GIO TORTORELLI
Ho ascoltato la canzone di Gio Tortorelli “Da qui all’eternità” ed è stato subito amore! L’ho voluta sentire più volte e poi ancora perché ogni volta mi diceva qualcosa di più e ancora è così.
Come preso da un’euforia creativa mi sono messo a trascrivere il testo e poi a scrivere degli appunti e delle domande a margine.
Più ascoltavo più annotavo considerazioni e sottolineavo frasi o singole parole.
E’ nata l’urgenza di confrontarmi con l’autore e ho chiesto a Gio il permesso di pubblicare sulla nostra pagina la nostra conversazione e lui è stato subito disponibile ad una chiacchierata e si è dimostrato molto contento di questo interesse.
“Da qui all’eternità” è una canzone interamente composta e scritta da Gio Tortorelli e la cosa più affascinante per me è stata cercare di entrare nel suo mondo attraverso questo pezzo.
Infatti conosciamo Gio come eccellente interprete, ma vederlo all’opera con un suo pezzo ci dà una dimensione dell’artista più vicina a quella dell’uomo e ci fornisce una prospettiva diversa con la quale avvicinarsi a lui e al suo mondo interiore.
Il pezzo si inserisce nella migliore tradizione della bella musica italiana innovando al tempo stesso i canoni tradizionali. La sonorità di questo pezzo è classicheggiante, ma anche molto arioso.
E’ un pezzo dal significato profondo e di ampio respiro musicale, che potrebbe richiamare alla memoria le sonorità pulite e melodiose di un Morandi e di un Ron dei quali si sente non una diretta influenza, ma nella musicalità dei quali il pezzo si potrebbe inserire. Il brano in questione è perfettamente collocabile insieme a quei brani che sono lo zoccolo duro della nostra cultura musicale, ma, nonostante questo stile”tradizionale”, ha una armoniosità fresca che lo rende molto attuale e gradevole ad un orecchio moderno.
Leggendo il testo ci accorgiamo subito di come sia ben costruito, metricamente scorrevole e ogni frase abbia un senso compiuto.
“Da qui all’eternità” è una canzone d’amore; la donna amata è lontana, non si capisce per quale motivo: se sia mancata o si sia allontanata. Fatto sta, che, come ha detto lo stesso Gio la canzone “celebra comunque l’amore”.
Oltre alla musicalità e alla sonorità di cui ho già parlato, il testo rivela delle scelte linguistiche molto belle. Ho voluto parlare anche di questo con Gio e ho dovuto fargli i complimenti per la sua scrittura fluida, ricca di belle figure stilistiche e scevra di facili allegorie.
Subito la sua voce che graffia, ma non ferisce, ti avvolge e ti trascina: riesce a trasmetterti questo sentimento dell’assenza, a raffigurarti quella immagine che sbiadisce col tempo.
E’ una ricerca nella memoria, la nostalgia ti stringe il cuore “da qui all’eternità”: lascia aperto un orizzonte, non c’è una chiusura, ma un’apertura alla possibilità.
In particolare poi, mi ha colpito molto quel “celebrarti”: che potenza in questa scelta verbale! Celebrare ha in sé un significato sacrale, non è solo festeggiare, è un inno, la donna diventa angelicata.
Il tempo, però, non torna e posso solo inventarti, quindi prendere le più belle immagini che ho di te dalla mia memoria e sperare che un giorno possa aggiungerne di nuove “se mai brillerai per me, se allora, mi raggiungerai”.
Altre due soluzioni stilistiche mi hanno colpito e affascinato molto.
La ripetizione del “sai” all’inizio ( “che bella sei/ sai/ è difficile sai” ) poi ripresa poco dopo la metà ( “col tempo sai/ sai/ è difficile sai.” ) che sta ad indicare più che un’insistenza una consapevolezza della quale, forse, vuole convincere se stesso.
Infine, quel “Se mai per sempre mi amerai” anche questo all’inizio e ripreso dopo…bellissimo! Se mai per sempre…quel mai farebbe pensare ad una negazione, invece con quel per sempre subito dopo indica una propositività. Se mai per sempre sarebbe se un giorno per sempre…chissà forse arriverà quel giorno che durerà per sempre.
Spero di avervi fornito degli spunti di riflessione e avervi aiutato ad apprezzare questo brano maggiormente in ogni suo aspetto.
Ecco il link per ascoltare la canzone: