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Musical, Recensioni, Teatro, Teatro

Georgie Il Musical. Prima nazionale

georgie il musical

Teatro Orione

20 maggio 2016

Ha debuttato a Roma, il 20, 21 e 22 maggio, in Prima Nazionale al Teatro Orione, Georgie Il Musical, lavoro tanto sognato e desiderato da Claudio Crocetti, autore dell’adattamento teatrale e produttore.

Appassionato alla cultura dell’Anime (cartone animato giapponese) e in particolare di Georgie, Claudio Crocetti si è ispirato, per questo suo lavoro, al soggetto del  Manga Lady Georgie del 1983, novella scritta dal nipponico Mann Izawa e vero e proprio romanzo giapponese.

Un progetto nato nel 2009, quando Claudio cominciò a scrivere l’adattamento del Manga e che ha avuto una lunghissima gestazione: nove mesi solo per ottenere le autorizzazioni da Mann Izawa, poi la scelta degli autori che lo avrebbero accompagnato in questo viaggio, il Maestro Tiziano Barbafiera per le musiche e Diego Ribechini per testi e libretto.

Un progetto sicuramente audace e molto rischioso, completamente originale, quindi senza precedenti a cui rifarsi e che ha per questo richiesto un enorme sforzo creativo. Progetto coraggioso anche per la scelta di ispirarsi al manga e non al cartone animato, che lo porta ad essere un prodotto lontano da un certo circuito commerciale quale potrebbe essere quello dei family show oggi tanto in voga.

Georgie Il Musical mantiene elementi originari del romanzo giapponese che lo rendono più interessante ad un pubblico adulto, piuttosto che molto giovane: drammaticità, sensualità, cattiveria pura vengono rappresentati con veridicità e senza mezze misure.

Il grande rischio è quello di non trovare una fascia di pubblico vasto interessato: escludendo il family show, infatti, si dovrebbe andare a coinvolgere quella porzione di pubblico intorno ai quarant’anni che ha visto e amato il cartone animato giapponese, impresa difficile considerando il mutare nel tempo degli interessi in quella fascia d’età e anche il fatto che il cartone, comunque, fosse più rivolto ad un pubblico femminile. Quello che sicuramente questo spettacolo potrebbe fare, è coinvolgere i veri appassionati del manga giapponese e del soggetto stesso, nonché quella vasta categoria composta dagli appassionati di Cosplay.

Quello che al momento si avverte, purtroppo, è l’assenza di una direzione chiara e precisa.

C’è da dire che lo stesso regista, Marcello Sindici, durante la conferenza stampa  espresse parole caute sull’allestimento, presentandolo come un esperimento audace e una sfida impegnativa, sicuramente suscettibile di rimaneggiamenti e aggiustamenti, ma forte di un cast artistico di grande valore.

Da quella conferenza stampa ho abbracciato questo progetto con grande curiosità e con entusiasmo per il soggetto e per l’idea originale; ho ascoltato diverse volte il cd e ho avuto la possibilità di assistere alle prove e intervistare quasi tutti i protagonisti, apprezzando il grande impegno e la serietà con cui hanno affrontato questo cammino e affezionandomi a tutti, e tutto questo, oggi,mi rende più difficile scrivere questa recensione.

Sì perché, problemi tecnici a parte, Georgie non era forse ancora pronto per andare in scena, avrebbe richiesto maggior tempo nella preparazione. E’ anche vero, però, che certe cose, certi aspetti li vedi solo quando sei sul palco e ti confronti direttamente col pubblico in sala, vedendo e valutandone le reazioni. E’ solo in quel momento che puoi capire veramente cosa funziona e cosa no.

D’altronde si tratta di uno spettacolo grande, una storia impegnativa: ispirandosi al romanzo ci sono moltissime scene e tantissimi colpi di scena che non è facile rappresentare dal vivo. La storia di Georgie è lunga e complessa dal punto di vista narrativo e il problema maggiore credo sia quello di donarle fluidità e continuità.

In effetti Georgie Il Musical ha sofferto per un andamento un po’ lento e discontinuo, con una netta differenza narrativa, tra l’altro, tra primo e secondo atto. E’ la struttura stessa del romanzo che prevede un crescente declinare verso una drammaticità e una cupezza sempre maggiori, affrontando temi complessi che vanno oltre alla semplice storia d’amore: la ricerca delle proprie origini, l’amore “incestuoso”, il vizio, la lussuria, la degenerazione del potere.

