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Recensioni, Teatro, Teatro

Recensione Miseria e nobiltà

Miseria e Nobiltà - Foto di Mario Pellegrino 4043 COMPAGNIA CON REGISTA

 Uno spettacolo di emozioni che diventa universale e contemporaneo

Teatro Eliseo

28 dicembre 2018

Miseria e NobiltÖ - Foto di Mario Pellegrino _12 COMPAGNIA

E’ il caso di Miseria e nobiltà, la celebre commedia di Edoardo Scarpetta nel 1887, portata in scena la Teatro Eliseo da Lello Arena e Luciano Melchionna che ne hanno curato l’adattamento.

Un allestimento nuovo, originale, denso di suggestione visiva, che rispetta il lato comico della vicenda e numerosi messaggi espressi esaltando l’uno e gli altri.

La commedia gira intorno a Felice Sciosciammocca, celebre maschera di Eduardo Scarpetta, costretto dalla povertà più stretta a convivere in un tugurio con il figlio piccolo e l’attuale perfida moglie insieme al carissimo amico Pasquale e alla sua famiglia. In mezzo alla desolazione più cupa e alla fame più stringente, un’occasione di salvezza si presenta quando il giovane nobile Eugenio Favetti, innamorato di Gemma, figlia di Gaetano, un cuoco arricchito, chiede a Pasquale di aiutarlo a mettere su una farsa per convincere il padre della fanciulla ad acconsentire al matrimonio. In questa messa in scena verranno coinvolte anche le rispettive famiglie di Pasquale e Felice: tutti si fingeranno parenti del giovane Eugenio.

La situazione si complicherà perché anche il vero Marchese Favetti è innamorato della ragazza, alla quale si presenta sotto le mentite spoglie di Don Bebè. Alla fine di numerose divertenti peripezie ed equivoci, le bugie verranno scoperte ed usciranno fuori molte verità.

Miseria e nobiltà è uno spettacolo meraviglioso interpretato da fantastici attori; uno spettacolo esaltante che scorre via leggero senza farsene accorgere.

Per tutto il primo atto la scena è dominata da un ambiente miserrimo: uno scantinato o un sottoscala, che assomiglia più ad una discarica che ad un appartamento, che Felice (Lello Arena), la seconda moglie Luisella (Maria Bolignano) e il figlio di lui Peppeniello (Veronica D’Elia) condividono con Pasquale (Andrea De Goyzueta), la moglie Concetta (Giorgia Trasselli) e la figlia Pupella (Serena Pisa).

L’ambiente è geometricamente suddiviso da impalcature di ferro che creano spazi e passaggi attraverso i quali i personaggi si muovono da un punto all’altro in una suddivisione di ambienti più ideali che reali; solo alcuni accessori fanno intendere che quella possa essere un’abitazione. Tutta l’area è ingombra di oggetti che la riempiono caoticamente come fosse una discarica. Eppure gli spazi sono ben distribuiti e l’idea che deriva dai corpi che si muovono in essi rende la costrizione forzata di una situazione immutabile che per quanto dinamica resta fissa.

I personaggi girano e si affannano in quell’ambiente angusto e scomodo cercando il proprio spazio, ma ogni posto è stretto e non contiene a sufficienza. L’esigenza e la voglia di evadere sono fortissime come altrettanto reale è la dimensione di povertà e di assenza di possibilità che ne scaturisce.

Nel secondo atto la scena cambia: ci troviamo nella grande ed elegante casa di Gaetano, un uomo semplice e incolto, un povero arricchitosi non per merito. Ha luogo qui una sfilata di nobili, veri, finti e presunti, vestiti di ricchi e appariscenti abiti. E’ qui che ha luogo la farsa ed è qui che le bugie saranno scoperte e le verità verranno svelate.

Un mondo di apparenza e ostentazione dettate anch’esse dalle necessità: necessità di apparire e di farsi accettare per il nuovo nobile Gaetano e necessità di alimentarsi e sostenersi per Felice, Pasquale e le loro famiglie.

Intanto fuori da quella casa la miseria continua; ognuno pensa di averla lasciata fuori la porta di casa, come se non gli appartenesse più, invece lei è lì, sempre presente, sempre al lavoro, a logorare la vita come un tarlo.

