Flaminio Boni - Un posto in prima fila
  • Home
  • Recensioni
    • Musical
    • Danza
    • Teatro
  • Interviste
  • Comunicati stampa
  • Contatti
Flaminio Boni - Un posto in prima fila
Home
Recensioni
    Musical
    Danza
    Teatro
Interviste
Comunicati stampa
Contatti
  • Home
  • Recensioni
    • Musical
    • Danza
    • Teatro
  • Interviste
  • Comunicati stampa
  • Contatti
Recensioni, Teatro, Teatro

Requiem for Medea, la recensione

Teatro Tordinona

19 maggio 2017

La giovane Compagnia C.T. Genesi Poetiche, fondata il 1 gennaio 2016 da Gianluca Paolisso e Daria Contento, ha portato in scena, al Teatro Tordinona, Requiem for Medea, un atto unico per sola attrice ideato, scritto e diretto da Gianluca Paolisso e interpretato da Daria Contento.

Obiettivo della Compagnia è la ricerca costante volta alla sperimentazione teatrale, che possa avvicinare il pubblico a forme nuove di messa in scena attraverso una rappresentazione reale e critica della realtà e delle sue contraddizioni.

Al centro viene posto il corpo dell’attore, motore del racconto emotivo, e il suo relazionarsi agli oggetti di scena, alla scenografia e alla musica, nella ricerca di una via altra di fare teatro che possa definirsi poetica, nel suo senso etimologico di creare e comporre.

Requiem for Medea è uno spettacolo che aderisce perfettamente agli obiettivi e alle intenzioni della Compagnia, rappresentandole in pieno.

E’ da riconoscere, dietro a questo lavoro, una profonda conoscenza della materia trattata, un’ elaborazione personale e la capacità di saper usare gli elementi della tradizione plasmandoli in nuove forme.

In scena è Medea e tutto quello di cui essa è diventata simbolo.

La Medea che Daria Contento interpreta in scena con tanta visceralità è un’ombra che non trova pace, una donna, forse un fantasma, che parla con se stessa, con le molte altre esistenze che contiene, invocando spesso e spesso deplorando la sua Musa.

E’ un’anima tormentata che (si)racconta nuovamente la propria storia, perpetuando angoscia, dolore e orrore.

Medea, donna, madre, feroce assassina, in un continuo furore delirante, illuminato da sprazzi di disperata lucidità, ripercorrerà il mito di se stessa in un atto estremo di denuncia, un’ultima dichiarazione prima di tornare nell’oblio.

Il mondo mitico di Medea qui si espande e raggiunge i nostri giorni, incarnando gli orrori del nostro mondo.

Medea, bimba violata e tradita dalla disattenzione dei genitori, crudele omicida del fratello, del padre e dei suoi stessi figli è archetipo delle donne a cui la purezza è stata strappata e di quelle che, mogli, uccidono i mariti, e, madri, uccidono i propri figli.

In un delirio disperato in lotta con la razionalità, Medea si impone di “non rischiare il pensiero”, ma tutto è perduto ormai.

Il testo di Paolisso è davvero ben scritto,  raccordando elementi del mito di Euripide e di Ovidio e riuscendo a portare la storia fino a noi. Diversi, infatti, sono i collegamenti e i riferimenti che lo spettatore può ritrovare facendo un confronto con la realtà odierna.

L’interpretazione di Daria Contento è totale: mette in campo fisicità, resistenza, grandissima espressività e la capacità di recitare un testo complesso e impetuoso mantenendo sempre il contatto con il pubblico e restituendo sempre il testo in maniera comprensibile.

La scenografia è minimale: manichini divisi in due, monchi e zoppi, corone di spine e stoffe. Tutto è giocato sul testo e sull’interpretazione con un ruolo centrale per la fisicità.

E’ un genere di teatro che può piacere o non piacere, ma che sicuramente punta in una direzione nel tentativo di dare una diversa forma di espressione ai testi classici.

