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Musical, Recensioni, Teatro, Teatro

Enrico Montesano torna ad essere Rugantino

rugantino

Enrico Montesano torna ad essere Rugantino dopo 40 anni!

Teatro Sistina

27 dicembre 2018. Prima

Dopo quarant’anni Enrico Montesano torna a vestire i panni di Rugantino nella omonima commedia musicale di Garinei & Giovannini, scritta con Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e la collaborazione artistica di Luigi Magni, con le musiche del M° Armando Trovajoli e le scene e i costumi originali di Giulio Coltellacci.

Come si evince dai nomi sopra riportati siamo di fronte alla riproposizione della versione storica originale con direzione artistica, coordinamento musicale, allestimento tecnico-scenografico e rifacimento costumi a cura del team creativo del Teatro Sistina.

Peccato che da nessuna parte sia scritto di chi siano le coreografie, elemento non da poco trattandosi di una commedia musicale con corpo di ballo e comunque elemento imprescindibile nei crediti di qualsiasi spettacolo.

La storia, che si svolge nella Roma papalina del XIX secolo, racconta di Rugantino, giovane baldanzoso, dedito allo scherzo e allergico ad ogni tipo di lavoro, e dei suoi espedienti per vivere senza impegnarsi in serie attività.

C’è poco da dire: Rugantino è uno spettacolo bellissimo e se si riesce a superare quel blocco mentale nei confronti di un protagonista un po’in là con gli anni rispetto a come lo si immaginerebbe, è godibilissimo.

D’altronde stiamo parlando di Enrico Montesano, un mostro sacro dello spettacolo italiano a tutto tondo (teatro, cinema, televisione) che, forte di una pluridecennale esperienza, conserva ancora grandissima energia e agilità fisica senza perdere apparentemente un colpo.

C’è da dire che tutto il cast di questo spettacolo è davvero eccezionale e molto ben assortito, a partire da una bellissima e bravissima Serena Autieri (Rosetta), per passare ad una irresistibile Edy Angelillo (Eusebia) e un super coinvolgente Antonello Fassari (Mastro Titta).

Notevoli tutti gli altri comprimari: la coppia Giulio Farnese (Don Niccolò) e Brunella Platania (Donna Marta) è irresistibile e i due magnifici attori riescono a ricreare dei personaggi incredibili e molto divertenti grazie a quel loro modo di declinare voci e atteggiamenti verso l’ironia e la farsa. Due modi unici, che appartengono solo a loro e che li caratterizzano, ma perfettamente in sintonia tra di loro.

Momenti di bellezza vengono cantati dalla potente e splendida voce di Matteo Montalto nel ruolo de il Serenante e davvero molto energica l’interpretazione di Marco Rea nei panni di Gnecco.

La famiglia Montesano dà prova di aver sfornato promettenti attori: mentre ne Il marchese del Grillo e ne Il Conte Tacchia il grande pubblico ha potuto apprezzare le spiccate doti di Enrico Michele Montesano, qui avrà l’opportunità di conoscere Marco Valerio Montesano in un’ottima prova.

Da citare anche l’apparizione di Monica Guazzini nei panni de La gattara.

Rugantino è uno spettacolo ancora e sempre appassionante, arricchito da un energico e valido ensemble.

Fa impressione pensare a quelle meravigliose scenografie conservate per quarant’anni chissà dove e ora ritirate fuori per questo bellissimo allestimento, così come i costumi, di cui alcuni originali, ritirati fuori da chissà quale magico baule.

