Flaminio Boni - Un posto in prima fila
  • Home
  • Recensioni
    • Musical
    • Danza
    • Teatro
  • Interviste
  • Comunicati stampa
  • Contatti
Flaminio Boni - Un posto in prima fila
Home
Recensioni
    Musical
    Danza
    Teatro
Interviste
Comunicati stampa
Contatti
  • Home
  • Recensioni
    • Musical
    • Danza
    • Teatro
  • Interviste
  • Comunicati stampa
  • Contatti
Danza, Interviste, Musical, Teatro, Teatro

Nasce il Patto per le Arti Performative – Intervista a Gino Auriuso

patto

Nasce il Patto per le Arti Performative – Intervista a Gino Auriuso Presidente Fed.It.Art.

aurusio

E’ notizia di pochi giorni fa che federazioni, associazioni e formazioni indipendenti di teatro, musica, danza e circo hanno sottoscritto il Patto per le Arti Perfomative e proposto al Mibact un manifesto per valorizzare, tutelare e sostenere lo spettacolo dal vivo, con l’intento di proporre un intervento costruttivo per collaborare alla realizzazione di una nuova politica culturale del Paese, portando e rappresentando istanze in grado di produrre mutamenti e trasformazioni necessari al bene comune dello Spettacolo dal Vivo e, di conseguenza, alla coesione sociale e al benessere collettivo.

Sono dieci le organizzazioni appartenenti a tutti i settori dello Spettacolo dal Vivo che hanno sottoscritto il Patto: ANAP (Associazione Nazionale Arti Performative), APS (Libera Associazione Lavoratori Spettacolo); CeNDIC (Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea); Fed.It.Art. (Federazione Italiana Artisti); Forum Nazionale per l’Educazione Musicale; Indies (La Casa della Musica Indipendente); Movimento Spettacolo dal Vivo; SIEDAS (Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo);  StaGe! (Stati Generali Musica Indipendente ed Emergente); UTR (Unione Teatri di Roma).

Alcuni punti del Manifesto in sintesi: allineare l’investimento culturale dello stato italiano alla media della spesa europea; valorizzare la creatività artistica e l’utilità sociale, culturale, formativa ed economica dello spettacolo dal vivo e delle arti performative; identificare le imprese culturali e tutte le categorie dei lavoratori del settore con uno specifico registro; abolire il Fus e creare un nuovo Fondo Unico per le Arti Performative in accordo con le Regioni.

Ne ho parlato con Gino Auriuso, presidente Fed.It.Art. che ringrazio per la sollecita risposta e disponibilità.

Gino, le organizzazioni che hanno sottoscritto il Patto, abbracciano molti settori del mondo dello spettacolo dal vivo. In effetti si tratta di tantissime categorie diverse, con necessità diverse. E’ possibile mantenere un’unità di intenti?

 Assolutamente si, dobbiamo farlo. Quando le soggettività e le sensibilità sono diverse, la sintesi non è mai semplice, ma noi ci siamo dati come scopo l’unità, abbiamo fatto un Patto per questo e con questo spirito lavoreremo. 

Con quali proposte di interventi reali, fattivi, pensate si debba intervenire per realizzare i propositi esposti nei punti del manifesto? Con gli interventi di quali istituzioni e organi di Governo?

 La nostra Istituzione di riferimento è il MiBACT, ma ciò non toglie che all’occorrenza ci interfacceremo anche con altri Ministeri e con tutte le forze politiche dell’intero arco parlamentare. L’intervento principale e cardine essenziale, secondo noi, è la Legge che lo Spettacolo dal Vivo aspetta da oltre 70 anni, quando si riuscirà a portarla in porto, noi auspichiamo nel 2021, sarà lo strumento concreto ed efficace per mettere ordine nel nostro comparto. 

L’idea è quella di istituire un Tavolo Permanente per lo Spettacolo dal Vivo presso il Mibact. Cosa rispondere a chi chiede: può nascere qualcosa al Mibact?

