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Comunicati stampa, Teatro

GIUDA a cura di Maximilian Nisi, dal 29 ottobre al 1 novembre, Teatro Lo Spazio

giuda

Centro Mediterraneo delle Arti

Festival Teatrale di Borgio Verezzi

Presenta

Maximilian Nisi

in

GIUDA

di Raffaella Bonsignori

a cura di Maximilian Nisi

musiche Stefano De Meo- video art Marino Lagorio

costumi Tiziana Gagliardi- elementi scenici Luigi Sironi

aiuto Paola Schiaffino- coordinamento Cristina Ferrazzi

si ringrazia per la collaborazione la Sartoria Farani di Roma

foto di scena Luigi Cerati

DAL 29 OTTOBRE AL 1 NOVEMBRE

TEATRO LO SPAZIO- ROMA

Dal 29 ottobre al 1 novembre il palcoscenico del Teatro Lo Spazio accoglie Giuda, monologo di Raffaella Bonsignori, a cura di Maximilian Nisi, sul cattivo biblico per eccellenza, l’uomo che l’umanità ha messo sotto accusa, che esce allo scoperto per dare la sua versione dei fatti.

Giuda, interpretato dallo stesso Nisi, racconta la sua verità, riscrivendo i confini del suo rapporto con Cristo.

Giuda è un uomo, capace di amare ma come, purtroppo, spesso si riducono ad amare molti esseri umani, con la loro innata imperfezione: il loro è un amore-possesso, vissuto guardando allo specchio solo i propri sentimenti e il proprio desiderio di essere, per gli altri, gli unici destinatari della loro attenzione, dei loro pensieri. Non si ammette alcuna condivisione, non si comprende un amore diverso da una catena che unisca indissolubilmente lo spirito di due esseri fino a fare sì che solo nell’ esistenza dell’uno l’altro trovi le motivazioni sufficienti per continuare a vivere.

Gesù è Il figlio di Dio, maestro di amore ma di un amore universale, sublime, che Lui sa offrire a piene mani a tutti gli uomini capaci di comprendere i suoi insegnamenti e di seguirlo. Non c’è alcun vincolo esclusivo, in questo amore, è un amore universale, che dovrebbe affratellare, permettere a tutti gli uomini che ne abbiano volontà di affrontare le intemperie della vita riscaldandosi al focolare di uno stesso Padre. Non è un amore-possesso ma è un amore che, come un pane, si spezza in parti uguali per essere distribuito a tutti i commensali che di quel pane abbiano fame.

L’amore-possesso di Giuda incontra il messaggio di un Amore diverso, immensamente più̀ grande, di Gesù̀ Cristo e in quell’oceano infinito si perde, sente la propria inadeguatezza ma rimane prigioniero dei propri limiti terreni. Vorrebbe essere riconosciuto, avere un premio solo per il fatto stesso di esistere, una ricompensa per la sua devozione che lo porta a desiderare la vicinanza di un uomo che, pure, è lontano da quell’ipotesi di Messia che per tanti anni aveva vagheggiato. Non un leone capace di scacciare i romani dalle terre occupate con la loro protervia di conquistatori ma un “agnello” che percorre una strada impervia che lo porterà̀ ad un’ inevitabile sacrificio finale. L’amore di Giuda non comprende tutto questo, vorrebbe da Gesù quelle risposte che l’uomo Giuda, inutilmente, chiede a suo Padre, quel Dio di cui soffre terribilmente la presenza-assenza. Eppure potrebbe anche accettarlo, in cambio, però, di essere amato come lui pretende, con una forza unica, esclusiva, più̀ del prediletto Giovanni, più̀ di Pietro, che pure per amore di Gesù potrebbe anche uccidere. Dalla disillusione cocente di questo suo desiderio di essere amato come lui vorrebbe, non “come” gli altri ma “più” degli altri, nasce poi, dentro l’animo di Giuda, il risentimento feroce che lo porterà̀ al tradimento, alle trenta monete lorde del sangue di Colui che, pure, tanto amava. C’è anche l’ineluttabilità̀ di un disegno divino dietro tutto questo, Giuda sente che, in qualche modo, quello che ha fatto gli è stato chiesto: ma dentro la sua tragedia non si può̀ dimenticare la forza devastante che ha avuto quell’amore disilluso che per lui era diventato più̀ importante della sua stessa vita e che lo trascina ad agire come lui non avrebbe mai voluto. Nel suo tormento interiore, Giuda è un’icona delle contraddizioni dell’uomo moderno, tanto fragile che, a volte, si smarrisce nella sua ricerca di amore e finisce per commettere delitti persino peggiori di quelli che gli suggerirebbe l’odio.