Georgie è un prodotto acerbo, che ha bisogno di tempo e cure per maturare; alcuni quadri sono veramente belli (Il Tango del Destino, Ti Basta un Solo Sì, Il Potere che Avrò), ma, obiettivamente, manca un collante, una continuità narrativa. Alcune scene vanno alleggerite e alcuni passaggi non sono di facile comprensione, soprattutto per chi non conosca affatto la storia.

Dal punto di vista musicale ho apprezzato molto la partitura che mantiene uno stile epico per tutto il tempo, fatti salvi alcuni brani più ritmati nelle scene corali (La Ferrovia, La Grande Festa); i testi sono semplici e suscettibili di accomodamenti.

Sicuramente su molte cose si deve lavorare per modificare, sistemare, tagliare e alleggerire; alcune parti cantate potrebbero essere risolte a livello narrativo e, soprattutto, è necessario curare i passaggi da una scena all’altra rinunciando a certe soluzioni che si sono rivelate un po’ azzardate e compensando i frequenti buchi di scena e momenti troppo bui.

Difendo, però, pienamente il valore umano e artistico di tutti i componenti di questo grande gruppo di lavoro. Ognuno ha dato il meglio di sé mettendosi a disposizione della storia e seguendo le indicazioni del regista e ognuno ha lasciato un’impronta personale.

Sebbene il recitativo abbia risentito dei problemi tecnici e della tensione di una prima, peccando a volte di poca incisività e mancanza di personalità e ritmo, dal punto di vista vocale mi sento solo di fare i complimenti a tutti.

E’ innegabile la bravura e la partecipazione emotiva di Brunella Platania che interpreta Mary Buttman, la madre incattivita che respinge questa figlia non sua per poi pentirsi fino a morire di dolore.

Intensa l’interpretazione di Elisabetta Tulli nonostante appaia in una scena di pochi minuti nei panni di Sophie Gerald, la madre naturale di Georgie.

Claudia Cecchini (Georgie) ha una vocalità che a me piace molto e ha dimostrato grande presenza e costanza essendo in scena per tutto il tempo della rappresentazione.

Dario Inserra è un attore che ho conosciuto due anni fa e che mi aveva colpito: oggi conferma l’idea che mi ero fatto di lui dimostrando una crescita personale soprattutto nella vocalità ampia e pulita. Posso dire che, a differenza di quello che ho visto nelle prove, ho trovato il suo Arthur caratterizzato come un ragazzo immaturo, rendendolo poco credibile. Avrei preferito fosse mantenuta la linea precedente in cui i due fratelli, seppur diversi per temperamento, si muovevano su livelli espressivi paralleli.

Enrico D’Amore (Abel) è una conferma continua, soprattutto vocalmente. Il suo personaggio richiede, però, maggiore attenzione nei movimenti scenici.

Flavio  Gismondi (Lowell) e Claudio Zanelli (Conte Fritz Gerald, padre naturale di Georgie) sono vocalmente ineccepibili, ma anche loro hanno sofferto un po’ per mancanza di naturalezza e difficoltà a gestire lo spazio scenico.

Strepitoso Maurizio Di Maio (Irwin Dangering). La scena della prigionia di Arthur nelle segrete oltre ad avere una grandissima potenza espressiva e a sprigionare grande sensualità, è impreziosita dalla calda e avvolgente voce di Maurizio che ne dà un’interpretazione meravigliosa.

A seguire, in rapida successione, un elogio alla potenza e fermezza vocali di Paolo Barillari (Duca Dangering), alla grinta di Stefania Paternò (Jessica) nel Tango del Destino, alla precisione vocale di Rosy Messina (Elise), alle capacità di Nico Di Crescenzo (Eric Buttman e zio Kevin), alla bellissima coppia di bravissimi interpreti che sono Massimiliano Lombardi e Arianna Milani (Dick e Emma), al tumultuoso ed energico Roberto Fazioli (Comandante delle Guardie e bandito), alla versatilità di Stefano Colli (Governatore/Kenny/Bandito), al coraggio e alla bravura di Pietro di Natale (Deegeery Doo), alla foga interpretativa di Melania Di Giorgio (Catherine).

