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Musical, Recensioni, Teatro, Teatro

Amalfi Musical di Ario Avecone

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Arsenale della Repubblica di Amalfi

25 giugno 2016

Dall’ 11 maggio è in scena ad Amalfi, presso l’Arsenale della Repubblica, lo splendido spettacolo Amalfi Musical, che racconta la nascita della prima repubblica marinara.

La storia si svolge nell’anno 829 d.C., in pieno Medioevo: la penisola è suddivisa in tanti piccoli territori che si riuniscono tra loro diventando piccole realtà. La città di Amalfi è stata conquistata dai feroci Longobardi, originari del Nord Europa, guidati dal perfido Principe Sicardo. Due giovani innamorati, Antonio e Giovanna, devono separarsi a causa della drammatica guerra. Dopo dieci lunghi anni di esilio, Antonio torna nella propria città natale, divenuto ormai un esperto guerriero. Il giovane ritrova Amalfi in preda alle scorribande dei Saraceni, spietati pirati mediorientali, e sotto il consolidato dominio del sanguinario Sicardo. Dopo aver ritrovato gli amici d’infanzia Ottavio e Carlo, Antonio scopre che Giovanna, di cui è ancora innamorato, è stata promessa in sposa proprio a Sicardo. Tra mille peripezie e intrighi, Antonio proverà a liberare il popolo di Amalfi dalla tirannia e a ritrovare l’amore di Giovanna.

Lo spettacolo è un musical immersivo: entrare in Amalfi Musical è come entrare in un tunnel del tempo, dove è possibile vivere le emozioni dei protagonisti. L’Arsenale è una meravigliosa struttura architettonica che funge da scenografia naturale; si sviluppa in lunghezza e tutto intorno alle pareti sono disposte le sedie su cui il pubblico prende posto a pochi centimetri dagli attori. Lo spettatore è dentro la scena, avverte il respiro e vede da vicino la tensione fisica degli attori. Grazie al disegno luci, poi, le pietre sembrano vivere e trasformarsi nelle varie scene dello spettacolo.

In scena, un cast di professionisti provenienti da esperienze diverse e selezionati durante lunghe audizioni che hanno visto la partecipazione di aspiranti provenienti da tutta Italia. Questo dato testimonia la crescita che lo spettacolo, giunto al suo quarto anno di vita e quinta stagione di rappresentazione, ha subito in questi anni: nato con un cast locale, l’interesse e la partecipazione suscitata a livello nazionale sono segno della forza e validità di questo prodotto che, a sua volta, si trasforma e cresce grazie all’apporto di artisti provenienti da realtà diverse e con grandi capacità.

Quest’anno fra i nuovi interpreti che affiancano il rodato cast artistico spicca il nome di Antonio Melissa (già inteprete di importanti musical nazionali) che si alternerà con Ario Avecone, autore e regista dello spettacolo, nel ruolo del protagonista maschile. Altre novità sono il salentino Giovanni De Filippi, nel ruolo del cattivissimo Principe Sicardo, già nel cast del pluridecorato musical scritto dal Maestro Frisina “La Divina Commedia”, Martina Cenere (interprete recentemente del musical della Disney “Newsies”), e Myriam Somma (già protagonista nella versione italiana de “I Miserabili” e de “Il Conte di Montecristo”) che interpretano sia l’eroina Giovanna che la dolce e protettiva Livia, alternandosi con l’amalfitana Nuccia Paolillo. Nel ruolo di Ottavio è di scena il piemontese Jacopo Siccardi, maestro di combattimento con spada medievale e recentemente protagonista del musical Excalibur. Nel ruolo di Carlo entrano nel cast Michelangelo Nari (fra i protagonisti del musical internazionale Siddharta) e Pasquale Raia, giovanissimo talento campano. A completare il prestigioso cast artistico Vincenzo Oddo e tanti altri giovani attori della Costiera che si alternano nei ruoli di ensemble.

