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Recensioni, Teatro, Teatro

Recensione de l’Esorcista

esorcista

Teatro Olimpico, 12 novembre 2019. Prima

Uno spettacolo inquietante e dal profondo risvolto psicologico.

Teatro Nuovo di Milano apre la stagione 2019/2020 con una nuova produzione, L’Esorcista.

Il film del 1973 di William Friedkin, tratto dal romanzo di William Peter Blatty, fu molto criticato e soggetto a censura, ma segnò una svolta nel cinema horror divenendo un cult.

E’la storia di Regan, una ragazza di dodici anni che vive con la madre; i suoi genitori sono separati, il padre vive lontano e sembra non preoccuparsi molto per lei.

Scoperta in soffitta una tavola ouija, Regan, per gioco e attratta da una voce che le parla nel buio, evoca uno spirito maligno che si impossessa di lei. Comincia ad avere dapprima atteggiamenti strani e poi sempre più inquietanti. Sottoposta ad ogni genere di visita medica non emergeranno alcune cause organiche dei suoi disturbi. La madre si rivolgerà a Padre Karras, sacerdote e psichiatra, che dapprima tenterà un approccio scientifico per poi convincersi della possessione demoniaca di Regan.

Si deciderà di praticare un esorcismo e per eseguirlo verrà chiamato Padre Merrin, sacerdote esperto in questa pratica e con cui il diavolo ha un conto in sospeso.

L’adattamento teatrale de L’Esorcista è di John Pielmeier e Agnese di Dio e mantiene intatti gli elementi fondamentali dell’opera, restituendo in pieno paure e angosce, ma, soprattutto, la complessa psicologia dei personaggi.

Lo spettacolo, così come il film, è inquietante non solo per le scene eclatanti di possessione (trasfigurazione di Regan nell’aspetto e nella voce, comportamenti osceni ed estremi, la presenza del diavolo…), ma anche perché ricrea un clima grave di crisi psicologica, fideistica e umana.

Regan è una ragazza che passa molto tempo da sola, è fragile, soffre per la lontananza del padre e nel suo inconscio si sente forse causa della separazione dei genitori. La madre, Chris è una donna in carriera che deve fare da madre e da padre e cercare di sopperire al vuoto affettivo della figlia.

Padre Damien Karras e un uomo fisicamente forte, ma debole psicologicamente: sta perdendo la fede ed è angosciato da un profondo senso di colpa per la morte della madre.

Padre Merrin è un uomo dalla fede salda, con un passato tormentato a causa dei suoi scontri con il diavolo che lo hanno quasi ucciso.

Lo spettacolo diretto da Alberto Ferrari ricostruisce molto bene gli aspetti psicologici della storia mettendo in luce l’umanità, la fragilità, le angosce e le paure inconfessabili dei personaggi, dando risalto non solo allo scontro contro il diavolo, ma anche alla dura lotta che ognuno si trova ad affrontare contro i propri demoni.

Sebbene attorialmente non ugualmente efficaci, gli attori in scena restituiscono una dimensione globale molto buona attraverso dinamiche che risultano efficaci grazie anche ad una regia che li guida attentamente e con estrema precisione.

Claudia Campolongo offre un’interpretazione davvero d’effetto, restituendo la duplicità di Regan, bambina ingenua ed espansiva, ma con un peso nel cuore, e inquietante strumento del diavolo.

Viola Graziosi conduce il proprio personaggio, Chris la madre di Regan, attraverso un difficile percorso psicologico, che la porta ad essere una donna sola con la propria figlia, con un lavoro che la porta a lungo via di casa, ma anche una madre disperata che vuole salvare la figlia, ma non sa contro chi o cosa stia lottando.

Bravissimo Gianni Garko nel ruolo di Padre Merrin in un’interpretazione salda e coinvolgente.

Ottimi gli effetti audio, i suoni e le luci. Dal punto di vista tecnico lo spettacolo è molto curato e preciso: musica, suoni, effetti speciali e proiezioni ricreano un’atmosfera inquietante e demoniaca.

Il disegno luci è bellissimo, denota massima precisione e attenzione e gli attori sono bravissimi nel centrare in pieno buio le posizioni e gli improvvisi punti luce.

La scenografia multipla è bella, ben distribuita e ben utilizzata: il salotto, la camera da letto e la soffitta ricreano ambienti familiari nei quali imperversa la presenza del demonio.

In conclusione, L’Esorcista è uno spettacolo che restituisce a pieno l’ansia e l’angoscia della storia e l’inquietudine della natura umana.

