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Comunicati stampa, Eventi, Teatro

DONATELLA PANDIMIGLIO nel videoclip LA VOCE DEL SILENZIO

pandi

La nota e poliedrica artista Donatella Pandimiglio ha realizzato il toccante videoclip in cui interpreta il brano “La voce del silenzio” composto da Mogol, Elio Isola e Paolo Limiti. Il video è diretto da Saria Cipollitti, figlia d’arte del regista Gabriele Cipollitti.

L’iniziativa scaturisce dall’urgenza avvertita dalla stessa Pandimiglio di voler rompere l’assordante silenzio dei teatri vuoti, in questo momento storico dove per tutti gli artisti è impossibile esprimere la propria anima dai palcoscenici. Si grida forte al mondo intero la voglia di tornare a vedere calcati i palchi nazionali, facendo rinascere il meraviglioso e magico scambio emozionale dello spettacolo dal vivo con il pubblico.

Il video è stato girato nel Teatro dell’Unione di Viterbo, grazie alla collaborazione del Sindaco Giovanni Arena che ha accolto immediatamente con entusiasmo la proposta. Una location storica di altissima qualità.

Realizzato nell’arco di un mese tra le difficoltà del momento, con una troupe che vede, per la prima volta, il figlio di Donatella Filippo Antognielli come fotografo di scena.

Sottolinea la Pandimiglio: “Premesso che questo brano lo amo fin dalla prima volta che lo ascoltai da bambina e fin da allora sognavo di interpretarlo, è arrivato il giorno in cui ho deciso di inserirlo in un mio recital dal titolo Be Italian, dedicato in particolare alla canzone italiana, mettendo in luce dei veri gioielli musicali tra cui proprio questo. La cosa che mi venne in mente e che suggerii al mio arrangiatore, fu quella di far partire il brano solo con un vocalizzo proprio perché per me il senso forte doveva essere quello di una voce sola che arrivasse dal silenzio, per poi entrare nel vivo del brano”.

Il videoclip mostra che il web, già casa abituale dei creativi del pop e dei giovani in gran parte, sia un modo fantastico di comunicare e sostanzialmente nuovo anche per personaggi di “nicchia” come Donatella Pandimiglio, trovando il giusto mix tra il mezzo (videoclip) e il modo (video creativo/descrittivo/ mini storia tra teatro e cinema) di raccontare forti emozioni, arrivando così ad un pubblico vasto ed eterogeneo.

Link video

https://www.youtube.com/watch?v=IzYvBpg8RtA

Info

canale you tube: DONATELLA PANDIMIGLIO OFFICIAL

Facebook/Instagram DONATELLA PANDIMIGLIO   

CREDITI VIDEO

Titolo

LA VOCE DEL SILENZIO (Mogol-E.Isola-P.Limiti)

Artista

DONATELLA PANDIMIGLIO

Regia

SARIA CIPOLLITTI

Fotografia e Montaggio

ENNIO DOTTI

Arrangiatore

ROBERTO GORI

Assistente Regia

MATTEO MONTALTO

Operatore di ripresa

FABRIZIO PUDDA

Aiuto Operatore

PAOLO CODATO

Foto di scena

FILIPPO ANTOGNIELLI

Un Ringraziamento speciale al

COMUNE DI VITERBO

nella persona del

Sindaco Sig. GIOVANNI ARENA

per la concessione delle riprese presso il

TEATRO DELL’UNIONE

Si Ringrazia Assessore alla CULTURA

Sig. MARCO DE CAROLIS

Si Ringrazia per

ATCL Lazio Andrea Maurizi (Responsabile Organizzativo)

Simona Mainella (Organizzazione)

Responsabile Tecnico Teatro

GIOVANNI DI MASCOLO

ASSOCIAZIONE CULTURALE EUROPA MUSICA

Service

AUDIOTIME SRL

Tecnico Luci

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Comunicati stampa, Eventi

Papa’ uccidi il mostro – Il cortometraggio diretto e interpretato dall’attore pugliese FABIO VASCO

papà

PAPA’ UCCIDI IL MOSTRO

IL CORTOMETRAGGIO DIRETTO E INTERPRETATO

DALL’ATTORE PUGLIESE

FABIO VASCO

Ispirato alla drammatica situazione dell’Ilva e al piccolo Federico di Taranto

E’ in uscita il cortometraggio “Papà uccidi il mostro” diretto e interpretato dall’attore pugliese Fabio Vasco e liberamente ispirato ad una storia vera e alla drammatica situazione dell’Ilva, in particolare dedicato al piccolo Federico di Taranto. Nato da una sua idea, con la sceneggiatura scritta da Antonio Mocciola, il corto è prodotto da Mag-Movimento artistico giovanile con il patrocinio di Apulia Film Commission e distribuito da Premiere Film. Inoltre, è stato presentato a vari festival cinematografici nazionali e internazionali.

Fabio Vasco  racconta il dramma di un uomo, e del suo bambino, specchio di quello di intere generazioni di operai, illusi e delusi dal miracolo industriale delle acciaierie italiane. Una storia d’amore, tra le fiamme degli altiforni, cornice infernale e crudele di mille vite sacrificate. Un corto breve, violento e abbacinante come un fulmine. 

Un uomo solo, in una casa vuota e dall’atmosfera sospesa, come in attesa di qualcosa, comunica col figlio malato, perso in un lontano lettino d’ospedale. Dietro i vetri delle finestre, nuvole gravide di pioggia si confondono col grigio plumbeo dell’Italsider di Taranto, madre assassina e Medea d’acciaio. Sul letto una valigia, per una partenza imminente. O forse no. 