C.T. Genesi Poetiche

presenta

Requiem for Medea

Atto unico per sola attrice

scritto da Gianluca Paolisso

Con

Daria Contento

Ideazione, Drammaturgia e Regia

Gianluca Paolisso

FacebookTwitterPinterestGoogle +Stumbleupon
Recensioni, Teatro, Teatro

Separati. Teatro Martinitt di Milano, 18 maggio 2017.

 

Recensione di Carlo Tomeo

 foto carlo

La commedia “Separati”, scritta e diretta da Alessandro Capone, affronta uno dei problemi molto ricorrenti nei nostri tempi e lo fa in maniera divertente dove i dialoghi tra i personaggi volgono al comico e spesso riflettono volutamente battute da luoghi comuni, per suscitare maggiore ilarità tra il pubblico che risponde con non pochi applausi a scena aperta.

La commedia si svolge in uno seminterrato ingombro di scatoloni dell’Ikea: è lì che Massimiliano (l’attore Giampiero Mancini), libero professionista, ha trovato la nuova abitazione da single dopo la separazione dalla moglie “mangiasoldi” Giovanna. Ad accompagnarlo ci sono tre suoi amici fraterni che dovranno aiutarlo a montare l’arredamento una volta che avranno aperto gli scatoloni dell’Ikea. Gli amici criticano Massimiliano per essere andato in affitto in un seminterrato, d’altra parte l’uomo non ha trovato di meglio con la bassa cifra di cui dispone dopo la separazione. Anche i tre amici sono separati dalle loro mogli e, mentre il più giovane è tornato a casa dalla mamma, gli altri due si sono dovuti accontentare di una sistemazione non molto dissimile da quella di Massimiliano.

A un certo punto, nel momento in cui si trova solo in casa, Massimiliano riceve la visita di Francesca (l’attrice Emy Bergamo), anch’ella separata e abitante nello stabile, per sua fortuna nell’ultimo piano, definito ottimisticamente “attico”. Tra i due nasce un’attrazione che galvanizza subito l’uomo ma mette sulle difensive la donna.

Intanto, nell’attesa di iniziare il lavoro di montaggio dei mobili, avviene quello che solitamente capita in questi casi: gli amici che cercano di sdrammatizzare la condizione di esseri separati e che Massimiliano sta iniziando a provare, ma pronti a inveire contro le donne chiamate “sanguisughe” e maledicono il matrimonio.

Tra una risata liberatoria che possiede però un retrogusto amaro, si parla indirettamente della crisi che proprio negli ultimi quaranta anni stanno vivendo sia gli uomini che le donne, che appaiono sempre più isolati nel loro “io” e incapaci di iniziare e portare avanti con consapevolezza una storia d’amore reale. È molto facile oggi, sembra dire l’autore/regista, creare una famiglia, ma è altrettanto facile che quella famiglia possa essere disfatta a causa di comportamenti poco sinceri o inadatti alle varie circostanze. Un malessere sotterraneo, non sempre facilmente intuibile, né ancor meno spiegabile, sia da parte dell’uomo che della donna crea l’incapacità di comprendersi nel profondo che porta come conseguenza la  difficoltà ad amarsi veramente.

Ne da prova il personaggio di Francesca che, nel secondo atto, e proprio dopo che aveva imbastito una relazione con Massimiliano, si tira indietro perché l’esperienza vissuta precedentemente con l’ex marito non l’ha ancora resa disponibile a investire in una nuova storia. Caso, questo che non capita a Massimiliano che aveva invece trovato nella donna la sua ancora di salvezza

La commedia è comunque costruita tenendo conto di più della condizione del separato maschile che sembra costituire la parte più colpita e quindi più debole nei casi di rottura del vincolo matrimoniale. Si dà più voce ai quattro attori che non all’unica attrice che interpreta anche un ruolo capibile sul piano umano ma francamente non del tutto simpatico.

Mentre simpaticissimo è il personaggio di Roberto (l’attore Roberto D’Alessandro), ottimo caratterista e godibilissimo nelle sue performance non certo facili, arricchite da qualche termine calabrese. E altrettanto bravo si rivela il personaggio di Nicola (l’attore Massimiliano Vado) che fa la parte dello psicologo dell’Assl che sostiene il ruolo dell’uomo più saggio della compagnia, mentre tenta di ridimensionare maldestramente certe situazioni.

