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Comunicati stampa, Eventi

Papa’ uccidi il mostro – Il cortometraggio diretto e interpretato dall’attore pugliese FABIO VASCO

papà

PAPA’ UCCIDI IL MOSTRO

IL CORTOMETRAGGIO DIRETTO E INTERPRETATO

DALL’ATTORE PUGLIESE

FABIO VASCO

Ispirato alla drammatica situazione dell’Ilva e al piccolo Federico di Taranto

E’ in uscita il cortometraggio “Papà uccidi il mostro” diretto e interpretato dall’attore pugliese Fabio Vasco e liberamente ispirato ad una storia vera e alla drammatica situazione dell’Ilva, in particolare dedicato al piccolo Federico di Taranto. Nato da una sua idea, con la sceneggiatura scritta da Antonio Mocciola, il corto è prodotto da Mag-Movimento artistico giovanile con il patrocinio di Apulia Film Commission e distribuito da Premiere Film. Inoltre, è stato presentato a vari festival cinematografici nazionali e internazionali.

Fabio Vasco  racconta il dramma di un uomo, e del suo bambino, specchio di quello di intere generazioni di operai, illusi e delusi dal miracolo industriale delle acciaierie italiane. Una storia d’amore, tra le fiamme degli altiforni, cornice infernale e crudele di mille vite sacrificate. Un corto breve, violento e abbacinante come un fulmine. 

Un uomo solo, in una casa vuota e dall’atmosfera sospesa, come in attesa di qualcosa, comunica col figlio malato, perso in un lontano lettino d’ospedale. Dietro i vetri delle finestre, nuvole gravide di pioggia si confondono col grigio plumbeo dell’Italsider di Taranto, madre assassina e Medea d’acciaio. Sul letto una valigia, per una partenza imminente. O forse no. 

              LIBERAMENTE ISPIRATO DA UNA STORIA VERA:

La paura, il mostro, Federico ce li aveva ben presenti, e aveva affidato alle matite colorate la speranza: “Papà uccidi il mostro”, e suo padre quel foglio l’aveva trovato accanto al figlio dormiente. Il papà del bambino morto nel 2014 per un neuroblastoma lo inviò a una delle attiviste che lo ha ripubblicato a distanza di anni su Facebook: “C’è un solo modo per ricordare Federico e tutti i bambini messi sull’altare del profitto: lottare, lottare ancora e resistere”.

 

BIOGRAFIA

Fabio Vasco, dopo la maturità e alcune esperienze teatrali a Bari, si diploma presso la scuola d’arte drammatica Teatro Azione, diretta da Isabella Del Bianco e Cristiano Censi e frequenta il Laboratorio dell’Accademia d’arte drammatica S. D’amico. Si diploma nella prestigiosa scuola di perfezionamento professionale per attori del Teatro di Roma, Teatro Nazionale. Dopo il debutto a Roma al Teatro Tor Bella Monaca con diversi spettacoli lavora dal 2011 con il regista Marco Mattolini. E’ protagonista delle pièce di successo di Giovanni Franci come L’effetto che fa, liberamente ispirato al caso Varani. Al cinema recita a fianco di Ahmed Hafiene nel film Le professeur di Mahmoud Ben Mahmoud dove interpreta un giornalista italiano venuto ad indagare sugli scioperi nelle miniere di fosfato. Nel 2012 è protagonisti della pubblicità internazionale della compagnia telefonica Tunisiana per la regia di Xavier Mairesse; Nello stesso anno fa parte del cast, della famosa “casa chiusa dell’arte” Dignità Autonome di prostituzione, uno spettacolo teatrale di Luciano Melchionna, in tournée per tutta Italia. In televisione dopo alcune esperienze per emittenti locali, debutta nella fiction per la Rai di Fabrizio Costa, La Tempesta. Al cinema debutta come protagonista nei film di Aurelio Grimaldi, Controtempo e in Riso, Amore e Fantasia diretto da Ettore Pasculli. Prende parte ad un piccolo ruolo con Enrico Brignano in Tutta un’altra vita di Alessandro Pondi. E’ tra i protagonisti della seconda stagione della fiction Rai L’allieva 2. Scrive il cortometraggio Poveri diavoli , finanziato dall’Apulia Film Commission, in cui interpreta un ragazzo che soffre di ritardo mentale, per il quale riceverà diversi riconoscimenti  come miglior attore. Attualmente è vicedirettore artistico dell’Associazione culturale Mag-Movimento Artistico Giovanile.