Rugantino

Commedia Musicale di Garinei e Giovannini

Scritta con P. Festa Campanile e M. Franciosa

Collaborazione artistica di  Gigi Magni

Scene e Costumi originali di Giulio Coltellacci

Musiche di Armando Trovajoli

Con Enrico Montesano, Serena Autieri, Antonello Fassari, Edy Angelillo, Brunella Platania, Marco Valerio Montesano, Gerry Gherardi, Giulio Farnese, Marco Rea, Alessandro Lanzillotti, Tonino Tosto, Matteo Montalto, Roberto Attias, Monica Guazzini

E con Sandro Bilotta, Mattia Di Napoli, Valentina Bagnetti, Claudia Calesini, Alfonso Capalbo, Raffaele Cava, Marta Ciangola, Marco Ciullo, Laura Contardi, Anna Gargiulo, Sebastiano Lo Casto, Kevin Peci, Silvia Pedicino, Emmanuele Rescigno, Gloria Rossi, Raffaella Spina, Rocco Stifani, Rossana Vassallo, Giuseppe Carvutto, Francesco Miniaci

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Recensioni, Teatro, Teatro

Enrico Montesano in Il Conte Tacchia

il conte tacchia

Irresistibile Enrico Montesano nei panni de Il Conte Tacchia

Teatro Sistina

22 febbraio 2018. Prima

Enrico Montesano torna a teatro con un’altra delle sue maschere romane che lo hanno reso celebre e che, allo stesso tempo, egli ha contribuito a rendere celebri.

Dopo Rugantino e Il Marchese del Grillo, é la volta de Il Conte Tacchia. Sebbene anagraficamente ormai lontano dal proprio personaggio, scenicamente Enrico Montesano è sempre un grandissimo mattatore e protagonista d’eccellenza del teatro italiano. È probabilmente per diminuire questa distanza anagrafica tra attore e personaggio che lo spettacolo ha un’apertura e una chiusura che riportano a trent’anni dopo i fatti raccontati nella storia.

Certo anche qui si potrebbe obiettare che, sempre anagraficamente, Montesano sia lontano dal proprio personaggio, ma è assolutamente certo che la sua enorme bravura, lo smisurato talento e la sua inesauribile energia offuscano ogni perplessità a favore del godimento pieno di uno spettacolo molto bello e divertentissimo.

La storia si apre con Francesco Puricelli, Checco, detto il Conte Tacchia (per via della sua abitudine di sistemare delle tacchie, ovvero dei cunei, sotto i mobili traballanti), che torna a Roma, nella sua Trastevere, dopo aver trascorso trent’anni in America, dove era scappato con la sua Fernanda che però aveva subito perduto per via delle leggi sull’immigrazione. Ritrovare i luoghi della sua gioventù lo fa tornare indietro nel tempo, quando, figlio di un falegname,  aspirava a diventare un nobile. Adottando modi educati e un linguaggio elegante, il Conte Tacchia frequenta il principe Torquato Terenzi dal quale spera, un giorno, di ereditare i beni e i titoli nonostante egli sia ormai senza un soldo.

Checco si muove tra l’amore per la popolana Fernanda e la passione per la duchessina Elisa.

Da queste premesse scaturiranno una serie di situazioni a catena decisamente comiche che porteranno Checco a vivere mille situazioni diverse e incredibili fino ad inserirsi, in un modo o nell’altro, nell’alta società.

Il Conte Tacchia arriva al Teatro Sistina in un adattamento liberamente tratto dal celebre film di Sergio Corbucci in formato commedia musicale firmata da Enrico Montesano e Gianni Clementi e con la regia dello stesso Montesano.

Enrico Montesano è il solito immenso artista: sempre in grandissima forma, dà lezione di teatro a tutti per presenza scenica, verve, energia (balla), dirompente simpatia, mantenendo una delle caratteristiche che lo hanno sempre contraddistinto, quella di avere dei tempi comici pazzeschi.

Con lui in scena un cast di alto livello con punte di eccellenza: spiccano tra tutti il grande Giulio Farnese nei panni del principe Terenzi e l’istrionico e strepitoso Andrea Pirolli, in quelli di Alvaro Puricelli, padre de Il conte Tacchia, che conferma di essere uno dei più bravi attori comici teatrali e che conferisce ai propri personaggi sempre grande personalità mantenendo, anche lui, tempi comici da manuale.

