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Danza, Interviste, Musical, Teatro, Teatro

Intervista a Sabrina Moranti per Uomo Tra Gli Uomini.

sabrina

Tanti anni spesi nello studio della danza, una laurea IUSM con il massimo dei voti, specializzazione in Medicina dello Sport e Scienze dell’alimentazione, allieva di Molinari, tanti spettacoli anche in televisione, da tantissimi anni coreografa, Sabrina Moranti nel 2006 apre la scuola Danzarmonia Academy che nel 2009 diventa Scuola di Musical e oggi ha un progetto per il futuro, che, giustamente, non vuole svelare.

Incontro Sabrina Moranti in occasione del prossimo debutto di Uomo Tra Gli Uomini. Cos’è la santità se non un sì, musical di cui è autrice e regista.

La prima cosa che viene fuori dalla nostra bella chiacchierata e che mi colpisce è il suo approccio alla danza partendo dalla persona.

Danzarmonia Academy, infatti, nasce dalla convinzione profonda di Sabrina di accogliere e considerare ogni allievo come persona, aiutandolo a sapersi riconoscere in un corpo che sente, si ascolta e comunica se stesso agli altri.

Ho chiesto a Sabrina di approfondire questo principio.

Sono formatrice incaricata dal CONI da tantissimi anni e ritengo che non esista un cliché per insegnare danza, ma il modus operandi, nella danza come nel canto e nella recitazione, deve essere quello di considerare l’individuo: un buon insegnante deve avere presente il singolo e le sue peculiarità e lavorare su quelle. Un bravo insegnante è quello che sa modulare il proprio modo di insegnare in base alle caratteristiche del singolo individuo.

La programmazione didattica, per me, è fondamentale: al centro va sempre messa la conoscenza del singolo. Quando hai questa conoscenza il tuo modo di insegnare deve essere riprogrammabile rispetto all’altro: solo allora puoi porti degli obiettivi, a breve e a lungo termine.

Parliamo di Uomo Tra Gli Uomini, il musical di cui sei autrice e regista.

Quale è l’esigenza narrativa di fondo dello spettacolo?

Sicuramente dietro c’è un vissuto mio di fondo. Ho un passato laico; avevo rifiutato la religione e la Chiesa pensando, come fanno molti, che Dio si fosse scordato di me. Poi ho avuto un episodio, come capita nella vita, e ho cambiato orientamento.

Sono una persona pragmatica, coi piedi per terra, che lavora tanto, non incline agli angelismi, ma nella vita accadono delle occasioni particolari.

Così, a seguito di una serie di coincidenze, è nata l’esigenza di trasferire in un Musical da una parte il mio vissuto, dall’altra di raccontare le storie degli uomini e soprattutto la possibilità di una rinascita, lanciare un messaggio di speranza: anche quando tutto sembra finito, in realtà c’è sempre una possibilità.

Ho voluto, inoltre, rendere omaggio a questo grandissimo uomo che è stato Giovanni Paolo II, un uomo che si è aperto a tutti gli esseri umani indistintamente, ha aperto le braccia a tutti, raggruppando tutti senza differenze di alcun tipo.

D’altronde le azioni che ha compiuto durante il suo pontificato sono fatti reali, sono storia, basti pensare alla riconciliazione col popolo ebraico e alla caduta del Muro di Berlino e a tutti gli altri eventi storici legati al suo pontificato.

A fianco a tutto ciò, avendolo vissuto concretamente nelle mia vita, c’è Il Male: non si può fingere, infatti, che il male non esista; negare il male è negare il bene.

L’opera, però, non è di stampo cattolico: è un’opera rivolta a tutti. Avrei potuto, altrimenti, scegliere la vita di un Santo,ma volevo raccontare la storia degli uomini attraverso gli uomini.

Uomo tra gli uomini, infatti, non è la storia di Giovanni Paolo II, ma  il racconto di vicende umane attraverso i ricordi del pontificato di un grande uomo e la suggestione del Male.

Spiegami la struttura drammaturgica dello spettacolo.

Mi piace definire Uomo Tra Gli Uomini un musical tridimensionale.

Esiste, infatti, la dimensione della fantasia legata alle immagini e che è il piano su cui opera il Male, producendo una visione distorta della realtà, in cui la stessa viene presentata non per quello che è realmente, ma per come si vuole che venga vista.

C’è, poi, un piano reale: Dio che opera nella realtà. Noi raccontiamo dei fatti, delle storie concrete.

