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Musical, Recensioni, Teatro

Let’s Duets. Stefania Fratepietro. Teatro Golden, 15 aprile 2015.

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Teatro Golden 15 aprile 2015.

 

Stefania Fratepietro Cristian Ruiz

in

“Let’s Duets”

Quando la coppia se ne canta quattro

Ideato e scritto da Massimo Natale Ennio Speranza Stefania Fratepietro e Marco Bosco

Direzione musicale e Arrangiamenti

Marco Bosco

Regia

Massimo Natale

Si è svolto ieri sera al Teatro Golden il terzo appuntamento di MUSICALmente, lo spettacolo che passa in rassegna la quasi totalità della storia del Musical italiano e internazionale, riproponendone i più grandi classici.

La serata di ieri, intitolata Let’s Duets, era dedicata alle coppie famose dei Musical e al rapporto a due declinato in ogni sua sfaccettatura: uomo/donna; padre/figlio; fratello/sorella; coppie storiche e così via.

Protagonisti della serata la fantastica, strepitosa e talentuosa Stefania Fratepietro e il poliedrico, talentuoso e simpaticissimo Cristian Ruiz.

Stefania e Cristian hanno accompagnato il pubblico in un viaggio musicale tra canto, danza, recitazione e intrattenimento con grandissima disinvoltura, professionalità, dolcezza e tanta, tanta ironia.

Diversi ed autorevoli gli ospiti di questa fantastica serata.

Andiamo per gradi.

La serata è cominciata con due improbabili Romeo e Giulietta ai nostri tempi a Roma; due ragazzi di borgata che si corteggiano con toni sopra le righe e un lessico popolare molto, molto divertente.

A seguire numerosissimi brani dei più grandi e amati musical: Time of my life da Dirty Dancing; Unchained Melody da Ghost; Come what may e Elephant Love Medley Song da Moulin Rouge; Money Money da Cabaret; I Will Always Love You dal film The Bodyguard; My Heart Will Go On dal film Titanic; Il Mondo è Mio da Aladdin; temi da La Bella e La Bestia; Angelo Mio dal musical Salvatore Giuliano e tanti altri.

Stefania e Cristian hanno poi interpretato una scena dal film Tosca con Monica Vitti e Vittorio Gassman, anche questa in romanesco.

Cristian ci ha fatto poi divertire con la sua impressionante esibizione di Tragedy da Saturday Night Fever.

Ad avvicendarsi sul palco con Stefania e Cristian, grandissimi ospiti.

Federica Buda con cui Cristian si è esibito in una formidabile versione di Total Eclipse of the Heart da Tanz der Vampire.

Roberto Rossetti che ha incantato il pubblico in brani de La Bella e la Bestia ricevendo una grandissima ovazione. Roberto ha poi presentato il cast di Salvatore Giuliano il Musical, di cui è direttore musicale, coreografo e regista; con lui l’autore e compositore Dino Scuderi, che aveva precedentemente accompagnato al piano Stefania e Cristian in Angelo mio.

Roberto, inoltre, sta curando l’allestimento della versione scolastica professionale del musical che debutterà a maggio nelle Marche.

Cristian ha cantato poi un brano tratto da Processo a Pinocchio scritto e diretto da Andrea Palotto, con musiche di Marco Spatuzzi e la direzione musicale di Federico Zylka, presentando poi parte del cast e il regista.

Altro grande ospite della serata il bravissimo Giuseppe Galizia che vedremo presto in Billy Elliot (lui dice che sarà Billy Elliot da giovane…).

Ad accompagnare questa banda di simpaticissimi e talentuosi folli, il grande Maestro Marco Bosco alla guida della Broadway Musical Orchestra: semplicemente divini.

Alla regia il tocco magico, elegante e ironico di Massimo Natale, che ha qui coronato il suo sogno di poter ballare con Cristian Ruiz sulle note di Time of my life.

Una serata all’insegna del Musical, ma non solo: risate, canzoni, danze, gag e tanta, tanta passione.

Sembrava di essere ad una festa tra amici; intorno si respirava un’aria di famiglia, quelle belle famiglie allargate che si radunano certe sere per il solo gusto di stare insieme.

La platea, gremita, è rimasta entusiasta: applausi, risate e grida di approvazione.

D’altronde, come sentito da più persone, quando Stefania organizza qualcosa, accorrono tutti!

Un pubblico di addetti ai lavori e appassionati tra i quali è doveroso menzionare la presenza della insuperabile Donatella Pandimiglio.

Oltre ad essere una bellissima iniziativa rivolta a tutti, amici, gente del settore e semplici appassionati, è stato uno spettacolo completo di altissimo livello; un Varietà di quelli belli di una volta all’insegna del più alto talento e della più grande professionalità.

Stefania, elegantissima e “charmantissima”, è tra le più grandi performer italiane; attrice, ballerina, cantante e intrattenitrice bella e simpaticissima e Cristian è un talento inarrestabile dal sorriso contagioso.

