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Recensioni, Teatro, Teatro

Il mercante di Venezia al Globe Theatre

il mercante di venezia

 

Silvano Toti Globe Theatre

24 agosto 2017

il mercante di venezia

In un Globe Theatre affollato per essere un giorno infrasettimanale di piene ferie estive, è andata in scena, con grandissimo successo, la prima de Il mercante di Venezia, di William Shakespeare, nella traduzione e con la regia di Loredana Scaramella in un bellissimo allestimento inteso a recuperare il carattere di commedia di questa meravigliosa opera teatrale.

Il mercante di Venezia, infatti, non può definirsi una tragedia, carattere verso il quale è stata spesso declinata per il grande disprezzo riservato al personaggio di Shylock (ricco usuraio ebreo e personaggio chiave dell’opera che tanto continua a far dibattere in merito ad un supposto antisemitismo dell’autore) e per il suo ostinato e cruento desiderio di vendetta (una libra di carne di Antonio nel punto più vicino al cuore), perché comunque termina felicemente (o, perlomeno, non con la morte di Antonio).

Al contrario si deve parlare di commedia, come dimostra la seconda trama svolta, quella di Porzia a confronto con i propri pretendenti e, ancora, per i toni accesi e allegri degli altri personaggi.

Una commedia amara, sicuramente, in cui le due trame si accavallano con uguale rilievo e in cui il finale, seppure lieto, nasconde alcune insidie e che, sebbene veda Antonio salvarsi la vita, prevede  la rovina economica per Shylock.

E’ quindi con il proposito di recuperare il carattere di commedia che si muove la regia di Loredana Scaramella, nel tentativo, riuscito, di riportare il ruolo di Shylock, personaggio straordinario per concezione, spessore e carattere, a quello di comprimario di Antonio, spesso passato in secondo piano.

In questo avvincente allestimento non sono solo i personaggi a venire fuori, ma gli ideali e i valori a cui essi si ispirano e che essi reclamano.

Shylock, ebreo rigido e cinico usuraio, si appella alla giustizia, vuole che il suo debito venga pagato e che la legge gli garantisca la penale che ha diritto legale di riscattare.

Per Antonio, invece, cristiano mite, viene invocata clemenza, un sentimento ben più alto e nobile di ogni altro e appartenente ad entrambe le professioni religiose.

A fronteggiarsi non sono solo due uomini, ma due sistemi di giudizio, entrambi validi e corretti, il richiamo alla legge e il richiamo della fede attraverso la coscienza.

Motore di tutta la storia è il dio denaro: Bassanio ha bisogno di denaro per saldare i debiti accumulati e conquistare il cuore di Porzia e li chiede ad Antonio che è ricco, ma al momento non dispone delle sue ricchezze e si fa garante di Bassanio presso Shylock, da lui inviso e che ha disprezzato e umiliato in pubblico e che, a sua volta, presta i suoi soldi ad Antonio, nella speranza di averlo poi in suo potere e poterne abbattere a sua volta la dignità.

Altri sentimenti e ideali forti e spesso contrastanti creano turbamento sconvolgendo gli animi di tutti i protagonisti: il disprezzo, l’odio, il rancore, il dolore, la sete di vendetta che non vuole ascoltare ragioni.

C’è, però, anche molto amore: innanzitutto l’amore di Antonio per l’amico Bassanio, un amore idealizzato e non consumato, così puro e totale da portarlo a voler sacrificare la propria vita per lui. Un amore che non mancherà di destare dubbi nel cuore di Porzia.

Ci sono l’amicizia e la gratitudine di Bassanio per Antonio; c’è l’amore tra Porzia e Bassanio. Ci sono poi moltissimi elementi leggeri e divertenti.

Il tono di commedia viene ampiamente rappresentato nella parte allegra e ironica che riguarda Porzia a confronto con i propri pretendenti.

Porzia è una donna bella, intelligente, colta ed emancipata diremmo oggi, costretta alla castità per volere del padre morto, che decise che avrebbe dovuto sposare solo l’uomo che avrebbe superato la prova degli scrigni.