La rappresentazione è diretta e suggestiva grazie all’impianto scenografico che pone la casa del nobile rialzata rispetto al palco e sotto vediamo muoversi per gran parte del tempo Luisella, tra le impalcature di ferro dello scantinato, che traffica con stracci e altra roba vecchia e logora.

E’ la miseria che è sempre all’opera, la miseria che cova e che cerca qualcosa a cui attaccarsi. Miseria sopra e miseria sotto; miseria economica e miseria umana. Alla fine non c’è differenza tra i personaggi che abitano e frequentano la casa di Gaetano e quelli che vivono nello scantinato. Magia del teatro che riesce a nobilitare anche la miseria più cupa.

Eppure, nonostante questo scenario serio che assume sfumature dark, la commedia è molto divertente e anche lo spettacolo lo è. I personaggi si aggirano affamati come ombre nel loro tugurio e hanno tra di loro accesi ed esilaranti alterchi; nella casa di Gaetano viene messa in scena una farsa da cui scaturiscono equivoci che portano inevitabili e abbondanti risate.

Allo stesso tempo la commedia suggerisce innumerevoli riflessioni lanciando bellissimi messaggi:

– “siete mai andati in un teatro? la vita può essere sia di qua che di là”;

– “i bambini non dovrebbero mai impugnare uno strumento di lavoro, ma solo matite colorate”;

– la potenza e la grandezza semantica del verbo fare (fare l’amore, …);

– “facile travestirsi da nobili quando sono tutti travestiti come te

Sono solo alcune delle mille suggestioni che questo spettacolo fornisce e che questo allestimento sottolinea con potenza ed efficacia.

La commedia è tutta in napoletano: una napoletanità verace, ma molto ben dosata, presente non solo nelle parole e nella cadenza, ma nei gesti, negli atteggiamenti e nelle espressioni. Quello che arriva non è tanto o solo l’azione, quanto l’anima: l’anima dello spettacolo, l’anima della storia, l’anima dell’essere napoletano.

Il Miseria e nobiltà di Luciano Melchionna è uno spettacolo di emozioni che diventa universale e contemporaneo. La stessa fame oggi è presente nella nostra società: fame di cibo, di presenza, di relazioni, fame di essere qualcuno che non si è.

L’ideazione scenica, già ampiamente citata, opera di Luciano Melchionna, crea fondamenta solide all’intero impianto drammaturgico: lo scantinato, la divisione degli spazi, il sopra e il sotto (la casa e le sue fondamenta), i poveri sopra e i poveri sotto, le botole da cui i personaggi della farsa fanno il loro ingresso in casa di Gaetano,  come fuoriuscendo direttamente dal loro tugurio, mentre tutti gli altri personaggi utilizzano gli ingressi ordinari, ogni aspetto è perfettamente integrato e connesso all’altro nella creazione di potenti immagini significanti. Merito anche delle scene di Roberto Crea.

Bellissimi personaggi e bellissime interpretazioni, un gruppo di attori fantastici. Lello Arena è strepitoso nella sua naturalezza ed espressività; Giorgia Trasselli è una splendida e forte Concetta; Maria Bolignano conquista nel ruolo di Luisella; divertente ed eccentrico Ausiello Raffaele nei panni dell’ambiguo e dandy Eugenio; brava Carla Ferraro nel ruolo di Bettina; esilarante Tonino Taiuti in quello di Gaetano; affascinante Sara Esposito nei panni del viziato Luigino, figlio di Gaetano; straordinaria e travolgente Veronica D’Elia in quelli di Peppeniello, figlio di Felice e Bettina.

Su tutto dominano la sensibilità e l’acutezza di Luciano Melchionna che firma una regia evidentemente attenta e precisa, eppure leggera e aperta verso l’esterno, non incentrata al dir di se stesso, ma al servizio degli attori e rivolta al pubblico.

Assolutamente da citare gli splendidi costumi di Milla, ricchi di creatività e accuratezza e le musiche degli Stag che accompagnano lo spettacolo.