 Il Tavolo Permanente al MiBACT è già istituito e si è riunito due volte: noi siamo convinti che quello debba continuare ad essere il luogo di confronto tra le Parti Sociali e le Istituzioni. Noi crediamo nelle Istituzioni del nostro Paese e per tanto crediamo che se qualcosa può nascere è giusto che nasca dal confronto tra il settore ed il MiBACT.  

Qualora questo Tavolo di confronto non dovesse rivelarsi realmente efficace e operativo, quale scenario si aprirebbe?

 Come detto prima, noi vogliamo che quel Tavolo abbia la sua centralità. Qualora, per un motivo ad oggi a noi sconosciuto, questo non dovesse accadere, ne prenderemo atto e ci muoveremo di conseguenza, ma ad oggi è uno scenario che non riusciamo a prevedere e che soprattutto non vorremmo vedere. 

In molti sottolineano, come problema principale, l’assenza di un riconoscimento della categoria delle arti dello spettacolo, in particolare per lo spettacolo dal vivo. Non è un segreto che non si sia mai riusciti a creare una sola organizzazione o associazione che coinvolgesse tutti.  In tutti questi mesi, si è parlato della necessità di un sindacato più solido; è comparsa la figura del Nuovo Imaie. Come conciliare il Patto con le realtà già esistenti? Esisterà una collaborazione?

 La nostra compagine è aperta a tutte le collaborazioni ed anzi le auspichiamo fortemente. Siamo consapevoli che la frammentazione è il male del nostro settore e per questo abbiamo iniziato a dialogare tra noi (ad oggi 10 sigle) ed è nato il Patto, però con l’intento di essere sempre di più e far “pesare” così le nostre rivendicazioni. 

Come persuadere coloro che pensano che si possa trattare dell’ennesima lobby che vada ad aggiungere altri costi di iscrizione e burocrazia ad una situazione già tanto confusa?

 Le 10 sigle che per ora hanno firmato il Patto avevano già una loro organizzazione interna. Ora tutte le competenze e le intelligenze delle varie organizzazioni sono messe a disposizione, su base volontaria, per questo fine e bene comune. Inoltre, c’è già una buona intesa tra i rappresentanti delle 10 sigle e questo determina anche una celerità d’azione. Non ci sarà nessun aggravio di costi e di burocrazia anzi noi contiamo di portare benefici al settore. 

Quando si avranno i primi aggiornamenti sulla riuscita del Patto?

 Intanto ieri (12/01/2021) abbiamo già scritto al Presidente Conte, al Ministro Gualtieri ed al Ministro Franceschini facendo una serie di proposte per l’imminente Decreto Ristori 5 e stiamo spingendo affinché vengano prese in carico. Direi aggiorniamoci dopo questo passaggio. Restiamo comunque convinti che il Patto è già riuscito e presto darà i suoi frutti. 

Ringrazio Gino Auriuso e lo saluto con la speranza di sentirci presto con nuovi e positivi aggiornamenti.

Si ringrazia Rocchina Ceglia per il contatto e l’intermediazione.

Si ringrazia Rossana Tosto ufficio stampa Fed.It.Art.

FacebookTwitterPinterestGoogle +Stumbleupon
Danza, Interviste, Teatro, Teatro

Intervista a Sabrina Dattrino

sabrina

Sabrina Dattrino parla del suo nuovo progetto fotografico, Su Il Sipario, dedicato al mondo del teatro

Sabrina Dattrino, 35 anni, è una fotografa professionista che ha da poco lanciato un progetto fotografico sul proprio sito, dal titolo Su Il Sipario.

Sabrina, sei laureata in psicologia, hai vissuto e lavorato a Torino, poi hai deciso di lasciare l’Italia per realizzare il tuo sogno di esplorare il mondo, quale è stata la necessità primaria che ti ha spinta a lasciare l’Italia?

 Ho sempre avuto quel desiderio bruciante d’esplorazione e curiosità. Era un sogno che avevo sin da molto giovane, quello di perdermi in terre lontane e remote. Ho ancora vivide in mente le conversazioni con un’amica ai tempi della scuola riguardanti la Patagonia, l’outback Australiano, l’Africa…

Ai tempi erano solo i sogni di una ragazzina, sembrava tutto così “grande”, irraggiungibile…non pensavo che questi sogni sarebbero un giorno diventati realtà!
Con il passare degli anni il desiderio di viaggiare è diventato sempre più forte, fino al punto che non son più riuscita ad ignorarlo e così ho lasciato tutto e sono partita con biglietto di sola andata alla mano.