Con ironia e sagacia, ma non senza una certa preoccupazione, si dimostra sempre rispettosa verso i suoi pretendenti non graditi, attendendo il giorno in cui Bassanio si deciderà a farsi avanti, già amandolo in cuor suo.

Dimostrerà poi intraprendenza e coraggio nel momento in cui si travestirà da giudice per dirimere il processo tra Antonio e Shylock, dando anche un’eccellente prova di retorica.

A cavallo delle due trame principali, poi, si muovono altri personaggi in atteggiamenti buffi o divertenti, a volte irriverenti, come Graziano, sempre in vena di scherzare, e Lancillotto, scaltro e astuto servitore di Shylock prima, passato sotto Bassanio dopo.

Al di là dei personaggi sono i sentimenti, gli ideali a dominare la storia e a permeare di sé l’intera vicenda. Questo grazie all’interpretazione di un grande e forte cast che riesce non solo a raccontare con brio e trasporto una storia complessa e articolata, ma anche e soprattutto a rappresentare dei tipi umani, a rendere vive delle modalità di pensiero e ad incarnare sentimenti forti e contrastanti.

All’immenso Carlo Ragone e allo straordinario Fausto Cabra il compito di interpretare Shylock e Antonio, personaggi principali e grandissimi nemici nella fede, ma soprattutto quello di diventare l’uno il simbolo della giustizia a tutti i costi, pur nel rispetto della legge, l’altro l’emblema della clemenza a dispetto della legge.

Carlo Ragone è immenso nel rappresentare il ricco usuraio nella sua venalità e nel suo cinismo, incarnandone la profonda umiliazione e l’odio feroce che ne deriva verso Antonio, non solo nel tono e nel registro, a volte cupo, altre stridulo, ma anche nella postura, nei gesti e nella camminata.

Fausto Cabra è grande e profondo nel difficile compito di interpretare Antonio, unico personaggio che percorre un viaggio emotivo a senso unico: egli è cupo e triste; ama Bassanio, unica luce nella sua vita, di un amore socialmente inconfessabile. E’ sempre fedele a se stesso, ai suoi valori cristiani, al proprio cuore. Mentre tutto intorno accade e si compie, egli affronta una terribile lotta interiore con se stesso e con la paura.

Cabra riesce a restituire questo drammatico tormento interiore attraverso la tensione fisica dei gesti trattenuti e della mascella contratta, attraverso sguardi torvi e pieni di malinconia, per alleggerire un poco la tensione solo quando parla con Bassanio, sottolineando così l’effetto che l’amico ha sul suo cuore.

Dall’altra parte c’è il meraviglioso personaggio di Porzia, interpretato con padronanza e capacità dalla bravissima Sara Putignano. Un personaggio che muta continuamente aspetto e voce attraverso sempre nuovi travestimenti e che ogni volta cattura.

Al suo fianco, in perfetta sintonia, una splendida Loredana Piedimonte è Nerissa, altro personaggio leggero della commedia.

Tra tutti gli altri è da sottolineare la brillante interpretazione di Lancillotto ad opera di Federico Tolardo: frizzante, brioso, dinamico, si muove veloce e leggero sul palco dimostrando ottimi tempi, e una grande e vivace capacità espressiva e mimico gestuale.

A dispetto del testo originale, qui l’ambientazione viene spostata negli anni tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, anni che, al pari del periodo Elisabettiano furono eccitanti e contraddittori, ricchi di novità e progresso, ma lentamente velati da bui presagi.

In questo clima da Bella Epoque, Porzia è una fantasista che di fronte ai suoi pretendenti è sempre diversa e incarna un po’ il teatro in genere.

E così come a un certo punto dopo tanto andare avanti si torna un poco indietro, dopo tanta confusione è necessario placarsi, anche qui, dopo le travagliate vicende di Shylock e Antonio e i travestimenti di Porzia, c’è un momento di stasi in cui le relazioni tra i personaggi vanno a ridefinirsi.

L’epilogo riporta ad un interno borghese: Shylock non ottiene giustizia e perde tutto, costretto a lasciare metà del suo patrimonio allo Stato e a destinare il resto, dopo la sua morte alla figlia, Gessica, per la quale, scappata di casa e sposato un cristiano, Lorenzo, la vita coniugale sembra già risultare un po’stretta.

