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Danza, Interviste, Musical, Teatro, Teatro

Nasce il Patto per le Arti Performative – Intervista a Gino Auriuso

patto

Nasce il Patto per le Arti Performative – Intervista a Gino Auriuso Presidente Fed.It.Art.

aurusio

E’ notizia di pochi giorni fa che federazioni, associazioni e formazioni indipendenti di teatro, musica, danza e circo hanno sottoscritto il Patto per le Arti Perfomative e proposto al Mibact un manifesto per valorizzare, tutelare e sostenere lo spettacolo dal vivo, con l’intento di proporre un intervento costruttivo per collaborare alla realizzazione di una nuova politica culturale del Paese, portando e rappresentando istanze in grado di produrre mutamenti e trasformazioni necessari al bene comune dello Spettacolo dal Vivo e, di conseguenza, alla coesione sociale e al benessere collettivo.

Sono dieci le organizzazioni appartenenti a tutti i settori dello Spettacolo dal Vivo che hanno sottoscritto il Patto: ANAP (Associazione Nazionale Arti Performative), APS (Libera Associazione Lavoratori Spettacolo); CeNDIC (Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea); Fed.It.Art. (Federazione Italiana Artisti); Forum Nazionale per l’Educazione Musicale; Indies (La Casa della Musica Indipendente); Movimento Spettacolo dal Vivo; SIEDAS (Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo);  StaGe! (Stati Generali Musica Indipendente ed Emergente); UTR (Unione Teatri di Roma).

Alcuni punti del Manifesto in sintesi: allineare l’investimento culturale dello stato italiano alla media della spesa europea; valorizzare la creatività artistica e l’utilità sociale, culturale, formativa ed economica dello spettacolo dal vivo e delle arti performative; identificare le imprese culturali e tutte le categorie dei lavoratori del settore con uno specifico registro; abolire il Fus e creare un nuovo Fondo Unico per le Arti Performative in accordo con le Regioni.

Ne ho parlato con Gino Auriuso, presidente Fed.It.Art. che ringrazio per la sollecita risposta e disponibilità.

Gino, le organizzazioni che hanno sottoscritto il Patto, abbracciano molti settori del mondo dello spettacolo dal vivo. In effetti si tratta di tantissime categorie diverse, con necessità diverse. E’ possibile mantenere un’unità di intenti?

 Assolutamente si, dobbiamo farlo. Quando le soggettività e le sensibilità sono diverse, la sintesi non è mai semplice, ma noi ci siamo dati come scopo l’unità, abbiamo fatto un Patto per questo e con questo spirito lavoreremo. 

Con quali proposte di interventi reali, fattivi, pensate si debba intervenire per realizzare i propositi esposti nei punti del manifesto? Con gli interventi di quali istituzioni e organi di Governo?

 La nostra Istituzione di riferimento è il MiBACT, ma ciò non toglie che all’occorrenza ci interfacceremo anche con altri Ministeri e con tutte le forze politiche dell’intero arco parlamentare. L’intervento principale e cardine essenziale, secondo noi, è la Legge che lo Spettacolo dal Vivo aspetta da oltre 70 anni, quando si riuscirà a portarla in porto, noi auspichiamo nel 2021, sarà lo strumento concreto ed efficace per mettere ordine nel nostro comparto. 

L’idea è quella di istituire un Tavolo Permanente per lo Spettacolo dal Vivo presso il Mibact. Cosa rispondere a chi chiede: può nascere qualcosa al Mibact?

 Il Tavolo Permanente al MiBACT è già istituito e si è riunito due volte: noi siamo convinti che quello debba continuare ad essere il luogo di confronto tra le Parti Sociali e le Istituzioni. Noi crediamo nelle Istituzioni del nostro Paese e per tanto crediamo che se qualcosa può nascere è giusto che nasca dal confronto tra il settore ed il MiBACT.  

Qualora questo Tavolo di confronto non dovesse rivelarsi realmente efficace e operativo, quale scenario si aprirebbe?

 Come detto prima, noi vogliamo che quel Tavolo abbia la sua centralità. Qualora, per un motivo ad oggi a noi sconosciuto, questo non dovesse accadere, ne prenderemo atto e ci muoveremo di conseguenza, ma ad oggi è uno scenario che non riusciamo a prevedere e che soprattutto non vorremmo vedere. 

