzione è presentata grazie a un accordo con Music Theatre International (Europe) Limited: www.mtishows.eu

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Musical, Recensioni, Teatro, Teatro

La Compagnia dell’Alba in A Christmas Carol

christmas carol

La Compagnia dell’Alba porta il musical A Christmas Carol per la prima volta in Italia!

Teatro Quirino

8 gennaio 2019. Prima

Dopo i successi di Nunsense (premiato come miglior spettacolo off all’Italian Musical Awar 2016), Aggiungi un posto a tavola (per il quale la Compagnia dell’Alba ha ottenuto i diritti per rappresentarlo per la prima volta al di fuori  del Teatro Sistina) e Tutti insieme appassionatamente, la Compagnia dell’Alba, diretta da Fabrizio Angelini e Gabriele de Guglielmo, torna a teatro con il musical A Christmas Carol, in co-produzione con il TSA – Teatro Stabile d’Abruzzo e con la collaborazione della scuola d’arte New Step di Americo Di Francesco e Paola Lancioni.

Adattamento del celebre romanzo di Charles Dickens, A Christmas Carol arriva per la prima volta in Italia nella sua versione teatrale con musiche del compositore statunitense Alan Menken.

Oltre all’eccezionalità dell’evento, questa informazione è importante per chi si avvicinasse allo spettacolo conoscendo bene il romanzo e/o i vari adattamenti che ne sono stati fatti.

La storia è nota: Ebenezer Scrooge è un ricco uomo d’affari tirchio e dal cuore indurito. Le visite di tre fantasmi (del Natale passato, del Natale presente e del Natale futuro) gli apriranno gli occhi sulla sua vita meschina e solitaria.

Ciò che cambia in questo brillante adattamento è la modalità del racconto che diventa molto più leggero e arioso, con diversi inserimenti divertenti, decisamente fluido, senza per questo perdere di valore e contenuto, essendo confezionato in maniera molto elegante. I messaggi intrinsechi al racconto vengono mantenuti intatti.

Merito di Gianfranco Vergoni che ne ha curato la versione italiana riuscendo a realizzare testi molto belli e perfettamente aderenti alla partitura musicale e alla regia di Fabrizio Angelini, assistito da Alessia De Guglielmo, che riesce a creare delle belle dinamiche tra i personaggi in scena.

Nei panni del protagonista Ebenezer Scrooge troviamo il divertentissimo e bravo Roberto Ciufoli, figura insolita per il musical italiano, ma attore di spiccata versatilità. Se da un punto di vista tecnico Ciufoli rivela qualche incertezza nel cantato, compensa abbondantemente con la presenza scenica e la sua espressività, risultando perfettamente aderente al tono dello spettacolo che, è stato scritto, più leggero e divertente rispetto al romanzo di Dickens.

Accanto a Ciufoli i performer storici della Compagnia dell’Alba a cui si aggiungono gli artisti selezionati dopo una serie di audizioni tenutesi al Teatro Tosti di Ortona durante i mesi estivi.

Abbiamo il piacere di vedere in scena il bravissimo Fabrizio Angelini in diversi personaggi tutti ottimamente caratterizzati; bravissimo e intenso Roberto Colombo nel ruolo di Bob Catchit, impiegato contabile di Scrooge e padre del giovane e malato Timmy (molto delicata e toccante la scena nel cimitero mostrata dal Spirito del Natale futuro a Scrooge).

I tre spiriti, nonostante mantengano alcune caratteristiche comuni agli originali, hanno aspetti molto diversi, più ironici e meno cupi e sono molto ben caratterizzati dai loro interpreti: la meravigliosa voce di Carolina Ciampoli per lo Spirito del Natale passato; il piglio e la voce profonda di Gabriele de Guglielmo per lo Spirito del Natale presente; la capacità di trasformarsi, adattarsi e la bella voce di Arianna Milani per lo Spirito del Natale futuro.

Tra i giovani spicca Yuri Pascale Langer, Scrooge da giovane, forse vocalmente acerbo, ma sicuramente da tenere sotto osservazione perché ha ottime capacità e potenzialità.