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Danza, Interviste, Musical, Teatro, Teatro

Nasce il Patto per le Arti Performative – Intervista a Gino Auriuso

patto

Nasce il Patto per le Arti Performative – Intervista a Gino Auriuso Presidente Fed.It.Art.

aurusio

E’ notizia di pochi giorni fa che federazioni, associazioni e formazioni indipendenti di teatro, musica, danza e circo hanno sottoscritto il Patto per le Arti Perfomative e proposto al Mibact un manifesto per valorizzare, tutelare e sostenere lo spettacolo dal vivo, con l’intento di proporre un intervento costruttivo per collaborare alla realizzazione di una nuova politica culturale del Paese, portando e rappresentando istanze in grado di produrre mutamenti e trasformazioni necessari al bene comune dello Spettacolo dal Vivo e, di conseguenza, alla coesione sociale e al benessere collettivo.

Sono dieci le organizzazioni appartenenti a tutti i settori dello Spettacolo dal Vivo che hanno sottoscritto il Patto: ANAP (Associazione Nazionale Arti Performative), APS (Libera Associazione Lavoratori Spettacolo); CeNDIC (Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea); Fed.It.Art. (Federazione Italiana Artisti); Forum Nazionale per l’Educazione Musicale; Indies (La Casa della Musica Indipendente); Movimento Spettacolo dal Vivo; SIEDAS (Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo);  StaGe! (Stati Generali Musica Indipendente ed Emergente); UTR (Unione Teatri di Roma).

Alcuni punti del Manifesto in sintesi: allineare l’investimento culturale dello stato italiano alla media della spesa europea; valorizzare la creatività artistica e l’utilità sociale, culturale, formativa ed economica dello spettacolo dal vivo e delle arti performative; identificare le imprese culturali e tutte le categorie dei lavoratori del settore con uno specifico registro; abolire il Fus e creare un nuovo Fondo Unico per le Arti Performative in accordo con le Regioni.

Ne ho parlato con Gino Auriuso, presidente Fed.It.Art. che ringrazio per la sollecita risposta e disponibilità.

Gino, le organizzazioni che hanno sottoscritto il Patto, abbracciano molti settori del mondo dello spettacolo dal vivo. In effetti si tratta di tantissime categorie diverse, con necessità diverse. E’ possibile mantenere un’unità di intenti?

 Assolutamente si, dobbiamo farlo. Quando le soggettività e le sensibilità sono diverse, la sintesi non è mai semplice, ma noi ci siamo dati come scopo l’unità, abbiamo fatto un Patto per questo e con questo spirito lavoreremo. 

Con quali proposte di interventi reali, fattivi, pensate si debba intervenire per realizzare i propositi esposti nei punti del manifesto? Con gli interventi di quali istituzioni e organi di Governo?

 La nostra Istituzione di riferimento è il MiBACT, ma ciò non toglie che all’occorrenza ci interfacceremo anche con altri Ministeri e con tutte le forze politiche dell’intero arco parlamentare. L’intervento principale e cardine essenziale, secondo noi, è la Legge che lo Spettacolo dal Vivo aspetta da oltre 70 anni, quando si riuscirà a portarla in porto, noi auspichiamo nel 2021, sarà lo strumento concreto ed efficace per mettere ordine nel nostro comparto. 

L’idea è quella di istituire un Tavolo Permanente per lo Spettacolo dal Vivo presso il Mibact. Cosa rispondere a chi chiede: può nascere qualcosa al Mibact?

 Il Tavolo Permanente al MiBACT è già istituito e si è riunito due volte: noi siamo convinti che quello debba continuare ad essere il luogo di confronto tra le Parti Sociali e le Istituzioni. Noi crediamo nelle Istituzioni del nostro Paese e per tanto crediamo che se qualcosa può nascere è giusto che nasca dal confronto tra il settore ed il MiBACT.  

Qualora questo Tavolo di confronto non dovesse rivelarsi realmente efficace e operativo, quale scenario si aprirebbe?

 Come detto prima, noi vogliamo che quel Tavolo abbia la sua centralità. Qualora, per un motivo ad oggi a noi sconosciuto, questo non dovesse accadere, ne prenderemo atto e ci muoveremo di conseguenza, ma ad oggi è uno scenario che non riusciamo a prevedere e che soprattutto non vorremmo vedere. 

In molti sottolineano, come problema principale, l’assenza di un riconoscimento della categoria delle arti dello spettacolo, in particolare per lo spettacolo dal vivo. Non è un segreto che non si sia mai riusciti a creare una sola organizzazione o associazione che coinvolgesse tutti.  In tutti questi mesi, si è parlato della necessità di un sindacato più solido; è comparsa la figura del Nuovo Imaie. Come conciliare il Patto con le realtà già esistenti? Esisterà una collaborazione?

 La nostra compagine è aperta a tutte le collaborazioni ed anzi le auspichiamo fortemente. Siamo consapevoli che la frammentazione è il male del nostro settore e per questo abbiamo iniziato a dialogare tra noi (ad oggi 10 sigle) ed è nato il Patto, però con l’intento di essere sempre di più e far “pesare” così le nostre rivendicazioni. 

