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Comunicati stampa, Teatro

Lucrezia Lante della Rovere e Luca Barbareschi insieme per il testo di David Hare ‘Il cielo sopra il letto’

il cielo sopra il letto

Teatro Eliseo

Martedì 17 dicembre 2019 ore 20.00 – Debutto nazionale

Foto di Fabio Lovino

Lucrezia Lante della Rovere

Luca Barbareschi

Paolo Marconi

in

Il cielo sopra il letto

Skylight

di David Hare

Traduzione e adattamento Luca Barbareschi

Scene Tommaso Ferraresi

Costumi Federica De Bona

Luci Pietro Sperduti

Musiche Marco Zurzolo

Regia Luca Barbareschi

Produzione Teatro Eliseo

 

È uno dei più bei testi di David Hare.

La lancinante disputa sia amorosa che civile, che non fa sconti a nessuno,

tra un uomo e la sua ex amante

 

 

Pluripremiato testo dello scrittore, sceneggiatore e regista di culto britannico David Hare, Il cielo sopra il letto esplora la complessa e drammatica relazione tra Saverio, imprenditore benestante e vedovo, ed Elisabetta la sua ex-amante, insegnante in una scuola di periferia, che vive in una modestissima casa di un quartiere popolare.

Elisabetta, che aveva vissuto per un periodo nella casa di lui, se n’era andata quando la moglie, ai tempi della loro relazione ancora in vita, aveva scoperto il legame tra la ragazza e il marito.

A un triennio di distanza dall’improvvisa e silenziosa fuga di lei, e un anno dopo la morte della moglie di lui, il divario tra i due sembra divenuto incolmabile: lei legge libri in autobus, lui è infelice padre di un figlio per cui spende i suoi soldi. Lei è impegnata nel recupero di giovani alunni precari, incarnando una certa sinistra militante, lui gira con l’autista, abita in una villa nel verde, è riuscito a farsi quotare in Borsa la propria catena di aziende di ristorazione, in breve riflette la tipologia più dinamica d’una nuova classe imprenditorial-conservatrice.

Il testo racconta l’incontro di una sola notte, tra i due ex innamorati, una notte in cui si riaccendono sia la passione erotica di un tempo sia le differenze ideologiche, unite ad un senso di colpa schiacciante che li porterà ancora una volta ad una separazione lacerante e allo stesso tempo inevitabile. È un incontro ma al tempo stesso un insanabile dissidio tra due solitudini, tra due mondi, due età, tra la cultura conformista di lui e l’anticonformismo di lei.

David Hare è uno dei più grandi autori britannici del nostro periodo ed è anche il più controverso – dichiara Luca Barbareschi – Il cielo sopra il letto è una bellissima storia che pur essendo una straordinaria introspezione di un rapporto uomo-donna, riesce a diventare mirabilmente uno statement politico su quello che è lo scontro psicologico tra politically correctness e pensiero razionale logico. Lui è un uomo pratico, ma intellettualmente onesto. Lei riflette l’anima di Hare, è il personaggio nel quale si identifica. Lo sguardo dell’autore su questi due personaggi non è di chi giudica. La saggezza vera sta nel comprendere i due personaggi.

Esponente di una nuova generazione, Hare affida al figlio di Saverio il compito di mediare tra le solitudini di due ex intimi ora così concettualmente distanti e invocare una qualche solidarietà che, ai suoi occhi giovani, prescinde dalle barriere sorte tra il progressismo assistenziale di lei e il prototipo di una cultura affaristica rappresentata dalla figura paterna.

Skylight è stato originariamente prodotto dal National Theatre nel 1995, prima del trasferimento al West End e a Broadway, e ha vinto il Laurence Olivier Award come migliore nuova opera teatrale. Nel 1997 con la produzione che mise il testo in scena a Broadway, Skylight si è aggiudicato anche il Tony Award al miglior revival di un’opera teatrale.