Una citazione di merito va fatta a tutto l’ensemble che sprigiona grande energia.

Completano il cast Angelo Di Figlia, Andrea Spina, Maria Maddalena Adorni, Cristian Cesinaro, Valentina Di Deo, Edilge Di Stefano, Alex Liotta, Claudia Mancini, Monja Marrone, Serena Mastrosimone, Giulia Rubino, Serena Segoloni.

Accanto a loro un cast di bambini anch’essi scelti attraverso audizioni nazionali, che si alternano in tre diversi cast: Ilaria Carafa, Chiara Luna Casturà, Andrea Pio De Carolis, Gianvito Giuliani, Nikita Lebedev, Mariele Oliva, Alessio Pantaleo, Alberto Salve, Davide Tucci.

A Christmas Carol della Compagnia dell’Alba è interamente cantato al vivo, anche nelle parti corali: elemento assolutamente apprezzabile e uno dei punti di forza di questo spettacolo, perché questi momenti sono eseguiti con precisione, bravura, bellezza armonica e sono portatori di grande energia. La direzione musicale è di Gabriele de Guglielmo.

Altro fondamentale e potente elemento sono le bellissime coreografie di Fabrizio Angelini (in scena con diversi personaggi), soprattutto in due momenti topici quali la festa in casa Fezziwig (un piacere poter vedere Angelini ballare) e il tap nella coreografia del Natale presente.

Le scene di Gabriele Moreschi sono belle e duttili e i cambi scena avvengono con fluidità.

Bellissimi e accurati i costumi di Marcella Zappatore e molto efficace il disegno luci di Francesco Bernabeo.

A Christmas Carol è uno spettacolo ben confezionato realizzato con grande professionalità e grande grinta.

a chrismas c c c coro christmas carol

 

A Christmas Carol

Compagnia dell’Alba

Versione italiana Gianfranco Vergoni

Regia e coreografie Fabrizio Angelini

Con Carolina Ciampoli, Roberto Colombo, Gabriele de Guglielmo, Angelo Di Figlia, Andrea Spina, Maria Maddalena Adorni, Cristian Cesinaro, Valentina Di Deo, Edilge Di Stefano, Alex Liotta, Claudia Mancini, Monja Marrone, Serena Mastrosimone, Arianna Milani, Yuri Pascale Langer, Giulia Rubino, Serena Segoloni

Scene Gabriele Moreschi

Costumi Marcella Zappatore

Disegno luci Francesco Bernabeo

 

Si ringrazia l’ufficio stampa di Silvia Signorelli

 

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Danza, Interviste, Musical, Teatro, Teatro

Intervista a Gianfranco Vergoni per MIP

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Gianfranco Vergoni in ventisei anni di teatro ha ballato, cantato e recitato (A Chorus Line, Accademia Ackermann, West Side Story, Tutti insieme appassionatamente, Cantando sotto la pioggia…), tradotto e adattato copioni e canzoni (Bulli e Pupe, Nunsense), collaborando a lungo con Saverio Marconi e Fabrizio Angelini, anche come assistente coreografo, aiuto regista o regista collaboratore (La piccola bottega degli orrori, Francesco il Musical, Jesus Christ Superstar, Aladin, W Zorro!, Pippi Calzelunghe).

Ha curato regia e coreografie de Al Cavallino bianco; la regia di Rent; le coreografie per Nuovo Cafè Chantant, Cose di Casa, L’Opera del mendicante; pubblicato un e-book dal titolo Cantico di borgata; scritto una serie web, Cavoli amari; curato l’editing di Confesso che ho stonato, autobiografia di Stefano D’Orazio; scritto una commedia, sei recital, tre monologhi e cinque commedie musicali: Trasteverini, Convention!, Ho tanta voglia di …80!, E non finisce mica il cielo e Fantasmi a Roma, con cui ha ricevuto il Broadway World Award per il miglior testo.

Dal prossimo anno accademico sarà docente di Drammaturgia per Il MIP – Musical In Progress, il master in musical per attori semiprofessionisti e professionisti con la direzione artistica di Vittorio Matteucci con sede a Roma, un progetto che si inserisce all’interno di un più grande e ambizioso progetto formativo, che è il Centro Alta Formazione Teatro.