Lo spettacolo, che vive della suggestione della storia e del luogo della rappresentazione, prende vita ogni sera grazie al contributo di questo energico e affiatato cast. Antonio Melissa interpreta Antonio, l’eroe della storia, un cavaliere amalfitano dai nobili valori, uno spirito audace, esperto del combattimento a corpo e con le armi: Melissa attinge a piene mani alla sua professionalità nel campo della biomeccanica e dinamica teatrale, mettendo a disposizione del personaggio tutta la propria fisicità. Vocalmente, Antonio Melissa è un grande interprete capace di modulare il suo registro vocale da baritenore alla tensione scenica del momento, offrendo ampiezza negli acuti e profondità nei momenti più drammatici.

Jacopo Siccardi è Ottavio, amico fraterno di  Antonio. Jacopo può fare affidamento per la sua sorprendente interpretazione su una fisicità atletica e fluida e sulla pregressa e lunga esperienza da schermidore professionista, caratteristiche che lo facilitano nei combattimenti a corpo e a spada rendendoli altamente realistici.

La conoscenza delle dinamiche corporee di Antonio, anch’egli non nuovo agli scontri di spada, e la preparazione atletica e nella scherma di Jacopo, consentono ai due di creare combattimenti realistici e di grande effetto, potendo, a volte, inserire delle varianti a seconda del contesto (vedremo dopo perché). Vocalmente Jacopo è stata una piacevolissima sorpresa: tenore leggero, riesce a dare pieno fiato al suo personaggio. Rappresentando un uomo onesto, sincero e temerario, il suo registro vocale si attiene benissimo a queste corde perché nella purezza del suono si ritrova la purezza d’animo del personaggio.

Michelangelo Nari è Carlo, altro amico fraterno di Antonio e Ottavio. A differenza di quest’ultimo, però, Carlo cede, per necessità, al ricatto del perfido Sicardo tradendo l’amico Antonio. Michelangelo ha qui la possibilità di sfoderare tutta la sua potenza e bellezza vocale, colorando il personaggio a seconda delle circostanze. Anch’egli baritenore, riesce a modulare il proprio registro vocale su una gamma di suoni che incarnano gli stati d’animo del personaggio. Entusiasmo, paura, tradimento, rimorso, voglia di rivalsa, ogni volta Michelangelo offre un’interpretazione emotiva diversa caratterizzata da una sfumatura vocale più o meno profonda. L’apice lo raggiunge nell’incontro perfetto tra interpretazione emotiva e vocale nel brano Il Monaco Nero.

Myriam Somma è la forte e risoluta Giovanna, un po’ l’eroina della storia. Innamorata da sempre di Antonio e ricambiata, succube delle attenzioni morbose di Sicardo, non esiterà a prendere in mano la situazione nel momento più drammatico. Myriam restituisce al personaggio la delicatezza della fanciulla innamorata, ma anche la determinazione della donna consapevole di se stessa. Soprano leggero, Myriam nutre di limpidezza e freschezza il proprio personaggio senza mancare di drammaticità. Emozionante la sua interpretazione insieme ad Antonio nel duetto Sei tu.

Giovanni De Filippi è il perfido Sicardo in una caratterizzazione piena di potenza ed enfasi. Giovanni riesce, con la sua voce tenorile, a rappresentare la lussuria e la cattiveria di Sicardo, attingendo a note profonde, ma aperte e di forte impatto sul pubblico. Straordinario nell’assolo Io,  Sicardo.

Vincenzo Oddo interpreta il Cardinale, interessato vilmente a mantenere il proprio potere assecondando le volontà del principe longobardo. Un’interpretazione intensa e calzante per un ruolo importante nel tessuto narrativo.

Nuccia Paolillo (presenza storica nel cast) è Livia, una sorta di dama di compagnia di Giovanna, protettiva e affettuosa. Voce bellissima, lei e Jacopo si esibiscono in un meraviglioso duetto nel brano La vita che vorrei.

