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Comunicati stampa, Teatro

Piccolo Eliseo: N.E.R.D.s Sintomi

N.E.R.D.s - Foto di Laila Pozzo 06

Piccolo Eliseo

26 – 29 settembre 2019

Piccolo Eliseo

ore 21.00

N.E.R.D.s – sintomi

Scritto e diretto

da Bruno Fornasari

Foto Laila Pozzo

con

Tommaso Amadio     Riccardo Buffonini

Michele Radice                   Umberto Terruso

Scene e costumi Erika Carretta

Produzione Teatro Filodrammatici di Milano

 N.E.R.D.s - Foto di Laila Pozzo 02

Non è il più forte a sopravvivere e neppure il più intelligente, ma sopravvive chi meglio si adatta al cambiamento. L’ha detto Darwin.

Si ride tanto, ma si ride amaro: la commedia N.E.R.D.s. – sintomi, in scena a Roma al Teatro Piccolo Eliseo dal 26 al 29 settembre, è una sassaiola di battute fulminanti e caustiche scagliate contro la più celebrata delle istituzioni nazionali: la famiglia tradizionale. Già dal titolo Bruno Fornasari (autore e regista, vincitore quest’anno del Premio Nazionale per la Drammaturgia Franco Enriquez) rivela l’intento ironico del suo testo, N.E.R.D. infatti allude ai quattro fratelli protagonisti (Nico, Enri, Robi e Dani) “sfigati” e prigionieri dei loro ruoli adolescenziali ma fa anche riferimento all’acronimo che in medicina indica il reflusso non erosivo (Non Erosive Reflux Desease), un classico bruciore di stomaco: fastidioso ma apparentemente innocuo. In scena quattro attori affiatatissimi: Tommaso Amadio, Riccardo Buffonini (vincitore del Premio Hystrio Mariangela Melato 2019), Michele Radice e Umberto Terruso che hanno segnato il grandissimo successo di questa commedia che da anni registra il tutto esaurito a Milano e non solo.

Lo spettacolo è una commedia dal cuore nero, provocatoria e irresponsabile, che parte dalla famiglia come rassicurante paradigma di una società sana per raccontarci il rovescio della medaglia: un quarto stato post moderno che cerca di liberarsi da paure e inquietudini tutte contemporanee, nell’ansia di rimandare il futuro e conquistarsi un presente a lunga scadenza.

Ecco allora una famiglia tradizionale: padre, madre e quattro figli maschi. Oggi è il 50° anniversario di matrimonio dei genitori e per l’occasione i quattro figli insieme ad altri parenti e conoscenti, si ritrovano in un agriturismo, famoso per banchetti e cerimonie. L’idea è quella che tutto sia perfetto, con tanto di torta nuziale, discorso dei figli e fotografie agli sposini nel parco, vicino al laghetto con le paperelle. I festeggiamenti si svolgeranno in tutta sicurezza perché il parco è stato da poco recintato per evitare che la marmaglia di stranieri là fuori possa entrare a disturbare i clienti. All’una in punto verranno serviti gli antipasti. Ma fin da subito le apparenze si sgretolano e in questa micro comunità fatta di egoismi e tanti silenzi, diventano bombe inesplose pronte a detonare alla minima scintilla. Prima dei festeggiamenti i fratelli e gli altri familiari (tutti interpretati da Tommaso Amadio, Riccardo Buffonini, Michele Radice, Umberto Terruso) sono coinvolti in un delirio crescente… e se il vero nemico da sconfiggere fosse molto più vicino di quanto si possa immaginare?

N.E.R.D.s racconta l’instabilità emotiva e culturale di una generazione che tiene a modello, suo malgrado, un passato ormai anacronistico ed è incapace di un presente autentico. Sul futuro invece nessuno riesce a sbilanciarsi, perché a guardare avanti, dicono, si vede solo sfuocato.

 

Una buona commedia, cioè cattiva e divertente (La Repubblica)

Ritmo serrato e dialoghi brillanti (Corriere della Sera)

 

N.e.r.d.s sarà in scena dal 15 al 27 ottobre 2019 al Teatro Filodrammatici di Milano.