Bassiano va incontro alla sua vita con Porzia, segnata dall’incognita dell’amore di Antonio per lui e dal tradimento comunque compiuto da Porzia nel mascherarsi da giudice e nell’inscenare tutta la storia dell’anello.

Ad accompagnare le scene e ad intrattenere durante l’intervallo sono le musiche eseguite dal vivo dal Trio William Kemp, spesso accompagnate dalle belle voci soliste di Mimosa Campironi e Antonio Sapio.

Completano l’allestimento i sempre bellissimi e curati costumi di Susanna Proietti.

La scenografia è assente, forse per dar risalto ai personaggi e alle loro emozioni che permeano di sé la scena. E’ il teatro stesso a fare da scenografia con la sua struttura, grazie soprattutto alla porta centrale composta da pannelli girevoli specchiati da un lato utilizzati nei momenti di maggior movimento.

il mercante di venezia il mercante di venezia

Il mercante di Venezia

traduzione di Loredana Scaramella

regia di Loredana Scaramella

Solanio                        MICHELE BARONIO

Antonio                       FAUSTO CABRA

Gessica             MIMOSA CAMPIRONI

Aragona, Lorenzo DIEGO FACCIOTTI

Marocco             PAOLO GIANGRASSO

Tubal, Doge, Gobbo ROBERTO MANTOVANI

Salerio                         IVAN OLIVIERI

Nerissa                         LOREDANA PIEDIMONTE

Porzia                         SARA PUTIGNANO

Shylock             CARLO RAGONE

Bassanio                     MAURO SANTOPIETRO

Stefano                       ANTONIO SAPIO

Graziano                    ANTONIO TINTIS

Lancillotto           FEDERICO TOLARDO

MUSICHE ESEGUITE DAL VIVO DAL

Trio William Kemp

Adriano Dragotta (Violino), Lorenzo Perracino (Sassofoni), Franco Tinto (Chitarra)

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Comunicati stampa, Teatro

Il Mercante di Venezia. Silvano Toti Globe Theatre, dal 24 agosto al 10 settembre 2017.

Silvano Toti Globe Theatre

Direzione artistica Gigi Proietti

COMUNICATO STAMPA

IL MERCANTE DI VENEZIA

Regia di Loredana Scaramella

Traduzione di Loredana Scaramella

Prodotto da Politeama Srl

24 agosto – 10 settembre ore 21.00

Mercante Venezia®MarcoBorrelli_1

Dopo il successo della passata edizione torna anche quest’anno sul palco del Silvano Toti Globe Theatre l’opera di William Shakespeare IL MERCANTE DI VENEZIA tradotto e diretto da Loredana Scaramella. Da giovedì 24 agosto fino al 10 settembre (con le eccezioni del 28 agosto e del 4 settembre) le mitiche figure di Shylock, del mercante Antonio, di Bassanio e delle sua amata Porzia animeranno il palco dell’ovale di Villa Borghese con le intricate vicende ambientate tra Venezia e Belmonte.

Durante le soste di lunedì 28 agosto e lunedì 4 settembre tornerà in scena lo spettacolo ideato e diretto da Melania Giglio SONETTI D’AMORE, un viaggio tra i più bei versi di William Shakespeare accompagnato da una ricca contaminazione musicale: da Marvin Gaye a Amy Winehouse, da Leonard Cohen ad Alanis Morissette.

La stagione 2017 del Silvano Toti Globe Theatre –  unico teatro elisabettiano d’Italia, nato nel 2003 grazie all’impegno dell’Amministrazione Capitolina e della Fondazione Silvano Toti per una geniale intuizione di Gigi Proietti – è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale con la produzione di Politeama srl e l’organizzazione e comunicazione di Zètema Progetto Cultura.  Anche quest’anno nelle sere di spettacolo sarà attivo il Globar.

