Flaminio Boni - Un posto in prima fila
  • Home
  • Recensioni
    • Musical
    • Danza
    • Teatro
  • Interviste
  • Comunicati stampa
  • Contatti
Flaminio Boni - Un posto in prima fila
Home
Recensioni
    Musical
    Danza
    Teatro
Interviste
Comunicati stampa
Contatti
  • Home
  • Recensioni
    • Musical
    • Danza
    • Teatro
  • Interviste
  • Comunicati stampa
  • Contatti
Interviste, Musical, Teatro, Teatro

Intervista a Claudio Zanelli per Jersey Boys.

fb_img_1479821024899

Claudio Zanelli, cominci a studiare prestissimo teatro dedicandoti alla prosa.

Sì, io vengo dalla prosa. Ho lavorato per tantissimo tempo nella prosa a Ostia, nel giro del teatro ostiense che è una realtà teatrale abbastanza sviluppata, con tanti teatri e io facevo solo prosa.

Quello che manca a Ostia, però, è l’esperienza musical. La mia passione per questo genere nasce dal musical in inglese. Ho frequentato corsi di formazione teatrali in lingua straniera e ho fatto molti spettacoli in inglese con l’Associazione Arts In English.

Poi ho cominciato a fare musical a livello professionale coi matinée al Sistina, con La Compagnia delle Stelle. Prima era più a livello amatoriale. 

Nella tua formazione c’è stata l’Accademia Corrado Pani di Pino e Claudio Insegno.

Mi sono ritrovato alla Corrado Pani per un motivo. Ho sempre fatto teatro per gioco, non pensavo di poterlo fare come lavoro. Un giorno mi viene a vedere Davide Nebbia durante lo Zoo di Vetro di Tennessee Williams e mi dice: “mi piaci, sei bravo”. Lui stava facendo il secondo anno alla scuola di Ingrassia e gli avevano dato la direzione del saggio. E mi dice perché non vieni con me a fare questo spettacolo di fine anno?

Io contentissimo vado e per la prima volta vedo come è fatto il teatro a livello professionale ed è lì che mi innamoro dell’ambiente teatrale professionale, che per la prima volta esco fuori dal giro di Ostia e vedo qualcosa di più bello, più grande più completo e dico: aspetta allora c’è tanto di più.

Da lì ho deciso di cominciare a studiare e diventare un attore . Ho fatto il provino alla Corrado Pani e sono stato preso. E’ stata un’ottima Accademia. 

Dopo l’Accademia arrivano i primi lavori grossi.

Esatto. Dopo l’Accademia il primo lavoro che faccio sono le matinèe al Sistina con La Compagnia delle Stelle con la regia del compianto Tommaso Paolucci e lì comincia, piano piano, la mia gavetta: matinée, spettacoli vari fino ad arrivare a Jersey Boys. 

Eccolo: Jersey Boys! Nello spettacolo tu sei Nick Massi. Chi è Nick Massi?

Nick Massi è la verità. Nick Massi è la prima, sotto certi aspetti l’unica, persona che racconta tutta la verità. Tommy è quello che fa vedere il suo punto di vista, tirando acqua al suo mulino; fa vedere che è stato lui  creare il gruppo, che è stato lui ad assumere Bob Gaudio, eccetera. Bob Gaudio si sente un fico, un genio: sono io che ho scritto le canzoni, io che vi ho portato al successo. A un certo punto arriva Nick e fa capire a tutti che non era tutto rose e fiori come loro raccontavano, perché ognuno raccontava solo le cose belle del gruppo. Io arrivo e porto a galla le magagne, i problemi. Racconto la parte del Tommy “casinaro”, che spreca i soldi; la parte del Bob freddo e calcolatore; racconto quello che a un  certo punto non vorresti sentirti dire. Sembra essere tutto bello, andare tutto bene, poi, il primo atto si chiude con una notizia che ti lascia con l’amaro in bocca. Il secondo atto si apre con la mia parte in cui dico: va bene, fino adesso sono stato zitto, ora parlo io e dico tutto quello che non ho detto fino a quel momento.

Il mio personaggio è un personaggio che attorialmente esplode nella seconda parte. La cosa complicata, una delle difficoltà attoriali affrontate, è che nella prima parte, , il personaggio rischia di risultare dimesso sul palcoscenico, proprio perché il recitativo è ridotto all’osso. Anzi che Claudio nel suo riadattamento del copione ha aggiunto qualche piccola battuta a tutti, ma in generale il mio personaggio è abbastanza silenzioso, per un motivo, perché quando parla poi esplode. Il classico vulcano dormiente. 