Tutto questo viene racchiuso in uno sfondo su cui si staglia, senza mai essere realmente presente e visibile, ma solo evocata o richiamata, la figura di Giovanni Paolo II: raccontiamo gli effetti che il suo pontificato ha avuto nella vita delle persone e sulla storia dell’umanità in genere.

Una dimensione spirituale esiste, appartiene a tutti; tutti noi abbiamo una dimensione spirituale a cui facciamo riferimento.

Quindi la struttura portante drammaturgica si basa su questa suggestiva visione tridimensionale che ci ha spiegato. Invece, come è nato l’impianto musicale?

Le musiche sono tutte originali e sono di Erika Provinzano.

Io avevo già scritto i testi e questa è una cosa inusuale: di solito testi e musiche vanno di pari passo, invece io ho scritto subito i testi, tranne Il Valzer della seduzione che è di Erika.

Sicuramente è stato difficile comporre la musica su dei testi già esistenti, ma Erika ha fatto un grandissimo lavoro creativo; io non le ho dato nessuna indicazione anche se avevo in testa l’idea di cosa volessi.

Erika ha letto la bozza del copione e due testi e si è trovata subito in sintonia con la mia idea componendo delle musiche perfettamente adatte. Da lì, è andata avanti col lavoro sugli altri brani.

È stata una grande sfida ed Erika è stata geniale, ha fatto un lavoro enorme.

Si può dare una definizione del genere musicale a cui il musical si richiama?

Il musical  è un mix di genere e contaminazioni, dipende anche dai brani. Non è possibile cristallizzarlo in una definizione: possiamo dire che sia un genere lirico, ma ci sono anche brani realmente rock, grazie anche a Luigi Montagna che si è occupato degli arrangiamenti e che è un musicista metal e ha inserito parti più forti.

Sempre a livello narrativo e drammaturgico, quale situazione volevi rappresentare? Che tipo di ambientazione?

La trovata drammaturgica è quella di raccontare il bene attraverso la visione malvagia e contorta del male. Nello spettacolo troviamo da un lato l’umanità rappresentata da un gruppo di amici che, spinti dagli insegnamenti del Papa, sperimentano una rinascita esistenziale, dall’altro, il personaggio del Male, protagonista-antagonista del musical:

Il filo conduttore è la storia di questi amici che si ritrovano per caso dopo 20 anni alla veglia funebre di Giovanni Paolo II; si riuniscono a casa di uno di loro e sfogliando un album di ricordi, cominciano a raccontarsi. Nei loro racconti esce fuori il modo in cui il male si è insinuato nelle loro vite e, allo stesso tempo, si racconta la Storia nel suo mutare nel tempo. Anche  le coreografie, di Paola Leste,evocano simbolicamente quello che i ragazzi raccontano. Alla fine si torna nel reale e avviene la trasformazione, l’evoluzione della storia con gli amici del salottino che lanciano il loro messaggio di speranza e rinascita.

Non è la classica lotta tra Bene e Male: è tutto talmente sfumato che spesso il bene e il male confinano labilmente quasi confondendosi: il Male è seduzione, deve farsi appetibile all’uomo, ma, alla fine, si è chiamati a scegliere.

Uomo tra gli uomini è nato come un affresco nella mia testa, con tre figure fondamentali: l’uomo al centro, la figura straordinaria di Giovanni Paolo II e poi il suo antagonista.

All’inizio nella mia testa avevo un quadro: avevo delle immagini, non delle parole: Giovanni Paolo II che abbracciava tutto e tutti, il male sotto che si insinuava come una mano che si allunga da sotto, da fuori campo, e gli uomini, le vicende umane.

Il musical ha un sottotitolo: Cos’è la santità se non un sì. Ce lo vuoi spiegare?

Questo lavoro nasce dalla voglia di far rivivere sul palco le emozioni umane dando un segnale di speranza e di rinascita: la santità non è qualcosa di inaccessibile e riservata a pochi,ma è alla portata di tutti. Santità è dire sì ogni giorno alla missione che ognuno di noi ha.

Come scrisse il Papa nella enciclica Veritatis Splendor: tu puoi appartenere a qualsiasi confessione religiosa, ma c’è un posto dentro di te che si chiama coscienza dove parla la voce di Dio; tu puoi metterla a tacere ma quella voce c’è. Questa è la santità: dire sì alla tua missione.

Con queste bellissime parole e questa incoraggiante immagine, termino la mia chiacchierata con Sabrina Moranti che ringrazio tantissimo per la disponibilità e per essersi aperta così tanto con me e vi ricordo che Uomo Tra Gli Uomini vi aspetta al Teatro Sistina il 25 e 26 aprile 2016.