Altro aspetto che ho apprezzato di questo spettacolo sono state le coreografie curate da Marcello Sindici e Simona Mastrosimone: belle, energiche, diversificate negli stili ed eseguite con grande trasporto da un bel gruppo di ballerini/e. Li voglio ricordare: Serena Mastrosimone

Cristian Cesinaro Linda Gorini Raffaele Oliva Isabel Pelagatti Sergio Nigro Elena Malisani Manuel Bartolotto Maria Izzo Simone Giovannini

Una nota, infine, va fatta per l’ensemble che si è prodigato a dar vita alle scene corali con impegno e passione: Alessandro Angelini, Valeria Borsellini, Giuseppe Carvutto, Simona Foschetti, Cristina Giachi, Federica Graziani, Umberto Marcucci, Francesco Miniaci, Federico Pizzicannella, Valentina Simonetto.

Bellissimi e curati senza ombra di dubbio i costumi di Veronica Crocetti.

Interessante la scenografia anche se lascia un’idea di incompletezza; dovrebbe essere supportata maggiormente dalle installazioni video e dalle proiezioni animate che già esistono, ma su cui si dovrebbe puntare di più.

Georgie Il Musical è uno spettacolo nuovo, inedito e sicuramente rischioso da cui molti hanno imparato qualcosa; un esperimento audace, magari avventato che, però, è stato gradito dal pubblico pagante e di questo bisogna tenere conto.

Gli va riconosciuto il merito di aver voluto osare, di allontanarsi dalla ordinarietà di alcuni spettacoli attuali per presentare al pubblico qualcosa di diverso, anche se ancora grezzo e da ripulire. Credo che produttore e regista abbiano valutato il rischio puntando proprio sul carattere innovativo di questa produzione.

Ognuno poi sarà libero di valutare i risultati in base alle proprie categorie e ai propri punti di riferimento.

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Comunicati stampa, Eventi, Teatro

Georgie – Il Musical. Conferenza Stampa.

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Si è svolta oggi, 2 maggio 2016, la Conferenza Stampa di presentazione dello spettacolo e del cast di Georgie – Il Musical, che debutterà in Prima Nazionale il 20, 21 e 22 maggio, al Teatro Orione di Roma, ispirato al soggetto del Manga (fumetto giapponese) Lady Georgie (1983) e basato sulla novella scritta dall’autore nipponico Mann Izawa da cui è stato anche tratto un Anime (cartone animato).

Una Conferenza Stampa emozionante e molto interessante dalla quale traspare subito un grandissimo entusiasmo nei confronti di questo importante progetto e un altrettanto grande impegno affrontato da tutti con passione e serietà.

Claudio Crocetti, produttore e autore dell’adattamento teatrale, accoglie il pubblico introducendo quelle che sono state le motivazioni del suo interesse verso questo soggetto.

Giovane degli anni ’80, cresciuto, tra tutte le altre cose, a pane e cartoni animati giapponesi, Claudio Crocetti si appassiona alla cultura dell’Anime e, in particolare a Georgie.

“Lady Georgie – afferma Crocetti – è un bellissimo romanzo giapponese. Il Manga, infatti, è un genere letterario assolutamente paragonabile ad un romanzo, un romanzo scritto dal un punto di vista giapponese, prodotto di una specifica cultura e di una specifica prospettiva. Ci sono voluti 9 mesi – continua – per discutere i dettagli con Mann Izawa e ottenere le autorizzazioni. Il Manga Lady Georgie è uscito in tutto il mondo e noi siamo i primi al mondo ad averne fatta un’operazione in Musical. 

In questa storia si parla di amore, ma si affrontano anche tante altre tematiche. Il cartone animato in Italia fu un po’ alleggerito e allungato; furono aggiunte le prime puntate in cui Georgie e i fratelli compaiono bambini, cose che nel Manga non ci sono, e il finale del cartone animato è completamente diverso dall’originale. Finale originale che noi abbiamo rispettato. Quindi si parla di amore, ma anche di altre tematiche molto attuali, come, per esempio, il problema dell’immigrazione: ricordiamo che Georgie affronterà un viaggio lunghissimo dall’Australia all’Inghilterra per trovare le sue origini.