GIUDA

Dal giovedì al sabato ore 21; domenica ore 17

Teatro Lo Spazio

Via Locri,42

informazioni e prenotazioni

06 77076486 / 06 77204149
info@teatrolospazio.it

Biglietti: intero 15 euro

Ridotto 10 euro

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Comunicati stampa, Teatro

Evento Speciale, dal 6 all’8 novembre “Shakespeare in plexiglass” scritto e diretto da Annabella Calabrese

plexiglass

Avviso ai Soci

COMUNICATO STAMPA

Associazione Culturale Teatro Trastevere

presenta

Dal 6 all’8 novembre

Shakespeare in plexiglass

scritto e diretto da Annabella Calabrese

con Annabella Calabrese e Giovanna Cappuccio

Light Designer Daniele Esposito

Oggetti di scena Leonardo D’Angelo

Aiuto regista Pia Lavinia Nicol Calabrese

ANNE: Rassegniamoci Beth, il Teatro è morto.

  BETH: Non essere sciocca Anne, il Teatro non può morire!

(Shakespeare in Plexiglass)

Due attrici, una parete di plexiglass e un intero repertorio Shakespeariano da mettere in scena mantenendo la distanza di sicurezza. Riusciranno nella loro missione?

William Shakespeare è uno degli autori più amati di sempre: ma come si fa a metterlo in scena se gli attori non possono più toccarsi e devono mantenere le distanze? Bisogna rassegnarsi e rinunciare alla bellezza di opere come “Romeo e Giulietta”, “Sogno di una notte di mezza estate” o “La bisbetica domata”? Non è di questo parere la dolce e ingenua Beth, che pur di non rassegnarsi alla morte del Teatro cerca di convincere ad andare in scena, pur mantenendo tutte le precauzioni del caso, la sua collega e amica, nonché regista, Anne. Sebbene il pessimismo cosmico di Anne sia in netta contrapposizione con la positività e il desiderio di riaprirsi verso il futuro di Beth, la seconda riuscirà nel suo intento, così che le due attrici, pur di mettere in scena il loro autore preferito, daranno vita ad esilaranti tentativi di interpretazione dei grandi classici nei quali le stesse vestiranno i panni di gran parte dei personaggi Shakespeariani, uno dopo l’altro, mantenendo la “distanza di sicurezza” e separate da pareti di plexiglass, mascherine, guanti, caschi con visiere e quant’altro. I controsensi dell’epoca contemporanea porteranno alla creazione di esilaranti reinterpretazioni di personaggi classici, incredibilmente attuali, che sorprenderanno e divertiranno il pubblico, ma anche a suggestivi momenti poetici e riflessivi. Alla fine di questo excursus Anne e Beth ritroveranno nel teatro classico molte similitudini con il presente, dando risposta a molti dei dubbi creati dagli importanti avvenimenti che hanno sconvolto la nostra realtà negli ultimi mesi e lasciando un messaggio finale di speranza e di rinascita.