Dopo tutto quello che avete letto, non potete perderlo!

 

Leggi anche le mie interviste ad Antonio Melissa, protagonista e aiuto regista dello spettacolo.

 

locandina Uomo tra gli Uomini

 

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Comunicati stampa, Teatro

Donne D’Acqua Dolce. Teatro Studio Uno, dal 28 aprile al 1 maggio 2016.

La Compagnia BluTeatro

nell’ambito del progetto B-tside

presenta

DONNE D’ACQUA DOLCE

scritto diretto e interpretato da
Viviana Altieri ed Elisabetta Mandalari

dal 28 aprile al 1 maggio
Teatro Studio Uno
via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara)

da giovedì a sabato ore 21:15, domenica ore 19

Donne d'acqua dolce_Bluteatro_locandina

 

In scena al Teatro Studio Uno dal 28 aprile al 1 maggio la compagnia BluTeatro con “Donne d’acqua dolce” spettacolo scritto, diretto e interpretato da Viviana Altieri ed Elisabetta Mandalari, attrici under35 della Compagnia BluTeatro, diplomate presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico che attraverso il loro immaginario si pongono l’obiettivo di interrogarsi sul complesso universo femminile. Infatti mettere in scena la rappresentazione del mondo da parte delle donne è una delle cose più urgenti che le interpreti sentono di dover fare.

Attraverso monologhi, sketch e personaggi ispirati ai Monty Python e alla drammaturgia contemporanea americana, mostreranno sul palco con ironia e sorriso più modi di essere donna. I loro complici saranno trucchi, parrucche, tacchi, e paillettes.

Due amiche partono per le vacanze; le quattro scene di cui sono protagoniste (il viaggio in aereo, il relax in spiaggia, la serata in discoteca, l’ultimo saluto alla spiaggia) sono intervallate dall’ingresso di altri personaggi femminili, personaggi  meta-teatrali che appartengono al mondo delle due amiche in vacanza (e da questo emergono) ma allo stesso tempo rompono la quarta parete e sono in dialogo aperto con lo spettatore che in alcuni casi viene coinvolto direttamente.

I cinque monologhi/interruzioni sono liberamente tratti da “Accessories” di Gloria Calderòn Kellett e interpretati dalle due attrici con una forte caratterizzazione quasi cabarettistica (la donna delle pulizie /centralinista erotica barese, la sposa in viaggio di nozze spoletina, la cacciatrice di uomini napoletana, Eva fiorentina e infine l’insegnate di corteggiamento brasiliana).

Videoproiezioni raccordate alle scene teatrali traghettano lo spettatore da una situazione all’altra.
A completare il pittoresco e affascinate quadro di femminilità eterodossa sopraggiunge anche un momento musicale light trash: una parodia di un famoso pezzo di Lady Gaga che due nuove stelle emergenti della canzone pop interpretano come se fossero in un mega concerto.

Ma a chiudere lo spettacolo intervengono ancora una volta le due amiche, questa volta anziane, che grazie ad un adattamento ad hoc “indossano” le parole di uno dei più famosi e amati sketch dei Monty Python (Four Yorkshire Man).

www.bluteatro.it – info@bluteatro.it

https://www.facebook.com/pages/Bluteatro/649743725039298?fref=ts

 

INFO E PRENOTAZIONI

biglietto unico 10 euro

tessera associativa gratuita

 

prenotazioni http://j.mp/prenotaTS1

3494356219- 3298027943

www.teatrostudiouno.com – info.teatrostudiouno@gmail.com

 

Ufficio Stampa BluTeatro

Stefania D’Orazio

  1. 347 6849819 | ufficiostampa@bluteatro.it

 

Ufficio Stampa Teatro Studio Uno

Eleonora Turco

  1. 329 8027943 | press.teatrostudiouno@gmail.com

 

Donne d'acqua dolce_Bluteatro (11) Donne d'acqua dolce_Bluteatro (7)

 

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Comunicati stampa

Moby Dick. Me Stesso. Cerco. Teatro Ambra alla Garbatella, dal 27 al 30 aprile 2016.

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MOBY DICK. Me Stesso. Cerco.

Teatro Ambra alla Garbatella

dal 27 al 30 aprile 2016

04 Moby Dick web

 

 

La Lettura Artistica.

 

“Moby Dick- Me stesso. Cerco.” è la personale rilettura che Enrico Maria Falconi ha dato al celebre romanzo di Melville.

Con la partecipazione di oltre 60 artisti (tra attori, ballerini, acrobati e cantanti) si darà la caccia alla Balena Bianca che, in questa lettura scenica, rappresenta la propria visione del divino.