E’ stata una sensazione dolcissima per me accorgermi ad un certo punto che avevo insieme sullo stesso palco, Stefania, Cristian e Giuseppe e pensare che nel 1999 li vidi in Grease con Lorella Cuccarini e oggi sono diventati questi grandi personaggi e artisti e sono ancora a lavorare, a divertirsi e a divertirci insieme. Segno che l’impegno, il lavoro, la tenacia e la costanza, ogni tanto, magari non “pagano”, ma premiano.

 

stefania fratepietro

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Recensioni, Teatro

Sweet Home Europa. Una genesi. Un esodo. Generazioni – Teatro India, 14 aprile 2015

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Un Uomo, una Donna, un Altro uomo sono i protagonisti delle storie che compongono questo racconto e dei racconti che compongono la Storia.

In una staffetta continua, un Uomo una Donna un Altro uomo sono ogni volta uno e tutti, voci individuali di un’esistenza collettiva: sono padre, figlio, nonno, madre, marito, moglie, compagno, estraneo, ma sono anche tutti i padri, tutti i figli, tutti i nonni, tutte le madri, tutti i mariti, tutte le mogli, tutti i compagni, tutti gli estranei.

Ancora: sono uomini politici e d’affari animati dal capitalismo e dalla fame di potere; rappresentanti di alte cariche statali responsabili degli affari esteri.

Ognuno portavoce delle tradizioni del proprio Paese, ognuno attaccato alle proprie ideologie politiche e religiose, raccontano accordi e compromessi che hanno portato alla creazione dell’Idea dell’Occidente e al suo stesso collasso, dove, appunto, egoismi personali ed egoismi di un singolo popolo, la lotta dell’uno contro l’altro e di un Paese contro l’altro per una supremazia politica ed economica, hanno mandato l’Occidente alla deriva, abbandonando i suoi abitanti a guerre e lacerazioni e nel disperato tentativo di ricostruire, nonostante l’abisso che si è aperto.

La ricostruzione è uno dei temi centrali di questo mirabile lavoro; intorno sono solo macerie non solo materiali, ma anche umane e morali.

Altro tema centrale è la tradizione, anzi sono le tradizioni di ogni singola cultura, che influenzano l’agire individuale e, di conseguenza, quello sociale e che vengono tramandate di generazione in generazione. Tradizioni che accolgono e tradizioni che respingono, tradizioni che creano differenze invalicabili e incomprensioni nel linguaggio (come le differenze tra il popolo dei pescatori e quello degli agricoltori). Tradizioni che vengono portate con sé quando un Altro uomo lascia la propria terra, ma che corrono il rischio di essere dimenticate o contaminate. Volendosi integrare a tutti i costi un Altro uomo rischia di perdere le proprie radici e di non venire più riconosciuto dal proprio padre e dalla propria madre e, per estensione, dal suo Paese e dal popolo al quale apparteneva.

Nei racconti di un Uomo una Donna e un Altro uomo troviamo storie umane particolari che sono specchio e grembo delle storie universali. Così l’Uomo che ricopre cariche istituzionali è il Potere in assoluto e in generale; la Donna è sempre alla ricerca di una posizione sociale in Oriente come in Occidente; l’Altro uomo è una sorta di congiunzione tra le figure, essendo il ramingo, colui che passa da una cultura all’altra nel tentativo di migliorare la propria situazione, ma anche di aiutare il proprio Paese a consolidare relazioni con gli altri Paesi.

Il testo è bellissimo, scritto davvero molto bene e strutturato su livelli narrativi diversi. Il linguaggio è alto, complesso e articolato e spesso molto ironico. Si passa dal significato letterale al linguaggio allegorico a quello metaforico. Ci sono termini ed espressioni chiave che si ripetono nei differenti quadri, pronunciate da bocche differenti di differenti individui: parole che vengono passate e riprese tra una scena e l’altra segnando un punto di unione tra di esse, così come alcuni oggetti vengono ripresi da una scena e portati in un’altra acquisendo un nuovo significato. E’ un continuo gioco di rimandi, riprese e richiami dove significante e significato si rincorrono alternandosi e i personaggi entrano ed escono da ogni quadro cambiando il loro ruolo ogni volta.

La regia di Fabrizio Arcuri è impeccabile e in grado di accompagnare e sostenere lo spettatore lungo tutto il corso dello spettacolo con soluzioni interessanti e intriganti; la scenografia è bellissima, non perché ricca di orpelli, che non ci sono, ma perché efficace e perfettamente funzionale, con l’utilizzo di pedane scorrevoli che modificano e creano la scena e oggetti che scoppiano e cadono dall’alto improvvisamente.

Anche i numerosi riferimenti visivi al mondo in versione pallone gonfiabile, o con le stampe sulla gonna della Donna, sulla cravatta dell’Uomo e sul maglione dell’Altro uomo, sono un riuscito strumento per richiamare sempre l’attenzione sulla globalità dei discorsi e sulla presenza ingombrante della coscienza collettiva ricca di implicazioni e responsabilità.

Altro grande elemento strutturale e integrante di questo intenso allestimento è costituito dalla meravigliose musiche composte ed eseguite dal vivo da Davide Arneodo e Luca Bergia e cantate dalla bellissima e profonda voce di NicoNote (Nicoletta Magalotti).