L’Esorcista

Una commedia di John Pielmeier

Tratta dal romanzo William Peter Blatty

Musiche Ben Sprecher Stuart Snyder

Regia di Alberto Ferrari

Con Gianni Garko, Claudia Campolongo, Viola Graziosi, Andrea Carli, Jerry Mastrodomenico, Massimiliano Lotti, Michele Radice, Simone De Rose

Scenografie Roberto e Andrea Comotti

Costumi Lella Diaz

Supervisione musicale Stefano Damiano

Light designer Alin Teodor Pop

Sound designer Simone Della Scala

Aiuto regia Simone De Rose

Direttore di scena Nathan Copello

Datore Luci Giacomo Dettoni

Prodotto da Lorenzo Vitali

Produzione e distribuzione Laura Vitali, Elisabetta Radice, Francesco Tomasi

Direzione tecnica Paolo Dell’Era

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Recensioni, Teatro, Teatro

Il Teatro di Figura Dei Familie Flöz

familie flotz

Sala Umberto, 10 novembre 2019

Dopo il grande successo della passata stagione torna al Sala Umberto la compagnia berlinese Familie Flöz con uno dei suoi spettacoli di maggior successo: Teatro Delusio.

Un teatro di figura, fatto di gestualità ed utilizzo del corpo che cattura lo spettatore e portato in scena da tre bravissimi attori che indossano incredibili maschere che raffigurano volti umani, maschili e femminili, caratterizzati in maniera particolare

Mentre il pubblico distratto prende posto rumorosamente e confusamente in sala, sul palco gli attori nelle vesti di tecnici approntano la scena, montando e smontando pannelli e quinte, tirando cavi, sistemando luci.

La scena diviene retropalco e il retropalco viene messo in scena. Lo spettacolo gioca con tutto ciò che accade dietro un palco durante uno spettacolo grazie all’espressività fisica di Andres Angulo, Johannes Stubenvoll, Thomas van Ouwerkerk che interpretano ventinove personaggi: commedianti, cantanti lirici, ballerine, divi, dive, produttori, coreografi e un’intera orchestra, ma anche maestranze, inservienti e donne delle pulizie.

I tecnici di inizio spettacolo a scena aperta sono gli stessi attori che, indossando le maschere, interpretano anche i tecnici nello spettacolo, in un divertente gioco di teatro nel teatro.

Teatro Delusio è un viaggio nel dietro le quinte del teatro alla scoperta di ciò che lì accade durante uno spettacolo, svelando a volte il segreto di certi meccanismi.

Si attraversano vari generi teatrali, dai duelli di spada alla grandiosità dell’Opera, dalle scene d’amore agli intrighi, tutto con una grande leggerezza.

I tre tecnici di scena vengono tratteggiati nelle loro caratteristiche principali: c’è quello romantico appassionato di letteratura e innamorato di una ballerina, quello che aspira alla ribalta e il capo tecnico che tiene sempre tutto e tutti sotto controllo.

Con le loro passioni e manie diventano a mano a mano i protagonisti di un’altra ribalta, nascosta, ma viva.

Teatro Delusio è uno spettacolo creativo, intelligente e divertente che trasmette un’umanità calda e una sensazione di magia.

Su tutti i personaggi, infatti, e sugli attori stessi, aleggia delicato e amorevole lo spirito del teatro, una figura poetica, una maschera animata con realismo dai tre protagonisti insieme a sancire un patto tra gli attori e tra essi e il magico mondo del Teatro.

La musica poi costituisce un tessuto narrativo di spessore.

Familie Flöz con la loro poesia, la loro capacità di trasmettere emozioni in un linguaggio muto, fatto di gesti e atteggiamenti, indossando sul volto le loro leggendarie maschere, con le loro rapide trasformazioni in scena, hanno conquistato il pubblico del Teatro Sala Umberto che ha riservato un’attenta partecipazione e coinvolgimento tributando loro alla fine lunghi applausi.

Familie Flöz, Arena Berlin e Theaterhaus Stuttgart

Presentano

Familie Flöz

in

Teatro Delusio

di Paco González, Björn Leese, Hajo Schüler e Michael Vogel

con Andres Angulo, Johannes Stubenvoll, Thomas van Ouwerkerk

Musica Dirk Schröder | Maschere Hajo Schüler | Costumi Eliseu R. Weide | Disegno Luci Reinhard Hubert

Direttore di Produzione Gianni Bettucci | Assistente di Produzione Dana Schmidt

Regia di Michael Vogel

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Comunicati stampa, Teatro

SALA UMBERTO, MISERY dal 19 novembre 2019

misery

FONDAZIONE TEATRO DUE, TEATRO NAZIONALE DI GENOVA, TEATRO STABILE DI TORINO-TEATRO NAZIONALE
PRESENTANO

FILIPPO DINI, ARIANNA SCOMMEGNA, CARLO ORLANDO

in

MISERY
DI WILLIAM GOLDMAN

TRATTO DAL ROMANZO DI STEPHEN KING

traduzione Francesco Bianchi

REGIA

FILIPPO DINI

scene e costumi Laura Benzi

luci Pasquale Mari

musiche Arturo Annecchino

trucco Cinzia Costantino

  assistente alla regia Carlo Orlando

19 NOVEMBRE – 1 DICEMBRE 2019

RIVIVE A TEATRO MISERY, TRATTO DAL ROMANZO DI STEPHEN KING E RESO CELEBRE DA UN FILM CULT.