Il progetto nasce nel 2009, quando cominciai a scrivere l’adattamento del romanzo; 9 mesi per ottenere le autorizzazioni da Mann Izawa; poi ho scelto gli autori che hanno cominciato a scrivere con me l’opera. Ricordo che i brani sono tutti orchestrati e inediti: 29 brani scritti magistralmente dal Maestro Tiziano Barbafiera per le musiche, e testi e libretto dal cantante e poeta Diego Ribechini, coppia artistica già molto affiatata. Nel giro di un anno abbiamo realizzato il cd, uscito a fine 2013, grazie all’aiuto dei fan che ci hanno sostenuto nel crowdfunding e patrocinato dall’AVIS, Associazione Volontari Italiani Sangue che ha creduto e continua a sostenere il progetto. Mille cd sono stati regalati da Avis ai donatori e il riscontro è stato molto positivo.”

Crocetti sottolinea la soddisfazione di avere un cast di grandi professionisti e presenta il regista e coreografo Marcello Sindici.

Marcello ringrazia immediatamente Claudio per l’enorme impegno professionale ed economico che da anni sta dimostrando verso questo grande progetto e gli attori tutti per essersi messi a disposizione di esso.

Pur sicuro della straordinarietà di tutto il cast, Marcello usa parole caute nei confronti dell’allestimento, più per preparare il pubblico ad un livello di aspettative medio che possa poi essere smentito e superato dal reale valore di tutto lo spettacolo. Egli presenta questo primo allestimento, seppur compiuto e completo, come un lavoro in movimento, una progressione continua che parte da basi solide per testarsi e poter arrivare a dare tutto quello che in potenza questo lavoro possiede.

Di una cosa però è orgoglioso e sicuro: il cast e la sua forza. Marcello tiene infatti a precisare l’enorme valore artistico di tutti i componenti di questo grande gruppo di lavoro, sottolineando l’immensa novità di questo spettacolo: si tratta di un Musical completamente inedito, mai realizzato prima; non ci sono precedenti a cui riferirsi, ma sarà lo stesso musical a segnare una nuova strada.

Vengono presentati alcuni dei protagonisti che interpretano alcuni loro brani.

Per prima Elisabetta Tulli che nello spettacolo sarà Sophie Gerald, la mamma naturale di Georgie che, morendo, si troverà costretta ad affidare la figlia ad un cacciatore, Eric Buttman, che ne diventerà il padre adottivo. Il brano presentato, bellissimo e struggente, è L’Amore Estremo che canta insieme a Nico Di Crescenzo, che interpreta Eric Buttman.

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A seguire Paolo Barillari, eccezionale musicista che, tra le altre cose, ha firmato le musiche di Rapunzel insieme a Davide Magnabosco e Alex Procacci. Qui interpreta il Duca Dangering, uno dei cattivi. Canta Il Potere che Avrò: intenso e drammatico.

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E’ la volta di Enrico D’Amore che, prima di cantare ci tiene a ringraziare l’Avis per il notevole sostegno a questo importante lavoro e a rinnovare la sua completa adesione a questo progetto.

Enrico interpreta Abel, il fratello adottivo di Georgie; Abel è il fratello più forte ed impulsivo, mentre Arthur è quello più introverso e razionale. La presenza della giovane porterà grandissime gelosie tra Abel e Arthur.

Enrico, che qui è anche vocal coach insieme a Brunella Platania, è orgoglioso di tutti questi artisti che ritiene preparatissimi e persone molto positive e dotate di grande umanità.

Brunella Platania, che oltre ad interpretare Mary Buttman, madre adottiva di Georgie, svolge anche il ruolo di vocal coach e di supervisione alla Stage Performance, è piena di entusiasmo e di passione per questa nuova grande esperienza. Brunella si dimostra totalmente e felicemente presa da questo lavoro ed è orgogliosa di affermare che si tratta di un bellissimo lavoro realizzato da un gruppo di persone e artisti di enorme valore professionale e umano. Un entusiasmo spontaneo e sincero che contagia, senza dimenticare la grande fatica e il grande impegno di tutti che c’è dietro a questo lavoro.