 

Debutto nazionale: 17 dicembre 2019 Roma, Teatro Eliseo

 

DURATA SPETTACOLO: 2 ore e 15 minuti escluso intervallo

 

Personaggi e interpreti:

Luca Barbareschi                      Saverio

Lucrezia Lante della Rovere       Elisabetta

Paolo Marconi                          Edoardo

 


 

Note di regia

 

Quando debuttò circa vent’anni fa Skylight di David Hare conteneva una premonizione: la nascita di un grande populismo conseguenza della semplificazione del pensiero e dei rapporti interpersonali. In quegli anni però la gente non se rendeva conto perché il momento storico politico era diverso.

Hare mette in campo una vicenda privata, un rapporto conflittuale tra un uomo e una donna, ex amanti, e lo trasforma in una battaglia anche politica. Sceglie come archetipo il personaggio dell’uomo d’affari immerso in vicende pratiche e gli contrappone un personaggio femminile, una donna laureata e sensibile, impegnata nel sociale che all’epoca della loro relazione abitava e lavorava come baby sitter nella casa dove lui viveva con la moglie.

A distanza di anni dalla fine della loro storia, morta nel frattempo la moglie di lui, Hare immagina un incontro tra due dei protagonisti di questo triangolo sentimentale ed è da qui che fa partire lo spettacolo: i due ex amanti iniziano così a confrontarsi sia sul passato emotivo che sulle proprie scelte di vita assai diverse.

Hare che è uno straordinario scrittore di figure femminili, sceglie il personaggio di Elisabetta per contrapporlo a quello di Saverio e per poter raccontare un universo molto più sensibile, più aperto, più politicamente corretto.

Io ho scelto di ambientare la storia in Italia, nel nostro tempo. Elisabetta è una donna intelligente e impegnata che insegna a ragazzi bisognosi che vivono ai margini della società dedicandosi anima e corpo a ciò in cui crede. La sua vita la trascorre facendo la spola tra la sua abitazione nel quartiere Magliana e la scuola dove insegna a Corviale. Preferisce passare il suo tempo con Ester, l’inquilina del secondo piano immigrata dal Senegal. Nella condivisione con le persone che fanno parte del suo mondo, prova una grande gioia pur non vivendo in un bel posto, cosa che resta incomprensibile per Saverio, che invece pensa che lei si voglia punire.

Elisabetta è forse il personaggio più affascinante della commedia, una persona che nel suo piccolo ha il coraggio di occuparsi del disagio, dedicandosi agli altri.

 

All’opposto Saverio è un uomo di successo, concreto, che preferisce risolvere le noiose questioni quotidiane delegandole al suo autista. Onesto ma povero dal punto di vista emozionale dice ‘parlare dei miei sentimenti non è mai stata la mia specialità’. I suoi discorsi sono spesso frutto di un pensiero superficiale, pragmatico e in fin dei conti molto seduttivo. Pochi giorni prima di Natale torna da lei per cercare aiuto come farebbe un bambino per superare il suo senso di colpa. La moglie non lo ha mai perdonato, né dopo la fuga di Elisabetta, né in punto di morte.

Ma la donna che si ritrova davanti non è più una ragazzina, è ormai un’adulta che ha fatto scelte diverse e distanti dalla vita di Saverio. Sembra invece più propensa ad accogliere e proteggere Edoardo, il figlio di Saverio espediente narrativo utilizzato dall’autore come un sovra-racconto per introdurre e concludere lo spettacolo.

Il cielo sopra il letto è una commedia romantica e al tempo stesso comica, perché lo scontro politico crea dei momenti esilaranti dovuti ai differenti punti di vista. Ma Hare non è dogmatico né brechtiano e lascia che sia il pubblico a prendere le parti di chi tra i due lo affascinerà di più.