In molti sottolineano, come problema principale, l’assenza di un riconoscimento della categoria delle arti dello spettacolo, in particolare per lo spettacolo dal vivo. Non è un segreto che non si sia mai riusciti a creare una sola organizzazione o associazione che coinvolgesse tutti.  In tutti questi mesi, si è parlato della necessità di un sindacato più solido; è comparsa la figura del Nuovo Imaie. Come conciliare il Patto con le realtà già esistenti? Esisterà una collaborazione?

 La nostra compagine è aperta a tutte le collaborazioni ed anzi le auspichiamo fortemente. Siamo consapevoli che la frammentazione è il male del nostro settore e per questo abbiamo iniziato a dialogare tra noi (ad oggi 10 sigle) ed è nato il Patto, però con l’intento di essere sempre di più e far “pesare” così le nostre rivendicazioni. 

Come persuadere coloro che pensano che si possa trattare dell’ennesima lobby che vada ad aggiungere altri costi di iscrizione e burocrazia ad una situazione già tanto confusa?

 Le 10 sigle che per ora hanno firmato il Patto avevano già una loro organizzazione interna. Ora tutte le competenze e le intelligenze delle varie organizzazioni sono messe a disposizione, su base volontaria, per questo fine e bene comune. Inoltre, c’è già una buona intesa tra i rappresentanti delle 10 sigle e questo determina anche una celerità d’azione. Non ci sarà nessun aggravio di costi e di burocrazia anzi noi contiamo di portare benefici al settore. 

Quando si avranno i primi aggiornamenti sulla riuscita del Patto?

 Intanto ieri (12/01/2021) abbiamo già scritto al Presidente Conte, al Ministro Gualtieri ed al Ministro Franceschini facendo una serie di proposte per l’imminente Decreto Ristori 5 e stiamo spingendo affinché vengano prese in carico. Direi aggiorniamoci dopo questo passaggio. Restiamo comunque convinti che il Patto è già riuscito e presto darà i suoi frutti. 

Ringrazio Gino Auriuso e lo saluto con la speranza di sentirci presto con nuovi e positivi aggiornamenti.

Si ringrazia Rocchina Ceglia per il contatto e l’intermediazione.

Si ringrazia Rossana Tosto ufficio stampa Fed.It.Art.

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Danza, Musical, Recensioni, Teatro, Teatro

Sono io, il potente cortometraggio di Cyro Rossi sul Covid-19

Sono io, il cortometraggio scritto e diretto da Cyro Rossi sul Covid-19 sta riscuotendo un enorme e meritato successo.

Vincitore come “Miglior corto sperimentale all’International Short Film Festival di Mosca” e tra i finalisti in molti altri concorsi, il corto, con protagonisti Dan Booth, Jun Ichkawa, Notsa Mao Kevin, Walter Nestola, Roberta Procida, Penelope Flamma, Fabrizio Pinzauti, Gabriel napoleone, Tommaso Rossi, Anna Piscopo, Carolina Signore, Francesco Paolo Amoroso, Giada Benedetti, Kaya Kushna, Sara Salgado e lo stesso Cyro Rossi, on line su YouTube, è un’efficacissima fotografia di questo difficilissimo momento, segnato dalle terribili ripercussioni sanitarie, economiche e sociali della pandemia da Coronavirus.

Un momento in cui, già vivendo da quasi un anno la reclusione e l’interruzione di quasi tutte le attività, da quelle professionali a quelle sportive, o ludiche o di intrattenimento, oltre al congelamento delle relazioni sociali, e in cui ogni giorno i giornali martellano con le notizie e  i conti di questa feroce pandemia, forse è poca la voglia di vedere e ascoltare altro in proposito.

Eppure, Sono io, in soli 4 minuti e 32” riesce a condensare con una potenza incredibile, un realismo lucido e a tratti brutale, le emozioni, le paure e la disperazione che questa pandemia ha provocato, con conseguenze nefaste per la salute e l’economia mondiale.

sonoio

Sono io è un’opera internazionale che, con poche, ma precise parole, rievoca in un attimo tutto il dolore, tutta la paura e la frustrazione nella quale siamo piombati da marzo 2020.