Brunella ripone una considerevole fiducia nel lavoro dell’intero gruppo e nel pubblico, che saprà vedere l’impegno, lo studio, il lavoro e il sacrificio che sono alla base di questo spettacolo.

A proposito del suo ruolo di vocal coach e di supervisione attoriale afferma che con questi performer non si tratta di educare, ma solo di guidare verso una connessione reciproca, dare una regia interna a questi attori che sono straordinari. Si tratta solo di dare indicazioni di connessione con una storia che, magari, i più grandi conoscono meglio, facendo leva su tutta la propria esperienza e sensibilità attoriale.

Molto bella la spiegazione di Brunella del punto di vista adottato, che concilia la ricchezza culturale di una visione orientale originale e la letteratura anglosassone di fine ‘800.

Brunella presentando poi il suo personaggio, una donna concreta e poco affettuosa, rigida per sopravvivenza, rivela di essersi ispirata alla mamma di Jody nel romanzo di Marjorie Kinnan Rawlings, Il cucciolo, in cui un bambino si affeziona ad un cerbiatto che, nel tempo, diventa un problema per la sopravvivenza della povera famiglia e lei è costretta ad ucciderlo. Si tratta di un romanzo di formazione che insegna ad affrontare determinati momenti della crescita.

Flavio Gismondi interpreta Lowel J. Grey, ricco giovane inglese, fidanzato, che incontra Georgie e si trova a vivere un amore ostacolato, sempre in bilico tra il dover decidere se continuare a vivere una vita già segnata oppure rompere gli schemi e improvvisare una vita nuova.

Anche Flavio tiene a esplicitare la propria adesione piena e la fiducia per questo progetto.

Claudia Cecchini è Georgie Gerlad. Claudia è felice di far parte di questo lavoro e sostiene di essere rimasta colpita dal grandissimo amore che tutti ripongono nel progetto e negli interpreti. Lei, ultima arrivata, si è sentita amata da subito ed è rimasta conquistata dall’atteggiamento di spiccata propositività e dalla professionalità di tutti.

Claudia esprime la volontà comune di creare qualcosa di nuovo e incredibilmente bello che possa dare nuovi stimoli al pubblico e nuove chiavi di lettura allo spettacolo stesso.

Canta il brano del primo bacio: una bellissima esecuzione in cui si nota subito, senza eccesso, la sua formazione lirica.

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Terminata la Conferenza Stampa con la presentazione di tutti i componenti del cast artistico e tecnico e con un coinvolgente brano corale dal titolo La Grande Festa, quello che resta è uno sconfinato entusiasmo che contagia e che accresce la voglia e la curiosità di assistere a questo spettacolo.

Sarà sicuramente un’operazione molto particolare e originale, non solo perché si tratta di un’opera inedita e questo già può voler dire molto, ma perché l’impianto musicale appare molto elaborato e poco battuto nel musical italiano esponendo lo spettacolo ad un risultato che può convincere in assoluto o affatto.

Georgie – Il Musical è concepito musicalmente con brani potenti a tratti epici con splendide ballad e corali avvincenti ed è interamente pensato e realizzato per orchestra sinfonica, anche se attualmente virtuale e registrata su supporto multimediale per l’esecuzione live.

Questi elementi danno già l’idea della diversità formale e contenutistica dell’opera rispetto ai musical ai quali siamo abituati ed è una grossa scommessa.

Mi sento di sottoscrivere le dichiarazioni di tutti riguardanti l’alto livello artistico e la grande professionalità dell’intero il cast, qualità che, unite allo slancio e alla passione dimostrati nel tempo e oggi in conferenza, possono solo dare risultati più che soddisfacenti.

Vi svelo una piccola anteprima: i costumi sono bellissimi, curati e ricchi di dettagli.

A questo punto resta solo da aspettare il 20, 21 e 22 maggio e andare al Teatro Orione per assistere a Georgie – Il Musical.

Di seguito una breve sinossi e il cast completo.