A quel punto ho finalmente potuto testare i miei limiti e nel confronto costante con le culture con cui sono entrata in contatto, ho scoperto chi fossi e quale fosse il modo più giusto per vivere la mia vita.

sabrina

Cosa hai fatto in questi 8 anni in giro per il mondo?

 Come premessa devo dire che per quanto riguarda i miei studi universitari, ero in ballottaggio tra psicologia e lingue. La decisione, col senno di poi, di iscrivermi a psicologia è stata vincente in quanto ha affinato quella sensibilità che m’ha aperto porte incredibili ed impensabili in giro per il mondo, sia a livello umano che lavorativo. Le lingue le ho migliorate (quelle che già sapevo) ed imparate di nuove viaggiando, ma non le ho mai ritenute tanto indispensabili quanto lo sono invece l’empatia e l’apertura per connetterti con ogni tipo di persona che ti capita sul percorso nel corso dei viaggi o della vita in generale.

In questi 8 anni ho esplorato, me stessa ed il mondo. Ho preso parte a progetti umanitari come foto reporter e volontaria, ho fatto tantissimo trekking in zone meravigliose, ho fotografato ogni singola cosa che catturasse la mia attenzione e potesse far riflettere sulla vita: dall’impermanenza racchiusa nella carcassa di un cammello che giace morto nel deserto Australiano, ai millenni di storia e cultura contenuti negli occhi dei volti dell’India, paese che ha lasciato un profondo segno nella mia vita.

Ho sfidato i miei limiti cercando di capire fin dove potessi spingermi ed ho incontrato persone meravigliose che mi hanno insegnato molto.

Sei tornata e ti sei trovata nel lockdown. Da questa situazione, essendo tu vicina al mondo dell’arte, hai maturato il progetto Su Il Sipario. Di cosa si tratta? Qual è stata la spinta motivazionale e quale è il messaggio che vuoi lanciare con questo lavoro?

 “Su il sipario” è la mia personale celebrazione della bellezza artistica. Nasce, come scrivo nel progetto, in conseguenza al vuoto che è stato lasciato quest’anno dalla chiusura di tutti i luoghi d’arte nel mondo.

Durante la pandemia sono rimasta bloccata in Giappone, quindi ho vissuto il lockdown italiano in modo marginale, tramite le parole di famigliari ed amici e i giornali. Ma ho comunque vissuto il vuoto artistico in prima persona anche là e da amante viscerale dell’arte è come se mi fosse stato tolto un tassello fondamentale della mia persona, lasciando così una voragine incolmabile.

Poi al rientro in Italia a fine anno scorso ho percepito la rabbia generale diffusa legata alle decisioni di tener chiusi tutti i luoghi di intrattenimento culturale per tutti questi mesi ed ho voluto creare qualcosa che potesse dare voce e volto a quella rabbia e frustrazione.

Come e con chi hai lavorato in questo progetto?

 Aiuto fondamentale in questo progetto è stato mio fratello. Avendo io vissuto così tanti anni fuori dall’Italia e non conoscendo nessuno a Roma, quando mi ci son trasferita non sarei mai riuscita a realizzarlo con questa velocità se non fosse stato per lui. Da attore e performer che vive e lavora qui da molti anni, Stefano ha una solida rete di contatti sul territorio, quindi ci siamo mossi in parallelo e, presentando la mia idea e background artistico, lui ha contattato alcuni suoi colleghi artisti mentre io i direttori artistici dei teatri. L’entusiasmo ricevuto in risposta è stato molto alto e questo ha facilitato di molto le tempistiche e la realizzazione.

dattrino

I tuoi scatti ritraggono l’artista al lavoro e poi davanti a una platea vuota. Cosa c’è dietro a questa ispirazione?

 La scintilla che ha dato vita a questa idea è stata una frase udita in televisione di un politico che affermava che i teatri possono anche rimanere chiusi perché non son fondamentali.