Bravissimo, nelle sue mille sfaccettature, il protagonista Massimiliano (l’attore Giampiero Mancini) che è l’unico personaggio sempre in scena, mentre si dibatte tra la nuova attrazione fisica provata per Francesca, il dispiacere di non poter parlare a telefono con suo figlio, il disagio della nuova abitazione e l’ipocondria che lo devasta e ricorre, sempre pronto all’uso, lo sfigmomanometro.

L’attore Francesco Bauco, nella parte dell’amico più giovane, è altrettanto bravo nel cercare di aiutare con metafore ed esempi vari l’amico Massimiliano.

L’unico personaggio femminile è interpretto da Emy Bergamo, anch’ella fornita di eccellenti doti che mette in luce proprio interpretando il personaggio meno accattivante della troupe.

La regia di Alessandro Capone si è dimostrata eccellente nel saper dirigere i vari attori e di far mantenere per tutta la commedia un ritmo serrato: irresistibile e applauditissima la scena dove i quattro uomini parlano contemporaneamente a telefono con le rispettive e odiate ex mogli.

La commedia si chiude con un abbassamento di luci e un finale da tenerezza.

Tantissimi gli applausi e le chiamate in scena.

 

Separati

di Alessandro Capone

con Francesco Bauco,  Emy Bergamo,

Roberto D’Alessandro, Giampiero Mancini

e Massimiliano Vado

regia Alessandro Capone

aiuto regia Alessandro Sanacore

assistente alla regia Roberta Tocci

scene Maria Catena Pennisi

costumi Giusy Nicoletti

musiche originali Stefano Caprioli

luci Stefano Valentini

Produzione La Bilancia

in scena al Teatro Martinitt di Milano fino al 4 giugno.

Si ringrazia la Sig.ra Federica Zanini dell’Ufficio Stampa

 

FacebookTwitterPinterestGoogle +Stumbleupon
Recensioni, Teatro, Teatro

La Ginestra in M’accompagno da me

laginestra_maccompagnodame_locandinaweb

Teatro Sistina

16 maggio 2017. Prima.

Michele La Ginestra torna, a pieno titolo, a calcare il palco del Teatro Sistina. Attore, autore e interprete brillante, Michele porta in scena uno spettacolo intelligente, divertentissimo, leggero nella forma, ma pieno di sostanza.

In M’accompagno da me, Michele La Ginestra è a processo perché accusato di aver punito, fionda e biglie alla mano, cinquantatre spettatori che durante i suoi spettacoli hanno lasciato il cellulare accesso, divenendo un “serial killer di culi”.

La scena si svolge nell’aula giudiziaria di un carcere, nella quale si presenteranno una serie di personaggi, tutti interpretati dall’attore, alcuni chiamati a testimoniare in sua difesa.

Una carrellata di caratterizzazioni divertenti e tutte diverse tra loro che raccolgono i numerosi personaggi creati in tanti anni di carriera da Michele.

Attraverso una andamento gioioso, brioso e divertente, Michele affronta con modalità diverse anche argomenti di attualità e tematiche importanti.

Lo spettacolo si apre con l’accusa mossagli di essere l’artefice dei colpi di fionda inferti agli spettatori dei suoi spettacoli, accusati di aver lasciato acceso il cellulare. Da qui parte un bel monologo volto a spiegare al pubblico di quale grande mancanza di rispetto, per gli attori in scena e per gli spettatori intorno, si tratti (peccato che a inizio del secondo atto, squilli comunque un cellulare costringendo l’attore a interrompersi e ricominciare il pezzo che stava interpretando).

E’ poi la volta di un bellissimo monologo tratto da La Fondazione di Roma di Cesare Pascarella, che racconta della rivalità di Romolo e Remo.