 

Qui di seguito il link al trailer dello spettacolo:

https://www.youtube.com/watch?v=nUGqDU-tHwY&t=195s

 

PICCOLO ELISEO

Da giovedì 26 a domenica 29 settembre 2019

Prezzi € 10

 

Biglietteria tel. 06.83510216

Giorni e orari: lun. 13 – 19, da martedì a sabato 10.00 – 19.00, domenica 10 – 16

Via Nazionale 183 – 00184 Roma

Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it

Call center Vivaticket: 892234

 

Foto di Laila Pozzo

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Comunicati stampa, Teatro

“CORTI DI SCENA”, concorso di corti teatrali e monologhi

image1

    Associazione Culturale

                                                 Compagni Di Scena

 

L’Associazione Culturale Compagni di Scena organizza la prima edizione di “CORTI DI SCENA”, concorso di corti teatrali e monologhi, la cui serata finale si terrà il 15 maggio 2020 presso il teatro Don Mario Torregrossa (Acilia, RM).
REGOLAMENTO

Art.1 Al Festival possono partecipare gruppi e compagnie teatrali amatoriali e attori non professionisti residenti in tutto il territorio della Regione Lazio, iscritti ad una o più Associazioni Teatrali (UILT, FITA, ecc.) o indipendenti.

Art.2 La serata finale avrà luogo a Roma il 15 maggio 2020, presso il Teatro Don Mario Torregrossa, con la messa in scena degli spettacoli da parte dei finalisti: 5 compagnie e 3 monologhisti selezionati fra gli iscritti dalla Commissione Artistica.

Art.3 I corti teatrali, editi o inediti, dovranno avere una durata massima di 15 minuti; i monologhi inediti, invece, una durata massima di 10 minuti.

Art.4 E’ possibile partecipare al concorso con un massimo di n. 2 proposte per ogni individuo/compagnia (siano essi 2 monologhi, 2 corti o 1 monologo e 1 corto). Resta inteso che va saldata una quota di iscrizione per ogni proposta presentata.

Art.5 L’iscrizione al concorso dovrà pervenire via email entro il 20 dicembre 2019 a cortidiscena@gmail.com con oggetto: concorso Corti di Scena 2020 corredata della seguente documentazione:

  • scheda  di partecipazione debitamente compilata e firmata
  • copia del testo  che si intende presentare e eventuale video del corto/monologo (link Youtube, Vimeo, mp4, ecc.)
  • elenco completo del cast e breve presentazione della compagnia o dell’attore/attrice in scena, corredata da foto
  • copia di eventuale iscrizione alla UILT, FITA, ecc.
  • scansione o copia digitale della ricevuta del bonifico bancario di € 25,00 per i corti teatrali e di € 10,00 per i monologhi, a titolo di rimborso per le spese di organizzazione e segreteria (che non verranno in alcun caso restituiti) intestato a Compagni di Scena IBAN: IT81K0569603223000004367X55
    Filiale 422 Roma – Ag. 23 BIC/SWIFT POSOIT21101.
    Causale: concorso Corti di Scena 2020
    Verrà rilasciata regolare ricevuta per il pagamento di spese di segreteria. È indispensabile indicare partita iva e/o codice fiscale della compagnia.
  • dichiarazione che il testo presentato è tutelato dalla SIAE (con relativo eventuale traduttore e con indicazione del codice SIAE) oppure autorizzazione scritta dell’autore con relativa liberatoria SIAE.

Non saranno prese in considerazione domande pervenute attraverso altre modalità d’invio o spedite dopo la data di scadenza.

Art.6 Entro il 31/3/2020 verranno resi noti dalla Commissione Artistica (le cui decisioni sono inappellabili e insindacabili) i corti teatrali e i monologhi selezionati per la serata finale.

Art.7 Il tempo di montaggio e smontaggio di eventuale scenografia, che si consiglia minimal e leggera, dovrà avere una durata complessiva non superiore a cinque minuti.

Art.8 L’organizzazione si impegna a comunicare tempestivamente qualunque variazione tecnica od organizzativa. Per ogni eventuale comunicazione scrivere a cortidiscena@gmail.com

Art.9 La Giuria, il cui giudizio è inappellabile e insindacabile, decreterà 1 vincitore nella categoria corti e 1 vincitore nella categoria monologhi.

Al corto teatrale vincitore andrà un premio di € 250,00 con la possibilità di inserimento nel cartellone della compagnia teatrale Compagni di Scena nella stagione 2020/2021;

Al monologo vincitore  andrà un premio di € 100,00.

La Giuria assegnerà inoltre premi speciali come miglior attore protagonista, miglior attrice protagonista,  miglior spettacolo e miglior testo inedito; sarà inoltre assegnata una menzione speciale dal pubblico.

 

Art.10 Compagni di Scena promuoverà i corti e i monologhi in gara, tramite la sua pagina Facebook, Instagram e Youtube, tramite interviste e post pubblicitari/promozionali.