In questo ti assomiglia?

(Sospira) sì. Dico la verità. Noi abbiamo questo progetto di fare qualcos’altro tutti insieme, abbiamo già registrato un pezzo. E’ allucinante perché ogni tanto ci ritroviamo a parlare tra di noi e si creano certe dinamiche per le quali ci guardiamo negli occhi e ci diciamo che i nostri personaggi ce li portiamo dietro nella vita. Se c’è una cosa su cui Claudio è stato magistrale è stata quella di creare un cast, parlo soprattutto di noi quattro, in cui le caratteristiche individuali degli attori calzano a pennello coi personaggi. Tant’è che dopo alcuni giorni ha scambiato i ruoli di Marco e Flavio perché i loro personaggi, Tommy e Bob, erano più vicini all’uno che all’altro e infatti ne sono usciti molto molto bene. Se prima erano bravissimi, adesso sono perfetti, perché i personaggi calzano a pennello. 

fb_img_1479821088784

Foto di Consuelo Busi

A proposito delle caratteristiche dei personaggi e di questa vicinanza ad alcuni aspetti del vostro carattere, dammi un aggettivo o una definizione per ognuno dei tuo tre colleghi.

Alex Mastromarino è prezioso, innanzitutto per le sue caratteristiche vocali. Penso che performer in Italia che riescono a fare quello che fa lui, se ce ne sono, io non li conosco. Poi la dedizione che mette in quello che fa va oltre ogni limite.

Marco Stabile è emozionante. Marco è la carica emotiva del gruppo, è quello che quando tu sei alla ricerca di qualcosa sul palcoscenico lui con uno sguardo ti dà quello di cui hai bisogno sempre. E’ un punto di riferimento sul palco.

Flavio Gismondi è geniale. Abbiamo fatto una versione di Defying Gravity in stile Jersey Boys, anni ’50, e Flavio l’ha scritta, arrangiata e armonizzata e dovresti sentire cosa è! Veramente geniale. 

Parigi? Cosa è stata?

Grasso! (ride). Ho preso tre chili!

E’ stata la mia prima esperienza all’estero. E’ stata un’emozione altalenante perché, non andando in scena tutte le sere, era complicato prendere un vero e proprio  ritmo, che per noi attori è molto importante. A parte queste piccole difficoltà, è stata un’esperienza indimenticabile.  E’ stata anche una mezza vacanza!

Recitare per delle persone che non capiscono la tua lingua e arrivare lo stesso è incredibile, emozionante. La certezza che arriva ce l’hai quando a fine spettacolo 1500 persone si alzano in piedi per la standing ovation. Lì sai che, nonostante la differenza linguistica, lo spettacolo è arrivato.

Infatti c’è in programma il ritorno a Parigi, ma stavolta in lingua francese. Me lo auguro con tutto il cuore, sarebbe ancora di più una sfida. 

Un sogno, un progetto che vorresti realizzare?

Ho un paio di sogni nella vita. Uno è che vorrei calcare il palco del Teatro Argentina di Roma. Sarebbe un bel traguardo, trattandosi di un teatro in cui si fa prosa ad alti livelli.

L’altro sogno è interpretare Antonio Salieri nell’Amadeus, uno dei ruoli più belli che sia mai stato scritto.

Pensa che io venni preso nel mio primo lavoro grosso perché fu Pino Insegno a farmi studiare il monologo finale di Salieri nell’Amadeus e lo portai proprio al provino per le matinée al Sistina.

Pensa te se riuscissi a fare Amadeus all’Argentina: sarebbe il top per me. Poi c’è uno dei miei attori preferiti in assoluto che ha interpretato quel ruolo e che è Sir Ian McKellen. 

Ringrazio Claudio per questa bella intervista fatta strada facendo in viaggio da Milano a Roma di notte (non guidava lui in quel momento) tra gallerie e la linea che andava e veniva! Grande disponibilità!

jerseyboys11 jerseyboys9

FacebookTwitterPinterestGoogle +Stumbleupon
Musical, Recensioni, Teatro, Teatro

Dorian Gray – La Bellezza Non Ha Pietà. Teatro La Fenice, 20 novembre 2016.

dorian gray

 

Recensione a cura di Erica Canova e Giulia Ludenzi.