Come persuadere coloro che pensano che si possa trattare dell’ennesima lobby che vada ad aggiungere altri costi di iscrizione e burocrazia ad una situazione già tanto confusa?

 Le 10 sigle che per ora hanno firmato il Patto avevano già una loro organizzazione interna. Ora tutte le competenze e le intelligenze delle varie organizzazioni sono messe a disposizione, su base volontaria, per questo fine e bene comune. Inoltre, c’è già una buona intesa tra i rappresentanti delle 10 sigle e questo determina anche una celerità d’azione. Non ci sarà nessun aggravio di costi e di burocrazia anzi noi contiamo di portare benefici al settore. 

Quando si avranno i primi aggiornamenti sulla riuscita del Patto?

 Intanto ieri (12/01/2021) abbiamo già scritto al Presidente Conte, al Ministro Gualtieri ed al Ministro Franceschini facendo una serie di proposte per l’imminente Decreto Ristori 5 e stiamo spingendo affinché vengano prese in carico. Direi aggiorniamoci dopo questo passaggio. Restiamo comunque convinti che il Patto è già riuscito e presto darà i suoi frutti. 

Ringrazio Gino Auriuso e lo saluto con la speranza di sentirci presto con nuovi e positivi aggiornamenti.

Si ringrazia Rocchina Ceglia per il contatto e l’intermediazione.

Si ringrazia Rossana Tosto ufficio stampa Fed.It.Art.

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Comunicati stampa, Eventi

Soli, bastardi e sentimentali, il romanzo di Paolo Zangari

zangari

“SOLI, BASTARDI E SENTIMENTALI”

  

UN ROMANZO DALLE SONORITÀ ROCK POP CON ARMONIE CLASSICHE

Da Lou Reed a The Doors, a Francesco De Gregori, a Ligabue.

Passando per il pop sfrenato degli One Direction, fino alle note volteggianti del Bolero di Ravel.

Un cross over sonoro che accompagna la storia dei sedici protagonisti dando vita ad un affresco contemporaneo e vitale della nostra società.

Roma, 14 gennaio 2021

“Questa è la mia vita/se entri chiedimi permesso/portami a una gita/fammi ridere di gusto/porta la tua vita/che vediamo che succede a mescolarle un po’”.

Nel romanzo “Soli, bastardi e sentimentali” di Paolo Zagari la musica è contrappunto della narrazione, concreta e immaginaria. Diversi sono gli episodi in cui gli accenni a canzoni o artisti determinano, oltre lo stato d’animo dei protagonisti e le loro proiezioni mentali, la cifra esistenziale dell’episodio stesso. Fra i musicisti c’è anche Ligabue e i suoi versi in apertura sembrano fatti apposta per descrivere le esistenze che si incrociano in questo romanzo.

Come per i personaggi del romanzo, nei confronti della musica non c’è giudizio ma solo funzionalità. Gli artisti e le loro canzoni citate nel secondo capitolo del romanzo rappresentano le coordinate “esistenziali” del romanzo stesso: Lou Reed è la traccia erotica; The Doors quella del nichilismo; De Gregori quella dell’impegno. Ma, caratteristica del romanzo, nessuna enfasi e nessuna retorica, molta ironia e infatti Barbara Costa (una dei “personaggi zagariani)  così commenta la musica che sta ascoltando: “hanno messo la musica: Lou Reed, Doors, Francesco De Gregori… incredibile, un cimitero degli elefanti”.

La musica senza giudizio estetico ma strutturale al racconto è questo lo scopo dell’autore che non ha paura di mescolare il sacro della musica classica, “Il Bolero” di Ravel, con il pop più sfrenato degli One Direction. E così cosa c’è di meglio mentre stai raggiungendo la tua amante ad Amalfi ascoltare a bordo di una macchina confortevole una bella e sanguigna canzone di Ligabue? Non è importante se sia bella o brutta, è il momento che va vissuto e basta. E appunto come si può scoprire la password di una ragazzina di 13 anni che è scappata? Pensando alla musica che piace a lei e provando a digitare i nomi dei componenti degli One Direction.

E in fondo questo romanzo incastonato tra due cene a distanza di un anno con situazioni sentimentali e di vita che si sviluppano, crescono, esplodono e si placano, per poi riprendere di nuovo, sempre uguale come in un eterno rondò, come può non ricordare la tessitura del Bolero di Ravel? Esistenze, amore e musica colte sul fatto, senza giudizio, solo vita che scorre.

INFO:

“Soli, Bastardi e Sentimentali”

MDS Editore

190 pagine

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