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Comunicati stampa, Teatro

Bisbetica. Teatro Quirino dal 1 al 20 dicembre 2015.

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La Pirandelliana

presenta

Nancy Brilli

In
BISBETICA

La bisbetica domata di William Shakespeare messa alla prova

traduzione e drammaturgia Stefania Bertola

personaggi e interpreti

Caterina Nancy Brilli

Petruccio Matteo Cremon

Gremio Federico Pacifici

Grumio Gianluigi Igi Meggiorin

Ortensio Gennaro Di Biase

Vedova Anna Vinci

Tranio Dario Merlini

Bianca Brenda Lodigiani

Lucenzio Stefano Annoni

e nel ruolo del Dr. Jolly Valerio Santoro

scene Giacomo Andrico

costumi Nicoletta Ercole realizzati da Sartoria Tirelli

musiche Alessandro Nidi

luci Massimo Consoli

regia Cristina Pezzoli

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Un classico senza tempo, ineguagliato capolavoro di William Shakespeare che una rappresentazione travolgente e colorata da elementi popolari ed echi della commedia dell’arte ne fanno un evento da non perdere. Attraverso il gioco metateatrale la chiave registica sostituisce allo Sly di Shakespeare la compagnia facendola diventare il gruppo di attori che metterà in scena “La Bisbetica domata”.

Lo spettacolo, ricco di momenti comici, guida in modo parallelo sia i destini degli attori sia quelli dei personaggi della commedia. L’immediatezza del linguaggio musicale si sposa perfettamente con i gusti anche di un pubblico giovanissimo grazia alla messa in scena originale e di grande impatto visivo.

Il numeroso cast capeggiato da una straordinaria Nancy Brilli dà vita ad un doppio spettacolo in cui ognuno sarà sia attore che personaggio di Shakespeare: una commedia nella commedia divertente, ricca di colpi di scena che fa della Bisbetica Domata un cult.

La regista Cristina Pezzoli, grazie ad una sottile chiave femminile, mette in scena questo nuovo allestimento che, col sorriso, porta a riflettere ed approfondire i rapporti tra uomo e donna.

Il titolo dell’opera è noto quanto la trama. La vicenda ha per protagonisti una serie di personaggi che si districano in un frizzante crogiuolo di equivoci e travestimenti. Ben nota per il suo carattere intrattabile, Caterina fatica a trovare pretendenti e quindi marito, a differenza della sorella minore Bianca, apparentemente dolce e mansueta, bramata da Gremio e Ortensio. Il padre delle ragazze, il nobile e avido Battista, decide dunque che nessun uomo avrà la più giovane finché la primogenita non si sarà accasata. Così gli zelanti corteggiatori fanno combutta e convincono il veronese Petruccio a chiedere in moglie Caterina incoraggiandolo con la prospettiva della dote. La storia narra una serie di trattative al rialzo che dimostrano quanto il padre delle ragazze veda in loro poco più che un fattore di guadagno.

Confrontarsi con un classico pone sempre la questione sulla sua contemporaneità. In questo caso c’è una sfida in più da affrontare per proporre una versione di questa commedia che ha insita nel testo una visione fortemente legata ad un’ottica maschile in cui la donna trova realizzazione, assoluzione ai suoi traviamenti uterini nel matrimonio, nell’auspicabile rettitudine di una devozione all’autorità del marito.

Quando Shakespeare scrisse la commedia, la condizione femminile non era certo favorita, tuttavia l’autore ha voluto dimostrare il suo disappunto sui matrimoni combinati che non erano altro che accordi economici mettendo invece in risalto il diritto di poter decidere della propria vita.

Le scene, firmate da Giacomo Andrico, sulla scenografia “duellano” – creando contrasti umoristici e dissonanti offrendo idee e proposte diverse, varie e dall’appeal contemporaneo ma in grado di soddisfare tutte le esigenze.

I costumi a firma di Nicoletta Ercole vanno a comporre una pittura fatta di frammenti eterogenei che sviluppano un nuovo ordine creativo che, mescolando generi e stili, propongono un ulteriore spunto comico.

Le luci sono di Massimo Consoli mentre le musiche originali sono firmate da Alessandro Nidi che ha lavorato anche sull’arrangiamento di alcune canzoni che sono cantate dal vivo dagli attori: alcune estrapolate da Kiss me Kate (Il musical di Cole Porter tratto dalla Bisbetica), altre dal repertorio pop contemporaneo.

Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese 2015. 