A seguire una serie di personaggi improbabili, buffi e divertenti si succederanno regalando momenti di grande comicità, ma anche riflessione: il milanese alle prese coi messaggi ambigui riportati sui pannelli luminosi dislocati per Roma: la moglie di Mangiafuoco e il loro bambino “un pochino” aggressivo e sempre affamato; Cappuccetto Rosso stufa di fare la spola dalla madre alla nonna e ritorno; Biancaneve, affetta da uno scomodo difetto di pronuncia, intenta nell’impresa di creare una cooperativa artistica con gli altri personaggi delle fiabe; il prete (fantastico personaggio) alle prese con i fidanzati ai corsi prematrimoniali a cui cerca di far capire a cosa andranno incontro.

Tra personaggi insoliti e divertenti, Michele inserisce anche interpretazioni più intense e commoventi, quali quella del filosofo ubriacone Archimede e Giulio, un ragazzo di San Lorenzo vissuto sempre con la madre, senza una rete sociale intorno e rimasto solo dopo la morte di lei, che troverà un suo modo per ricordarla sempre.

Infine, bellissimi, il monologo dello spermatozoo che non riuscirà a venire al mondo, un emozionante pezzo sull’aborto, e il monologo sul Teatro.

Tra citazioni e omaggi ai grandi del passato, come il già detto Pascarella e quello a Ettore Petrolini con l’interpretazione di Giggi er bullo, e personaggi da lui creati, Michele La Ginestra porta in scena uno spettacolo coinvolgente che tra grandi risate e sorrisi regala momenti di commozione.

Ad accompagnarlo sul palco come cornice, ma anche continuuum narrativo tra una caratterizzazione e l’altra, quattro bravissimi attori, qui anche in veste di cantanti: Andrea Perrozzi, Gabriele Carbotti, Ludovica Di Donato e Alberta Cipriani. Quattro professionisti che, come ha dichiarato lo stesso Michele, “sanno tenere il  palcoscenico con grande capacità,  anche nel silenzio, e non è cosa facile”.

Le musiche, con i testi dello stesso La Ginestra, sono di Andrea Perrozzi e lo spettacolo contiene anche alcune canzoni di Salvatore Ferraro (musica e testi). Tutto il tessuto musicale, che fa da substrato e riscontro alle interpretazioni di Michele, è eseguito dal vivo da una band posizionata in alto sul palco con i componenti vestiti da membri della corte. La direzione musicale è affidata a Emanuele Friello.

Peccato che, per non chiari problemi di acustica, di molte canzoni non si capissero le parole facendone perdere un po’ l’aderenza al contesto.

I movimenti coreografici con cui i personaggi del carcere prendono possesso del palco sono di Rita Pivano.

La regia è affidata a Roberto Ciufoli che, oltre ad essere un grande comico, conosce molto bene le dinamiche teatrali ed è, in questo caso, più un compagno di viaggio per Michele che un regista in senso stretto, costituendo quel punto di vista esterno che risulta spesso utile.

Michele La Ginestra si conferma autore attento alla realtà che lo circonda, capace di tradurre in parole semplici, ma efficaci le mille vicissitudini della vita quotidiana, riuscendo poi, come attore, a restituire sul palco personaggi pittoreschi e particolari con quella sua comicità che tende a sdrammatizzare senza per questo mai minimizzare e colorandoli sempre di sfumature e accenti diversi, grazie anche ad una dialettica prorompente, e riuscendo a creare anche figure molto intense.

In M’accompagno da me Michele condensa queste sue abilità con strepitosa bravura conquistando il pubblico che ha dimostrato di aver enormemente gradito.

 

Il Sistina
presenta

Michele La Ginestra in
M’accompagno da me

con Andrea Perrozzi, Gabriele Carbotti, Ludovica Di Donato, Alberta Cipriani
con Band dal vivo

regia di Roberto Ciufoli

 

FacebookTwitterPinterestGoogle +Stumbleupon
Page 3 of 9«12345»...Last »