BREVE SINOSSI

Ambientato nella seconda metà del XIX secolo, quando l’Austalia era ancora una colonia penale Inglese. Una sera, il signor Buttman, un agricoltore del luogo, trova una donna in fin di vita, Sophie, che gli affida la figlia Georgie, ancora in fasce. Nonostante il pericolo, infatti la donna sembra fuggita dal vicino campo di prigionia, l’uomo decide di prendere con sé la bambina. Georgie viene così adottata dalla famiglia Buttman, composta dal padre, dalla madre Mary e dai due fratelli Abel e Arthur. La madre adottiva non riesce però ad accettare la piccola Georgie: a turbarla sono sia le sue oscure origini che il timore, peraltro giustificato, che, crescendo, la ragazza possa portare scompiglio tra Abel ed Arthur. Gli accadimenti vedranno la nostra eroina intraprendere un viaggio lungo e pericoloso partendo dalla sua amata Sydney fino ad approdare in una Londra grigia e sconosciuta alla ricerca delle sue vere origini e del suo amore, l’aristocratico Lowell J. Grey. La piccola Georgie dovrà crescere in fretta e dar conto alle sue vere emozioni.

Con

CLAUDIA CECCHINI

Georgie Gerald

FLAVIO GISMONDI

Lowell J.Grey

ENRICO D’AMORE

Abel Buttman

DARIO INSERRA

Arthur Buttman

E con la partecipazione di

BRUNELLA PLATANIA

nel ruolo di Mary Buttman

ELISABETTA TULLI

nel ruolo di Sophie Gerald

PAOLO BARILLARI

Duca Dangering

MAURIZIO DI MAIO

Irwin Dangering

CLAUDIO ZANELLI

Conte Fritz Gerald

ROSY MESSINA

Elise

STEFANIA PATERNO’

Jessica

NICO DI CRESCENZO

Eric Buttman

STEFANO COLLI

Governatore/Kenny/Bandito

MASSIMILIANO LOMBARDI

Dick

ARIANNA MILANI

Emma

ROBERTO FAZIOLI

Comandante Guardie/Bandito

MELANIA DI GIORGIO

Catherine

PIETRO DI NATALE

Deegeery Doo

SILVIA e GIULIA GUERRA

Nel ruolo di Georgie bambina

Con il Corpo di Ballo di “LADY GEORGIE”

Serena Mastrosimone

Cristian Cesinaro

Linda Gorini

Raffaele Oliva

Isabel Pelagatti

Sergio Nigro

Elena Malisani

Manuel Bartolotto

Maria Izzo

Simone Giovannini

Ensemble:

Alessandro Angelini, Valeria Borsellini, Giuseppe Carvutto, Simona Foschetti, Cristina Giachi, Federica Graziani, Umberto Marcucci, Francesco Miniaci, Federico Pizzicannella, Valentina Simonetto.

Produzione  SENSO UNICO ALTERNATO in collaboarzione con AVIS COMUNALE ROMA

Adattamento teatrale Claudio Crocetti

Libretto Diego Ribechini

Musiche Tiziano Barbafiera

Regia e coregorafia Marcello Sindici

Assistente alla regia Valentina Naselli

Assistente alle coreografie Serena Mastrosimone

Costumi Veronica Crocetti

Scenografie Vanessa Apolito

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Musical, Recensioni, Teatro, Teatro

Forza Venite Gente. Teatro Marconi, 11 febbraio 2016. Prima.

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Il fascino di Forza Venite Gente è intramontabile e inossidabile: dopo 35 anni e più di 3500 repliche in Italia e all’estero, il Musical sul poverello di Assisi continua a coinvolgere e incantare le platee.

Forza Venite Gente, infatti, è tornato a Roma, al Teatro Marconi e sarà in scena fino al 21 febbraio.

La prima è stata subito segnata dal sold out e da un tripudio di applausi e urla entusiaste.

Per chi non lo conoscesse, Forza Venite Gente è il musical sulla vita di San Francesco d’Assisi che ha debuttato nel 1981. I testi in prosa sono di Mario Castellacci, Piero Castellacci e Piero Palumbo, le musiche di Michele Paulicelli, Giampaolo Belardinelli e Giancarlo De Matteis e i versi di Renato Biagioli e Mario Castellacci.

Interprete storico nei panni del Santo, salvo piccole parentesi, è il mitico Michele Paulicelli, tra l’altro regista di questa edizione.