FILIPPO DINI DIRIGE E INTERPRETA INSIEME AD ARIANNA SCOMMEGNA L’INCUBO DI UNO SCRITTORE PRIGIONIERO DI UN’AMMIRATRICE PSICOPATICA, PRONTA A UCCIDERLO

PUR DI RIPORTARE IN VITA IL SUO PERSONAGGIO PREFERITO.

UNA GRANDE OPERA SUL POTERE MAGICO DELLA NARRAZIONE.

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Quando il romanzo Misery di Stephen King fu pubblicato nel 1987, balzò subito all’attenzione dei moltissimi fan del Re del thriller e vinse il premio Bram Stoker.

Il pluripremiato sceneggiatore e drammaturgo William Goldman trasformò il libro in una sceneggiatura cinematografica utilizzata per il film omonimo del 1990 divenuto di culto diretto da Rob Reiner con James Caan e Kathy Bates, che per la sua interpretazione si aggiudicò Oscar e Golden Globe come migliore attrice.

La vicenda agghiacciante e claustrofobica dello scrittore Paul Sheldon caduto nelle mani della fan Annie Wilkes rivive ora in teatro, uscito dalla penna di colui che sceneggiò il film e diretto e interpretato da Filippo Dini, di recente insignito del Premio Le Maschere del Teatro Italiano.

Accanto a lui, nel ruolo dell’infermiera disturbata Annie Wilkes, la talentuosa attrice Arianna Scommegna e Carlo Orlando nel ruolo dello sceriffo, con musiche di Arturo Annecchino, scene e costumi di Laura Benzi, luci di Pasquale Mari, trucco di Cinzia Costantino e con la traduzione di Francesco Bianchi.

MISERY, nuova produzione di Fondazione Teatro Due, coprodotta da Teatro Nazionale di Genova e Teatro Stabile di Torino, ha debuttato, in prima nazionale, al Teatro Due di Parma il 26 ottobre ed è impegnato in una lunga tournée che toccherà le maggiori città italiane.

Ciò che racchiude questo testo, però, va ben oltre la storia terrorizzante dello scrittore Paul Sheldon, salvato da un brutto incidente stradale dalla sua fan numero uno che si trasforma in una carceriera e non si ferma davanti a niente pur di tenere in vita il suo personaggio preferito. Mentre Annie diventa l’incarnazione diabolica dell’amore che ogni essere umano nutre verso le storie e verso chi le racconta, l’autore sembra diventare un moderno Sherazade, o racconta o muore.

Ma non è ancora tutto, nell’angoscia della costrizione egli affronta faccia a faccia, come mai lo ha affrontato nella sua vita, il suo demone, incarnato da Annie, quello che accompagna la vita di ogni artista: il demone tirannico e folle della creazione, che tutto dona e che in cambio vuole la vita.

Misery è un testo senza tempo in cui vengono indagati i meandri della mente umana che cerca le storie, le vuole, le brama, e che di fronte alla fonte di quelle storie non può far altro che innamorarsi e nutrirsi, anche a costo di distruggere per sempre chi alimenta i suoi sogni.

“Tra tutti gli scrittori che animano le creazioni di King, Paul Sheldon è il più forte, il più disperato. Prigioniero del suo talento e della sua vocazione, scopre se stesso nel viaggio all’inferno in compagnia di Annie. E lei è semplicemente indimenticabile”. Racconta Filippo Dini.

“Annie è l’esasperazione del desiderio e dell’amore per l’arte, di quella silenziosa e segreta preghiera che ognuno di noi innalza nel proprio cuore ogni volta che voltiamo la prima pagina dell’ultimo romanzo del nostro scrittore preferito. O che sediamo in platea, le luci si spengono e inizia lo spettacolo.

Misery è una grande opera sul potere magico della narrazione. Ed ecco perché poter portare questa storia in teatro è una grande occasione e un grande privilegio. Perché il teatro è il luogo della Magia”.

SALA UMBERTO

Via della Mercede, 50 Roma

www.salaumberto.com tel.06.6794753 prenotazioni@salaumberto.com

Dal martedì al venerdì ore 21, sabato ore 17 e ore 21, domenica ore 17,

mercoledì 27 novembre ore 17

Prezzi da 17 a 30 euro

Tournée

dal 5 al 17 novembre Genova, Teatro Duse

dal 19 novembre al 1 dicembre Roma, Sala Umberto

da 3 al 15 dicembre Torino, Teatro Gobetti

17 dicembre Scandiano, Teatro Boiardo

9 gennaio 2020 Meldola, Teatro Dragoni

10 gennaio Faenza, Teatro Masini

14, 15 gennaio Monfalcone, Teatro Comunale

dal 22 al 26 gennaio Ancona, Teatro Sperimentale

dal 28 gennaio al 2 febbraio Catania, Teatro Stabile

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