Miseria e Nobiltà - Foto di Mario Pellegrino B0004013 LELLO ARENAMiseria e NobiltÖ - Foto di Mario Pellegrino B0004005_LELLO ARENA Miseria e NobiltÖ - Foto di Mario Pellegrino B0003944_GIORGIA TRASSELLI  Miseria e NobiltÖ - Foto di Mario Pellegrino B0003837 MARIA BOLIGNANOMiseria e NobiltÖ - Foto di Mario Pellegrino B0003843 TONINO TAIUTI

Miseria e nobiltà

Di Eduardo Scarpetta

Adattamento a cura di Lello Arena e Luciano Melchionna

Regia Luciano Melchionna

Con Lello Arena, Maria Bolignano, Tonino Taiuti, Giorgia Trasselli

e con Raffaele Ausiello, Veronica D’Elia, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta,

Alfonso Dolgetta, Sara Esposito, Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabio Rossi, Fabrizio Vona

Ideazione scenica Luciano Melchionna

Scene Roberto Crea

Costumi Milla

Musiche Stag

Assistente alla regia Ciro Pauciullo

Coproduzione Teatro Eliseo, Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro con Tunnel Produzioni

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Musical, Recensioni, Teatro, Teatro

Enrico Montesano torna ad essere Rugantino

rugantino

Enrico Montesano torna ad essere Rugantino dopo 40 anni!

Teatro Sistina

27 dicembre 2018. Prima

Dopo quarant’anni Enrico Montesano torna a vestire i panni di Rugantino nella omonima commedia musicale di Garinei & Giovannini, scritta con Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e la collaborazione artistica di Luigi Magni, con le musiche del M° Armando Trovajoli e le scene e i costumi originali di Giulio Coltellacci.

Come si evince dai nomi sopra riportati siamo di fronte alla riproposizione della versione storica originale con direzione artistica, coordinamento musicale, allestimento tecnico-scenografico e rifacimento costumi a cura del team creativo del Teatro Sistina.

Peccato che da nessuna parte sia scritto di chi siano le coreografie, elemento non da poco trattandosi di una commedia musicale con corpo di ballo e comunque elemento imprescindibile nei crediti di qualsiasi spettacolo.

La storia, che si svolge nella Roma papalina del XIX secolo, racconta di Rugantino, giovane baldanzoso, dedito allo scherzo e allergico ad ogni tipo di lavoro, e dei suoi espedienti per vivere senza impegnarsi in serie attività.

C’è poco da dire: Rugantino è uno spettacolo bellissimo e se si riesce a superare quel blocco mentale nei confronti di un protagonista un po’in là con gli anni rispetto a come lo si immaginerebbe, è godibilissimo.

D’altronde stiamo parlando di Enrico Montesano, un mostro sacro dello spettacolo italiano a tutto tondo (teatro, cinema, televisione) che, forte di una pluridecennale esperienza, conserva ancora grandissima energia e agilità fisica senza perdere apparentemente un colpo.

C’è da dire che tutto il cast di questo spettacolo è davvero eccezionale e molto ben assortito, a partire da una bellissima e bravissima Serena Autieri (Rosetta), per passare ad una irresistibile Edy Angelillo (Eusebia) e un super coinvolgente Antonello Fassari (Mastro Titta).

Notevoli tutti gli altri comprimari: la coppia Giulio Farnese (Don Niccolò) e Brunella Platania (Donna Marta) è irresistibile e i due magnifici attori riescono a ricreare dei personaggi incredibili e molto divertenti grazie a quel loro modo di declinare voci e atteggiamenti verso l’ironia e la farsa. Due modi unici, che appartengono solo a loro e che li caratterizzano, ma perfettamente in sintonia tra di loro.

Momenti di bellezza vengono cantati dalla potente e splendida voce di Matteo Montalto nel ruolo de il Serenante e davvero molto energica l’interpretazione di Marco Rea nei panni di Gnecco.

La famiglia Montesano dà prova di aver sfornato promettenti attori: mentre ne Il marchese del Grillo e ne Il Conte Tacchia il grande pubblico ha potuto apprezzare le spiccate doti di Enrico Michele Montesano, qui avrà l’opportunità di conoscere Marco Valerio Montesano in un’ottima prova.

Da citare anche l’apparizione di Monica Guazzini nei panni de La gattara.

Rugantino è uno spettacolo ancora e sempre appassionante, arricchito da un energico e valido ensemble.

Fa impressione pensare a quelle meravigliose scenografie conservate per quarant’anni chissà dove e ora ritirate fuori per questo bellissimo allestimento, così come i costumi, di cui alcuni originali, ritirati fuori da chissà quale magico baule.