 

 

TEATRO ELISEO

Da martedì 17 dicembre 2019 a domenica 5 gennaio 2020

 

Orario spettacoli:

Si replica lunedì 23 dicembre ore 20.00 e lunedì 30 dicembre ore 17.00

martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00

mercoledì e domenica ore 17.00

sabato 21 dicembre doppio spettacolo ore 16.00 e ore 20.00

martedì 24, mercoledì 25 dicembre, mercoledì 1 gennaio Riposo

giovedì 2 gennaio ore 17.00

 

Speciale Capodanno:

martedì 31 dicembre ore 20.00

Biglietti Platea 70 € – I balconata 50 € – II balconata 40 € – III balconata 30 €

Il biglietto dello spettacolo include aperitivo a partire dalle ore 19.00 e snack durante l’intervallo

Cena presso Cucina Eliseo dopo spettacolo h. 22.45 – 90€

 

Biglietteria tel. 06.83510216

Giorni e orari: lun. 13 – 19, da martedì a sabato 10.00 – 19.00, domenica 10 – 16

Via Nazionale 183 – 00184 Roma

Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it

Call center Vivaticket: 892234

Prezzo da 15 € a 35 €

 

Foto Fabio Lovino

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La piccola bottega degli orrori 2.0

La piccola bottega degli orrori

Sala Umberto

3 dicembre 2019

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Dopo dodici anni dall’ultima messa in scena, torna nei teatri italiani, grazie a Viola Produzioni (in coproduzione con OTI – Officine del Teatro Italiano e con Bottega Teatro Marche), La piccola bottega degli orrori.

Lo spettacolo fu prodoto per la prima volta in Italia dalla Compagnia della Rancia nel 1988 per la regia di Saverio Marconi. In quell’occasione a interpretare Seymour fu Michele Renzullo.

Nel 1989 fu la volta di Giampiero Ingrassia che oggi, a distanza di trent’anni, torna a vestire i panni dell’impacciato garzone del negozio di fiori del sig. Mushnik.

Siamo a New York negli anni ’60. Seymour Krelborn lavora nel negozio di fiori del signor Mushnick (Fabio Canino) insieme ad Audrey (Belia Martin), la sua giovane collega. Gli affari vanno male e quando Mushnick comunica la decisione di chiudere il negozio, Audrey propone di esporre la strana pianta che Seymour sta coltivando.

La pianta acquistata da Seymour in un negozio cinese durante un’eclissi è diversa e accattivante e comincia a suscitare la curiosità di moltissimi avventori prima, e di radio e televisioni poi. Improvvisamente l’anonimo Seymour conquista la ribalta divenendo una celebrità. Questo gli dà lo slancio per corteggiare Audrey, che già ha un debole per lui, ma è fidanzata con un dentista sadico e violento, il dott. Orin Scrivello.

Audrey 2 (Velma K), però, o Duina come la chiama Seymour, reclama un’alimentazione molto particolare. Acqua e concimi non le bastano; ha bisogno di sangue umano per vivere e crescere. Seymour comincerà a nutrirla col proprio sangue, fino a quando questo non sarà più sufficiente e Audrey 2 reclamerà a gran voce cibo per sé.

Prospettando a Seymour un futuro prospero, Audrey 2 gli chiederà di uccidere per essere nutrita. Seymour, spaventato, si rifiuta di cedere a tanto orrore, ma gli eventi gli verranno incontro, offrendogli la giusta vittima, il dentista Scrivello che maltratta l’amata Audrey.

Da lì partirà una catena di eventi omicidi e di risate che riserveranno un finale inaspettato.

La piccola bottega degli orrori in scena al Sala Umberto è una versione 2.0 frizzante, energica e divertente, frutto di un ottimo lavoro di squadra dove ogni artista e professionista svolge il proprio ruolo con passione e competenza in sinergia con il gruppo.

L’adattamento di Piero Di Blasio è molto piacevole, contemporaneo e ben fatto: prevede l’inserimento di alcune battute che mettono in comunicazione l’attore col personaggio e diverse idee originali che non tradiscono lo spettacolo originale, ma lo arricchiscono conferendo un andamento più vivace e coinvolgente che risulta molto apprezzato dal pubblico.