Lo spettacolo ripercorre la vita del Santo di Assisi, dalla sua vocazione fino alla morte, passando per le fasi principali della sua vita: la creazione dell’ordine francescano e del gemello femminile delle clarisse, i dubbi, le difficoltà, il viaggio a Roma per essere ricevuti dal Papa, il messaggio francescano, il rapporto con la morte, ma, soprattutto, il rapporto tra padre e figlio.

Colonna portante dello spettacolo sono le canzoni che raccontano le tappe fondamentali della vita del poverello di Assisi: canzoni semplici che arrivano dirette al cuore e restano fisse nella mente; canzoni che da 35 anni vengono cantate da generazioni di giovani e meno giovani.

La magia di questo spettacolo è anche il suo potere universale, il suo saper coinvolgere negli anni generazioni differenti e il suo riuscire a passare da padre in figlio, come un’eredità spirituale.

Forza Venite Gente è uno spettacolo che con semplicità di linguaggio racconta una storia, trasmettendo un messaggio genuino e pulito, che resiste al tempo e alle mode che cambiano.

Michele Paulicelli resiste nel tempo nel suo ruolo, ormai diventato una seconda pelle, continuando ad emozionare come sempre. E’ bello vederlo in scena con la stessa espressione felice e presa di sempre, così teneramente in parte, felice di essere ancora San Francesco.

Nei panni di Pietro di Bernardone, padre di Francesco, ruolo che per dieci anni è stato interpretato dal grandissimo e divertentissimo Silvio Spaccesi, troviamo un grande attore, autore e regista, Roberto D’Alessandro.

A lui il difficile compito di interpretare un personaggio che nell’immaginario collettivo del pubblico affezionato ha ormai le caratteristiche che gli aveva conferito Silvio Spaccesi.

Roberto D’Alessandro, non nuovo a questo ruolo, supera brillantemente la prova: non ha bisogno di fare quello che faceva Silvio, di imitare la sua caratterizzazione, sarebbe stato anche abbastanza ingenuo. Roberto prende il personaggio burbero di Pietro di Bernardone e lo porta nelle sue corde, avvicinandolo al suo mondo.

Roberto inquadra perfettamente il suo personaggio rappresentandone l’umanità di un padre smarrito, la drammaticità di un padre disperato che non riconosce più il figlio.

Nonostante la sua grande vocazione comica, Roberto resiste alla tentazione di caratterizzare il proprio personaggio in maniera troppo divertente, senza rinunciare, però, a infilare, ogni tanto, una frase, una parola, un cenno o un gesto che  scatenano l’ilarità senza snaturare il ruolo o il messaggio.

Roberto incarna l’autorevolezza dell’uomo d’affari e l’autorità, contrastata, del padre, ma anche il dolore e la frustrazione di un padre che non capisce più il proprio figlio.

 

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Nel cast anche Roberto Bartoletti che sin dal debutto dello spettacolo nel 1981 non ha mai smesso di essere in scena nei panni de Il Lupo e Il Diavolo e, aggiungo io, senza mai perdere smalto, intenzione e intensità. Una grande emozione per gli appassionati storici come me.

Bellissima l’interpretazione di Rachele Giannini nei panni della Cenciosa, uno dei personaggi principali della storia e il più particolare. A lei e a Pietro di Bernardone sono riservati gli unici monologhi e i dialoghi dello spettacolo. Rachele rispetta il suo personaggio, restituendole quell’essere poetico e sopra le righe che le è proprio con originalità e consapevolezza.

Da segnalare, a seguire, la bellissima voce di Rosa Lembo che interpreta Santa Chiara e l’emozionante interpretazione de La Povertà di Arianna Milani

I cori e le coreografie semplici restano quelli originali e funzionano sempre; in particolare bellissima la scena finale del quadro di E volare volare.

Forza Venite Gente è un musical che coinvolge e cattura e che rinnova l’incanto ad ogni replica. La forza dello spettacolo sta, oltre che nell’interpretazione che viene data dagli attori in scena, dalla semplicità della sua stessa struttura, sia dei testi che delle musiche che arrivano immediate e restano fisse in testa anche quando si esce dal teatro per tornare a casa.

C’è da chiedersi perché non ne sia mai stato curato un allestimento imponente da portare nei grandi teatri italiani così da farne un appuntamento fisso per tutto il grande pubblico.

 

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