NOTE DI REGIA

Nelle molte versioni del Mercante di Venezia che ho visto, il personaggio di Shylock, grandissimo per concezione, scrittura e per il fascino creato attorno alla sua figura da straordinarie interpretazioni, ha avuto sempre una posizione centrale, tanto da creare spesso nel pubblico di oggi l’equivoco che sia lui il protagonista dell’opera. Antonio, il Mercante del titolo, si è trasformato in un ruolo subordinato e sbiadito. Ma l’indicazione di Shakespeare è diversa, ed è una strada che merita di essere esplorata. Inoltre la memoria dell’esperienza terribile dell’Olocausto porta istintivamente a considerare Il Mercante di Venezia lo spunto per una riflessione sulla discriminazione antisemita subita a più riprese dal popolo ebraico, di cui Shylock diventa l’incarnazione ideale. E’ questo ad aver accentuato negli ultimi decenni il colore drammatico delle messe in scena di un testo che ha invece un carattere di commedia. La scommessa del nostro allestimento è quella di recuperare questo carattere, puntando sul racconto di una riflessione sulla giustizia, piena di affilata ironia sull’amore e sul denaro, spostando l’ambientazione negli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, che furono come il periodo Elisabettiano anni euforici e contraddittori, pieni di cambiamenti di costume, di novità e luminosi progressi, mescolati ai germi silenziosi di un buio futuro. Il mare che divide Venezia e Belmonte, i luoghi del racconto. Un molo bianco sfavillante nella luce del giorno ospita uomini operosi, commercianti e industriali. La Londra del Cinquecento, nascosta dietro l’apparenza della città lagunare descritta da Shakespeare, si sposta così in una Belle Epoque di fantasia, dal sapore proustiano.

Belmonte prende la forma del camerino di una grande attrice fin de siècle, e Porzia, costretta ad un’indesiderata castità, è una fantasista che si presenta ai suoi pretendenti in sempre nuovi  travestimenti, a creare un femminino inafferrabile, una sorta di incarnazione del teatro, senza limite di epoca e di genere. Il suo regno è quel luogo indefinito nel quale si collocano le fantasie senza tempo del perfetto amore, condite con il gioco infantile del travestimento, della danza, delle canzoni leggere e dolci venate da improvvise cadenze di tango. Un cabaret sensuale, percorso da sfumature razziste apparentemente ingenue. Dal contrasto fra queste atmosfere sonore e i motivi kletzmer che accompagnano le scene più drammatiche prende forma il tessuto musicale della commedia, che si spinge nella veste visiva fino ai primi anni Venti, quando le radici della tragedia maturano dietro uno scenario di ricchezza e di eccitante follia. Venezia, il luogo del lavoro, e Belmonte, l’isola culla dell’amore, sono unite da un collante universale: il denaro, vero carburante della storia. E’ attraverso il denaro che i protagonisti cercano di manifestare e compiere i loro desideri, in una ronde in cui un capitale viene prestato dall’ebreo Shylock a Bassanio, grazie al Mercante Antonio che si impegna a garantire il prestito con la sua carne. Viene speso da Bassanio per conquistare Porzia, la ricca ereditiera di Belmonte, premio della lotteria degli scrigni in base alla quale andrà in sposa, che a sua volta presterà il suo denaro a Bassanio per liberare Antonio, ormai fallito, dal rischio di veder compiuta la minaccia prevista dal contratto: il taglio di una libbra di carne. Circa quattrocento grammi, poco più di quanto pesa un cuore, messi in gioco in un patto in cui carne, denaro e amore si confondono e svelano freudianamente la loro simbolica identità, fonte di conflitti, ambiguità, desideri e paure. Quali spinte animano il quartetto dei protagonisti e fanno ballare i loro capitali? Shylock presta i suoi soldi ad Antonio, suo avversario per religione ed etica professionale, perché spera così di comprare una cosa che vale per lui più di ogni altra: la sua dignità che è stata offesa da Antonio e poi da Lorenzo, rapitore di sua figlia Jessica, e da Jessica stessa che gli vuota la casa di denaro e gioielli, rinnegando la sua religione. Antonio usa i profitti dei suoi commerci per soddisfare i desideri dell’amico Bassanio. Amico, ma certo anche amatissimo, unico interlocutore capace di illuminare la malinconia della solitudine del Mercante con una luce che sarebbe ipocrita non chiamare amore. Questo sentimento socialmente inconfessabile spinge Antonio ad accettare il patto con Shylock, per il quale prova un odio profondo, motivato dalla condanna dell’usura praticata dall’ebreo. Dietro l’apparente leggerezza con cui accetta il contratto, Antonio rischia il suo denaro e la sua carne per Bassanio, come a gridare in pubblico il suo amore senza parole, in una pulsione libidica e mortale. Bassanio da parte sua insegue il sogno di un amore a canone inverso: vuole essere amato, e il denaro gli serve ad essere più appetibile come oggetto d’amore. E  Porzia, per quanto colta e intraprendente, mette nelle mani di Bassanio se stessa, la sua casa e tutti i suoi beni per conquistare un diritto inalienabile all’amore di lui. I protagonisti s’incontrano in un processo in cui tutti i destini sono sospesi sotto un’immagine minacciosa: la libbra di carne.