Rugantino

Commedia Musicale di Garinei e Giovannini

Scritta con P. Festa Campanile e M. Franciosa

Collaborazione artistica di  Gigi Magni

Scene e Costumi originali di Giulio Coltellacci

Musiche di Armando Trovajoli

Con Enrico Montesano, Serena Autieri, Antonello Fassari, Edy Angelillo, Brunella Platania, Marco Valerio Montesano, Gerry Gherardi, Giulio Farnese, Marco Rea, Alessandro Lanzillotti, Tonino Tosto, Matteo Montalto, Roberto Attias, Monica Guazzini

E con Sandro Bilotta, Mattia Di Napoli, Valentina Bagnetti, Claudia Calesini, Alfonso Capalbo, Raffaele Cava, Marta Ciangola, Marco Ciullo, Laura Contardi, Anna Gargiulo, Sebastiano Lo Casto, Kevin Peci, Silvia Pedicino, Emmanuele Rescigno, Gloria Rossi, Raffaella Spina, Rocco Stifani, Rossana Vassallo, Giuseppe Carvutto, Francesco Miniaci

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Recensioni, Teatro, Teatro

Gagmen, i fantastici sketch di Lillo & Greg

Gagmen

Gagmen, i fantastici sketch esilaranti di Lillo & Greg

Teatro Olimpico

21 dicembre 2018

Greg è quello alto, Lillo è quello basso; Greg è quello magro, Lillo è quello morbido…

E’ con una autopresentazione molto divertente che si apre lo spettacolo Gagmen di Lillo & Greg al Teatro Olimpico di Roma.

Perché, nonostante lavorino in coppia da più di trent’anni sempre con enorme successo, c’è ancora chi non sa quale sia Lillo e quale Greg, tanto che ormai sono spesso Lillo & Greg e basta.

Lillo & Greg sono in cerca di nuovi talenti da cui farsi affiancare nei loro spettacoli, così tengono degli improbabili provini ai quali parteciperanno altrettanto improbabili aspiranti attori. Alla fine riconosceranno la persona che cercavano in un dubbio musicista (Attilio Di Giovanni) che ha scritto solo una canzone che riproporrà per tutto lo spettacolo in esilaranti siparietti declinandola nei più diversi generi musicali: pop, classico, reggaeton…

In Gagmen, Lillo & Greg propongono i loro “fantastici sketch”, esilaranti e trascinanti, ripescandoli non solo dal loro repertorio teatrale, ma anche da quello televisivo e radiofonico.

A dominare la scena sono dei supereroi dagli insoliti poteri, alquanto inutili: Normalman, l’uomo senza poteri; Amnesy, il supereroe senza memoria che non ricorda quale sia il suo potere; Telepentothal (Vania Della Bidia), la supereroina procace che legge nel pensiero gli apprezzamenti non sempre educati dei suoi compagni e sa cavare fuori da tutti la verità; Saetta (Marco Fiorini), l’uomo più veloce, ma che ha un problema col fiatone; l’Uomo elastico, chiamato così perché spara elastici e l’Uomo Bradipo, l’uomo più lento di tutti che intralcia le azioni degli altri.

Gagmen, i fantastici sketch unisce la comicità al fantasy, attraversando e rileggendo film e personaggi cult, dagli Avangers ai Guardiani della Gallassia.

Supereroi un po’ imbranati e pasticcioni che scatenano una valanga di risate.

Lo spettacolo prosegue poi nella seconda parte con altri personaggi e sketch di repertorio con un omaggio anche a L’uomo che non capiva troppo.

Lo spettacolo è scritto e diretto da loro, Claudio “Greg” Gregori” e Pasquale “Lillo” Petrolo con la coregia di Claudio Piccolotto; i costumi coloratissimi e divertenti sono di Nc Pop, le musiche di Attilio Di Giovanni e le scene di Andrea Simonetti.

Sul palco con gli inarrestabili e spumeggianti Lillo e Greg, i già citati Vania Della Bidia, Attilio Di Giovanni e Marco Fiorini a dar manforte e aggiungere caratteri divertenti.

LILLO&GREG

in

GAGMEN

I fantastici sketch

LSD EDIZIONI SRL

presenta

Scritto da

Claudio Greg Gregori

Pasquale Lillo Petrolo

Regia

Lillo&Greg

Coregia

Claudio Piccolotto

Con

Lillo&Greg

Vania Della Bidia

Attilio Di Giovanni

Marco Fiorini

Scene

Andrea Simonetti

Costumi

Nc Pop

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