Anche la regia porta la firma di Piero Di Blasio e il suo marchio di qualità. Di Blasio è un artista che sa fare, anche e molto bene, il regista: la sua direzione è sempre molto chiara, precisa e pulita e riserva spesso soluzioni curiose e ben riuscite che danno un senso di freschezza, semplicità e spontaneità.

In scena uno spumeggiante Giampiero Ingrassia in gran forma che diverte con brio e che, dopo la brillante esperienza di prosa in Non mi hai più detto ti amo, torna finalmente al teatro musicale. Al suo fianco il pungente e bravissimo Fabio Canino porta la sua comicità e un po’ di cinismo nel personaggio di Mushnik, mettendosi in gioco per la prima volta nel canto.

Belia Martin, apprezzatissima in Sister Act, presta il suo corpo e la sua bellissima voce al personaggio di Audrey.

Nei panni della pianta carnivora una Drag Queen internazionale avvolgente, carismatica e dalla voce potente, Velma K all’anagrafe Lorenzo Di Pietro.

A Emiliano Geppetti il compito di interpretare un personaggio insolito, Orin, il fidanzato sadico e violento di Audrey che si droga con il gas esilarante, e qualche personaggio minore, sempre con grande presa.

Completano il cast tre presenze femminili che definire coriste è riduttivo: Giovanni D’Angi, Stefania Fratepietro e Claudia Portale, quasi sempre sul palco, animano le scene con grande simpatia, eleganza e bellezza, ma soprattutto con un talento canoro strepitoso.

Molto bello anche l’ensemble composto da Michele Anastasi, Lucrezia De Matteis, Rosita Denti, Mario Piana, quattro elementi davvero bravi, quattro giovani grintosi ed espressivi piacevoli da guardare.

La piccola bottega degli orrori è uno spettacolo decisamente ben fatto sotto ogni aspetto: la preziosa direzione musicale è del M° Dino Scuderi, apprezzatissimo compositore di numerose opere; le coreografie accattivanti sono di Luca Peluso; le scene di Gianluca Amodio giocano con una struttura esagonale che si apre in due porzioni, svelando ogni volta il negozio di fiori da una parte e lo studio dentistico e altri ambienti minori dall’altra.

Da sottolineare l’inserimento nella scenografia di un Pinocchietto di legno come omaggio al grande Manuel Frattini recentemente scomparso e che nel 2001 interpretò il ruolo di Seymour.

Sullo sfondo lo skyline di New York con le finestre dei palazzi che si illuminano, elemento che si inserisce nell’ottimo disegno luci di Oscar Lepore.

Bellissimi, come sempre, i costumi di Francesca Grossi: contestualizzati quelli dei protagonisti e dell’ensemble, ed eleganti, preziosi e coloratissimi quelli delle tre fantastiche “coriste”.

La piccola bottega degli orrori è uno spettacolo da non perdere!

La piccola bottega degli orrori 

Testi e libretto di Howard Ashman

Musiche di Alan Menken

Basato sul film di Roger Corman – sceneggiatura di Charles Griffith

Adattamento e regia Piero Di Blasio

Con Giampiero Ingrassia, Fabio Canino, Belia Martin, Emiliano Geppetti, Lorenzo di Pietro in arte Velma K, Giovanna D’Angi, Stefania Fratepietro, Claudia Portale

Ensemble Michele Anastasi, Lucrezia De Matteis, Rosita Denti, Mario Piana

Scene Gianluca Amodio

Costumi Francesca Grossi

Coreografie Luca Peluso

Direzione Musicale Dino Scuderi

Realizzazione basi Riccardo Di Paola

Disegno luci Oscar Lepore

Disegno suono Luca Finotti

Alessandro longobardi

Viola Produzioni in coproduzione con OTI – Officine del Teatro Italiano e con Bottega Teatro Marche

 

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