TEATRO QUIRINO 

Dal 1 al 20 dicembre 2015

INFO
botteghino 06.6794585mail biglietteria@teatroquirino.it
segreteria 06.6783042 int.1mail segreteria@teatroquirino.it

ORARI SPETTACOLI

dal martedì a sabato ore 21, domenica ore 17, giovedì 3, mercoledì 9 e mercoledì 16 dicembre ore 17

PREZZI da 34,00 a 12,00 euro

In tournée fino al 21 febbraio

Ufficio stampa compagnia Silvia Signorelli +39.338.9918303 signorellisilvia@libero.it 

Ufficio stampa Teatro Quirino Paola Rotunno 339.3429716 stampa@teatroquirino.it     

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brilli - bisbetica

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Recensioni, Teatro

La Scala. Teatro Sette, 28 novembre 2015.

la scala

Strepitoso, fantastico, divertentissimo!

La Scala è una bellissima commedia, scritta da Giuseppe Manfridi, dal ritmo serrato e incalzante che regala un’ora e mezza di pure risate.

Mirko (Gabriele Carbotti) e Miriam (Ughetta D’Onorascenzo) decidono di festeggiare la ristrutturazione del loro seminterrato invitando a cena una coppia di amici storici, Corrado (Fabrizio D’Alessio) e Terry (Sara Sartini) e una coppia da poco conosciuta che abita nel loro stesso palazzo, Nicolò (Andrea Dianetti) ed Elvi (Martina Pinto). Centro dell’attenzione e delle conversazioni è una scala che collega direttamente l’appartamento con l’esterno, facendo evitare inutili giri nel cortile esterno per accedere all’appartamento (e per uscire). Altro elemento catalizzatore è un quadro del famoso De Pisis del quale i padroni di casa sono molto orgogliosi.

La serata, cominciata con un po’ di impaccio per via della poca confidenza tra gli ospiti, si svolge in maniera serena e goliardica, fino a quando un evento legato alla scala cambia tutto e le tre coppie si troveranno a scontrarsi lanciandosi accuse e tirando fuori scheletri e vecchi rancori.

Il clima diventerà esplosivo e se ne vedranno e sentiranno delle belle.

Lo spettacolo è una risata continua, quelle risate di pancia che sgorgano spontanee e fragorose; il ritmo è serrato e incalzante per tutto il tempo; è un susseguirsi di battute legate le une alle altre, di parole su parole e parole contro parole; è un continuo passare da una bocca all’altra, da un personaggio all’altro con una velocità incredibile.

Il testo è scritto ottimamente; segue dinamiche precise  e adotta soluzioni perfette; si vede che dietro c’è un accuratissimo studio e una profonda conoscenza della parola e delle relazioni tra le parole per creare un tessuto narrativo perfetto il cui unico, naturale sfogo è la risata.

Ogni parola, ogni scambio verbale è giocato su registri e regole precise in cui una parola è quella e non può essere un’altra altrimenti l’effetto sarebbe diverso.

Ineccepibile la regia (Michele La Ginestra, aiuto regia Ludovica Di Donato) che riesce a tradurre in scena il caos e la freneticità delle azioni e delle parole scritte.

Bravissimi i protagonisti, che queste parole devono recitare; dimostrano una grandissima abilità nel mantenere il ritmo serrato della conversazione restituendo la naturalezza e l’immediatezza della scena, considerando anche il continuo cambiamento di prospettiva  da un interlocutore all’altro.

E’ come un gioco in cui la palla deve passare velocemente dalle mani di uno a quelle di un altro senza mai cadere; passaggi rapidi e tesi, scambi improvvisi. E la palla non tocca mai terra.

Ottima sinergia sul palco sia negli scambi all’interno di ogni coppia che tra i singoli individui.

Questi ragazzi sono tutti fortissimi e davvero molto bravi. Seguo alcuni di loro da un po’ e sono molto contento e orgoglioso del percorso che stanno facendo perché sono in continua crescita.

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Recensioni, Teatro

Immigrati Brava Gente. Teatro De’Servi, 27 novembre 2015.

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Immigrati brava gente è una commedia brillante scritta e diretta da Bernardino De Bernardis che affronta i delicati e attuali temi dell’immigrazione e della clandestinità.