 

Art.11 Con l’adesione al concorso, ciascun partecipante autorizza l’organizzazione, ai sensi del D.Lgs. 30/06/2003 n. 196,  ad utilizzare immagini o registrazioni audio riguardanti la sua performance, senza alcuna limitazione di spazio e/o tempo e senza avere nulla a pretendere sia dall’organizzazione, dalla compagnia né da eventuali blog, siti, emittenti pubbliche o private, nonché a pubblicare i dati contenuti nel modulo di iscrizione, i materiali inviati all’atto dell’iscrizione e quelli prodotti durante la manifestazione (foto, filmati, interviste, ecc.).

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Comunicati stampa, Teatro

GIULIO CESARE GLOBE THEATRE DAL 20 SETTEMBRE AL 6 OTTOBRE ORE 20.45 DOMENICA ORE 18.00

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Dal 20 Settembre al 6 Ottobre ore 20,45.

Domenica ore 18.00 (esclusi i lunedì)

GIULIO CESARE

regia di Daniele Salvo

traduzione e adattamento di Daniele Salvo

Produzione Politeama S.r.l.

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Nel Settembre 1962 Pier Paolo Pasolini definisce il fascismo «come normalità, come codificazione, allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società.»

Alla domanda: “Il fascismo sta tornando?” oggi si può forse rispondere con un’altra domanda: “E se in realtà non se ne fosse mai andato?”.  Nel nostro Paese, i segni di un ritorno del fascismo sono numerosi e non sono solo di oggi, anzi sono rintracciabili lungo il corso di almeno gli ultimi trent’anni. Il prevalere delle destre sulla scena politica nazionale ed internazionale, la rivalutazione dei nazionalismi, dei confini, dei protezionismi, l’insorgenza sulla scena politica e sociale dei “nuovi fascisti del terzo millennio”, l’avvento del razzismo dilagante verso lo straniero e il diverso, la diffusione di un sentimento di rancore che si manifesta nella sfrenata caccia al capro espiatorio, fanno purtroppo pensare a questo. Le Furie non si sono mai placate, hanno solo finto un pentimento, non sono state neutralizzate dalla società civile, in realtà non sono mai state trasformate in Eumenidi da Atena. Restano invece sepolte alle radici della nostra società, inquinano le falde più profonde della società civile, ammorbano i sentimenti e i valori più puri. Le Furie, oggi, travestite da divinità protettrici, occupano i Palazzi del Potere, dispongono delle vite di ogni cittadino, inscenano teatrini di falsa politica, orientano consensi e dissensi con i loro volti televisivi ammiccanti e tranquillizzanti.  Shakespeare ci parla di tutto questo: di un potere cieco, assoluto, del culto della personalità, della manipolazione delle masse attraverso l’uso del linguaggio e dell’immagine pubblica, di un popolo senza volto alla ricerca ostinata di un Leader, popolo senza dignità, dalla sfrenata voglia di gogna, popolo in pieno delirio narcisistico, che muta opinione in base alle promesse del più abile imbonitore. I congiurati vogliono instaurare la Repubblica. Sono giovani, motivati, idealisti e vogliono sopprimere l’ingiustizia e l’abuso di potere. Ma si riveleranno vulnerabili, fragili, privi di qualsiasi abilità politica, troppo ingenui nella loro presunta umanità colma di ideali. Sono creature fragilissime, preda di paure e terrori notturni, vittime del destino.

Giulio Cesare è creatura onnipotente, sovrannaturale, dai lineamenti trasformati, cancellati, multipli. Il potere sommo è in maschera e si identifica con essa: la maschera muta la personalità, sconvolge la mente, cela le vere intenzioni del Leader assoluto, l’uomo dei “pieni poteri”. Nel nostro spettacolo lo stesso attore che interpreta Giulio Cesare, nella seconda parte, senza maschera, rivestirà il ruolo di Ottaviano, l’uomo nuovo, artefice di inedite alleanze di governo: purtroppo tra il vecchio e il nuovo non c’è alcuna differenza. Non serve “attualizzare” la scrittura di Shakespeare, è attuale di per sé.

I costumi fanno riferimento ad un’epoca fascista contaminata da elementi di classicismo. Vorrei suggerire in questo modo l’idea di un fascismo latente, insopprimibile, nel popolo italiano e con esso l’idea di un “fascismo degli antifascisti”, che inevitabilmente riporterà il Paese ad un nuovo sistema totalitario e ad un nuovo governo di stampo inequivocabilmente fascista (quello di Cesare Ottaviano). Pensando ancora a Pier Paolo Pasolini: “il fascismo è, se non proprio — come per Gobetti — “l’autobiografia della nazione”, sicuramente l’autobiografia della borghesia italiana.