“Mai come nel periodo di lockdown imposto dal Covid19 il mondo si è reso conto dell’importanza degli artisti. Come sarebbero stati i mesi trascorsi in casa senza libri, film, spettacoli teatrali, musei interattivi…insomma senza artisti? Eppure sono proprio gli artisti a vertere in una situazione di estrema crisi causata dai grandi danni provocati dal Covid19 e dalle conseguenti difficoltà per il mantenimento del distanziamento sociale.  Anne e Beth rappresentano due facce della stessa medaglia, sono un po’ come Vladimiro ed Estragone del celebre “Aspettando Godot” di Beckett, solo che loro non aspettano una fantomatica entità, bensì la possibilità di tornare a fare quello che è il loro lavoro, ma che forse è anche più di questo: è il sangue che scorre nelle loro vene, ciò che le tiene in vita. Shakespeare in Plexiglass è un divertente botta e risposta di circa un’ora e mezza, durante il quale il pubblico passa dall’immedesimarsi nel lockdown di una delle protagoniste, a versare lacrime per la sciagurata morte di Mercuzio che urla “La peste, la peste alle vostre famiglie!”. Ed è tra paragoni tra l’epoca Shakespeariana (anche lui rinchiuso per ben un anno e mezzo a causa della peste) e divertenti aneddoti sui mesi trascorsi in casa durante la tragedia che ci ha tutti colpiti, che Anne e Beth ricominciano pian piano a sperare, fino ad arrivare alla conclusione che non possono arrendersi, e che devono continuare a far sorridere e a commuovere il pubblico nonostante tutte le difficoltà che potranno incontrare sul loro cammino.”

cit. Annabella Calabrese

Teatro Trastevere

Il Posto delle Idee

via Jacopa de’ Settesoli 3, 00153 Roma

prevista tessera associativa

Orari degli spettacoli

feriali ore 21.00, festivi ore 17.30

contatti: 065814004 info@teatrotrastevere.it

#ilpostodelleidee

www.teatrotrastevere.it

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Comunicati stampa, Teatro

SCANNASURICE di Enzo Moscato regia Carlo Cerciello con Imma Villa Dal 20 al 25 ottobre 2020 Teatro Vascello

scannasurice

STAGIONE 2019 2020

MAI PIU’ SOLI

PROSA

dal 20 al 25 ottobre 2020

martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 21 – sabato ore 19 – domenica ore 17

SCANNASURICE

di Enzo Moscato

regia Carlo Cerciello

con Imma Villa

scene Roberto Crea

costumi Daniela Ciancio

suono Hubert Westkemper

musiche originali Paolo Coletta

disegno luci Cesare Accetta

produzione Elledieffe, Teatro Elicantropo

Premio Mario Mieli 2018 ad Imma Villa come Miglior interprete

Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2017 ad Imma Villa come Miglior interprete di monologo

Premio della Critica (A.N. C. T.) 2015 come Miglior spettacolo

Premio Annibale Ruccello 2015

Premio PulcinellaMente 2015

Scannasurice è il testo che nel 1982 segnò il debutto di Enzo Moscato come autore e interprete. Nel 2015 è stato messo in scena da Carlo Cerciello che ne ha affidato l’interpretazione a una straordinaria Imma Villa (Premio Le Maschere 2017 e Premio Mieli 2018 come Migliore Interprete) ed è diventato negli anni un apprezzato piccolo “cult”. Si è aggiudicato anche il Premio della Critica: Per essere sintesi preziosa ed evocativa tra un testo – quello potente di Enzo Moscato, immagine di una città terremotata e fragile nelle fondamenta della sua articolata struttura così come della sua identità –, un’interpretazione poeticamente superba nella sua drammaticità – quella di Imma Villa, la cui maestria d’attrice restituisce realismo e intensità al personaggio che interpreta con vibrante tensione –, e una regia complessa e accurata – firmata Carlo Cerciello – in grado di valorizzare ogni sua singola componente e, nella sua unitarietà, porsi quale virtuale luogo teatrale e reale, in cui l’estetica si fonde con la recente storia napoletana […].