Omar è un immigrato clandestino arrivato a Napoli che, scappato da un centro di accoglienza e identificazione, piomba nella casa della famiglia Croccolo.Il capofamiglia, Salvatore, diffidente e spaventato, si troverà a dover fronteggiare le tre donne di casa, suocera, moglie e figlia, che subito si prodigheranno per aiutare Omar, con slancio e passione, senza risparmiarsi.Intanto la vita del figlio Roberto andrà in direzioni ogni volta diverse sotto gli occhi preoccupati dei genitori.Come se non bastasse, a rendere la situazione più paradossale, l’intervento di due figure comiche e stravaganti: l’ingombrante vicina di casa e l’ispettore di polizia un po’ suonato.

Immigrati brava gente racconta una storia forte e attuale con toni brillanti e leggeri, ma anche con grande intensità. Calata nella vita di tutti i giorni di una tipica famiglia partenopea, la narrazione ripercorre toni e colori caratteristici della commedia napoletana per inserire all’interno un “elemento di disturbo” molto forte e destabilizzante.

Così, tra esilaranti battute che si susseguono con un ritmo incalzante, prende vita il racconto reale di un disagio sociale molto forte.

Senza retorica viene affrontato il tema dell’immigrazione clandestina da entrambi i punti di vista, quelli del clandestino e quelli dell’ospite. Vengono portate sul palco una serie di emozioni che fanno parte di vissuti diversi che hanno solo bisogno di incontrarsi ed entrare in comunicazione.

Senza moralismi vengono interpretate le paure di tutti: la paura di chi si sente invaso e la paura di chi si trova da solo in un paese straniero e spesso ostile.

Lo scopo non è quello di stabilire chi sia meglio e chi sia peggio; non si cercano colpevoli, non vengono mosse accuse. Si cerca solo di portare a un processo di conoscenza e di valorizzazione delle differenze, perché la diffidenza è dettata dalla paura di ciò che non si conosce.

Tolleranza e integrazione sono spesso parole sulla bocca di molti prive di sostanza, ma pronunciate per sgravarsi la coscienza; esiste una forma di egoismo che si maschera da solidarietà.

In fondo la vita è come una partita a carte: c’è chi ha carte buone e chi ha carte non buone.

Così tra siparietti e battibecchi familiari, lo spettacolo ha una profonda virata drammatica senza per questo risultare pesante; in fondo spesso la vita spesso ci presenta il conto con ironia.

Nello svelamento delle paure dell’essere umano e della sua inaffidabilità, il centro dell’attenzione si ribalta: il nemico, il pericolo non viene necessariamente dallo straniero, ma  può essere nel nostro paese, tra i nostri concittadini tanto simili a noi, addirittura nella nostra casa.

Le persone sono uguali, il loro cuore è uguale: sono le scelte che prendono a renderli diversi.

Sta ad ognuno di noi, ogni volta, scegliere cosa essere.

Immigrati brava gente è un lavoro articolato e complesso che va oltre la semplice commedia: alterna gli elementi comici, comunque fondanti e trascinanti a momenti più seri e drammatici, facendo luce con delicatezza non solo sul tema principale della immigrazione clandestina, ma anche sui legami familiari e le relazioni sociali.

A continuo supporto e integrazione della storia è da segnalare la bellissima colonna sonora.

Un cast affiatato e ben amalgamato per questa storia che piace sotto tutti i punti di vista.

Bernardino De Bernardis, autore e regista, interpreta Salvatore Croccolo, il capofamiglia, un personaggio divertentissimo, verace e pungente e Bernardino è davvero bravo a mantenere sempre ritmo e tempo nella storia. E’ un po’ il punto da cui tutto parte e a cui tutto torna, senza per questo togliere spazio ad alcuno degli altri protagonisti. Sa essere al tempo stesso protagonista e spalla. Esilarante la sua mimica espressiva.

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Intorno a lui, ma con una vita indipendente si muovono gli altri bravi protagonisti della storia: Angela Ruggiero, Maria Croccolo, moglie, un po’ insoddisfatta e annoiata, di Salvatore; Ruddy Almada, Omar l’immigrato clandestino di cui aver paura; Simonetta Milone, Carmela la suocera un po’ acida, ma davvero divertente; Matteo Fasanello, Roberto, il figlio in cerca di identità; Elena Verde, una divertentissima e irriverente Donna Concetta, l’ingombrante vicina di casa; Francesca Di Meglio, Angela, la figlia un po’ saccente, ma concreta e realista; Antonio Coppola, lo stralunato Ispettore Trovato.

A voi scoprire come questo personaggi si intersecano e si relazionano grazie alla bella interpretazione di questi bravi attori.

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