Purtroppo molte volte, figure pubbliche dall’ampia audience, non si rendono conto dell’impatto che le loro parole possono avere sulle persone, del dolore o frustrazione o rabbia che alcune affermazioni possono causare sulle masse. Quella frase è stata la mia famosa “goccia”. A quel punto ho deciso che avrei voluto trovare il modo di mostrare quanto fondamentale sia l’arte nella nostra vita e quanto pubblico e artisti siano indispensabili alla sopravvivenza reciproca, in quanto le due categorie si alimentano vicendevolmente e sono assolutamente imprescindibili.

Cosa ti aspetti il Governo debba fare per il settore dello spettacolo dal vivo?

 Quel che desidero più di tutto sono coerenza e rispetto. Decisioni politiche prese con una visione più sensibile del quadro generale nel rispetto di tutte le categorie. Perché le mutilazioni selettive distruggono animi, portafogli e, alla lunga, il Paese intero.

L’arte e la cultura sono fondamentali nella vita delle persone. Per gli spettatori è uno svago, un modo per far rinvigorire mente e corpo, ma per migliaia e migliaia di persone si tratta di lavoro, della stessa passione bruciante di cui parlavo nella prima domanda. Essere forzati ad accantonarla per cercar altri lavori significa snaturarsi, far violenza contro se stessi e lentamente annichilirsi.

Così come si ha libero accesso a supermercati, centri commerciali, etc, nel rispetto dell’igiene e distanziamento, lo si dovrebbe poter avere anche a teatri, cinema, ecc…

Progetti per il futuro? Pensi di rimanere in Italia o di andare via di nuovo?

 Una cosa che ho sempre cercato di fare nel corso degli anni è vivere il più possibile nel presente. Al momento vivo a Roma e sto continuando il mio percorso artistico  come fotografa qui, quando il futuro arriverà saprò che fare!

Per accedere alla galleria di Su il Sipario, cliccare sul link sottostante

www.sabrinadattrino.com/su-il-sipario

FacebookTwitterPinterestGoogle +Stumbleupon
Interviste

Lidia Schillaci trionfa a Tale e quale Show 2020!

lidia schillaci

Intervista a Lidia Schillaci: da Operazione trionfo alla vittoria a Tale e quale Show 2020.

Lidia Schillaci, classe 1984, è nata a Palermo, ma ha vissuto e lavorato in giro per l’Italia e per il mondo.

La sua infanzia è segnata dal rapporto conflittuale tra i genitori che li porterà al divorzio e dalla conseguente assenza del padre, ferite che verranno curate dalla presenza nella sua vita della madre, dei fratelli e dall’amorevole cura dei nonni che non le faranno mai perdere il sorriso.

Studia canto, lirico e jazz, pianoforte e frequenta il Conservatorio. Comincia a cantare con le prime band in giro per la Sicilia e accompagnata sempre dalla mamma. A 17 anni e mezzo partecipa ad uno dei primi talent televisivi, Operazione Trionfo, condotto da Miguel Bosè. Qui studia con i migliori insegnanti d’Italia e ha la possibilità di cantare con Dion Warwick, Celine Dion, Phill Collins, Tom Jons e molti altri. Arriva seconda e ottiene un contratto discografico con Warner Music Italy.

Dal 2005 e per sei anni, affianca Eros Ramazzotti nei suoi tour italiani e internazionali al posto di Anastacia, e successivamente Max Pezzali ed Elisa.

In tutto questo tempo non ha mai smesso di concentrarsi sul lavoro di scrittura e composizione per il proprio progetto discografico, ma anche per il cinema e la televisione.

Sempre in anticipo sui tempi, la svolta di Lidia arriva con il sapiente utilizzo dei Social, in particolare Periscope, una piattaforma di Live Streaming attraverso la quale riesce a farsi conoscere e apprezzare oltreoceano raggiungendo più di 3.394.000 milioni di visualizzazioni, tanto che Twitter Italia inserisce Lidia nella “blue list” degli influencer musicisti più rilevanti in italia.

Intanto, in Italia lavora con Fiorello all’Edicola Fiore ed è ospite di Nicola Savino a “Quelli che il calcio”.