Quel “mostro” che “non si mostra” se non alla fine, attraverso un suo angelo, e che Ismael sente di avere già dentro e che ritrova nel capitano Akab e nel suo equipaggio “surreale”.

La città di Nantucket, rappresentata nell’esterno del Teatro, è l’ultimo lembo di terra prima del mare. Da lì, il giovane Ismael arriva per partire. Un viaggio in cerca di se stesso. Un viaggio che necessità non di terra ferma bensì di terra mobile, ossia di Mare. Ismael percepisce così che solo nella mutevolezza dell’acqua può trovare il suo posto fermo.

Il Pequod, la baleniera su cui si imbarca Ismael, è metafora del Pianeta Terra. Una visione “illuminista” dove l’uomo crede di essere al centro di tutto e non si accorge che il Leviatano (la Balena Bianca)ha già, come creatore, ingurgitato  il Pequod ( e, quindi, la Terra).

Solo Akab, che fonde in se il suo essere Ulisse che Caronte, sa quale è la fine ma, sebbene ne sia cosciente, non può fare a meno di condurre l’equipaggio verso una fine naturale. Tale fine è irrinunciabile in quanto lo stesso Akab non può sfuggire alla sua fame di conoscenza.

Un viaggio il cui arrivo è ancora il viaggio.

In un epilogo inaspettato nella manifestazione di quello che gli uomini credono sia Dio ma, forse, è solo un suo emissario.

 

In Scena

Akab: Enrico Maria Falconi

Ismael: Simone Luciani

Fedallah: Ramona Gargano

Sturbuck: Giuseppe Di Pilla

Stubb: Stefano Grillo

Peleg: Rachele Giannini

Bildad: Patrizio De Paolis

Esperto Marinaio: Ettore Falzetti

Flask: Giorgio Conese

Tashtego: Roberto Fazioli

Pipp: Andrea Polidori

Quiqueg: Attilio Monti

Capitano Gardinier: Valerio De Negri

Moby Dick: Francesca Genovesi

Moglie: Matilda Terzino

Sognatrice: Alessandra Pagano

Femmina: Carolina De Nicolò

Donne di Vita: Virginia Morrea, Claudia Crostella, Simona Falconi

Visionaria: Irene Cannello

Vecchio Pescatore: Enrico Dandolo

Pescatore: Riccardo Benedetti

Figlio del Pescatore: Flavio Benedetti

Notaro: Luciano Alberici

Gemelle Siamesi: Maria Chiara Trabberi e Paola Trisolini

Maestrina: Valentina Leoni

Alunni: Andrea Garramone, Federica Corda, Ilaria Pellicone

Trampoliere: Riccardo Lecce

Soldato: Salvo Barbera

Giovane marinaio: Paolo Pirrocco

Gente di Nantucket: All Over Gospel Choir diretti dalla M° Giovanna Ludovici

Circo Acrobatico: diretto da Marianna Gammacurta

Danzatrici: Ilaria Curti, Veronica Ligori

Vedove: Asia Retico, Virginia Serafini, Adriana Pignatelli

 

CREDITI

PRODUZIONE: BLUE IN THE FACE

SCRITTO da H. Melville

TRADUZIONE E ADATTAMENTO DI ENRICO MARIA FALCONI

AMMINISTRAZIONE di JESSICA BRANCACCIO

UFFICIO STAMPA di CAROLA ASSUMMA

AIUTO REGIA E COSTUMI di SIMONE LUCIANI

ASSISTENTI DI SCENA: MARIA CHIARA TRABBERI, VALENTINA GARGIULLI, GINEVRA DI VINCENZO

SCENE di PATRIZIO DE PAOLIS e LUCA GARRAMONE

LUCI E FONICA di FABIO PETOCCHI e ANDREA TOMASSINI

FOTOGRAFIE DI SCENA di MASSIMO GROSSO

ORGANIZZAZIONE di CLAUDIA CROSTELLA

DIREZIONE ARTISTICA e REGIA di ENRICO MARIA FALCONI

 

Il Mare…

“Il mare prima o poi tutto riporta”

“me stesso. Cerco”

“Pochi sono coloro che possono dare del tu al mare, e quei pochi non lo fanno”

“Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola e il tuo spirito è un abisso altrettanto amaro.”

“Il mare è un antico idioma che non riesco a decifrare.”

“Il mare non è mai stato amico dell’uomo. Tutt’al più è stato complice della sua irrequietezza.”

“Il mare è l’immagine dell’inafferrabile fantasma della vita.”

“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.”

 

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