Catastrofe o lieto fine? Forse nessuno dei due. A dispetto della legge Shylock non ottiene giustizia e i suoi soldi vanno a ingrassare le casse dello Stato, Antonio non ha il suo martirio, Bassanio si avvia verso un matrimonio turbolento. La stessa Porzia, con la sua eccellente prestazione en travesti come Bellario, per sé guadagna solo la coscienza del tradimento. La favola di Belmonte non può sopravvivere senza la certezza della fiducia, e al ritorno dal processo l’isola dell’amore si trasforma in un interno borghese, in cui gli equilibri delle relazioni fra tutti i reduci dall’avventura veneziana, si definiscono comicamente. Finite le illusioni, alla luce della realtà si intravede una comunità nuova.

Loredana Scaramella

Interpreti

(in ordine alfabetico)

MUSICHE ESEGUITE DAL VIVO DAL

Trio William Kemp

Adriano Dragotta (Violino), Lorenzo Perracino (Sassofoni), Franco Tinto (Chitarra)

AIUTO REGIA

Ivan Olivieri e Francesca Cioci

COSTUMI

Susanna Proietti

MOVIMENTI DI SCENA

Alberto Bellandi

MUSICHE a cura di

Stefano Fresi

DISEGNO LUCI

Umile Vaineri

PROGETTO FONICO

Franco Patimo

CONSULENZA TANGO

Roberto Ricciuti

Mercante Venezia®MarcoBorrelli_3 - Copia image004

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Comunicati stampa, Teatro

Sogno di una notte di mezza estate. Silvano Toti Globe Theatre, dal 9 al 20 agosto 2017.

SOGNO Claudia Balboni Gerolamo Alchieri

 

Silvano Toti Globe Theatre

Direzione artistica Gigi Proietti

 

COMUNICATO STAMPA

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

regia di Riccardo Cavallo

traduzione di Simonetta Traversetti

 

Prodotto da Politeama Srl

 SOGNO2

9 agosto – 20 agosto ore 21.15

 

Non è agosto al Silvano Toti Globe Theatre senza la rappresentazione del SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE. Come da tradizione torna anche in questa edizione lo spettacolo per eccellenza dell’ovale di Villa Borghese nella regia del compianto Riccardo Cavallo e nella traduzione di Simonetta Traversetti. Ogni sera, da mercoledì 9 fino a domenica 20 agosto, la commedia più celebre di William Shakespeare allieterà le serate del pubblico con i suoi intrecci, i suoi scambi e le sue caratterizzazioni linguistiche.

La stagione 2017 del Silvano Toti Globe Theatre –  unico teatro elisabettiano d’Italia, nato nel 2003 grazie all’impegno dell’Amministrazione Capitolina e della Fondazione Silvano Toti per una geniale intuizione di Gigi Proietti – è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale con la produzione di Politeama srl e l’organizzazione e comunicazione di Zètema Progetto Cultura.  Anche quest’anno nelle sere di spettacolo sarà attivo il Globar.