CERCA NEL SITO

Canale Youtube

Articoli più popolari

Divo Nerone: oltre al pregiudizio

Divo Nerone: oltre al pregiudizio

L’abito nuovo.Teatro Sala Fontana di M

Un Re Lear senza poesia e senza cuore

Un Re Lear senza poesia e senza cuore

Archivio

  • ▼2021 (25)
    • ▼gennaio (25)
      • LE FIABE DELLA NOSTRA INFANZIA - 30 …
      • Sibylla Tales in scena domenica 24 …
      • Lumière-Nuovi Contenuti, stesso... …
      • Manuela Kustermann e ospiti a sorpr …
      • DONATELLA PANDIMIGLIO nel videoclip …
      • Mercoledì 20 F(T)RAME la fotografi …
      • Intervista a Cyro Rossi, attore, re …
      • Papa' uccidi il mostro - Il cortome …
      • Nasce il Patto per le Arti Performa …
      • Soli, bastardi e sentimentali, il r …
      • Arriva sulla scena capitolina “Pe …
      • La Regina Delle Nevi - 16 gennaio o …
      • Il 25 gennaio PACTA . dei Teatri da …
      • MUSICA LIVE: Su LIVEnow, tornano i …
      • Sono io, il potente cortometraggio …
      • Sono io, grande successo per il Cor …
      • 1.61 Golden sectiON - online ogni s …
      • LIVE STREAMING THEATRE Dall’11 ge …
      • F(T)RAME - “Lunch Atop A Skyscrap …
      • ARRIVA A FERRARA "PERFORMER ITALIA …
      • Manuela Kustermann e Alkis Zanis le …
      • Donatella Pandimiglio in La Voce de …
      • NASCE IL PATTO PER LE ARTI PERFORMA …
      • Intervista a Sabrina Dattrino
      • Teatro degli Arcimboldi - #Facciamo …
  • ►2020 (560)
    • ►dicembre (42)
    • ►novembre (26)
    • ►ottobre (65)
    • ►settembre (56)
    • ►agosto (44)
    • ►luglio (59)
    • ►giugno (32)
    • ►maggio (21)
    • ►aprile (19)
    • ►marzo (35)
    • ►febbraio (84)
    • ►gennaio (77)
  • ►2019 (197)
    • ►dicembre (16)
    • ►novembre (18)
    • ►ottobre (26)
    • ►settembre (21)
    • ►agosto (6)
    • ►luglio (9)
    • ►giugno (16)
    • ►maggio (20)
    • ►aprile (15)
    • ►marzo (19)
    • ►febbraio (12)
    • ►gennaio (19)
  • ►2018 (165)
    • ►dicembre (11)
    • ►novembre (13)
    • ►ottobre (14)
    • ►settembre (11)
    • ►agosto (3)
    • ►luglio (7)
    • ►giugno (9)
    • ►maggio (13)
    • ►aprile (10)
    • ►marzo (27)
    • ►febbraio (22)
    • ►gennaio (25)
  • ►2017 (259)
    • ►dicembre (26)
    • ►novembre (14)
    • ►ottobre (24)
    • ►settembre (21)
    • ►agosto (3)
    • ►luglio (12)
    • ►giugno (23)
    • ►maggio (27)
    • ►aprile (20)
    • ►marzo (35)
    • ►febbraio (29)
    • ►gennaio (25)
  • ►2016 (185)
    • ►dicembre (11)
    • ►novembre (20)
    • ►ottobre (18)
    • ►settembre (11)
    • ►agosto (3)
    • ►luglio (3)
    • ►giugno (11)
    • ►maggio (20)
    • ►aprile (20)
    • ►marzo (18)
    • ►febbraio (22)
    • ►gennaio (28)
  • ►2015 (137)
    • ►dicembre (14)
    • ►novembre (17)
    • ►ottobre (21)
    • ►settembre (13)
    • ►agosto (6)
    • ►luglio (7)
    • ►giugno (5)
    • ►maggio (23)
    • ►aprile (14)
    • ►marzo (6)
    • ►febbraio (8)
    • ►gennaio (3)
  • ►2014 (43)
    • ►dicembre (2)
    • ►novembre (4)
    • ►ottobre (6)
    • ►settembre (1)
    • ►agosto (24)
    • ►luglio (3)
    • ►giugno (2)
    • ►febbraio (1)