Il primo elemento folgorante di questo corto è il punto di vista: non sono le vittime a parlare, ma il carnefice. Attraverso i volti e la voce di uomini, donne e bambini provenienti da ogni parte del mondo, viene data voce al Covid19.

E’ l’assassino a parlare e, sentire parlare un assassino seriale, un omicida di massa, fa notevole impressione.

Un feroce assassino che parla tutte le lingue del mondo e uccide senza distinzioni di etnia, sesso, orientamento politico, religioso o sessuale. Un omicida democratico, che non fa distinzioni tra le sue vittime.

Altro elemento forte di questo lavoro è la lucidità con cui è stato ideato e realizzato, una lucidità che non lascia spazio al buonismo, che non salva niente e nessuno, una lucidità e una ferocia che sono quelle stesse che sperimentiamo ogni giorno, nella vita, ma, soprattutto, con la morte.

Attraverso le parole nude e taglienti di questo killer viene rappresentata un’umanità fragile e in pericolo costante, ma anche responsabile e, in parte, correa.

A dare forza e calore a questo corto sono anche l’uso del bianco e nero, quasi a voler azzerare ogni colore e mettere tutti sullo stesso livello, ma anche concentrarsi sulle immagini e sulle parole e la musica di Alessandro Calò e gli effetti sonori di Marco Salaris che creano un’atmosfera misteriosa e suggestiva, dando l’idea di un pericolo presente e costante, ma invisibile.

Sono io non è solo una testimonianza efficace di questo tempo, ma anche un corto di grande impatto emotivo. I personaggi di questo corto non sono solo espressione del potere del male del virus, ma anche testimoni e, allo tesso tempo, corresponsabili.

Non ultimo, il corto propone un punto di vista potente e originale da cui partire per una riflessione su questa crisi globale che è crisi sanitaria ed economica, ma anche sociale e umana, e una più ampia considerazione del nostro Pianeta da un punto di vista ambientale che implica una serie di accorgimenti urgenti e improrogabili da prendere.

CORTO AL LINK:

https://www.youtube.com/watch?v=xhwkD4hMvSE

Il corto è stato vincitore come “Miglior corto sperimentale all’International Short Film Festival di Mosca”

E’ tra i finalisti del ‘Lisbon Film Rendezvous 2020’, ‘Rieti e Sabina Film Festival’ e nella selezione ufficiale del ‘Grounded Film festival 2020’ , del ‘Broadway International Film Festival 2020’ di Los Angeles e dell’International Moving Film in Iran, del Jordanian International Film Festival, dell’Ostia International Film Festival 2020 e dell’International Coronavirus Short Film Festival 2020.

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Comunicati stampa, Danza

1.61 Golden sectiON – online ogni sera alle ore 21.00

1.61

1.61 GOlden sectiON

1 VIDEO. 61 ARTISTI

20 DICEMBRE 2020 – 18 FEBBRAIO 2021

OGNI SERA ALLE ORE 21.00

online sui canali YouTube, Facebook e Instagram di

Only Stage e Teatro degli Arcimboldi

Produzione e realizzazione

Only Stage London

In collaborazione con

Teatro degli Arcimboldi di Milano – Curci Edizioni Musicali

Concept e direzione artistica

Davide Garattini Raimondi, Delilah Gutman, Barbara Palumbo

Musiche Delilah Gutman

Proseguirà fino al 18 febbraio 1.61 GOlden sectiON, il progetto realizzato dall’agenzia londinese di management artistico Only Stage in collaborazione con il Teatro degli Arcimboldi di Milano e Edizioni Musicali Curci e con il supporto dell’Arts Council Cultural Recovery Fund.

Il concept artistico, ideato da Davide Garattini in collaborazione con Barbara Palumbo e Delilah Gutman, nasce per sostenere gli artisti di Only Stage in questo periodo di pandemia. L’obiettivo di 1.61 GOlden sectiON è quello di dare una nuova dimensione alla video-danza grazie all’utilizzo della tecnologia che diventa parte integrante del progetto.