La popolana Fernanda è la brava e bella Elisabetta Mandalari, ottima compagna in scena di Enrico Montesano, che ben padroneggia recitazione e canto, forte di una sensibile presenza scenica.

Sua rivale in amore è la bella Benedetta Valanzano, padrona di un personaggio snob e manipolatore.

Dotata di una espressività e recitazione incisive é Monica Guazzini nei panni della duchessina Savelli, moglie del duca Saverio Savelli, interpretato dal bravo Roberto Attias.

Bellissima prova per Enrico Michele Montesano nei panni del marchese Lollo d’Alfieri: ottimo attore, versato anche nel canto e anche egli ben saldo nel proprio ruolo, nei tempi e negli spazi.

Gerry Gherardi diverte nei panni di diversi personaggi: Er Ciriola, l’uomo del circo, il nobile.

Sergio Spurio introduce e commenta disinvolto le scene come uno stornellatore romano nei panni del Sor Capanna.

Poi, ancora, i bravi Giorgio De Bortoli e Tonino Tosto, Giacomo Genova, Ambra Cianfoni, Francesca Rustichelli.

A completare il forte cast un importante ensemble che, con le belle coreografie di Manolo Casalino, fa da preziosa cornice all’intero contesto, composto da: Saria Cipollotti (in scena anche in un piccolo ruolo),Viola Oroccini, Sebastiano Lo Casto, Giuseppe Ranieri, Manuel Mercuri, Rocco Stifani, Valentina Bagnetti, Michela Bernardini, Silvia Pedicino, Kevin Peci, Federico Pisano.

Molto belle le scenografie di Carlo De Marino in molti punti ricche di particolari. Ben curati i costumi di Valeria Onnis.

La messa in scena in forma di commedia musicale è caratterizzata dalle musiche originali del maestro Armando Trovajoli e le nuove canzoni scritte dal maestro Maurizio Abeni.

Il Conte Tacchia è una commedia intelligente e divertentissima: le situazioni comiche si susseguono con progressione soprattutto nel secondo atto. A voler trovare qualcosa da migliorare si potrebbe suggerire qualche taglio, in particolare nel primo atto in cui si indugia in troppi cambi scena necessari più ai cambi d’abito che funzionali all’opera.

Resta, immutabile nella sua forza ed efficacia, lo storico motto del film: “dovete anná a lavorá! Dovemo tutti lavorá!” Forse oggi potrebbe essere cambiato in: “fatece lavorá! Vogliamo tutti lavorá!”.

il conte tacchia il conte tacchia il conte tacchia il conte tacchia il conte tacchia

Enrico Montesano

Il Conte Tacchia

liberamente tratto dal film di Sergio Corbucci

commedia musicale di Enrico Montesano e Gianni Clementi

regia Enrico Montesano

con Giulio Farnese, Giorgio De Bortoli, Monica Guazzini, Andrea Pirolli, Benedetta Valanzano , Michele Enrico Montesano, Tonino Tosto, Roberto Attias, Elisabetta Mandalari, Gerry Gherardi, Sergio Spurio, Giacomo Genova, Ambra Cianfoni, Francesca Rustichelli

ensemble: Saria Cipollotti,Viola Oroccini, Sebastiano Lo Casto, Giuseppe Ranieri, Manuel Mercuri, Rocco Stifani, Valentina Bagnetti, Michela Bernardini, Silvia Pedicino, Kevin Peci, Federico Pisano.

scenografie Carlo De Marino

musiche originali Maurizio Abeni

coreografie Manolo Casalino

costumi Valeria Onnis

luci Luca Maneli

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Eventi, Recensioni

Enrico Montesano: il fuoriclasse si confessa

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Le Terrazze Teatro Festival

22 luglio 2017

Enrico Montesano, più di 50 anni di intensa e ammirata attività tra cinema, televisione e teatro, continua a divertire il pubblico con la stessa forza, energia e vena umoristica che sempre lo ha accompagnato e contraddistinto.