Il fascismo è la plastica, violenta concretizzazione della grettezza borghese, del razzismo borghese, della sorda, vigliacca, depravata crudeltà borghese.”

Il disegno luci riproduce una Roma tetra, attraversata da temporali furiosi, lampi di luce improvvisa, deboli fiaccole e bracieri, simbolo del profondo buio interiore in cui sono calati tutti i personaggi del Giulio Cesare.

 

Note di regia

 

In un buio assoluto, nelle strade di una Roma rischiarata solo da fiaccole e bracieri, appaiono i personaggi del Giulio Cesare, figli della Storia e del loro inevitabile destino, creature del passato, ossessioni che visitano brevemente il nostro tempo. Gli attori interpretano le loro parti identificandosi in prima persona con i personaggi, confrontandosi con loro in modo ravvicinato, intimo, come fossero persone reali, senza “stili” o cliché teatrali precostituiti. Così i personaggi prendono vita lentamente dalla memoria del poeta.

Con l’ausilio di maschere di lattice che riproducono perfettamente le fattezze umane, 28 attori rivestono i 45 diversi ruoli del “Giulio Cesare”, conducendo uno studio approfondito sull’opera shakespeariana.   Si tratta di un “sogno teatrale” fatto di rigore, necessità, serietà e   determinazione. Si cerca un linguaggio immediato, che indaghi sulle   motivazioni profonde di composizione di un verso, di una battuta, si   cerca la “verità” degli stati emotivi, il rapporto di necessità fra l’attore e   ciò che viene detto. La poesia e il Teatro  hanno un linguaggio sintetico   e come tale vengono da noi affrontati: non è possibile mentire o “far   finta”, applicare formule o stili precostituiti. Analizzando questa grande   opera di William Shakespeare e il percorso di questi piccoli uomini   dal destino già determinato, ritrovando le tracce delle loro vite reali   nelle opere di Plutarco (da cui Shakespeare attinse a piene mani),   abbiamo preso coscienza di quanto la Storia si ripeta incessantemente,   di quanto la società controlli lo spirito umano, di quanto interferisca   pesantemente nei meccanismi creativi ed educativi, di quanto il   consenso e il dissenso siano fenomeni pilotati, di quanto la politica entri   spesso in conflitto con la nostra vita quotidiana, di quanto la nostra   Libertà sia qualcosa di illusorio ed effimero. Per questo vogliamo parlare  con le parole di             William Shakespeare grande poeta dallo sguardo rivolto   al futuro.                                                                                                                              

 

                                                                                                                                Daniele Salvo.

 

Interpreti

 (in ordine alfabetico)

Decio Bruto,Lepido, Messala                               FRANCESCO BISCIONE

Indovino, Cinna poeta, soldato                          SIMONE BOBINI

Metello Cimbro, Cicerone, soldato                    SIMONE CIAMPI

Bruto                                                                         GIANLUIGI FOGACCI

Portia, il Destino                                                      MELANIA GIGLIO

Lucio, Stratone,, plebeo                                       ALESSANDRO  GUERRA

Calpurnia                                                                 FLAVIA MANCINELLI

Trebonio,Lucilio, soldato                                       ALBERTO MARIOTTI

Giulio Cesare, Spettro di Cesare, Ottaviano    MASSIMO NICOLINI

Artemidoro, Pindaro, soldato                              GIUSEPPE NITTI

Cassio                                                                                  GIACINTO PALMARINI

Marc’Antonio                                                         GRAZIANO PIAZZA

Cinna, Titinio, soldato                                            ANDREA ROMERO

Casca                                                                                  CARLO VALLI

Plebei, soldati, messi, servi:

Massimiliano Auci, Antonio Bandiera,  Andrea  Carpiceci  ,  Micol  Damilano, Matteo Magazzù, Alessandro Marmorini, Dimitrios Ioannis  Papavasileiou,  Riccardo  Parravicini,  Daniele  Ronco,  Roberta  Russo,   Giorgia   Serrao, Giovanni Tacchella, Luca Viola, Francesca Visicaro

 

SCENE

Fabiana Di Marco

COSTUMI

Daniele Gelsi

MUSICHE

Marco Podda

 

CANTI DAL VIVO

Melania Giglio

ASSISTENTI REGIA

Alessandro Gorgoni, Alessandro Guerra

 

MASCHERE

Michele Guaschino e Makinarium di Leonardo Cruciano

 

COMBATTIMENTI SCENICI

Antonio Bertusi

DIREZIONE TECNICA

Stefano Cianfichi

LIGHT DESIGNER

Umile Vainieri

SOUND ENGINEER

Franco Patimo/Daniele Patriarca

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