Ambientato dopo il terremoto del 1980 a Napoli, Scannasurice è una sorta di discesa agli “inferi”, di un personaggio dall’identità androgina, nell’ipogeo napoletano dove abita, all’interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità, in compagnia dei topi – metafora dei napoletani stessi – e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella ‘mbriana al Munaciello, tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente.

Il personaggio fa la vita, “batte”. E’, originariamente, un “femminiello” dei Quartieri Spagnoli di Napoli, ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità, quasi mitologiche. Oltre l’identità sessuale, sono quasi magiche. Per questo ne è interprete un’attrice che del personaggio esalta l’ambiguità e l’eccesso. In un dialetto lirico e suggestivo, la creatura a metà tra l’osceno e il sublime distilla imprecazioni esilaranti, filastrocche popolari e antiche memorie in un’alternanza di ritmi e di sonorità rendendo un testo ed uno spettacolo propriamente caratterizzato dalla parola profondamente affascinante.

Cerciello coniuga qui i due finali scritti da Moscato in due momenti successivi: il primo nel 1982, il secondo, su impulso di Annibale Ruccello che ne fece la regia due anni dopo. Di una morte simbolica comunque si tratta, nel segno di un pessimismo che lascia poche vie di fuga.

DALLA RASSEGNA STAMPA

[…] straordinaria Imma Villa. Grazie a lei il pubblico, emozionato, commosso, turbato, ferito, esaltato, scopre la gioia ed il dolore di condivisioni che a volte ci concede il teatro. Accade raramente ed è un prodigio ed un dono. E gli applausi sembra non debbano mai avere fine.

Giulio Baffi, la Repubblica

Uno spettacolo che onora la drammaturgia, e la sonorità fosca d’un dialetto lirico.

Rodolfo Di Giammarco, la Repubblica

[…] Una lingua aperta alla contaminazione, che danza in maniera vitale con le parole per ricomporre un universo suo proprio. E non a caso si esprime nella forma pre-drammatica del monologo che impegna l’interprete, una bravissima Imma Villa, a innescare un dialogo continuo con lo spettatore. 

Gianni Manzella, il Manifesto

Cerciello, ancora una volta con lucida intelligenza, punta sulla radicalizzazione del dettato moscatiano […] un’Imma Villa semplicemente strepitosa: carnale, ironica rabbiosa, sperduta e tenerissima, dona una sanguigna e appassionata verità sia ai tarocchi che Cerciello le fa appendere a una corda per richiamare con altrettanta ironia i proverbiali panni stesi ad asciugare sia alla Bella ‘Mbriana e al Munaciello evocati da Moscato come vie di fuga dalle macerie della realtà.

Enrico Fiore, Il Mattino

E’ invece già un piccolo classico Scannasurice di Enzo Moscato interpretato da una straordinaria Imma Villa […] Testo bellissimo e spettacolo fascinoso.

Gianfranco Capitta, il Manifesto

Scannasurice di Moscato si basa su un’efficace invenzione visiva (…) la bravissima Imma Villa striscia evocando una figura dall’incerta connotazione sessuale. Il virtuosismo verbale dell’attrice fa del napoletano stretto una musica incalzante, ma in gran parte insondabile.

Renato Palazzi, Sole 24 ore

Sono ticinese. Eppure ho assaporato ogni parola, ogni gesto E ho capito le parole, aiutate dal gesto scenico. Ho capito i pensieri, coinvolti dalla forza attoriale. Ho capito la tradizione, seppur lontana dalla mia.  Roberta Niccolò, Timmagazine Lugano

Prezzi intero € 26, ridotto over 65 €19, ridotto under 26 €16, info 065898031  promozioneteatrovascello@gmail.com – promozione@teatrovascello.it

Teatro Vascello via Giacinto Carini 78 Roma Monteverde

Acquista i biglietti on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/scannasurice/151812

Programma completo su: https://www.teatrovascello.it/

Come raggiungerci con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma
Con mezzi pubblici: autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello. Oppure fermata della metro Cipro e Treno Metropolitano fino a Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello

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