Ognuno di questi artisti porta qualcosa di sé nel proprio personaggio rendendolo vivo e vero. Tutti sono protagonisti, c’è un ottimo equilibrio tra tutti i ruoli.

Lo spettacolo colpisce per la grande veridicità dei combattimenti che impegnano molto anche fisicamente gli artisti, che spesso si ritrovano qualche livido, sbucciatura o bernoccolo qua e là. Il pubblico resta affascinato da tali coreografie realizzate a distanza così ravvicinata.

Il testo e il libretto sono di Ario Avecone, a sua volta cantante, che, a volte, si alterna nel ruolo di protagonista con Antonio Melissa. Musiche e liriche, in particolare, sono affascinanti e sottolineano il carattere epico dell’opera. C’è una grande ampiezza nei suoni e un’ottima musicalità nelle parole; orchestrazione, arrangiamenti e effetti surround completano la fascinazione .

Bellissimi e realistici i costumi anch’essi di Ario Avecone, come gli effetti e le luci curate da Ario e dal grande Alessandro Caso.

Amalfi Musical è un bellissimo spettacolo originale, coinvolgente e innovativo, cantato completamente dal vivo, che affascina anche gli spettatori stranieri agevolati nella fruizione dalla presenza di diversi monitor che riportano i sopratitoli. Uno spettacolo che ha nell’Arsenale della Repubblica la sua location d’eccellenza, ma che anche gira per la Costiera Amalfitana in altre magiche situazioni diverse per spazio, mettendo ogni volta gli artisti nella condizione di dover rivedere movimenti, entrate e uscite, dimostrando in questo una grande sinergia e un alto grado di improvvisazione.

Amalfi Musical è un’opera che lascia la voglia di essere rivista, per assaporare le scene e rivivere le emozioni che trasmette. La stessa possibilità che alcuni elementi del cast possano alternarsi nei ruoli fa sì che lo spettacolo sia sempre diverso regalando ogni volta nuove sfaccettature dei personaggi. Personalmente sono curioso di rivederlo per poter apprezzare anche Ario Avecone e Martina Cenere nei loro personaggi.

Amalfi Musical è uno spettacolo pronto, con piccoli adattamenti che non ne snaturerebbero il senso, ad essere portato in giro per l’Italia e, visto il successo tra il pubblico straniero, anche all’estero, divenendo un altro esempio dell’eccellenza italiana nel campo artistico su scala mondiale.

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Interviste, Musical, Teatro, Teatro

Intervista ad Antonio Melissa per Amalfi

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Antonio Melissa studia pianoforte e canto e si esibisce con diverse cover band aggiudicandosi vari premi in concorsi canori e manifestazioni nazionali. Si appassiona successivamente alla danza, maturando presto una forte passione per il Musical Theatre.

Conferisce il Diploma Accademico presso il Lim – Laboratorio Ials Musical e successivamente approfondisce lo studio della recitazione all’Accademia di Arti Drammatiche Teatro Senza Tempo. Segue numerose Masterclass e Laboratori con grandi professionisti del settore.

Dopo diverse esperienze lavorative che lo vedono coinvolto in corti, videoclip e programmi televisivi, esordisce come autore e regista oltre che interprete con l’opera “Zero”

Entra a far parte della compagnia new generation per la Tournée del Musical “Forza Venite Gente” regia M.Paulicelli, nel ruolo di capo arabo.

E’ autore e regista del Musical Snoopy Show; recita a fianco di Ivana Monti ed Enzo Garinei; è protagonista del dramma Around Macbeth ispirato all’opera Shakespeariana.Sperimenta il teatro danza in diversi spettacoli ispirati alle Opere Dantesche e con spettacoli sperimentali come “Silent Movie Ghost” di Mino Freda.

Attore professionista, docente di movimento scenico alla DAREC, insegnante di recitazione presso la Danzarmonia Academy di Roma diretta da Sabrina Moranti, è stato protagonista e aiuto regista in “Uomo Tra Gli Uomini – Cos’è la santità se non un sì”, scritto e diretto da Sabrina Moranti e andato in scena al Teatro Sistina il 25 e 26 aprile scorsi.