La compositrice e pianista Delilah Gutman ha creato 61 brevi tracce musicali basate sul principio dell‘improvvisazione. Le 61 tracce sono state inviate a 61 danzatori provenienti da ogni parte del mondo che, seguendo alcune linee guida necessarie a rendere il progetto uniforme, danzano sul tema dell‘improvvisazione aurea, cioè perfetta, riprendendosi attraverso le telecamere dei propri smartphone. Le brevi tracce sono state editate e valutate dalla commissione artistica ideatrice del progetto, composta da Davide Garattini Raimondi e Barbara Palumbo, al fine di strutturare un‘efficace sequenza di pubblicazione. Il video non è il risultato di una pubblicazione in ordine cronologico, bensì è basato su una sorta di ipotetico fil rouge che emerge dalle improvvisazioni. I 61 video vengono pubblicati uno al giorno e diffusi attraverso le piattaforme social (Youtube, Vimeo, Facebook e Instagram) delle tre organizzazioni Only Stage, Teatro degli Arcimboldi e Edizioni Curci. A ogni artista è stata lasciata la libertà di divulgare sia i propri contenuti sia il progetto stesso attraverso i canali personali, garantendone la massima visibilità.

La caratteristica che contribuisce a rendere unico il progetto 1.61 GOlden sectiON è l‘utilizzo della tecnologia non come semplice mezzo di divulgazione di un‘arte concepita per essere fruita dal vivo, bensì come parte integrante del progetto artistico stesso. Ecco che l‘insieme dei singoli video crea un‘opera d‘arte unica restituendo allo spettatore la tridimensionalità del movimento attraverso la bidimensionalità dello schermo.

“La diffusione del virus Sars-Cov-2, ci ha obbligato a usare nuovi sistemi di comunicazione, anche nell‘arte. Con questo progetto si vuole rivendicare una nuova prospettiva alla videodanza. La pandemia diventa quindi il pretesto per la creazione di una nuova forma d‘arte e non più il contesto all‘interno del quale l‘arte si adatta ad essere semplicemente diffusa attraverso i mezzi tecnologici a disposizione.

Noi di Only Stage, agenzia inglese di management artistico con sede a Londra, ci siamo trovati in questi tempi difficili a sostenere i nostri artisti quasi come un antico impresario grazie anche ai fondi che abbiamo ricevuto dall’Arts Council Recovery Fund.  Davide Garattini, nostro artista e straordinario regista, ci ha sottoposto questo progetto ideato con Barbara Palumbo e Delilah Gutman. Non potevamo non condividerlo creando intorno a questa idea una co-produzione internazionale che coinvolge il Teatro degli Arcimboldi e le Edizioni Curci (due tra le più prestigiosi organizzazioni italiane con sede a Milano). Con questo progetto vogliamo abbattere barriere antiche e proporre al pubblico novità ed energie artistiche superlative in qualità e messaggio, pur essendo ognuno di noi realtà diverse per profilo e territorialità .

GO ON è per noi quindi anche a GO DIFFERENT !”

Susanna Stefani Caetani / Only Stage

Perché 1.61?

Il numero periodico si riferisce alla sezione aurea e indica il rapporto fra due lunghezze disuguali delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due. Tale rapporto ha condizionato fin dall’antichità il mondo della scienza, dell’arte figurativa e della musica. Un numero che è stato oggetto di studio per secoli e che bene esprime il nostro progetto: 1 video per 61 artisti.

La sezione aurea è stata ritrovata anche come costante all‘interno di parametri medici relativi al movimento umano, e la danza non è, forse, la sua massima espressione? 1.61 è un numero facilmente identificabile da tutti coloro che utilizzano la numerazione araba, un riferimento chiaro, leggibile e indice di perfezione, da lì si vuol partire per valorizzare il movimento del corpo contro la staticità, a cui la pandemia ci ha forzato: l‘apertura contro la chiusura, la danza come risposta all‘immobilità fisica e di pensiero; l‘arte di Tersicore, qui intesa come massima espressione di libertà, quella libertà a cui ci è impossibile rinunciare.

Tutti i video saranno online sui canali Youtube, Facebook e Instagram di Only Stage e Teatro degli Arcimboldi tutte le sere alle ore 21.00.

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