 

Cos’è che realmente piace dell’opera di Oscar Wilde Il ritratto di Dorian Gray?
Noi abbiamo riposto a questa domanda domenica 20 novembre 2016.

Il teatro musicale di Daniele Martini ha permesso a tutti gli spettatori di entrare nel cuore di Dorian, nelle sue ferite, nei suoi dubbi, desideri, speranze.

In Dorian Gray ciascuno di noi può rivedere parte di se stesso, parte della propria vanità che in lui è tutto o quasi. Diciamo quasi perché in realtà come in tutti, anche in Dorian, che rappresenta la vanità in persona, è presente quel desiderio di purezza e innocenza.
Quella purezza che egli ha tolto prima a Sibyl Vane, la donna amata, e, piano piano, a molte altre persone facendo sì che egli perdesse la propria, tant’è che il suo ritratto cambiava ogni volta che perdeva un po’ della propria umanità.

Dorian è l’esempio più eclatante di come una vita incentrata su se stessi non solo sia vuota, ma rechi soprattutto sofferenze e insoddisfazione. Dorian ha perso la propria anima per compiacere in qualsiasi istante gli altri; ha perso la propria anima per mantenere viva quella bellezza che sempre lo ha distinto…
Ma la bellezza, se non viene riconosciuta, è davvero bellezza?

La forza del monologo di Federico Marignetti è stata proprio questa, mostrare tutta la parte più completa e intima di Dorian, non solo l’apparenza su cui tutti si soffermano, ma far entrare lo spettatore in lui per poi riconoscersi nella pazzia, nelle debolezze, nella disperazione e nella voglia di cambiare.

Non solo questo però: la presenza di Thibault Servière, che ha impersonificato il ritratto, l’anima di Dorian, ha invece permesso di capire la difficoltà e il peso che la scelta di vendere la propria anima ha comportato. Un’anima che non ha apprezzato e non ha riconosciuto finché, come spesso accade, non l’ha persa completamente.

In tutto ciò la scenografia di Rodrigo Basilicati ha compiuto il suo ruolo perfettamente. Fantastica è stata l’idea di utilizzare il telo bianco per rappresentare la figura di Sibyl Vane, il suo amore, la sua dolcezza e purezza, ma anche la protezione e la voglia di amare del protagonista.

Le canzoni di Daniele Martini hanno accompagnato il tutto, rendendo ancora di più le emozioni di Dorian, e permettendo allo spettacolo di restare sempre interessante e animato.

L’azione scenica è sicuramente completata dall’eleganza degli abiti di Pierre Cardin che riflettono le sfumature caratteriali del protagonista.

Federico mostra inizialmente la la forza e la decisione del suo personaggio indossando un completo antracite che sottolinea la virilità e la sicurezza di un uomo che fa dell’aspetto esteriore le fondamenta della sua esistenza.

Nel cambio scena, mentre il cubo tridimensionale comincia a girare su se stesso e l’anima di Dorian si sta macchiando, Federico indossa una vestaglia sopra a pantaloni di seta color rosso vinaccia, a ricordare il patto stretto con l’Ade, le azioni maligne che hanno sporcato la sua esistenza, il suo perdersi nella cattiveria e crudeltà.

Infine, sentiamo di soffermarci nuovamente su quella che è stata l’anima vivente di questa rappresentazione teatrale, colui che attraverso le sue movenze, quei piccoli e quasi impercettibili movimenti delle palpebre, delle mani, del suo corpo, è riuscito a mantenere viva l’attenzione degli spettatori.
Un interessante e nuovo, impeccabile diremo, volto di Federico, che lo ha visto protagonista in un’ora e mezzo circa di un incessante scambio tra recitazione, canto e movimenti scenici.
Un mix perfetto che lo ha reso padrone di un palco così suggestivo come quello che ha ospitato quest’opera moderna, la Fenice, emblema della bellezza della città di Venezia.
Una storia, un interprete, un palco.
Questo è stato Dorian Gray- La Bellezza Non Ha Pietà.