 

NOTE DI REGIA

La notte di mezz’estate è una notte magica e il titolo ne svela immediatamente l’atmosfera onirica, irreale anche se, come viene precisato, la notte in cui si svolge gran parte dell’azione è quella del calendimaggio, la celebrazione del risveglio della natura in primavera e non in estate. E’ comunque l’augurio di un risveglio gioioso. Ma è davvero così? Tre mondi si contrappongono: il mondo della realtà (quello di Teseo, Ippolita e della corte), il mondo della realtà teatrale (gli artigiani che si preparano alla rappresentazione) e il mondo della fantasia (quello degli spiriti, delle ombre). Ma i sogni alle volte possono trasformarsi in incubi: il dissidio fra Oberon e Titania che rivela a un certo punto un terribile sconvolgimento nel corso stesso delle stagioni, il rapporto tra Teseo e Ippolita, il conquistatore e la sua preda, la brutalità di certi insulti che gli amanti si scambiano sotto l’influsso delle magie di Puck.

“Sogno di una notte di mezza estate”, scritta in occasione di un matrimonio, è come una serie di scatole cinesi. All’esterno dell’opera ci sono la sposa, lo sposo e il pubblico, all’interno le coppie, Teseo e Ippolita, Titania e Oberon e i quattro innamorati e nell’opera dentro l’opera, i teatranti, la vicenda di Piramo e Tisbe. In questo mondo stregato domina il capriccio, il dispotismo di Oberon che attraverso Puck gioca con i mortali e con Titania, per imporre il suo dominio. Si compie quindi su Titania quella violenza che Teseo compie su Ippolita e che Egeo vorrebbe compiere sulla figlia costringendola a un matrimonio che respinge. Si noti la sequenza degli scambi fra gli amanti. Si inizia con Ermia che ama Lisandro e con Elena che ama Demetrio, ma quest’ultimo con l’appoggio di Egeo, padre di lei, vuole invece conquistare Ermia. Si passa, attraverso l’intervento “magico” di Puck, al folle girotondo in cui Ermia insegue Lisandro, Lisandro Elena, Elena Demetrio e Demetrio Ermia. E non è finita. Perché Ermia, alla quale dapprincipio aspiravano entrambi i giovani, sarà abbandonata da tutti e due, innamorati ora di Elena, e solo nel quarto atto dopo un nuovo intervento di Puck, si avrà la conclusione in cui gli amanti formeranno davvero due coppie.

La grandezza di Shakespeare sta nell’aver saputo coinvolgere tre mondi diversi, ciascuno con un suo distinto linguaggio: quello delle fate che alterna al verso sciolto, canzoni e filastrocche, quello degli amanti dominato dalle liriche d’amore e quello degli artigiani, nel quale la prosa di ogni giorno è interrotta dalla goffa parodia del verso aulico.

Il mondo è folle e folle è l’amore. In questa grande follia della natura, l’attimo di felicità è breve. Un richiamo alla malinconia che accompagna tutta la vicenda.

 

Riccardo Cavallo

 

Interpreti

(in ordine alfabetico)

Nick, Bottom

Titania, Regina delle fate

Elena

Demetrio

Teseo, Duca d’Atene

Puck

Ermia

Fairy

Tom, Snaout

Lisandro, Innamorato di Ermia

Snug

Maestro di cerimonie

Oberon, Re degli Elfi

Egeo, Padre di Ermia

Peter Quince

Francis, Flut

Ippolita, Regina delle Amazzoni

GEROLAMO ALCHIERI

CLAUDIA BALBONI

FEDERICA BERN

SEBASTIANO COLLA

MARTINO DUANE

FABIO GROSSI

VALENTINA MARZIALI

CRISTINA NOCI

CLAUDIO PALLOTTINI

MARCO PAPARELLA

ANDREA PIROLLI

RAFFAELE PROIETTI

CARLO RAGONE

ALESSIO SARDELLI

MARCO SIMEOLI

ROBERTO STOCCHI

DANIELA TOSCO

 

COSTUMI

Manola Romagnoli

SCENE

Silvia Caringi e Omar Toni

DISEGNO LUCI

Umile Vainieri

PROGETTO FONICO

Franco Patimo

ASSISTENTE ALLA REGIA

Elisa Pavolini

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