Nel 2019 arriva seconda a Tale e quale Show con esibizioni straordinarie che saranno adorate anche negli Stati Uniti. E’ storia di questi giorni il suo trionfo come vincitrice dell’edizione 2020 dello stesso programma condotto da Carlo Conti.

Lidia, la tua è una carriera particolare e già molto lunga e ricca di esperienze significative. Partiamo da Operazione Trionfo, il talent che ti portò ad avere un contratto con la Warner. Oggi siamo abituati a vedere talent di tutti i tipi, ma allora si trattava di una assoluta novità. 

Che esperienza è stata e cosa non ha funzionato di quella esperienza? Che tempi erano per la musica e la discografia italiana?

È stata di sicuro un’esperienza indimenticabile che mi ha dato molto dal punto di vista professionale, ma che è capitata in un periodo, il 2002, nel quale la discografia da lì a poco sarebbe entrata nella grande crisi mondiale che ha colpito la musica.

Altro ostacolo sicuramente il fatto che “Operazione Trionfo” essendo il primo talent Italiano, non era ancora una macchina rodata per produrre talenti e metterli sul mercato musicale.

Da lì di strada ne hai fatta tanta, vivendo incredibili esperienze professionali. Soprattutto, hai intuito il grande potere dei Social e sei riuscita ad utilizzare con capacità e successo Periscope. Lidia, come hai avuto l’intuizione che potesse essere il canale giusto per te? Come è cominciata questa preziosa avventura?

Ho scaricato sul mio smartphone questa applicazione dal nome Periscope, che permetteva di fare delle dirette in LiveStreaming direttamente dal telefonino, dandoti però la possibilità di acquisire nuovo pubblico da tutto il mondo in tempo reale.

È stata un’intuizione naturale, ho capito fin dalla prima diretta che quello poteva diventare il mio palcoscenico digitale grazie al quale potevo dare sfogo alla mia creatività e potevo far conoscere la mia musica a più gente possibile, senza alcun confine di nazionalità, lingua e distanza.

Spinta dall’entusiasmo dell’innovazione a disposizione dell’arte ho creato veri e propri live in diretta usando come scenografia i monumenti più belli della nostra magnifica Italia, il Colosseo, Castel San’Angelo, il Duomo di Milano, il Castello Sforzesco etc … raggiungendo ben 4 milioni di visualizzazioni sulla piattaforma.

Tra l’altro dal 2015-2016 sei impegnata in #LidiaLive #StreetShow, un progetto da te ideato che consiste in appuntamenti musicali nelle strade e piazze delle città di Milano, Roma e Palermo in diretta web; concerti in streaming live a cui partecipano anche vari ospiti del panorama televisivo e musicale italiano.

schillaci

Immagino sia il naturale sviluppo di quello che avevi cominciato con Periscope. A maggio 2020 hai anche ideato un Secret Concert su Instagram. Quale pensi o speri possa essere il futuro di questi concerti social?

Sono stata la prima in Italia a creare un concerto con vendita di biglietti online sui social che desse speranza ad una categoria dimenticata come quella degli artisti e dei lavoratori dello spettacolo nel periodo del Covid e ho potuto constatare quanto sia importante usare la tecnologia a servizio dell’arte e della bella informazione.

Credo che il futuro sia in mano ai creativi ma, non ho un’idea precisa su che futuro possano avere questo tipo di live, credo però che la tecnologia a disposizione delle nostre esigenze, di condivisione , comunicazione, sia una cosa estremamente positiva, sempre se usata nel modo giusto, allo stesso tempo credo profondamente che un vero live, su un vero palco, con un vero pubblico sia insostituibile.

Sei un’artista sempre in anticipo sui tempi. Nel tuo lungo percorso avrai affrontato difficoltà e paure, avrai avuto anche incontri sbagliati: come si gestisce tutto questo quando si è giovani e non si hanno esempi da seguire essendo quasi dei pionieri?

Purtroppo hai poca scelta, quella di vivere, di fare esperienza e, se sbagli, pagare gli errori che hai fatto sulla tua pelle. La vita a volte è spietata, ma da situazioni particolarmente difficili o da situazioni non proprio avvantaggiate avviene spesso il miracolo.