Attualmente Antonio è protagonista di Amalfi Musical, spettacolo che sarà in scena fino ad ottobre nella suggestiva cornice dell’Arsenale della Repubblica di Amalfi e in altre location circostanti.

E’ proprio di questo spettacolo che parleremo nell’intervista.

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Antonio, ho avuto occasione di intervistare Ario Avecone, autore e regista di Amafli Musical che mi ha raccontato come sia nata l’idea di questo spettacolo, il cammino che ha fatto e la sua struttura.

Tu in Amalfi Musical sei il protagonista, che si chiama come te. Raccontami questa esperienza.

Sono entrato quest’anno nel cast a seguito di audizioni che si sono tenute a livello nazionale e che hanno ottenuto un buon riscontro con aspiranti provenienti da tutta Italia.

Io ho il ruolo del protagonista che si chiama Antonio; per la verità mi alterno nel ruolo con Ario, anche se prendo parte alla maggior parte delle repliche.

Antonio è un bel personaggio; è l’eroe della storia, un cavaliere amalfitano che torna a casa dopo un periodo nel Ducato di Napoli e trova la sua città cambiata, non più spensierata come prima, ma sotto il dominio longobardo e l’assedio saraceno.

Ritrova i suoi amici, Ottavio (Jacopo Siccardi) e Carlo (Michelangelo Nari/Pasquale Raia), con cui decide di organizzare una rivolta per liberare la città e ritrova l’amore di una volta, Giovanna (Martina Cenere/Myriam Somma), la protagonista femminile della storia.

Antonio è un uomo dai nobili valori, uno spirito audace, esperto del combattimento a corpo e con le armi. Nello spettacolo ci sono molti combattimenti; quello finale con la spada è molto avvincente e la gente indietreggia per paura di essere colpita. 

So, infatti, che lo spettacolo è molto fisico e interattivo in qualche modo.

Sì, ci sono diversi combattimenti sia a corpo che a spada nei quali c’è una verità scenica molto forte: ci colpiamo realmente, non possiamo fingere tanto le botte. Certo le botte sono ovviamente trattenute, esercitando anche una resistenza muscolare, ma le spade sono vere, pesanti. E’ tutto molto avvincente.

Da parte del pubblico, che è dentro la scena a pochi centimetri da noi, c’è grandissima partecipazione: la gente entra in questo mondo. L’Arsenale è già un set storico bellissimo che rapisce lo spettatore. In più, poi, grazie all’atmosfera creata con gli effetti, le luci magnifiche e gli attori in costume, si compie davvero un viaggio indietro nel tempo.

Ci sono poi anche interventi diretti sul pubblico, durante l’assedio saraceno, in cui alcuni spettatori vengono presi in ostaggio e minacciati con tanto di pugnali: è, quindi, uno spettacolo interattivo e avvincente.

E’un lavoro proprio bello. Anche se io ricopro il ruolo del protagonista, in realtà siamo tutti protagonisti. Ne escono tutti vincenti, è uno spettacolo abbastanza equilibrato nei ruoli e sono tutti ottimi ruoli. 

 

Come ti sei preparato a questo personaggio? Hai dovuto imparare a tirare di scherma?

In realtà, avevo già una preparazione: ho fatto scherma e ho già interpretato coreografie con la spada medievale perché ho ricoperto un altro ruolo in cui utilizzavo la spada.

Anche Jacopo Siccardi è molto preparato: ha fatto scherma a livello agonistico e insieme riusciamo a costruire nuove coreografie di combattimento. Capita, infatti, che apportiamo delle varianti a seconda degli spazi in cui ci esibiamo. 

Hai dovuto togliere qualcosa di te per affrontare questo personaggio?