Gianfranco, per il MIP sarai docente di Drammaturgia. Come affronti questo incarico? Con quali intenzioni e con quali paure?

L’intenzione è quella di affinare le capacità narrative che tutti abbiamo, e che usiamo quando raccontiamo quello che ci è successo, la trama di un film, un pettegolezzo, un sogno che abbiamo fatto. Paure? Ne ho, ma nessuna legata a questa mia materia specifica, che invece mi riempie sempre di curiosità e di sorprese.

Hai già in mente una finalità artistica, un punto a cui vuoi arrivare alla fine dell’anno e le relative modalità tecniche?

Idealmente questo percorso potrà arrivare alla realizzazione di un mini atto unico di teatro musicale. Partirò dalla ricerca di materiale autobiografico, ascoltando le testimonianze degli allievi, e proseguirò incoraggiandoli a svilupparne le parti che mi sembreranno più adatte a venire rappresentate su un palco.

Cosa ritieni debba essere più importante nell’insegnamento?

Empatia, capacità di ascolto, rispetto, concentrazione, comunicativa, ma prima di tutto una competenza inequivocabile su quello che ci si accinge a trasmettere.

Credi nella disciplina? Che rapporto pensi sarà giusto instaurare coi tuoi allievi?

La disciplina è fondamentale. Io vengo dalla danza, anzi, dalla danza classica, e il mio approccio all’arte, o alla vita, è basato sulla costanza, sulla determinazione, sulla pazienza, e sono le qualità che cerco negli artisti per cui scrivo o che scelgo di dirigere. Le maniere forti, la paura, le minacce, non mi appartengono. Ho altri modi più gradevoli di ottenere quello che ho in mente.

Al MIP seguirete un progetto condiviso o lavorerete su programmi diversi?

Sono aperto a tutte le collaborazioni possibili. Ma prevederle adesso sarebbe prematuro.

Hai già lavorato per i ragazzi del MIP scrivendo Km12, uno spettacolo bello e originale che è stato ben interpretato dai ragazzi. Come è stato lavorare con loro?

Ti ringrazio per l’apprezzamento. I ragazzi del MIP hanno dato prova di una capacità di crescita artistica impressionante. Abbiamo scaricato sulle loro giovani spalle tutto il peso di uno spettacolo psicologicamente complesso e vocalmente assai impegnativo, scoprendo ogni giorno un’aderenza maggiore ai personaggi, e uno spessore artistico più maturo.

Questa esperienza ti ha dato qualche spunto per il tuo ruolo da insegnante?

Direi di sì. Un testo inedito – e per di più creato appositamente – suscita nell’allievo un livello di attenzione superiore, una sorta di consapevolezza che si riflette nel suo impegno. Me lo ricorderò.

Hai scritto anche Operazione Balena per altri giovani attori. E’ stato diverso l’approccio? O il modo di lavorare è lo stesso?

È stato diverso perché conoscevo già molto bene quasi tutti gli attori di Operazione Balena, quindi il testo è stato cucito loro addosso, su misura. Mentre scrivevo li “vedevo”, li sentivo, tutti quanti, potevo prevederne i toni e le espressioni. Invece non avevo mai incontrato i ragazzi del MIP, prima di iniziare a scrivere per loro, e non c’è stato proprio il tempo di imparare a conoscerli. Quindi il testo iniziale di Km 12, vista anche la sua tematica, risentiva di una iniziale asetticità, che Emiliano Raya ha poi arricchito in sede di prova, cercando sfumature, personalizzazioni, e mille altre cose.

Come ci si avvicina oggi al mondo dei giovani?

Senza pretendere che non sbaglino mai. Dobbiamo essere lì quando si voltano indietro, in cerca di qualcuno che spieghi loro perché siano rimasti delusi, perché si siano fatti male. A me piace esserci.

Ringrazio Gianfranco Vergoni per questa bella chiacchierata e gli auguro un grosso in bocca al lupo per la sua nuova esperienza.

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