Sono sempre riuscita a trarre forza anche e soprattutto dalle brutte conoscenze, dalle cadute e dalle porte in faccia e penso che queste, tutto sommato, mi abbiano fatto diventare molto più forte.

Io non mi arrendo mai, non mollo mai, perché credo nel profondo che se hai dentro di te il fuoco della passione acceso, nulla può spegnerlo e questa convinzione mi dà da sempre la forza di buttarmi nelle nuove avventure, magari esserne anche pioniera, perché non mi pongo limiti e penso sempre e solo alle soluzioni.

Lidia, hai lavorato tantissimo sia in Italia che all’estero, dove hai riscosso sempre enorme gradimento e riconoscimenti al tuo talento. Cosa serve per emergere musicalmente in Italia? Oggi dove è orientata la discografia italiana?

Per emergere gli ingredienti devono essere molti di sicuro, ma tendo a non andare dietro all’orientamento generale della discografia, perché un orientamento è sempre la copia di qualche altro orientamento.

Credo nell’originalità della creazione, credo ancora nel fatto che se si ha qualcosa da dire e lo si dice bene qualsiasi sia l’orientamento discografico si adatterà al messaggio musicale, che è di sicuro più forte di qualsiasi orientamento.

Penso “all’americana”, se così si può dire, credo nella creazione di progetti artistici che partono da team che si riuniscono, senza regole alcune o paletti di alcun genere, ma solo con la voglia di creare qualcosa di nuovo.

Gli Italiani sono stati pionieri anche in questo, ma, forse, stiamo dimenticando un pò le nostre radici, stiamo dimenticando di investire sulla creazione di un progetto, piuttosto che sul pezzo usa e getta.

Non esiste un pezzo discografico per come la vedo io, esiste un pezzo originale, innovativo, emozionante, particolare e questo è il mio modestissimo parere.

lidia schillaci

Non hai mai smesso di comporre per te stessa, in vista di un tuo progetto da solista. Come le molteplici esperienze vissute, diverse tra loro, confluiscono nella tua identità musicale?

Sicuramente le mie esperienze confluiranno nella mia identità musicale fatta di vita vissuta e di strada percorsa.

Quanto la tua vita privata, soprattutto la tua infanzia, influisce, se influisce, sul tuo stile compositivo? Porti sempre con te, in quello che fai e che scrivi, qualcosa della tua Sicilia?

Influisce tanto sopratutto nel modo in cui canto e nel modo in cui mi faccio attraversare dalla musica mentre la sto percorrendo con la voce. La Sicilia, le mie radici sono sempre con me, scrivo anche in siciliano a volte, la libertà d’espressione che ho tramite il mio dialetto è di sicuro molto vera e profonda.

Oggi, che donna è Lidia Schillaci?

Una donna che porta dentro di sé molti mondi, tutti collegati l’uno con l’altro e che porta dentro di se di sicuro tante esperienze di vita.

lidia

Parliamo della tua ultima esperienza a Tale e quale Show in cui hai trionfato. Tra i personaggi interpretati in questa edizione, quale è stato il più impegnativo, quello che ha costituito una vera sfida?

Una vera sfida è stato interpretare Mina perché è da sempre la mia  cantante preferita, non avrei mai voluto renderle omaggio nel modo sbagliato, per cui è stato parecchio impegnativo e soprattutto un lavoro intenso ed interiore con me stessa.

Devo dire che il mio impegno è stato ripagato dalla vittoria che vale doppio per Mina e per la felicità di avere ricevuto questo bel riconoscimento.

Cosa ti ha lasciato questa esperienza dove speri ti possa portare?

Questa esperienza mi dà la carica per continuare a credere in me stessa e per proseguire nel mio percorso artistico, sicuramente è stato un percorso bellissimo ed una grande palestra.

Progetti e sogni per il tuo futuro immediato?

Nell’immediato sto lavorando al mio album e quindi lavorerò a delle prossime uscite, poi tanti altri progetti che stanno prendendo forma propio in queste settimane, spero di poterne parlare presto!