In effetti mi hanno quasi sempre dato ruoli da cattivo o personaggio ambiguo: sono stato Scar ne Il Re Leone,  un Cappellaio Matto molto pungente ne Il Mondo di Alice, Il Male in Uomo tra gli Uomini.

Qui, invece, sono l’eroe buono, quello che perdona: il mio personaggio, infatti, si trova a vivere anche il tradimento dell’amico Carlo.

Antonio è un uomo di nobili valori, non si sporca mai del sangue di nessuno nonostante i combattimenti.

Cosa, invece, hai portato di te nel personaggio?

Di me ho portato tutta la dimensione fisica, di movimento, tutta la dinamica corporea. Insegnando biomeccanica e dinamica teatrale in fin dei conti mi sono trovato anche facilitato nei movimenti, negli spostamenti anche scenici, non solo nei combattimenti a corpo e con la spada. Essendo una location molto particolare, non c’è un palco, abbiamo uno sviluppo enorme di spazio. Il fatto di avere questa preparazione fisica mi ha aiutato parecchio. 

Cosa mi dici per ciò che riguarda la vocalità?

Amalfi Musical è uno spettacolo molto cantato e, quindi, anche il mio personaggio canta molto: nei reprise, nei duetti e anche nelle canzoni corali.

Su questo fronte c’è stato uno studio molto attento per soddisfare una visione precisa che Ario già aveva e riuscire ad esprimere quello che voleva anche nella dimensione vocale di Antonio. 

Con Ario ho parlato della impostazione musicale di questo spettacolo? Tu cosa mi dici?

Amalfi Musical tocca l’opera, seppur sfiorandola, e si potrebbe definire un’Opera Musical.

Se proprio volessimo provare a fare un confronto, potrebbe avvicinarsi, a livello musicale, a Notre Dame de Paris.

La musica rapisce, è una partitura molto bella, con tanti reprise e molti motivi utilizzati anche come sottofondo musicale al recitato.

E’ davvero poco lo spazio non musicale.

Quali altre caratteristiche fanno di questo musical uno spettacolo da non perdere?

Amalfi Musical è uno spettacolo veramente bello; un atto unico senza tempi morti, dal ritmo serrato.

Ha un grande valore storico perché racconta eventi realmente accaduti: Sicardo è esistito veramente ed era un principe longobardo, dominatore di Benevento, Salerno e della Costiera amalfitana.

Anche Giovanna è un personaggio reale: si tratta di Giovanna d’Aragona che, dopo  la morte del marito, il Duca di Amalfi, si risposò col maggiordomo Antonio da cui ebbe due figli e per questo fu rinchiusa, ad opera del fratello, nella Torre di Amalfi dove morì di fame.

Lo spettacolo, quindi, presenta dei riferimenti storici reali, seppure romanzati.

Come è questa nuova esperienza di Amalfi Musical per te?

E’ uno spettacolo bellissimo di cui sono veramente entusiasta; un importante progetto che porta ad Amalfi valore aggiunto e che sta riscuotendo un grandissimo gradimento da parte del pubblico che si emoziona sempre molto.

Tra di noi ci siamo trovati subito molto bene sia dal punto di vista professionale che umano. Si è creato un bellissimo rapporto tra tutti caratterizzato da una grande sinergia e tanto entusiasmo e abbiamo  fatto subito gruppo, creando anche un ambiente rassicurante oltre che molto professionale.

Inoltre siamo stati accolti ad Amalfi come in una grande famiglia: la gente ci riconosce, ci riempie di attenzioni e si preoccupa che non ci manchi nulla.

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Antonio nel ruolo de Il Male in Uomo Tra Gli Uomini

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Interviste, Musical, Teatro, Teatro

Intervista ad Ario Avecone per Amalfi

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Ario Avecone, classe ’75, nasce come cantante esibendosi a lungo in tutto il sud Italia con la band Rialta; nel 2002 vince le selezioni regionali per la Campania per il premio Mia Martini e l’anno successivo partecipa alle finali del Festival di Castocaro.