Sweet Home Europa è un racconto fatto di racconti, è la Storia fatta dalle storie, che parla di relazioni umane generazionali, che attraversano il tempo e lo spazio e in cui gli individui sono qui e adesso, ma anche altrove e in un altro tempo, e sono uni, ma anche altri, singoli, ma anche molti.

E’, usando le parole del regista “un racconto originale e originario sulla costituzione culturale e politica di un territorio e sulle sue potenzialità e impossibilità di integrazione umana e sociale (…) L’Europa è il nostro confine. Non importa se noi, ora, siamo quelli che stanno dentro o fuori. In fondo non esiste “dentro o fuori”; esiste solo un “di qua o di là (…) Tutti alla conquista dell’altro, come alla conquista di se stessi”.

 

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Recensioni, Teatro

Ritorno al presente – Teatro Golden, 14 aprile 2015

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LUCA ANGELETTI ELENA DI CIOCCIO

RUBEN RIGILLO AUGUSTO FORNARI NICOLAS VAPORIDIS

Ritorno al presente

Da un soggetto di Andrea Maia e Giuseppe Caravaglios

Di Augusto Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli

Regia di Augusto Fornari

Una produzione Andrea Maia teatro Golden e Vincenzo Sinopoli

Una commedia divertente e sentimentale che affronta il tema dell’amicizia, del tempo che passa, delle separazioni e dei riavvicinamenti di un gruppo di amici come tanti che scoprono di aver perso anni preziosi ma di avere davanti ancora tanti anni da vivere insieme.

Ritorno al presente è una commedia perfetta!

Nata da un soggetto di Andrea Maia, prolifico e intenso regista e sceneggiatore, nonchè Fondatore e Direttore Artistico del Teatro Golden e GoldenStarAcademy, e di Giuseppe Caravaglios, scritta da Augusto Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli è una commedia esilarante e costruita in maniera magistrale.

Nicolas Vaporidis è Filippo, avido e spregiudicato imprenditore edile che, a seguito di un malore, perde la memoria recente e chiama in soccorso gli amici di una vita…peccato che non si vedessero da 18 anni!

A questo punto si ritroveranno tutti a casa di Filippo e, con la scusa di stimolarne memoria, ricorderanno la splendida amicizia che li ha uniti da giovani e tutte le belle esperienze che hanno condiviso fino ad arrivare al motivo che improvvisamente li ha portati a dividersi. Bravissimo Nicolas nel ruolo del bastardo e in quello dello smemorato in cerca della propria sotria.

Luca Angeletti è Pippo: da giovane voleva diventare medico e ci è riuscito; ora è un affermato neurologo e sarà lui ad avere l’idea su come stimolare i ricordi di Filippo; più posato degli altri sin da giovane, è sempre quello che cerca di creare equilibrio. Un bellissimo personaggio interpretato con grande personalità.

Augusto Fornari è Andrea, un po’ lo sfigato del gruppo, quello che ha sempre un imprevisto; però è anche l’anima del gruppo, quello che crea sempre occasioni di divertimento e distrazione; un personaggio divertentissimo interpretato con grandissima naturalezza e spontaneità. Augusto/Andrea è uno spasso incredibile.

Ruben Rigillo è Giuseppe: è diventato regista, è sposato e ha due figli. Migliore amico di Filippo fino a quel giorno di 18 anni prima quando il gruppo si sciolse improvvisamente a causa di un doppio tradimento: il tradimento dell’amicizia da parte di Filippo nei confronti di Giuseppe e il tradimento di Laura, fidanzata di Giuseppe, consumato proprio con Filippo. Ruben entra perfettamente nel personaggio dell’ex amico rancoroso, arrabbiato, frustrato perché tradito; le sue espressioni ciniche e la sua chiusura verso gli altri sono rappresentate in maniera efficace.

Laura, la traditrice, è una bravissima Elena Di Cioccio, molto credibile nel monologo in cui spiega le motivazioni del proprio tradimento. Laura è un avvocato di grido ed è felicemente fidanzata da molto tempo.

Ritorno al presente è una commedia bellissima e divertentissima, scritta in maniera impeccabile; il testo è fluido, immediato; ogni battuta si tira dietro l’altra, ogni frase è coerente conseguenza di quella precedente e base di quella successiva.

La regia di Augusto Fornari è molto dinamica, frizzante, energica.

Si tratta di una commedia confezionata egregiamente in cui si ride tantissimo, ma che, con grandissimo umorismo, ci accompagna anche in un percorso psicologico avvincente e fa riflettere con leggerezza sui cicli della vita, su quelli chiusi e su quelli che restano aperti a nuovi, imprevedibili sviluppi; ci parla della paura del confronto e della responsabilità di fare i conti col passato.

Ritorno al presente è una commedia che meriterebbe di andare in giro per l’Italia, ma, purtroppo, come spesso già lamentato, le produzioni oggi hanno a disposizione budget troppo bassi.

Inoltre la qualità e la freschezza dell’idea e del testo, il linguaggio divertente e attuale e la regia così fluida ne fanno un prodotto perfetto per diventare un bellissimo film di qualità per la televisione.

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