Grazie

Ringrazio l’Ufficio Stampa Silvia Signorelli per la consueta disponibilità e collaborazione

sisi

FacebookTwitterPinterestGoogle +Stumbleupon
Page 1 of 2512345»1020...Last »

CERCA NEL SITO

Canale Youtube

Articoli più popolari

Divo Nerone: oltre al pregiudizio

Divo Nerone: oltre al pregiudizio

L’abito nuovo.Teatro Sala Fontana di M

Un Re Lear senza poesia e senza cuore

Un Re Lear senza poesia e senza cuore

Archivio

  • ▼2021 (18)
    • ▼gennaio (18)
      • Papa' uccidi il mostro - Il cortome …
      • Nasce il Patto per le Arti Performa …
      • Soli, bastardi e sentimentali, il r …
      • Arriva sulla scena capitolina “Pe …
      • La Regina Delle Nevi - 16 gennaio o …
      • Il 25 gennaio PACTA . dei Teatri da …
      • MUSICA LIVE: Su LIVEnow, tornano i …
      • Sono io, il potente cortometraggio …
      • Sono io, grande successo per il Cor …
      • 1.61 Golden sectiON - online ogni s …
      • LIVE STREAMING THEATRE Dall’11 ge …
      • F(T)RAME - “Lunch Atop A Skyscrap …
      • ARRIVA A FERRARA "PERFORMER ITALIA …
      • Manuela Kustermann e Alkis Zanis le …
      • Donatella Pandimiglio in La Voce de …
      • NASCE IL PATTO PER LE ARTI PERFORMA …
      • Intervista a Sabrina Dattrino
      • Teatro degli Arcimboldi - #Facciamo …
  • ►2020 (560)
    • ►dicembre (42)
    • ►novembre (26)
    • ►ottobre (65)
    • ►settembre (56)
    • ►agosto (44)
    • ►luglio (59)
    • ►giugno (32)
    • ►maggio (21)
    • ►aprile (19)
    • ►marzo (35)
    • ►febbraio (84)
    • ►gennaio (77)
  • ►2019 (197)
    • ►dicembre (16)
    • ►novembre (18)
    • ►ottobre (26)
    • ►settembre (21)
    • ►agosto (6)
    • ►luglio (9)
    • ►giugno (16)
    • ►maggio (20)
    • ►aprile (15)
    • ►marzo (19)
    • ►febbraio (12)
    • ►gennaio (19)
  • ►2018 (165)
    • ►dicembre (11)
    • ►novembre (13)
    • ►ottobre (14)
    • ►settembre (11)
    • ►agosto (3)
    • ►luglio (7)
    • ►giugno (9)
    • ►maggio (13)
    • ►aprile (10)
    • ►marzo (27)
    • ►febbraio (22)
    • ►gennaio (25)
  • ►2017 (259)
    • ►dicembre (26)
    • ►novembre (14)
    • ►ottobre (24)
    • ►settembre (21)
    • ►agosto (3)
    • ►luglio (12)
    • ►giugno (23)
    • ►maggio (27)
    • ►aprile (20)
    • ►marzo (35)
    • ►febbraio (29)
    • ►gennaio (25)
  • ►2016 (185)
    • ►dicembre (11)
    • ►novembre (20)
    • ►ottobre (18)
    • ►settembre (11)
    • ►agosto (3)
    • ►luglio (3)
    • ►giugno (11)
    • ►maggio (20)
    • ►aprile (20)
    • ►marzo (18)
    • ►febbraio (22)
    • ►gennaio (28)
  • ►2015 (137)
    • ►dicembre (14)
    • ►novembre (17)
    • ►ottobre (21)
    • ►settembre (13)
    • ►agosto (6)
    • ►luglio (7)
    • ►giugno (5)
    • ►maggio (23)
    • ►aprile (14)
    • ►marzo (6)
    • ►febbraio (8)
    • ►gennaio (3)
  • ►2014 (43)
    • ►dicembre (2)
    • ►novembre (4)
    • ►ottobre (6)
    • ►settembre (1)
    • ►agosto (24)
    • ►luglio (3)
    • ►giugno (2)
    • ►febbraio (1)