Nel 2004 comincia una lunga collaborazione con la Compagnia MusicArtEventi diventando anche attore, interpretando il doppio ruolo di Jesus e Judas in Jesus Christ Superstar. Per la stessa compagnia sarà anche autore e protagonista maschile di Le Magie del Moulin Rouge con repliche in tutta Italia nel 2006, con Fabrizio Checcacci e Kate Kelly.

Nel 2007 e 2008 sempre con la Compagnia MusicArtEventi è coautore e protagonista maschile, insieme a Nathaly Caldonazzo, Ramona Badescu e Graziano Galatone di Musical Romantico, con numerose repliche nel sud Italia.

Intanto, nel 2005, per Atellana Produzioni è il cantante principale in L’Ulitmo Scugnizzo.

Nel 2009/2010, per Sipario di Luce Produzioni è in Musicals of the World con Vittorio Matteucci, Graziano Galatone, Claudio Campagno e Fabrizio Checcacci.

Nel 2011, per GiustaMinori Produzioni è il cantante protagonista maschile nel musical Anni ’60.

Dal 2012 al 2015, ancora con Sipario di Luce Produzioni, è autore e protagonista maschile di Amalfi Musical. Anche quest’anno continua la sua attività con Amalfi Musical, di cui è anche regista e in cui ogni tanto si alterna con il nuovo protagonista Antonio Melissa.

E’ proprio in occasione della ripresa delle repliche di questo spettacolo, che intervisto Ario Avecone per conoscere meglio il suo lavoro

Ario, che cos’è Amalfi Musical?

Amalfi Musical è uno spettacolo innovativo che si fonda su elementi storici reali. Racconta della nascita della prima repubblica marinara, quella di Amalfi appunto, che è storia del territorio e, per estensione, di tanti altri luoghi simili nel Medioevo.

Siamo poco prima dell’anno 1000, non esiste un’unità regionale; allora la penisola era suddivisa in tanti piccoli territori che si riunivano tra loro e diventavano piccole realtà. Amalfi fu la prima repubblica marinara, poi seguita dalle altre. In questo spettacolo racconto la nascita della repubblica amalfitana e un periodo della storia italiana. E’ un racconto vero della storia locale, ma anche, in generale, del Medioevo.

Da quale esigenza nasce questo Musical?

Volevo creare uno spettacolo teatrale innovativo, originale e non convenzionale. Inoltre volevo che fosse uno spettacolo stanziale, che potesse rimanere in scena a lungo. Sono napoletano ormai naturalizzato ad Amalfi da tantissimi anni e mi è sembrato naturale raccontare questa storia. Gli amalfitani in quell’epoca erano sotto il dominio dei longobardi; ad un certo punto il popolo con l’aiuto della Chiesa organizza una rivolta, che è esattamente quello di cui parla lo spettacolo, e si liberano creando la prima repubblica del primo medioevo, uno dei primi casi di repubblica post romana. Da lì seguirà un periodo storico breve, ma molto importante.

Che tipo di spettacolo é?

Lo spettacolo è completamente originale e ha un carattere epico; prevede un contatto diretto con il pubblico che è seduto intorno alla scena a dieci centimetri dagli attori. Il pubblico è in certo modo protagonista: sente il respiro dell’attore, ne avverte le vibrazioni; ogni emozione viene passata da attori e cantanti al pubblico e ricambiata. Penso che questa sia la bellezza del Teatro.

Si ritorna un po’ alle origini del teatro del medioevo, quando i cantastorie giravano per le piazze ed esponevano i propri antichi racconti in uno scambio immediato con la gente. Anche qui c’è uno scambio diretto tra attori e pubblico.

E’ un tipo di spettacolo che piace moltissimo agli stranieri e in particolare agli anglosassoni che sono abituati ad un rapporto più diretto. Inoltre, stando qui, la location e la situazione facilitano molto nel creare l’atmosfera giusta.