              LIBERAMENTE ISPIRATO DA UNA STORIA VERA:

La paura, il mostro, Federico ce li aveva ben presenti, e aveva affidato alle matite colorate la speranza: “Papà uccidi il mostro”, e suo padre quel foglio l’aveva trovato accanto al figlio dormiente. Il papà del bambino morto nel 2014 per un neuroblastoma lo inviò a una delle attiviste che lo ha ripubblicato a distanza di anni su Facebook: “C’è un solo modo per ricordare Federico e tutti i bambini messi sull’altare del profitto: lottare, lottare ancora e resistere”.

 

BIOGRAFIA

Fabio Vasco, dopo la maturità e alcune esperienze teatrali a Bari, si diploma presso la scuola d’arte drammatica Teatro Azione, diretta da Isabella Del Bianco e Cristiano Censi e frequenta il Laboratorio dell’Accademia d’arte drammatica S. D’amico. Si diploma nella prestigiosa scuola di perfezionamento professionale per attori del Teatro di Roma, Teatro Nazionale. Dopo il debutto a Roma al Teatro Tor Bella Monaca con diversi spettacoli lavora dal 2011 con il regista Marco Mattolini. E’ protagonista delle pièce di successo di Giovanni Franci come L’effetto che fa, liberamente ispirato al caso Varani. Al cinema recita a fianco di Ahmed Hafiene nel film Le professeur di Mahmoud Ben Mahmoud dove interpreta un giornalista italiano venuto ad indagare sugli scioperi nelle miniere di fosfato. Nel 2012 è protagonisti della pubblicità internazionale della compagnia telefonica Tunisiana per la regia di Xavier Mairesse; Nello stesso anno fa parte del cast, della famosa “casa chiusa dell’arte” Dignità Autonome di prostituzione, uno spettacolo teatrale di Luciano Melchionna, in tournée per tutta Italia. In televisione dopo alcune esperienze per emittenti locali, debutta nella fiction per la Rai di Fabrizio Costa, La Tempesta. Al cinema debutta come protagonista nei film di Aurelio Grimaldi, Controtempo e in Riso, Amore e Fantasia diretto da Ettore Pasculli. Prende parte ad un piccolo ruolo con Enrico Brignano in Tutta un’altra vita di Alessandro Pondi. E’ tra i protagonisti della seconda stagione della fiction Rai L’allieva 2. Scrive il cortometraggio Poveri diavoli , finanziato dall’Apulia Film Commission, in cui interpreta un ragazzo che soffre di ritardo mentale, per il quale riceverà diversi riconoscimenti  come miglior attore. Attualmente è vicedirettore artistico dell’Associazione culturale Mag-Movimento Artistico Giovanile.

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Comunicati stampa, Eventi

Soli, bastardi e sentimentali, il romanzo di Paolo Zangari

zangari

“SOLI, BASTARDI E SENTIMENTALI”

  

UN ROMANZO DALLE SONORITÀ ROCK POP CON ARMONIE CLASSICHE

Da Lou Reed a The Doors, a Francesco De Gregori, a Ligabue.

Passando per il pop sfrenato degli One Direction, fino alle note volteggianti del Bolero di Ravel.

Un cross over sonoro che accompagna la storia dei sedici protagonisti dando vita ad un affresco contemporaneo e vitale della nostra società.

Roma, 14 gennaio 2021

“Questa è la mia vita/se entri chiedimi permesso/portami a una gita/fammi ridere di gusto/porta la tua vita/che vediamo che succede a mescolarle un po’”.

Nel romanzo “Soli, bastardi e sentimentali” di Paolo Zagari la musica è contrappunto della narrazione, concreta e immaginaria. Diversi sono gli episodi in cui gli accenni a canzoni o artisti determinano, oltre lo stato d’animo dei protagonisti e le loro proiezioni mentali, la cifra esistenziale dell’episodio stesso. Fra i musicisti c’è anche Ligabue e i suoi versi in apertura sembrano fatti apposta per descrivere le esistenze che si incrociano in questo romanzo.

Come per i personaggi del romanzo, nei confronti della musica non c’è giudizio ma solo funzionalità. Gli artisti e le loro canzoni citate nel secondo capitolo del romanzo rappresentano le coordinate “esistenziali” del romanzo stesso: Lou Reed è la traccia erotica; The Doors quella del nichilismo; De Gregori quella dell’impegno. Ma, caratteristica del romanzo, nessuna enfasi e nessuna retorica, molta ironia e infatti Barbara Costa (una dei “personaggi zagariani)  così commenta la musica che sta ascoltando: “hanno messo la musica: Lou Reed, Doors, Francesco De Gregori… incredibile, un cimitero degli elefanti”.

La musica senza giudizio estetico ma strutturale al racconto è questo lo scopo dell’autore che non ha paura di mescolare il sacro della musica classica, “Il Bolero” di Ravel, con il pop più sfrenato degli One Direction. E così cosa c’è di meglio mentre stai raggiungendo la tua amante ad Amalfi ascoltare a bordo di una macchina confortevole una bella e sanguigna canzone di Ligabue? Non è importante se sia bella o brutta, è il momento che va vissuto e basta. E appunto come si può scoprire la password di una ragazzina di 13 anni che è scappata? Pensando alla musica che piace a lei e provando a digitare i nomi dei componenti degli One Direction.

E in fondo questo romanzo incastonato tra due cene a distanza di un anno con situazioni sentimentali e di vita che si sviluppano, crescono, esplodono e si placano, per poi riprendere di nuovo, sempre uguale come in un eterno rondò, come può non ricordare la tessitura del Bolero di Ravel? Esistenze, amore e musica colte sul fatto, senza giudizio, solo vita che scorre.

INFO:

“Soli, Bastardi e Sentimentali”

MDS Editore

190 pagine

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