Un fuoriclasse che abbraccia generazioni differenti: anziani, adulti e giovani ognuno dei quali conosce, apprezza e ama qualcosa del lungo e intenso lavoro di questo grande artista.

La serata del 22 luglio 2017 a Le Terrazze Teatro Festival è stata un viaggio in cui Montesano ha accompagnato i tantissimi spettatori intervenuti (sold out) nella conoscenza dei grandi eventi della sua carriera artistica sempre con quel  suo modo di fare così vicino a tutti, così schietto, ironico, a volte tagliente, sempre intelligente che è il segno distintivo della sua Arte.

Enrico è arrivato sul palco accompagnato dall’intramontabile motivetto di Febbre da cavallo e portando con sé una valigia dalla quale tirerà fuori una serie di maschere a cui è molto affezionato e di cui parlerà più in là nello spettacolo.

Il filo conduttore dello spettacolo è stato il suo libro, uscito nel 2015 e dal titolo “Confesso – Vita semiseria di un comico malinconico”, che lo stesso artista definisce un’autobiografia liberamente tratta dalla sua vita.

La serata è stata, infatti, una confessione a briglia sciolta in cui il comico italiano ha ricordato alcuni eventi della sua vita attraverso un caleidoscopio di esilaranti racconti.

Giocando con naturale padronanza tra umorismo e autoironia, l’attore ha disegnato  un lucido e graffiante ritratto sociale e politico del nostro Paese.

Un viaggio in cui Enrico ha rivelato una parte di sé, a tratti malinconica, partendo dagli esordi da imitatore nelle feste di piazza, passando per i memorabili incontri artistici e riassumendo con acume e ironia la vita politica italiana dagli anni ’80 ad oggi (attraverso imitazioni di Prodi, Berlusconi e tanti altri).

Tra i tantissimi episodi ricordati e le riflessioni condivise, raccontate sempre col suo spirito attento e la sua inesauribile verve, intenso è stato il momento in cui il protagonista ha mostrato al pubblico le maschere che aveva portato con sé, presentandone la funzione e i ricordi personali ad esse legate.

Partendo dalla maschera neutra, passando per le maschere tragica, comica e del satiro, è arrivato infine a quelle della Commedia dell’Arte: Balanzone, Pantalone, Pulcinella (con cui ha reso omaggio al grandissimo Edoardo) e Arlecchino, personaggio che ha confessato di aver sempre desiderato interpretare.

Il momento comicamente più trascinante è stato il mitico personaggio della romantica donna inglese che si trova ad affrontare la vita quotidiana a Roma, imbattendosi in personaggi da cui resta affascinata e che trova sempre molto pittoreschi.

Il momento più toccante, tenero e nostalgico è stato il ricordo dei tempi della gioventù, quando incontrava per le vie del centro di Roma i più grandi artisti del tempo i quali, con estrema disponibilità, gentilezza e naturalezza si fermavano a parlare con lui: Fellini e la Masina, Patroni Griffi, Gigi Magni che lo portava in giro per la città raccontandogliene la storia, Bombolo, che vendeva padelle in giro per il centro, Paolo Panelli, Bice Valori, Marcello Mastroianni, Nanni Loy, Alida Chelli, Aldo Fabrizi.

La serata si è conclusa col brano “Non mi lasciate solo” con cui Montesano, mostrando gratitudine verso il pubblico, lo ha invitato a continuarlo a seguire.

Una bellissima serata trascorsa ad assistere allo spettacolo di uno dei più grandi artisti che ha vissuto, attraversato e fatto vivere più di cinquant’anni di Spettacolo, Teatro, Cinema e Televisione italiani; uno dei pochi ancora vivo, come egli stesso ha fatto notare: “siamo rimasti io e Gigi (Proietti)”.

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