A differenza di altri spettacoli è tutto il contesto che segue la linea dello spettacolo: si passa in un piccolo tunnel  per entrare in questo magnifico edifico che sono gli Arsenali, un struttura realmente dell’anno 1000; poi grazie agli effetti, alle luci e ai suoni ci si immerge immediatamente nella storia che continua come un viaggio nel tempo.

C’era l’idea di dare vita a dei fantasmi persi nel tempo che riprendono  forma e raccontano una storia eterna: ci sono il bene e il male, si parla di amore e libertà.

E’uno spettacolo che non ha una conduzione complessa perché deve essere capito da tutte le lingue (grazie a dei sopratitoli): abbiamo per il 70% spettatori stranieri appassionati di Teatro e Musical che vengono appositamente per lo spettacolo e che hanno una cultura in materia. E’ ancora più difficile perché non si tratta di uno spettacolo  folcloristico, ma di un vero e proprio musical. 

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Amalfi Musical è una creatura completamente tua: testo e libretto.

Sì. Testo, libretto e anche i costumi sono miei. Per le luci ho collaborato col grande Alessandro Caso che è un esperto in questo campo.

Non c’è scenografia in questo spettacolo, non ci solo elementi scenici: per scelta tutto è lasciato alle luci, all’ambiente e agli attori. 

Trattandosi di un Musical ci si aspetterebbe che oltre al recitato e al cantato ci siano parti ballate.

Invece no, non c’è danza qui: la danza viene sostituita dai combattimenti. Ci sono molti combattimenti  e sono tutti reali, fatti con armi vere. Non c’è nulla di falso; tutto ciò che di solito copre la danza nel musical qui viene fatto con combattimenti all’arma bianca. 

Parliamo dell’impianto musicale. Che tipo di musicalità dobbiamo aspettarci?

Grazie a mia madre sono cresciuto con una grande passione per la musica lirica e classica di cui ho una buona conoscenza: Puccini, Verdi, Rossini…

Amalfi Musical non è un musical pop. Ho scritto uno spettacolo molto orchestrato, però ho messo dentro anche un’altra parte di me. Sono stato per tanti anni un musicista rock e ho creato un connubio tra elementi classici e rock che ha dato un’impronta particolare alla musicalità.

Lo spettacolo nasce nel 2012 e abbiamo già fatto cinque stagioni di rappresentazioni.

Noto dopo più di trecento repliche in quattro anni che questo stile piace molto, si avvicina allo stile anglosassone (tipo I Miserabili) dove c’è l’armonia della melodia classica, ma c’è anche l’impatto del suono moderno che va  a dare una sferzata. 

Amalfi Musical sarà in scena ad Amalfi, presso l’Arsenale della Repubblica fino a ottobre il mercoledì e il sabato. Però ho letto che sono previsti spettacoli anche altrove.

Sì, si svolge di mercoledì e sabato ad Amalfi, ma quest’anno abbiamo deciso di ampliare un po’ il discorso sempre in zona, in altre location storiche particolari, portandolo anche in esterna e creando un allestimento parallelo senza spostare nulla all’interno dell’Arsenale.

Questa estate sono previste circa 130 repliche in cinque mesi. Grazie anche a questo, quest’anno abbiamo avuto una risposta molto importante ai casting.

Fino adesso avevamo cast locali; quest’anno, invece, abbiamo ricevuto più di mille richieste da tutta Italia e ci sono volute quattro, cinque giornate di casting. Grazie a questa grande offerta il livello si è alzato.

Un’ultima considerazione?

Amalfi Musical è un’esperienza molto particolare, direi unica; è uno spettacolo in cui tutti crediamo molto. Chi ci entra capisce quanto sia particolare e non può non amarlo, tanto che i primi fan sono gli attori stessi. 

Grazie all’esperienza fatta e a questo nuovo, formidabile cast, Amalfi Musical è pronto per girare l’Italia e, magari, anche per essere esportato all’estero con una formula leggermente diversa. 

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