img_1558

DORIAN GRAY

La bellezza non ha pietà

produzione Pierre Cardin

interpreti Federico Marignetti e Thibault Servière

autore di testi e musiche Daniele Martini

direttore artistico e scene Rodrigo Basilicati

regia e allestimenti Wayne Fowkes e Emanuele Gamba

arrangiamenti e suono Daniele Falangone

video designer Sara Caliumi

light designer Paolo Bonapace

costumi Pierre Cardin

FacebookTwitterPinterestGoogle +Stumbleupon

CERCA NEL SITO

Canale Youtube

Articoli più popolari

Divo Nerone: oltre al pregiudizio

Divo Nerone: oltre al pregiudizio

L’abito nuovo.Teatro Sala Fontana di M

Un Re Lear senza poesia e senza cuore

Un Re Lear senza poesia e senza cuore

Archivio

  • ▼2021 (23)
    • ▼gennaio (23)
      • Lumière-Nuovi Contenuti, stesso... …
      • Manuela Kustermann e ospiti a sorpr …
      • DONATELLA PANDIMIGLIO nel videoclip …
      • Mercoledì 20 F(T)RAME la fotografi …
      • Intervista a Cyro Rossi, attore, re …
      • Papa' uccidi il mostro - Il cortome …
      • Nasce il Patto per le Arti Performa …
      • Soli, bastardi e sentimentali, il r …
      • Arriva sulla scena capitolina “Pe …
      • La Regina Delle Nevi - 16 gennaio o …
      • Il 25 gennaio PACTA . dei Teatri da …
      • MUSICA LIVE: Su LIVEnow, tornano i …
      • Sono io, il potente cortometraggio …
      • Sono io, grande successo per il Cor …
      • 1.61 Golden sectiON - online ogni s …
      • LIVE STREAMING THEATRE Dall’11 ge …
      • F(T)RAME - “Lunch Atop A Skyscrap …
      • ARRIVA A FERRARA "PERFORMER ITALIA …
      • Manuela Kustermann e Alkis Zanis le …
      • Donatella Pandimiglio in La Voce de …
      • NASCE IL PATTO PER LE ARTI PERFORMA …
      • Intervista a Sabrina Dattrino
      • Teatro degli Arcimboldi - #Facciamo …
  • ►2020 (560)
    • ►dicembre (42)
    • ►novembre (26)
    • ►ottobre (65)
    • ►settembre (56)
    • ►agosto (44)
    • ►luglio (59)
    • ►giugno (32)
    • ►maggio (21)
    • ►aprile (19)
    • ►marzo (35)
    • ►febbraio (84)
    • ►gennaio (77)
  • ►2019 (197)
    • ►dicembre (16)
    • ►novembre (18)
    • ►ottobre (26)
    • ►settembre (21)
    • ►agosto (6)
    • ►luglio (9)
    • ►giugno (16)
    • ►maggio (20)
    • ►aprile (15)
    • ►marzo (19)
    • ►febbraio (12)
    • ►gennaio (19)
  • ►2018 (165)
    • ►dicembre (11)
    • ►novembre (13)
    • ►ottobre (14)
    • ►settembre (11)
    • ►agosto (3)
    • ►luglio (7)
    • ►giugno (9)
    • ►maggio (13)
    • ►aprile (10)
    • ►marzo (27)
    • ►febbraio (22)
    • ►gennaio (25)
  • ►2017 (259)
    • ►dicembre (26)
    • ►novembre (14)
    • ►ottobre (24)
    • ►settembre (21)
    • ►agosto (3)
    • ►luglio (12)
    • ►giugno (23)
    • ►maggio (27)
    • ►aprile (20)
    • ►marzo (35)
    • ►febbraio (29)
    • ►gennaio (25)
  • ►2016 (185)
    • ►dicembre (11)
    • ►novembre (20)
    • ►ottobre (18)
    • ►settembre (11)
    • ►agosto (3)
    • ►luglio (3)
    • ►giugno (11)
    • ►maggio (20)
    • ►aprile (20)
    • ►marzo (18)
    • ►febbraio (22)
    • ►gennaio (28)
  • ►2015 (137)
    • ►dicembre (14)
    • ►novembre (17)
    • ►ottobre (21)
    • ►settembre (13)
    • ►agosto (6)
    • ►luglio (7)
    • ►giugno (5)
    • ►maggio (23)
    • ►aprile (14)
    • ►marzo (6)
    • ►febbraio (8)
    • ►gennaio (3)
  • ►2014 (43)
    • ►dicembre (2)
    • ►novembre (4)
    • ►ottobre (6)
    • ►settembre (1)
    • ►agosto (24)
    • ►luglio (3)
    • ►giugno (2)
    • ►febbraio (1)